Col Tempio E di Selinunte siamo all’interno del pronao (letteralmente prima della cella) del luogo sacro dedicato forse ad Era o Afrodite che possiamo ammirare nella sua bellezza perchè frutto di un importante lavoro di restauro e anastilosi nel 1959. Il tempio venne costruito intorno al 460 – 450 a.C. e nelle dimensioni ne ricorda un altro famoso ad Agrigento, quello di Ercole. Per potere ammirare la splendida decorazione metopale dovete però lasciare Selinunte e recarvi al Museo Archeologico Regionale A. Salinas di Palermo dove vi si presenterà una ricca narrazione con metope che raffigurano Eracle in lotta contro un’Amazzone, le nozze divine fra Era e Zeus, Atteone sbranato dai cani davanti alla vergine Artemide e Atena che atterra il gigante Encelado.
Questo tempio come quello F e G (non spaventatevi per tutte queste lettere ma l’attribuzione purtroppo non è sempre precisa e possibile per assenza di elementi caratterizzanti la divinità tutelare), sorge sulla cosiddetta Collina Orientale che domina l’area che affaccia sul mare. Da sud verso nord i tre templi si impongono per magnificenza e bellezza e dimostrano, con le loro possenti architetture e colonne, la grande ricchezza raggiunta dalla città. Non tutti furono portati a termine e anche un terremoto e forse più di uno fu la causa del crollo di tutti e tre gli edifici.
Selinunte fu fondata da Megara Iblea nella seconda metà del VII secolo a.C. e in poco meno di due secoli raggiunse una ricchezza e una floridezza economica che ha pochi confronti nel mondo siceliota e magno – greco. Gli abitanti costruirono edifici e monumenti di dimensioni grandiose che ancora oggi, nonostante i secoli e vari cataclismi possono essere ammirati nella loro bellezza.
Cosa vedere? La zona dell’Acropoli, la Collina orientale, il pianoro di Contrada Manuzza, il Santuario della Malophoros in contrada Gaggera e se ve la sentite ancora, le Necropoli di Manicalunga e di Galera Bagliazzo.
Nel vostro percorso nel Parco Archeologico di Selinunte potrete ammirare lo splendore di una città al massimo della sua potenza e ricchezza, ma ben presto sul finire del V secolo a.C., Selinunte perse la sua magnificenza urbana divenendo un punto di commercio punico. I Cartaginesi, sbarcati in Sicilia con un esercito di 5.800 uomini al comando del generale Annibale Magone, misero a ferro e fuoco la città che cadde dopo nove giorni di assedio e senza aiuti delle città alleate Siracusa ed Agrigento. Sovvertendo la divisione urbana della città, i Punici costruirono abitazioni anche tra le rovine dei templi. di fatto non rispettando uno dei canoni di divisioni delle città greche tra spazi pubblici, privati e sacri.
La mostra “Ars Aedificandi. Il cantiere nel mondo classico” si srotola tra Cave di Cusa e il Parco archeologico di Selinunte, e sarà visitabile per oltre un anno