La Commissione per il Patrimonio Saudita rivela i risultati delle ricerche condotte a Umm Jirsan, un’antica grotta lavica in Arabia Saudita, testimonianza di un passato in cui uomini e animali prosperavano
Riyadh, 19 aprile 2024 – La Commissione per il Patrimonio Saudita, responsabile della documentazione e della conservazione del patrimonio materiale e immateriale dell’Arabia Saudita sotto il Ministero della Cultura, ha annunciato la scoperta di tracce di un passato insediamento umano nella grotta di Umm Jirsan, situata a Harrat Khaybar, a nord di Medina, nell’Arabia Saudita nord-occidentale. Lunga 1.500 metri, larga 45 e con un’altezza massima di 12 metri, Umm Jirsan è la grotta lavica più lunga del Regno. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLoS One ed è considerato il primo studio nel campo della ricerca archeologica nelle grotte del Regno.
Un team di ricercatori sauditi e internazionali, tra cui scienziati dell’Università King Saud, dell’Istituto Max Planck in Germania e del Servizio geologico saudita, hanno collaborato nell’ambito del progetto Green Arabian Peninsula. La loro ricerca multidisciplinare sul campo si è concentrata sulla conservazione e sulla valorizzazione della storia comune dell’umanità nella Penisola Arabica. Le precedenti scoperte della Commissione per il Patrimonio hanno rivelato l’esistenza di abitazioni in un antico lago fuori Tabuk, nelle regioni nord-occidentali del Regno, risalenti a circa 120.000 anni fa.
Gallery con immagini a cura del Ministero della Cultura Saudita
Attraverso le indagini archeologiche e gli scavi in più punti della grotta di Umm Jirsan, gli scienziati hanno scoperto antichi insediamenti di gruppi di pastori risalenti al periodo neolitico, fino all’Età del Rame e all’Età del Bronzo. L’esatta antichità del sito è stata determinata utilizzando la datazione al carbonio-14. La ricerca ha inoltre portato alla luce tracce di ossa di animali risalenti a 4.100 anni prima di Cristo, mentre il più antico teschio umano ritrovato risale a 6.000 anni A.C.
Secondo lo studio, prima dell’attuale clima arido e della natura desolata dell’area, esisteva un ambiente molto più temperato e florido, con una parte di fauna ora estinta. I reperti ritrovati comprendono legno, stoffe, scene scolpite nella roccia di capre al pascolo, mucche e cani usati per la caccia; tra le migliaia di ossa di animali ritrovate, c’erano resti di iene, cavalli, cammelli, cervi, caribù, mucche e asini domestici.
L’analisi dei resti scheletrici umani, effettuata con l’ausilio di isotopi radioattivi, ha indicato che gli esseri umani si nutrivano principalmente di carne, ma in seguito hanno iniziato a nutrirsi anche di cereali, come dimostra lo sviluppo delle pratiche agricole.
La ricerca evidenzia l’importanza delle grotte per l’uomo e gli antichi percorsi del magma vulcanico nel Regno dell’Arabia Saudita.
Riferimenti bibliografici:
Stewart M, Andrieux E, Blinkhorn J, Guagnin M, Fernandes R, Vanwezer N, et al. (2024) First evidence for human occupation of a lava tube in Arabia: The archaeology of Umm Jirsan Cave and its surroundings, northern Saudi Arabia, PLoS ONE 19(4): e0299292, DOI: https://doi.org/10.1371/
Testo e immagini dal Ministero della Cultura Saudita, Ufficio Stampa Edelman.