I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono allo Stato oltre 11 mila reperti archeologici provento di scavi clandestini
I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Palermo, in collaborazione con la dipendente Sezione di Siracusa e il Comando Compagnia Carabinieri di Santo Stefano di Camastra, hanno sequestrato oltre 11 mila reperti archeologici provento di scavi clandestini.
Grazie agli immediati riscontri positivi ottenuti dal Nucleo TPC di Palermo, l’Autorità Giudiziaria ha emesso un decreto di perquisizione, la cui esecuzione ha permesso di sequestrare in due diverse abitazioni, a Caronia (ME) e a Siracusa, oltre 11.000 reperti archeologici costituiti da lucerne, pesi da telaio, testine, oscilla, tessere di mosaico, elementi in pasta vitrea, elementi in bronzo, frammenti ceramici di varia tipologia e risalenti a varie epoche (arcaica, a vernice nera, rosa, di età medioevale), corredati da “pizzini” con l’indicazione dei siti archeologici siciliani di provenienza, tra cui Himera, Morgantina e Megara Hyblea. È stata emessa una denuncia per ricerche archeologiche non autorizzate e impossessamento di beni culturali appartenenti allo Stato, reati previsti dal “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.
Questo recupero è il prodotto della mirata e costante attività di controllo e di monitoraggio dei siti archeologici siciliani svolta dal Comando TPC, in sinergia con i Comandi dell’Arma territoriale e gli Enti regionali di tutela, finalizzata anche all’individuazione di raccolte amatoriali non autorizzate dalle Autorità competenti, che causano danni irreparabili e permanenti nelle aree archeologiche.
L’operazione costituisce un importante segno della presenza dello Stato nella prevenzione e nella repressione dei reati contro il patrimonio culturale.
Testo, video e foto dall’Ufficio Stampa Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale