La missione archeologica dell’Accademia Austriaca delle Scienze durante la campagna di scavi 2022 nel sito dell’antica Efeso, in Turchia, ha individuato un distretto commerciale e alimentare con negozi e botteghe di epoca bizantina in perfetto stato di conservazione ed è la scoperta più importante dopo 50 anni dal ritrovamento delle cosiddette “Case a terrazza“.
Dalle prime indagini, si ipotizza che l’area fu improvvisamente distrutta tra il 614-615 d.C.; gli oggetti ritrovati giacevano sotto uno spesso strato di bruciato consentendone così la conservazione ma anche un incredibile spaccato di vita quotidiana.
Il quartiere individuato dagli archeologi si trova nella Piazza di Domiziano, un importante luogo pubblico adiacente al centro politico della città romana, l’Alta Agorà. La campagna di scavi 2022 ha avuto come obiettivo proprio la ricerca di mutamenti topografici della città di Efeso tra il periodo imperiale romano (Efeso venne designata come capitale della provincia d’Asia nel 132 a.C.) e la tarda antichità.
Sabine Ladstätter, direttrice dell’Istituto Archeologico austriaco dell’Accademia e responsabile della missione archeologica ad Efeso dal 2009 dichiara che si aspettavano una grande monumentalizzazione dell’area dell’Agorà romana in epoca tarda antica con la costruzione di negozi e botteghe, ma ciò che era del tutto inaspettato è l’incredibile stato di conservazione degli oggetti e la modalità di distruzione dell’area che grosse implicazioni ha avuto per la storia urbana di Efeso.
Finora è stata scoperta una piccola struttura composta da più locali commerciali su un’area di circa 170 mq. L’intero complesso edilizio rimase attivo fino al 614-615, come testimoniano le monete rinvenute negli strati. I singoli ambienti di questo quartiere si sono conservati fino a 3,4 metri di altezza e sono stati completamente sigillati da un massiccio strato di distruzione.
Un inventario incredibilmente ricco è venuto alla luce sotto i livelli. Sono stati trovati numerosissimi pezzi di stoviglie, che si contano a migliaia, comprese intere ciotole con resti di frutti di mare come vongole o ostriche, nonché anfore ripiene di sgombro salato. Sono stati rinvenuti anche noccioli di pesche, mandorle e olive, ma anche piselli e legumi carbonizzati.
Particolarmente ricca la serie di monete ritrovate nello scavo tra cui quattro monete d’oro (solidi) rinvenute unite insieme e altre monete di rame, circa 700, conservate in diverse cassette. Invece gli ambienti portati in luce sono una cucina, un ripostiglio, una taberna, un negozio di lampade e “souvenir” per i pellegrini cristiani, e un’officina con annesso il locale di vendita.
Una scoperta eccezionale è stato il ritrovamento di circa 600 piccole bottigliette di piccole dimensioni che venivano vendute ai pellegrini cristiani e potevano essere portate anche legate al collo che dovevano contenere sostanze sacre come la polvere “santa”, sottratta nei luoghi di pellegrinaggio cristiani.
Lo stato di abbandono nonché di bruciato, fa pensare ad un evento improvviso, un incendio altamente distruttivo e imponente, oltre che drammatico – spiega Sabine Ladstätter. Non sarà possibile scoprire il giorno del disastro ma con il ritrovamento dei frutti sarà comunque possibile avere un’idea almeno della stagione.
Fu un terremoto a distruggere il quartiere? Non ci sono indicazioni in tal senso e nemmeno i muri risultano spostati o i pavimenti sollevati. Tuttavia, negli strati sono stati individuate diverse punte di freccia e di lancia, facendo ipotizzare quindi un possibile conflitto bellico. Monete risalenti allo stesso periodo sono state ritrovate anche a Sardi, a circa 100 km di distanza da Efeso, e possibili invasioni e distruzioni da parte dei Sasanidi persiani in Asia Minore si associano anche in questa città, ma questo è stato al momento contestato nelle varie ricerche.
I nuovi ritrovamenti in Piazza Domiziano potrebbero ora risolvere un enigma nella storia urbana di Efeso. Sabine Ladstätter: «Sebbene sia stato finora possibile osservare dalle prove archeologiche che la città aveva avuto un’implosione nel VII secolo e che il tenore di vita fosse notevolmente diminuito, le ragioni di ciò non erano finora chiare.
«Anche la circolazione delle monete ebbe un calo, scendendo a un livello molto più basso rispetto ai secoli precedenti. Ora dovremo probabilmente collegare questa cesura nella storia urbana di Efeso con le guerre sasanidi», afferma l’archeologa dell’Accademia austriaca delle Scienze.
Il team della missione archeologica è così composto: Sabine Ladstätter, archeologa e Direttrice della missione, Helmut Schwaiger (archeologo), Alfred Galik (archeologo), Andreas G. Heiss (archeobotanico) e Nikolaus Schindel (numismatico).