I migliori film del 2023
Articolo a cura di Francesco Ariani, Gianluca Colazzo, Angelo Giannone, Sabrina Monno e Mariano Rizzo
Come ogni anno, è giunto il momento di tirare le somme sui migliori film che abbiamo visto al cinema nel corso del 2023 (animazione compresa). Ciascun titolo indicato rappresenta la scelta e il gusto personale di ciascuna autrice o autore che lo ha consigliato.
Si può dire che l’annata cinematografica del 2023 sia stata ricca di titoli. Alcuni hanno arricchito il botteghino, altri ci portano a domandarci quale sia la chiave per riportare il pubblico in sala. In ogni caso, concentriamoci su quelli che, a nostro modesto parere, sono i film migliori di questo 2023!
– Sabrina
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Babylon, di Damien Chazelle
Barbie, di Greta Gerwig
Impossibile eliminare questo film dalla lista. Nonostante le critiche ricevute, il caos mediatico e la rabbia di alcuni, Barbie è il film con maggiore incasso a livello mondiale. Un film nichilista che sfrutta l’immagine della bambola più conosciuta al mondo per spiegare le contraddizioni della società contemporanea.
– Sabrina
C’è ancora domani, di Paola Cortellesi
Il film italiano della ribalta. Partire dal passato per riportare le persone in sala. L’ha capito bene Paola Cortellesi, creando una storia neorealista dedicata al fenomeno del suffragio universale nell’Italia del secondo dopoguerra. Un film che parte dalla condizione di sottomissione delle donne per mostrare come certe cose non siano poi così tanto cambiate. Però dobbiamo ricordarci che, fortunatamente, C’è ancora domani.
– Sabrina
Dalíland, di Mary Harron
Dogman, di Luc Besson
Questo è il film che i lettori di ClassiCult ci hanno segnalato in tanti come tra i migliori di questo 2023. Non potevamo perciò non includerlo in questa lista!
Il film racconta l’incredibile storia di un bambino, ferito dalla vita, che troverà la salvezza grazie all’amore dei suoi cani.
Gli spiriti dell’isola, di Martin McDonagh
Il regista del premiatissimo Tre manifesti a Ebbing, Missouri regala una fiaba amara e profondamente allegorica che indaga la complessità dei rapporti umani. L’isola del titolo è l’immaginaria Inisherin, brullo e desolato atollo al largo della costa irlanedese; gli spiriti in originale sono le banshee, creature d’aspetto femminile che simboleggiano il dolore scomposto che segue un lutto o un distacco, come quello che si verifica tra Colm e Pàdraic, amici fraterni che di colpo si separano. Tra situazioni grottesche, lunghi silenzi e momenti di tragica commedia si dipana una storia senza finale né apparente significato, nel quale può essere ravvisata l’attuale situazione politica dell’Irlanda o, più in generale, ciò che accade a chiunque in seguito a una separazione.
– Gianluca e Mariano
Godzilla Minus One, di Takashi Yamazaki
Godzilla compie settant’anni e questa pellicola intendeva celebrarlo, ma non si è fermata solo a questo compito. Tornando alle origini del primo film del 1954, Godzilla Minus One svecchia il mito del più famoso dei kaiju, restando fedele al suo cuore tematico ed adattandolo ad una nuova e più audace sensibilità. Questo film ne ha per tutti, dal mettere subdolamente a processo gli Stati Uniti per come si sono imposti sul Giappone sconfitto, fino a criticare apertamente il Giappone stesso per come ha trattato il suo popolo nella seconda Guerra Mondiale. Godzilla si fa metafora di un disagio sociale che ancora oggi si annida nella mente di un intero popolo, senza rinunciare ad essere un film di tutto rispetto oltre che a veicolare messaggi forti. È senza dubbio uno dei migliori film di Godzilla da inizio anni 2000 e, anche se purtroppo in Italia è stato distribuito per poco tempo, nel resto del mondo questa pellicola ha giustamente conquistato le sale, ottenendo il riconoscimento che merita, in seno al pubblico e alla critica specializzata.
– Francesco
Io Capitano, di Matteo Garrone
Sostenuto da un fantastico passaparola, il film ha ricevuto un’onda di consenso e di emozione praticamente unanime. Ha trionfato alla 80a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, con il Leone d’Argento per la Regia a Matteo Garrone, il premio Mastroianni per il giovane interprete Saydou Sarr, il Leoncino d’Oro e ad altri nove premi collaterali per questa “odissea moderna che scuote nel profondo le coscienze”.
È tra i candidati come Miglior Film non in Lingua Inglese ai Golden Globe Awards 2024 e nella shortlist dei 15 titoli in gara per l’Oscar nella categoria del Miglior Film Internazionale.
Killers of the Flower Moon, di Martin Scorsese
Anche questo film di un maestro del cinema, che si è piazzato al decimo posto tra gli incassi al botteghino di quest’anno e che ha ricevuto ottime recensioni, ce lo hanno giustamente segnalato tanti lettori di ClassiCult. Lo includiamo con piacere in questa lista!
Il film è ambientato negli anni ’20 in Oklahoma, e racconta una serie di omicidi che avvengono nella popolazione di nativi americani nella regione di Osage, molto ricca di giacimenti di petrolio.
Napoleon, di Ridley Scott
Dall’arrivo nelle sale di questa pellicola si sono rincorse le più disparate opinioni, fra chi ha osannato Napoleon come un capolavoro e chi lo ha considerato un film mediocre. Personalmente vorrei ripetere quanto detto nell’articolo in cui ne ho parlato, definendolo una pellicola mastodontica. Nell’osservare la filmografia del regista, Ridley Scott, è facile rendersi conto di un certo altalenare nella qualità di quello che ha portato nei cinema, ma Napoleon è riuscito a ricordarmi un’altra sua grande pellicola, Il Gladiatore.
Napoleon riesce a intrattenere per quasi tre ore senza annoiare, le interpretazioni dei due protagonisti sono incredibili e una volta conclusa la visione l’idea alle spalle della rappresentazione di Napoleone Bonaparte nella mente di Ridley Scott si fa del tutto chiara. Senza dubbio è un’occasione persa per fare un film storicamente accurato nei minimi dettagli, o per rappresentare quel periodo della Francia in una chiave che dia più risalto ad aspetti politici e sociali, ma fin dai primi minuti è chiaro che Ridley Scott voglia parlare di un uomo piccolo ma ricolmo di ambizione, al punto da non poterne sopportare il peso sulle sue spalle, e dissimulando per tutta la sua vita.
– Francesco
Oppenheimer, di Christopher Nolan
Non sono un fan di Nolan. Adoro alcuni suoi film, ma altri dei suoi popolari (dicasi Interstellar ed Inception) decisamente meno. Attendevo Oppenheimer con un’ansia folle ed anche un po’ come un predone attende i passanti. La paura che si riducesse tutto a propaganda a favore degli USA, con in mezzo un po’ di disinformazione sull’energia atomica era concreta. Come se non bastasse, la passione che mi porta a scrivervi e il lavoro che svolgo nella vita si toccano pericolosamente in questo film. Per fortuna ogni ansia è stata spazzata via. Oppenheimer è stato per me non solo il film ma anche l’esperienza cinematografica dell’anno, vissuta in una delle sale più belle d’Italia. Con regia e cast ai massimi storici per Nolan, si attiene moltissimo al libro da cui trae ispirazione ed è anche scientificamente accurato. Avrei semplicemente voglia di parlane per ore, ma posso solo offrirvi queste parole ed il mio articolo in merito, almeno per ora.
– Angelo
Un altro titolo tra i più attesi e acclamati nel 2023. Il biopic dedicato alla figura del padre della bomba atomica scava a fondo tra le onde della Storia e le onde della storia privata del fisico stesso. La creazione della bomba atomica diventa un vero e proprio dilemma etico, soprattutto per un uomo che ha sempre parteggiato per i movimenti socialisti nella capitalista America.
– Sabrina
Oppenheimer, di Christopher Nolan – la verità (non) si può raccontare
Rapito, di Marco Bellocchio
Attraverso la storia di Edgardo Mortara, che nel 1851 fu sottratto alla sua famiglia ebrea per essere cresciuto dal pontefice Pio IX in persona a causa di un cavillo nelle leggi dello Stato Pontificio, Bellocchio esplora con occhio asettico (ma impietoso) i nodi cruciali di un periodo compreso tra gli anni immediatamente precedenti e quelli successivi all’Unità d’Italia. Il regista riesce a mettere in luce l’ipocrisia che pervade la società italiana, in grado di trascendere le questioni dottrinali e i cambiamenti di assetto legale e culturale, senza al tempo stesso cadere nell’anticlericalismo e nell’antisemitismo; il film è uno dei migliori prodotti in Italia da molto tempo, non a caso è stato applauditissimo a Cannes e ha trionfato ai Nastri d’Argento. Particolarmente apprezzate sono state le prove di Barbara Ronchi (quasi irriconoscibile nei panni di Marianna Mortara) e di Paolo Pierobon, un Pio IX dagli atteggiamenti rapaci.
– Gianluca e Mariano
Tár, di Todd Field
Un film che ha spezzato in due il mondo: critica VS pubblico. Tár mette in scena una vicenda tremendamente contemporanea su come il potere possa creare dei veri e propri mostri. Il mostro è una conduttrice d’orchestra omosessuale. Una scelta anomala, ma fortemente voluta per farci capire che il potere logora chiunque.
– Sabrina
The Fabelmans, di Steven Spielberg
Un mancato incasso dannatamente ingiusto per un film clamoroso. Spielberg parla di sé stesso con una parziale autobiografia, ma parla del cinema come mezzo, come arte e come lavoro. E non solo di questo. Gli attori sono in parte, la durata ed il ritmo perfetti, la regia stratosferica. Certo, il cinema che Steven ama non lo ha ripagato, ed avrei davvero voluto titolare l’articolo senza quel “ma” e quel “non”.
– Angelo
Un film nostalgico, un film che tutti i grandi registi arrivano a fare. Quello che viene definito il traguardo del proprio 8 ½. Spielberg crea su questa scia un film malinconico sul proprio passato, partendo dalla propria infanzia sino agli anni della maggiore età. Un film necessario per tutti coloro che pensano di mollare perché qualcosa ci appare troppo grande per noi.
– Sabrina
The Fabelmans è amore verso il cinema, ma la sala non ripaga
The Whale, di Darren Aaronofsky
Anteporre chi scrive all’opera di cui si è scritto può essere di cattivo gusto, ma essendo questo giusto un paragrafo per spiegare una scelta non mi sento in difetto a farlo. The Whale ha invaso i miei pensieri per una settimana dopo la visione. Settimana in cui la vita andava avanti e il lavoro reclamava comunque la mia presenza. Eppure, una parte del mio cervello era sempre lì. È una delle pochissime cose che ho scritto di cui sia realmente soddisfatto. Il film è immenso.
– Angelo
Un certo tipo di cinema americano cerca sempre di dare rilievo agli ultimi, gli sconfitti della società made in USA. La “balena” è un uomo che pare aver perso tutto e in tutto. Gli restano le lezioni online effettuate con webcam spenta. Gli ultimi resteranno sempre sconfitti? Per rispondere a questa domanda non resta che vedere il film di Aronofsky.
– Sabrina
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ANIMAZIONE
In questa sezione trovate i film di animazione che abbiamo visto al cinema. Trovate le serie di animazione nell’articolo dedicato, su XtraCult:
Inu-oh, di Masaaki Yuasa – Science SARU
Inu-oh è un film che mi ha stupito e coinvolto, una pellicola audace sotto ogni punto di vista, che sfida il fruitore a seguire una storia che di primo acchito sembra avere pochi punti di contatto con la nostra epoca moderna, ma che poco alla volta si rivela sempre più vicino a noi di quanto potessimo pensare. Science SARU si riconferma uno studio ricco di talenti e la straordinaria mano di Masaaki Yuasa si può scorgere in ogni scena. L’unica nota dolente riguardo a questa pellicola è che purtroppo non è arrivata a tutto il pubblico che meritava di avere.
– Francesco
Spider-Man: Across the Spider-Verse, di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson – Sony Pictures Animation
Ho deciso che questo posto sarebbe stato assegnato a questo film appena uscito dalla sala. Mentre sto scrivendo l’ho già rivisto due volte, quando starete leggendo probabilmente saremo a cinque o dieci. Vorrei poterci scrivere daccapo, o realizzare un’analisi scena per scena da centomila parole ma il tempo è tiranno. In ogni caso, questo film è l’apice tecnico dell’animazione, ma non si lascia indietro la storia, scritta in maniera incredibile e messa in scena in maniera ancora migliore. Mi fermo soltanto per autocontrollo, ma non vedere questo film è un sacrilegio verso il cinema e l’animazione.
– Angelo
The First Slam Dunk, di Takehiko Inoue – Toei Animation
Aspettare il finale animato di Slam Dunk era quasi diventato un lavoro, considerando da quanti anni noi fan attendessimo pazientemente. Ma, alla fine, non siamo stati semplicemente accontentati, ma abbiamo ricevuto una pellicola straordinaria. I cambiamenti apportati da Takehiko Inoue riescono a rendere la storia ancora più profonda, rispondendo ad una esigenza diversa rispetto a quella del manga. The First Slam Dunk è tutto quello che speravo potesse essere questo film, che mi ha lasciato con le lacrime agli occhi nel suo finale.
– Francesco