Site icon Classicult

Il male che non c’è, di Giulia Caminito: uno spaccato dei nostri tempi

Il male che non c’è, Giulia Caminito, Bompiani (2024) – recensione

«Tutto, volendo, si poteva leggere, anche i ricordi.» (p. 21)

Tutto, per Loris, ha avuto inizio da bambino, quando trascorreva le estati ricche di fascino nella luce luminosa dell’orto di nonno Tempesta, vicino alle rovine dell’antica Galeria. Lì, l’angoscia che Loris provava quando era a casa, che lo portava a consumarsi gli occhi in una lettura dai tratti mostruosi, un viscido serpente che lo stritolava sul letto e non lasciava altro che frammenti di sé stesso, scompariva, mentre imparava dal nonno come costruire una voliera e come allevare i colombi, animali fedelissimi e iridescenti.

Adesso Loris ha trent’anni, una fidanzata di nome Jo, un lavoro precario in casa editrice e una terribile ansia che lo porta all’orlo dell’ipocondria. Nonno Tempesta, l’unico che riusciva a salvarlo da una mente che lo schiaccia, ripetendogli quanto non sia all’altezza della vita, non c’è più. E Loris deve cercare di capire cos’è il male che lo affligge, quella Catastrofe che sente e vede, che può toccare ma nessun esame medico sembra rilevare.

la copertina del romanzo di Giulia Caminito, Il male che non c’è, edito da Bompiani (2024) nella collana Narratori Italiani. Foto di Ilaria Parlanti

Il male che non c’è, di Giulia Caminito, è un romanzo edito da Bompiani che, con uno stile incalzante e mai banale, coniuga al suo interno il tema della malattia mentale, una forte passione verso il mondo della letteratura e non può che rappresentare uno spaccato preciso e doloroso della quotidianità dei ventenni e trentenni di oggi; sua propaggine quasi necessaria è anche l’essere una fotografia dello stato di cose dell’editoria italiana.

Nella vita ci dividiamo tra gli eroi, che agiscono, e gli antieroi che si lasciano subire ogni cosa dal mondo, abitati da dolori inconfessabili. Anche per Loris vale questa suddivisione, dalla lontananza che ha con tutti coloro che gli vogliono bene, tranne, da bambino, con il nonno Tempesta.

E in questa culla di disperata solitudine, una strada si fa breccia nel suo animo: recuperare l’essenza degli infanti, quella leggerezza, la capacità di immaginare una vita che non per forza deve essere disastrosa.

Ciò che più colpisce, oltre il grande attributo analitico della scrittura, è l’atmosfera onirica che Caminito trasmette ai lettori, costruendo un ponte che ci fa tornare tutti a quel momento, quando stringevamo la mano dei nostri nonni e dicevamo, correndo, che il cuore ci scoppiava di una felicità senza motivo.

la copertina del romanzo di Giulia Caminito, Il male che non c’è, edito da Bompiani (2024) nella collana Narratori Italiani

Martedì 11 Marzo, ore 18:30. Ilaria Parlanti dialoga con Giulia Caminito a tema del suo ultimo romanzo, Il male che non c’è, edito da Bompiani.

La diretta sarà ospitata sulla pagina Facebook, sul canale YouTube per ClassiCult e in diretta Instagram da Ilaria Parlanti, sarà quindi in differita sul canale LinkedIn di ClassiCult e sulla pagina Facebook, sui canali YouTube e Twitch della nostra Wunderkammer.

 

Giulia Caminito. Crediti per la foto: Andra Ottaviani
Exit mobile version