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Materia. Forma del tempo – nuovo allestimento permanente del Museo Egizio di Torino

Da dieci anni di ricerche nasce “Materia. Forma del Tempo” – un nuovo allestimento permanente del Museo Egizio di Torino

Apre al pubblico il 5 ottobre “Materia. Forma del tempo”, nuovo allestimento permanente del Museo Egizio, che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.)

Settecento metri quadrati, distribuiti su due piani, custodiscono circa 6 mila reperti provenienti dai depositi del Museo.

Grazie alla curatela scientifica di 9 egittologi del Museo – Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano – e ai progetti di allestimento e grafico di Enrico Barbero e Piera Luisolo, “Materia. Forma del tempo” si propone di raccontare l’antica civiltà nilotica da una prospettiva inedita.

L’allestimento rappresenta un cambio di passo ontologico del Museo: amplia, infatti, la prospettiva museologica della nostra istituzione da puramente egittologica ad una archeologica contemporanea. In quest’ottica il Museo Egizio intende porre al primo posto la materialità, il contesto di provenienza e le funzioni degli oggetti per ricostruirne una biografia approfondita. Abbiamo voluto superare gli storici paradigmi di ricerca ed esposizione, come ad esempio la tipologia ceramica, per mostrare in che modo lo studio di questa classe di materiali possa dare risposte più complesse. Ad esempio, nel caso del sito di Qau el-Kebir, lo studio dei frammenti di calcare e intonaco permette di ricostruire le fasi decorative e il contesto. La nuova visione espositiva è il risultato di un decennio di ricerche e riflessioni da parte di tutta la squadra del Museo Egizio oltre che, come nel caso di Materia, dell’importante connubio tra archeologia, metodologie e indagini di ricerca digitale. Il Museo si pone così all’avanguardia nell’ambito della ricerca archeologica. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno sostenendo,moralmente e concretamente in questo percorso così importante per il nostro museo”,

hanno dichiarato la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco.

“’Materia. Forma del tempo’ nasce sulla scia della mostra del Museo Egizio ‘Archeologia Invisibile’ che, a cavallo tra il 2019 e il 2020, ha puntato l’attenzione del visitatore sul crescente peso dell’archeometria nello studio delle collezioni e sulla possibilità di interrogare i reperti in un contesto allargato e multidisciplinare. A distanza di 5 anni da ‘Archeologia Invisibile’, questo nuovo allestimento permanente conferma la definitiva interiorizzazione del dialogo tra scienze umane, scienze naturali e tecnologia, come cifra del paesaggio culturale e museale del XXI secolo”,

ha spiegato Enrico Ferraris, coordinatore dei curatori di “Materia. Forma del tempo”.

Tre sono le sezioni dell’allestimento permanente, che si snoda dal piano terreno a quello ipogeo. La prima sarà dedicata ai legni e ai pigmenti, la seconda alla ceramica e la terza alla pietra.

Nella prima sala, dedicata ai legni e ai pigmenti, campeggiano due grandi librerie che raccolgono ciascuna 40 varietà diverse di questi materiali. È qui che si concentra la narrazione relativa alla scelta da parte degli antichi artigiani delle specie lignee più adatte alla realizzazione degli oggetti di uso quotidiano.

Attraverso un percorso narrativo in cui dialogano reperti, grafiche e video viene illustrata la palette di colori degli antichi Egizi formata dai pigmenti di origine minerale e organica, la mappatura delle tecniche di miscelatura dei colori per ottenere sfumature differenti e le successive fasi della pittura. Legni e pigmenti trovano poi naturale sintesi nell’esposizione di un sarcofago caratterizzato da una complessa vicenda costruttiva narrata attraverso proiezioni e videomapping.

La seconda sala è dedicata all’esposizione di quasi 5000 vasi, organizzati come in una biblioteca all’interno di grandi vetrine disposte su due piani ed estese fino al soffitto. L’allestimento è l’esito di un approccio che supera i paradigmi tradizionali nello studio della ceramica in ambito archeologico e che si focalizza sulla produzione, sulla funzione dell’oggetto e sul contesto di provenienza.

Statue, stele, frammenti di soffitti e vasi in pietra sono i protagonisti dell’ultima sala dedicata ai reperti lapidei. Si valorizza qui la grande competenza tecnica degli antichi Egizi messa in campo per la lavorazione di pietre differenti. Si esplorano i processi artigianali e gli strumenti che portano dal materiale grezzo alla realizzazione di oggetti.

Materia. Forma del tempo” fa emergere la storia produttiva di ogni manufatto antico, compresi i materiali di cui è fatto, le tecniche utilizzate per realizzarlo ed i suoi utilizzi (e riutilizzi) nel tempo, accumulando relazioni con altri oggetti e persone. Gli oggetti che osserviamo e percepiamo come unitari, infatti, rappresentano il punto di arrivo di scelte operate da artigiani nel corso del tempo.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa della Fondazione Museo delle Antichità Egizie.

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