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Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia, la mostra

V. Foppa, Pala Bottigella, 1477-87, tempera su tavola, cm 175 x 122,5 Musei Civici di Pavia alla mostra Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia

V. Foppa, Pala Bottigella, 1477-87, tempera su tavola, cm 175 x 122,5 Musei Civici di Pavia

AL VIA IL 19 SETTEMBRE 2025 AL CASTELLO VISCONTEO DI PAVIA LA GRANDE MOSTRA “PAVIA 1525: LE ARTI NEL RINASCIMENTO E GLI ARAZZI DELLA BATTAGLIA”.

ESPOSTI IN VIA ECCEZIONALE ANCHE GLI SPETTACOLARI ARAZZI DEL MUSEO DI CAPODIMONTE CHE RAFFIGURANO LA BATTAGLIA DI PAVIA

           L’esposizione, organizzata in occasione del Cinquecentenario della Battaglia, offrirà una prestigiosa testimonianza della splendida fioritura artistica e culturale che la città di Pavia conobbe nel Rinascimento.

–           Il percorso espositivo comprende opere di grandi maestri come Leonardo da Vinci e Pietro Perugino insieme a dipinti, disegni, sculture, codici miniati e oggetti d’arte decorativa provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali.

Pavia, 15 luglio 2025 – Dal 19 settembre all’11 gennaio 2026 i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno la grande mostra “Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia” che, attraverso le opere di grandi maestri come Leonardo da Vinci, Ambrogio Bergognone, Bernardino Zenale, Pietro Perugino, offrirà una prestigiosa e unica testimonianza della splendida fioritura artistica e culturale che Pavia conobbe nel Rinascimento. In uno dei periodi più iconici della storia del Paese, la città fu infatti uno straordinario crocevia artistico, politico e culturale tra Nord Europa e Italia.

L’esposizione è stata organizzata nell’ambito delle manifestazioni per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia (24 febbraio 1525), un evento epocale che ha segnato la storia d’Europa, il primo grande scontro in cui le armi da fuoco furono decisive per l’esito finale e che aprì un nuovo capitolo nelle vicende dell’Italia e del Vecchio Continente. Punto di forza della mostra è la spettacolare raffigurazione visiva della battaglia, offerta dai sette arazzi monumentali del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, eccezionalmente concessi tutti in prestito per l’occasione, tessuti negli anni 1528-1531 dalla manifattura fiamminga di Jan e Willem De Moyen su disegni di Bernard van Orley, per celebrare la vittoria delle truppe imperiali di Carlo V sull’esercito francese guidato da re Francesco I.

V. Foppa, Pala Bottigella, 1477-87, tempera su tavola, cm 175 x 122,5 Musei Civici di Pavia alla mostra Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia

Gli arazzi saranno quindi riuniti nella città che li ha ispirati, dopo un importante intervento di restauro e tre grandi mostre negli Stati Uniti, per restituire al pubblico la narrazione visiva completa della battaglia, immortalata con una sensibilità pittorica e simbolica di sorprendente modernità.

Caratteristica distintiva della mostra è quella di costruire un vero e proprio dialogo tra dipinti, disegni, sculture, codici miniati e oggetti d’arte decorativa provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali quali la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco di Milano, la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana, la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Certosa di Pavia e il suo museo, il Musée d’art et d’histoire di Ginevra, la Royal Collection di Windsor e il Victoria & Albert Museum di Londra.

Per l’occasione verrà ricomposto nel percorso espositivo un magnifico polittico, che il maestro lombardo Ambrogio Bergognone realizzò per la Certosa e le cui tavole sono oggi divise in luoghi e proprietà diversi. Grazie al sostegno di Fondazione Bracco, si potrà fruire dei risultati delle analisi diagnostiche non invasive condotte su alcune tavole del polittico da un team di esperti delle Università di Milano, dello spin off IUSS-Pavia DeepTrace Technologies e del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

Verrà inoltre presentato al pubblico lo straordinario coro ligneo cinquecentesco intarsiato e dipinto proveniente dalla chiesa di San Marino di Pavia, appositamente restaurato e allestito presso i Musei Civici.

La mostra si articola in due sezioni principali. La prima è dedicata a esplorare lo straordinario momento storico-artistico che la città di Pavia visse nel Rinascimento tra la fine del Quattrocento e il 1525. La seconda sezione, volutamente separata a significare la cesura che l’evento bellico segnò rispetto agli anni precedenti sia per Pavia e per il Ducato di Milano, sia per gli equilibri politici di tutta la penisola, è interamente dedicata all’esposizione dei sette monumentali arazzi.

L’iniziativa è organizzata dai Musei Civici di Pavia e dal Comitato Promotore e Alto Coordinamento per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia composto da: Comune di Pavia, Fondazione Monte di Lombardia, Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia, Università di Pavia, con il prezioso sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Bracco.

I curatori della mostra sono Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale, Laura Aldovini e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani per il Museo di Capodimonte. Il comitato scientifico è presieduto da Annalisa Zanni, già Direttore del Museo Poldi Pezzoli di Milano, e include alcuni tra i massimi esperti del periodo rinascimentale e in particolare, oltre ai curatori, Marco Albertario, Rosario Maria Anzalone, Stefania Buganza, Pier Luigi Mulas, Edoardo Rossetti. Ad essi si aggiungono altri esperti che hanno contribuito al catalogo, tra i quali Sylvain Bellenger, Thomas P. Campbell, Andrea Di Lorenzo, Luisa Giordano, Cecilia Paredes.

Il percorso espositivo

La rassegna si apre con la figura di Donato de’ Bardi, pittore attivo in prevalenza in Liguria, ma che orgogliosamente si firma “PAPIENSIS”, evocato in mostra quale precursore dello sviluppo dell’arte rinascimentale a Pavia e fondamento per tutta la pittura lombarda del Quattrocento.

I nuclei intorno a cui si sviluppa il percorso sono: la Certosa, il Duomo, la città. Una sezione è dedicata infatti allo straordinario cantiere della Certosa di Pavia, il più emblematico degli ambiziosi progetti dei duchi nella loro seconda capitale. Nella sua magnificenza di marmi e pale d’altare, la Certosa costituisce – a cavallo tra Quattro e Cinquecento – un cantiere cardine per l’arte lombarda, anche per la presenza dei capiscuola dell’arte della regione, come il Bergognone, e di alcuni dei maggiori maestri italiani del tempo, primo fra tutti il Perugino.

Un’altra sezione si incentra sulla ricostruzione della cattedrale pavese. L’impresa fu la conseguenza di un vero moto di orgoglio civico che vide i pavesi, i presuli residenti alla corte di Roma e i signori del ducato impegnati a finanziare il cantiere di una chiesa che si voleva più bella di Santa Sofia a Costantinopoli. Il risultato fu un concorso straordinario di artisti sulla scena pavese, tra cui Bramante, Leonardo, Francesco di Giorgio Martini e altri che furono incaricati di occuparsi del progetto. La loro presenza ebbe ripercussioni rilevanti sulla schiera di artigiani e di artisti locali, come testimonia anche il monumentale modello ligneo conservato proprio in Castello – una delle testimonianze più alte della carpenteria rinascimentale. Oltre all’Incisione Prevedari, la rarissima stampa eseguita su disegno di Bramante, sono stati concessi in prestito alcuni preziosissimi disegni di Leonardo, che rievocano i soggiorni pavesi del maestro – ad esempio in occasione dell’avvio del cantiere della Cattedrale – con studi su chiese a pianta centrale, sui cavalli di Galeazzo da Sanseverino e sul tema dell’antica statua equestre del Regisole, con fogli eccezionalmente prestati dalle Collezioni reali di Windsor.

Altre sezioni sono dedicate alla produzione degli artisti pavesi impegnati nella pittura, nella scultura in legno e nella miniatura, mirando a rendere visibili i riverberi di questa vivace congiuntura nella produzione figurativa locale. Vengono così presentati per la prima volta a confronto tra loro le personalità di pittori come Bernardino Lanzani, Bartolomeo Bonone, il cosiddetto Maestro della Deposizione di Pavia, il Maestro delle Storie di Sant’Agnese, e quelle dei maestri intagliatori come i fratelli De Donati e Giovanni Angelo Del Maino, artista che fu tra i più nobili interpreti della scultura lignea nell’Italia di primo Cinquecento.

Assecondando un climax ascendente, il percorso culmina nell’ultima grande sala della mostra, dove il pubblico potrà godere di una vera e propria ‘immersione’ nella fantasmagoria della rappresentazione della Battaglia offerta dai sette arazzi di Capodimonte, all’interno dei quali si coglieranno – grazie ad un apposito apparato didattico – i vari personaggi e i momenti chiave dell’evento storico che cambiò le sorti d’Europa.

Nello stesso Castello Visconteo i visitatori potranno inoltre trovare un’altra occasione di approfondimento sulla Battaglia di Pavia con la mostra multimediale tuttora in corso e aperta fino al 29 dicembre 2025, con possibilità di biglietto scontato integrato.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.

Per ogni ulteriore informazione:
sito https://www.battagliadipavia1525.it/
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Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Esclapon.

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