FAKE NEWS DEL PASSATO
A CA’ FOSCARI IL PIÙ IMPORTANTE CONVEGNO EUROPEO
A Venezia dal 10 al 13 ottobre oltre 50 specialisti nello studio dell’autenticità di iscrizioni e manoscritti antichi. Il caso: Da Arezzo a Baltimora sulle tracce del falsario Sententiosus
Per smascherare le fake news del passato sono infatti al lavoro da anni esperti di storia antica che, analizzando reperti posseduti dai antiquari, musei e collezioni private, riescono a verificare l’autenticità delle fonti.
Il problema della falsificazione storica e lo studio dei manoscritti, con particolare riferimento a quelli che tramandano il testo di iscrizioni antiche, genuine o inventate in tempi più recenti, ma ‘spacciate’ per autentiche saranno al centro di due convegni a Venezia dal 10 al 13 ottobre, tra cui il più importante convegno europeo di epigrafia romana, organizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia. Oltre 50 specialisti provenienti da Italia e Francia si riuniranno per confrontare le proprie ricerche.
Nel convegno “La falsificazione epigrafica in Italia” (www.unive.it/data/agenda/1/21789) saranno presentati importanti risultati che hanno consentito di smascherare la natura contraffatta di alcuni reperti considerati genuini, nonché di riconoscere che certi manufatti erano stati giudicati troppo severamente, essendo in verità autentici. Il convegno è organizzato nell’ambito del progetto triennale “False testimonianze” coordinato da Lorenzo Calvelli e finanziato da Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca tra i progetti di interesse nazionale (Prin).
Una specifica sessione sarà infine dedicata al tema delle copie, che sono oggetti non creati a scopo di dolo, ma per fini conservativi o didattici. L’importanza delle copie, a volte risalenti anche a secoli fa, si sta rivelando sempre più significativa, dal momento che molti originali sono scomparsi nel corso del tempo o si trovano oggi in zone del mondo non più accessibili.
IL CASO
Da Arezzo a Baltimora: sulle tracce del falsario Sententiosus
Lo studio del reperto, condotto da Andrea Raggi (Università di Pisa) e Carlo Slavich (Sapienza Università di Roma), getta nuova luce anche su un altro singolare manufatto iscritto, conservato presso il Johns Hopkins Archaeological Museum di Baltimora.
Testo e immagini dall’Ufficio Comunicazione Università Ca’ Foscari Venezia