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Egitto, Francia: a Parigi mostra sui misteri sommersi di Osiride

6 Settembre 2015

Svelati a Parigi i Misteri di Osiride
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“Osiris: Egypt’s Sunken Mysteries of Egypt” (Osiride: i misteri sommersi dell’Egitto) è il nome della mostra che si terrà a Parigi dall’8 Settembre 2015 fino al 31 Gennaio 2016. La mostra sarà ospitata dall’Institut du monde arabe e sarà inaugurata oggi 7 Settembre dal Presidente Francese François Hollande, e dal Ministero degli Esteri Egizio Sameh Shoukry, quello per il Turismo Khaled Rami e quello per le Antichità, Mamdouh Eldamaty. Oltre 250 reperti saranno esibiti in modo spettacolare, su uno spazio che copre quasi 1.100 m².

In mostra ci sarà una selezione di oggetti tratti in gran parte dagli ultimi dieci anni di scavi sottomarini diretti da Franck Goddio presso le antiche città di Thonis-Heracleion e Canopo nella Baia di Aboukir. Saranno integrati da 40 reperti da Musei de Il Cairo (18), dal Museo Greco Romano (22), e da 31 dal Museo Nazionale di Alessandria e 15 dalla Bibliotheca Alexandrina. Alcuni dei reperti non sono mai stati visti prima al di fuori dell’Egitto.


I reperti in mostra sono stati scelti per illustrare la “leggenda di Osiride”, uno dei grandi miti dell’Antico Egitto, un mito che era celebrato annualmente attraverso i “Misteri di Osiride”, una delle grandi cerimonie religiose dell’antico Egitto.

Questa mostra svelerà alcune delle ultime scoperte sottomarine di Franck Goddio e del suo team, i resti delle cerimonie dei “Misteri di Osiride” ritrovati nelle città di Thonis-Heracleion e Canopo, poche miglia a nord est di Alessandria.
Le celebrazioni e i rituali che erano effettuati nel massimo segreto nei templi saranno svelate per la prima volta ai visitatori della mostra all’Arab World Institute.
Il Ministro delle Antichità, dott. Eldamaty ha spiegato che la mostra è un’ottima prova delle forti relazioni bilaterali tra Egitto e Francia, nella speranza che questo possa contribuire alla promozione del turismo in Egitto.
Vale la pena menzionare il fatto che la mostra durerà due anni, e passerà da Parigi a Zurigo per arrivare infine a Londra. Tra i reperti illustri in mostra ci sono la statua del risveglio di Osiride che data alla Ventiseiesima Dinastia e che mostra il dio che risorge e ritorna alla vita, una statua in ceramica del dio Bes del Periodo Tolemaico e un frammento del Naos delle Decadi che data al tempo di Nectanebo I (380-362 a. C.), alla Trentesima Dinastia.

Di seguito, alcuni dei reperti della Mostra, con le didascalie relative:
Il risveglio di Osiride, Museo Egizio de Il Cairo (CGC 38424).
La magnifica scultura in gneiss, dai colori caldi, data al periodo della Ventiseiesima Dinastia. Mostra il dio che risorge mentre ritorna alla vita. Il suo volto di bellezza senza tempo esprime la serenità e la piena certezza del rinnovamento della giovinezza. Porta la corona chiamata «tcheni» (la parola significa «sollevare», «innalzare»), un copricapo spesso associato al sole nascente. La statua è fatta d’oro, elettro e bronzo, materiali che evocano i raggi del sole: Osiride è divenuto Ra.


Il dio Bes, ceramica, periodo Tolemaico, probabilmente terzo o secondo secolo a. C., Thonis-Heracleion, Baia di Aboukir, Egitto (SCA 1586).
Il dio armato alza il pugnale e mostra l’immagine del dio Api sul suo copricapo. Il ruolo del dio Bes è quello di proteggere dalle forze maligne, dagli spiriti maligni e dagli animali pericolosi. Bes scaccia le forze minacciose con danze grottesche e con la sua terribile smorfia. Porta anche gioia, divertimento e buon umore. Protegge le donne che partoriscono, proteggendole durante la gravidanza. A Thonis-
Heracleion, Bes proteggeva forse una cappella o un santuaro correlato a Osiride-Api.


Frammento del Naos delle Decadi, Nectanebo I (380-362 a. C.), Trentesima Dinastia, Canopo, Baia di Aboukir, Egitto (SCA 663). I sommozzatori dell’Istituto Europeo di Archeologia Sottomarina (IEASM) hanno scoperto le parti mancanti del Naos delle Decadi, un vero puzzle archeologico ricostruito nell’arco di oltre 2 secoli: il soffitto è stato nel Museo del Louvre a partire dai primi anni del diciannovesimo secolo, la base e il retro furono scoperti sott’acqua nella Baia di Aboukir nel 1940 e le parti laterali furono ritrovate dallo IEASM nelle stesse acque, nel 1999. Questo monumento unico collega l’osservazione della posizione delle stelle e le loro costellazioni a possibili influenze positive o negative.

La dea Thoueris, Museo Egizio de Il Cairo (CGC 39194).
La notevole statua in grovacca lucida data al periodo della Ventiseiesima Dinastia (664-525 a. C.), e mostra la dea come ippopotamo in piedi sulle zampe di leone; i suoi seni cadenti e la pancia arrotondata simboleggiano la maternità e la fecondità. Fu la dea che viveva nel Nilo, associata al nero limo che fertilizza la terra. La dea, una forma di Nut, fu la madre universale di Osiride. Un’invocazione alla dea Thoueris (che significa “la Grande”) e Reret (che indica la «scrofa», altro nome di Nut) è incisa sul piedistallo. Sul pilastro dorsale, si chiede alla dea di proteggere Nitocris, figlia del faraone Psammetico I. Le zampe anteriori, per inciso, poggiano ognuna su un grande geroglifico tridimensionale che indica «protezione».


Pettorale della Ventiduesima Dinastia, ritrovato a Tanis nella tomba del faraone Sheshonq II (~ 890 a. C.), Museo Egizio de Il Cairo (JE 72171) Questo gioiello apparteneva a Sheshonq I (945-925 a. C.), come indicato dall’iscrizione incisa sul lato sinistro della placca in oro al di sotto della barca. Il pendente rappresenta la barca solare che galleggia sulle acque primordiali sotto un cielo stellato. Il sole di lapislazzuli, protetto dalle ali spiegate di Iside e Nefti, è inciso, mostrando la dea della verità e dell’ordine cosmico (Maat) mentre adora Amon-Ra.

Statuetta in bronzo di un faraone, da Thonis-Heracleion, Baia di Aboukir, Egitto (SCA 1305). Questa statua alta 20,5 cm, molto accuratamente scolpita, fu scoperta nell’area a sud ovest nel tempio di Amun-Gereb a Thonis-Heracleion. Il faraone veste la «corona blu» e il tradizionale gonnellino o «shendjyt». In posa mentre cammina, il re ha un bastoncino nella mano destra. Potrebbe essere un faraone della Trentesima Dinastia o, secondo il cartiglio corroso e difficile da leggere, che si trova sulla cintura, Psammetico II (595-589 a. C.) della Ventiseiesima Dinastia.

Testa di sacerdote, Periodo Tolemaico, porto orientale di Alessandria, Egitto (SCA 1398).
Testa di sacerdote in granito nero; il cranio è probabilmente rasato come era costume dei preti, per ragioni di pulizia. Gli zigomi sono marcati e le guance incavate; veste il marchio della scarificazione dei preti sulla sua fronte; gli occhi ora cavi erano probabilmente decorati. Un ritratto altamente realistico di un uomo avanti negli anni la cui espressione evoca raccoglimento, silenzio e contemplazione.  


Lampada ad olio, Thonis-Heracleion, Baia di Aboukir, Egitto (SCA 1568).
Depositi rituali e oggetti di culto sono stati ritrovati  durante gli scavi archeologici nelle vie d’acqua presso il santuario di Thonis-Heracleion, placche per offerte, lampade ad olio, ecc. che erano per la maggior parte utilizzate durante le cerimonie per onorare Osiride, celebrate tra i santuari di Thonis-Heracleion e Canopo.


Mummia di grano (NdT: Corn mummy) di Osiride, Museo Egizio de Il Cairo (JE 36539 A,B et C).
Durante i misteri, due statuette di Osiride erano prodotte: una era quella dell’Osiride chiamato vegetans, fatta di limo e granaglie che dovevano germogliare, illustrando in tal modo la rinascita della natura; l’altra era fatta di limo, resine e pietre preziose della terra, ed era chiamata Osiride-Sokaris. Entrambe le statuette erano fasciate secondo i rituali richiesti, e depositate in una tomba temporanea prima di essere collocati in quella permanente alla fine dei misteri dell’anno seguente.

 
Link: Ministry of Antiquities – Egypt
Traduzione dal Ministero delle Antichità Egizie. © Ministry of Antiquities, Ufficio Stampa, di Eman Hossni. Il Ministero delle Antichità Egizie non è responsabile dell’accuratezza della traduzione in Italiano. Foto del Ministero delle Antichità Egizie.

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