Museo Archeologico
“Il viaggio della chimera” racconta gli etruschi a Milano, tra archeologia e collezionismo
Del Corno: “La mostra è ponte ideale verso la prossima apertura a Milano di un nuovo museo dedicato alla cultura etrusca, realizzato grazie alla Fondazione Rovati”
L’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ha sottolineato come “Questa mostra rappresenti un ponte ideale verso la prossima apertura a Milano di un nuovo, importante museo dedicato alla cultura etrusca, realizzato grazie alla Fondazione Rovati”.
Lucio Rovati, Presidente della Fondazione Luigi Rovati, ha affermato essere “Motivo di soddisfazione avere instaurato con il civico Museo Archeologico e la Soprintendenza per la Città metropolitana di Milano una proficua collaborazione che ha portato alla realizzazione di questa esposizione, prima importante tappa del percorso che porterà all’apertura del nuovo Museo Etrusco di Milano”. La mostra si sviluppa in cinque sezioni, con l’esposizione di più di duecento reperti provenienti dai maggiori musei archeologici italiani, dalle collezioni del civico Museo Archeologico di Milano e dalle collezioni della Fondazione Luigi Rovati.
I reperti riuniti in questa prima sezione sono legati dal tema della raffigurazione umana nell’arte etrusca e introducono il visitatore all’immagine e all’identità dei defunti. Il percorso prende inizio dal Cratere Trivulzio, in prestito dai Musei Vaticani, acquistato sul mercato antiquario di Milano nel 1933 a seguito di una sottoscrizione cittadina per essere donato a papa Pio XI che lo destinò al Museo Gregoriano Etrusco. Accanto alle raccolte private confluite nelle collezioni del Civico Museo Archeologico, è esposta parte della collezione di Pelagio Palagi (1775-1860), a lungo attivo a Milano prima di trasferirsi a Bologna dove la raccolta è ora conservata. È inoltre esposta una selezione di oggetti etruschi appartenuti al mercante d’arte Giulio Sambon (1836-1921) confluiti per sottoscrizione cittadina nel 1911 al Museo Teatrale della Scala e dal 2004 alla Soprintendenza.
Sezione 2 – Milano e il dopoguerra. La Grande mostra del 1955
La riscoperta degli Etruschi nel dopoguerra passa da Milano: nel 1955 Massimo Pallottino apre a Palazzo Reale la “Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca”, punto di partenza di un rinnovato interesse per lo studio di questa cultura che confluirà in una serie di campagne di scavo scientifiche. La centralità della mostra del 1955 è qui sottolineata dalla presenza di preziosi reperti che furono esposti a Palazzo Reale come “La Pietrera”, il busto femminile del VII secolo a.C. proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze e considerato la più antica statua etrusca. La sezione è arricchita da documenti dell’epoca come la rassegna stampa originale proveniente dal Museo Antichità Etrusche e Italiche dell’Università Sapienza di Roma.
Sezione 3 – Le università di Milano e le ricerche archeologiche: le prospezioni Lerici, gli scavi a Tarquinia, Capua e Populonia
La sezione è collegata alla precedente attraverso il tema del mondo animale, con le sue creature reali e fantastiche che popolavano l’immaginario del defunto nel suo viaggio ultraterreno. Il vaso con raffigurazione della Chimera – che dà il titolo alla mostra – proviene dalle raccolte civiche milanesi ed è affiancato ai materiali pertinenti ai corredi delle tombe scavate dalla Fondazione Lerici, ora in deposito presso lo stesso Museo. Sono rappresentate in questa sezione alcune importanti campagne di scavo condotte dalle università milanesi a Cerveteri, Capua, Populonia e Tarquinia.
Sezione 4 – Una chimera: Etruschi a Milano e in Lombardia
Questa sezione vede protagonisti gli scavi che hanno evidenziato la presenza etrusca in Lombardia. In mostra un piccolo nucleo di materiali proveniente dalle ricerche svolte dall’Università degli Studi di Milano a Forcello di Bagnolo San Vito (Mantova), il principale abitato etrusco-padano a nord del Po, risalente al VI-V secolo a.C.. I contatti tra Etruschi e comunità indigene non furono solo commerciali ma anche culturali, come testimonia l’adozione dell’alfabeto etrusco da parte dei gruppi locali, pur modificato nelle varianti regionali. Diverse sono le testimonianze epigrafiche presenti in mostra, tra cui l’indicazione del toponimo Mesiolano in alfabeto celtico cisalpino.
Sezione 5 – Il collezionismo contemporaneo: il futuro Museo Etrusco di Milano
Il percorso espositivo presenta in anteprima una piccola selezione di reperti della Fondazione Luigi Rovati, che confluiranno nel Museo Etrusco presso lo storico Palazzo Rizzoli-Bocconi-Carraro, di prossima apertura. Saranno qui presentate testimonianze di scrittura etrusca come la paletta di bronzo con una dedica a Selvans, divinità dei boschi, dei terreni e anche dei confini, ma anche splendide oreficerie e oggetti di alto artigianato.