«Urbem inexpugnabilibus muris cinctam.»
«Città cinta da mura inespugnabili.»
(Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, IX, 6)
L’attuale comune di Nocera Superiore, insieme a parte del limitrofo comune di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, ha ospitato nel passato le glorie di un’antica città. Nuvkrinum prima, Nuceria Alfaterna in un secondo momento, fu fondata dai Sarrasti attorno al IX sec. a.C. e successivamente colonizzata dagli Etruschi nel VII sec. a.C. Dopo la loro disfatta nella battaglia di Cuma del 474 a.C., fu conquistata dai Sanniti che ne mantenerono il possesso per i tre secoli successivi, fino a quando la dilagante potenza romana nel III sec. a.C. la sottomise alla fine delle guerre puniche (216 a.C.). Questi ultimi la resero, nel corso dei secoli a venire, una florida e vitale colonia, nota in età augustea con l’appellativo di Constantia e dedita soprattutto alle attività agricole e commerciali.
L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e le mutate direttrici viarie dell’Impero Romano segnarono per Nuceria una fase di progressivo declino; questo non le impedì tuttavia di diventare sede vescovile a partire dal III sec. d.C., grazie all’opera del vescovo Prisco, ed in epoca bizantina di concepire e realizzare lo splendido Battistero di S. Maria Maggiore.
L’antica città di Nuceria, in cui in epoca romana si parlava il greco in segno di distinzione, si sviluppava nei tempi di massimo splendore su una superficie superiore a quella della vicina Pompei. I rapporti tra i due insediamenti non furono sempre idilliaci, come ricorda un passo degli Annali di Tacito, il quale descrive una furiosa lite tra nocerini e pompeiani presso l’anfiteatro di Pompei nel 59 d.C., a seguito del quale lo stesso edificio fu chiuso per ben dieci anni dall’imperatore Nerone.
Era provvista di un foro, di terme, case, teatri ed un anfiteatro, recentemente riscoperto al di sotto di un moderno quartiere residenziale; purtroppo molte di queste costruzioni oggi versano in uno stato di profondo e desolante abbandono.
Strano il destino delle due città: Pompei distrutta dalla furia del vulcano in passato e riscoperta in modo capillare e nella sua massima bellezza nei tempi moderni; Nuceria Alfaterna risparmiata dal Vesuvio ma sepolta negli ultimi decenni da uno strato spesso di noncuranza e desolante abbandono…
Il Teatro ellenistico-romano, venuto alla luce in località Pareti e ormai invaso dalla vegetazione, Le Terme del Foro nelle immediate vicinanze del Battistero abbandonate (pur se rinchiuse in uno spazio verde cittadino) sono solo due piccolissimi esempi di una tendenza frequente nell’amministrazione della cosa pubblica, cioè il valorizzare i beni massicciamente visitati, in quanto fonte di reddito, mentre si lasciano nell’incuria quelli che potenzialmente potrebbero crearlo, il reddito, ma che abbisognano di investimenti e manutenzioni che forse si ritiene non ripaghino gli sforzi.
Tutte le foto sono di Camillo Sorrentino