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Tra il silenzio e il tuono: un romanzo di Roberto Vecchioni

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TRA IL SILENZIO E IL TUONO: UN ROMANZO DI ROBERTO VECCHIONI

Tra il silenzio e il tuono, pubblicato da Einaudi (2024), è l’ultimo libro di Roberto Vecchioni, uno dei più importanti artisti e poeti nel panorama del cantautorato italiano, nonché docente di latino e greco nei licei.

Il romanzo si compone di ben cinquantatré lettere – si badi, l’opera non vuole essere un romanzo epistolare! – indirizzate dall’autore a suo nonno e a diversi personaggi famosi e non. Il titolo dell’opera rimanda ad un verso di una delle canzoni più icastiche del cantautore, Chiamami ancora amore, con il quale ha vinto il festival di Sanremo nel 2011.

Nel leggere il romanzo ci si accorge che le lettere inviate da Vecchioni al nonno non hanno risposta. Questa è intrinseca: forse quel nonno già sa tutto, quasi fosse onnisciente. Forse quel nonno è lo stesso autore. Si potrebbe pensare al romanzo come espediente per mettere a nudo la propria anima.

Il romanzo è imperniato di episodi che hanno scandito la vita dell’artista. Gioie e tristezze, passioni, amori, dispiaceri, alti e bassi, euforia e smarrimento. Vecchioni sembra non tirarsi indietro nell’esternare tutte quelle sensazioni e quegli umori che caratterizzano l’essere umano.

Si passa dalla passione per la letteratura e la poesia, attraverso lo studio del greco – non mancano gli elogi alla grandezza di Dante e Petrarca o l’amore spassionato per i lirici greci – per arrivare a trattare tematiche più intime, l’amore soprattutto. Quell’amore per Daria, quella ‘spalla’ di cui l’autore non manca di elogiarne le fattezze e l’inesauribile energia. L’amore, per l’autore, è coinvolgimento, propulsione alla vita, eterno riparo e conforto.

Vecchioni non manca di raccontare storie ed eventi anche meno impegnati come la disputa con un professore di matematica o anche le sue esternazioni sugli ingorghi stradali ovvero sugli insulsi atteggiamenti di pedoni e autisti.

Attraverso il romanzo il cantautore non rifugge dal raccontare dolori, anche lancinanti. Quei dolori che non vanno più via e che ti segnano per sempre. Le ultimissime lettere sono dedicate, infatti, al racconto, alle esternazioni dei sentimenti coinvolgenti che hanno inciso sulla vita dell’artista, come la morte del figlio. Ed è proprio qui che il cantautore si mette a nudo. Si intravedono forza e debolezza insieme. Consigli alla moglie e continui rimandi al focolare familiare di cui l’autore mostra un tenace e, al contempo, tenero legame.

La forza del romanzo è nella lingua. Vecchioni mostra di padroneggiare la parola con destrezza, con quella maestria di chi è abituato ad incastrare parole per creare e far sognare: la sua musica è poesia e sapienza.

Il racconto dei diversi avvenimenti della sua vita è lineare – non manca di utilizzare termini più diretti, quasi a voler esplicare con più forza un concetto – , coinvolge il lettore che è rapito da uno stile così ricco ma anche imponente.

È, in effetti, la parola il mezzo di cui l’autore è profondamente innamorato; la parola in tutte le sue sfaccettature, modifiche, alternanze di sillabe e suoni. Lo stesso Vecchioni lascia trasparire, in una lettera al nonno, datata al 1977, questo suo credo:

«Non ricordo, nonno, quando ho cominciato a provare meraviglia per il suono di una parola e ancor più per il suono di tante parole insieme, ma la prima sensazione fu anche la definitiva: le parole erano canto»,

ed è proprio quel canto che lo ha reso celebre al grande pubblico, dal quale Roberto Vecchioni non si scosterà mai.

la cover del romanzo Tra il silenzio e il tuono, di Roberto Vecchioni, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2024) nella collana I coralli
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