XI EDIZIONE DEL FESTIVAL PAGINE DI RUSSIA
LOST
Letteratura del trauma sovietico
Bari, 26-29 novembre 2024
Clicca qui per il commento a cura di Adele Porzia (30 novembre 2024)
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commento a cura di Adele Porzia (30 novembre 2024)
Pagine di Russia: un festival su una letteratura
La letteratura russa, un po’ come tutte le letterature, è un mondo a sé, con le sue regole, le sue usanze, i suoi detti. La sua cultura, tanto diversa da quella italiana, riaffiora in ogni sua pagina, sia essa di Puškin o di Gogol, di Dostoevskij o di Tolstoj, fino a Pasternak e a Stanislavskij. Anche le sue opere liriche, il suo teatro, finanche le sue danze, sono la prova provata che si tratti di una realtà ben diversa, di un universo assestante.
È un mondo a sé anche il suo cielo, con le sue notti bianche squisitamente pietroburghesi, in cui la notte è tanto splendente da sembrare giorno. Dostoevskij, dopo che aveva consegnato il suo primissimo romanzo, restò appoggiato alla finestra per godersi una di queste notti, tipiche di Pietroburgo, per poi vedere due avventori precipitarsi alla sua dimora per fare i loro più sentiti e autentici auguri a questo neoscrittore e al suo Povera gente.
È un mondo a sé davvero, questa letteratura russa, e specie oggi è il caso di parlarne, di conoscerla e capire che cosa sia successo in questi tempi così recenti e perché non si senta più tanto parlare di letterati russi. Dove sono finiti gli intellettuali, mentre si combatte una guerra poco distante tra noi? Ci sono altri Bulgakov? Altri Nabokov? Altri fidi ribelli e osteggiatori del regime? Ebbene sì, e senza il festival Pagine di Russia, tenutosi a Bari dal 26 novembre e conclusosi solo ieri, in molti non l’avrebbero saputo.
Non avrebbero potuto immaginare che c’è un nugolo di intellettuali, di letterati, poeti di ambo i sessi, che osteggiano il regime putiniano e che producono della bellissima letteratura. Una letteratura clandestina, certo, ma in fondo questi letterari russi possono affermare di aver mai davvero goduto di libertà, sotto gli zar o Stalin? Forse per brevi periodi, ma per il resto quella russa è una letteratura nata nelle difficoltà, nella paura ed è fiorita anche grazie alla disattenzione dei capi. Prova di questo sono i romanzi e le poesie ate all’interno dei gulag comunisti, in cui nonostante il gelo, le condizioni terribili dei lavoratori, la crudeltà delle guardie, si è prodotta della splendida letteratura.
Un esempio sono le lettere di Andrej Sinjavskij a sua moglie, nelle quali parlava di Puškin. Della sua vita e delle sue opere. E i versi di questo grande poeta allietavano le sue giornate. Queste lettere furono pubblicate dalla moglie in un volume che si chiama proprio Passeggiate con Puškin. E anche in Romania, quando era ancora sotto il regime comunista, nei suoi gulag, è rifiorita una letteratura di resistenza, che porterà questa nazione nel 1960 fuori dall’URSS.
In questi quattro giorni di festival – giunto alla sua IX edizione – si è parlato di una guerra, quella contro l’Ucraina, che è ferma da due anni, si è parlato di letteratura del dissenso, ma anche di letteratura del trauma e, seppure ogni letteratura sia un mondo a sé, attraverso le letture fatte presso la libreria Prinz Zaum di Bari, si è scoperto che ci sono numerosi punti di contatto con quella italiana, tedesca, francese. La prova che nessun popolo e nessuna cultura siano un’isola, slegata da tutto e da tutti. Ogni realtà, per quanto distaccata, subisce sempre l’influsso di mondi lontani.
Il festival, organizzato dalla Casa editrice barese Stilo, in collaborazione con la Cattedra di russo dell’Università degli Studi di Bari, è inserito nella programmazione del Progetto Prin 2022 PNRR (LOST) Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature, ed è basato, in questa edizione, sul concetto di “trauma” nella cornice della letteratura russa del ‘900. Una letteratura, appunto, della resistenza, sorta dalle repressioni sovietiche. Ad essere stato preso in esame sono soprattutto le opere scritte sotto Stalin, in un periodo nel quale è nato un capolavoro come Il maestro e Margherita di Michail Afanas’evič Bulgakov, in cui Satana non poteva che essere una metafora burlesca dello stesso dittatore.
Uno degli incontri più interessanti che si sono tenuti in questi giorni è proprio la presentazione del libro L’ultimo spettacolo. I funerali sovietici che hanno fatto storia, di Gian Piero Piretto (Raffaele Cortina Editore, 2023, tenutosi presso la libreria Prinz Zaum il 7 ottobre 2024, alle ore 19.30.
In questo volume si è messo in luce un aspetto che non viene trattato nelle cronache ufficiali e che dà un’idea di quello che è lo scopo di Pagine di Russia: indagare aspetti secondari, meno conosciuti e di nicchia, nella loro complessità e aderenza ai tempi, presentandosi attraverso la voce di esperti ad un pubblico variegato, formato soprattutto da curiosi e profani. Durante questo incontro letterario, si è parlato dei funerali di note figure del mondo sovietico, come Lenin, Majakovskij, Stalin, Achmatova, Gagarin e altri fino a Gorbačëv e Prigožin, analizzando il rito per comprendere l’epoca storica nel quale si inserisce, tra testimonianze popolari e dichiarazioni governative.
I funerali erano, infatti, veri e propri spettacoli, dove si celebrava e santificava la figura di un dittatore o di un letterato. Partecipare ad un funerale significa ancora adesso dare il consenso ad un sistema o, al contrario, tentare di sfidarlo. Un popolo tutt’altro che sottomesso e facilmente manipolabile, quello russo.
Non si può non menzionare il documentario con cui si è ufficialmente aperto il festival, il 26 novembre presso il Multicinema Galleria. In una sala 5 gremita, si è assistito alla proiezione di The Dmitriev Affair di Jessica Gorter, documentario proiettato in russo con i sottotitoli in italiano. Curato da Memorial Italia, il lungometraggio parla di Jurij Dmitriev, storico di Memorial processato per tre volte e condannato a 15 anni di colonia penale, per le importanti scoperte che aveva fatto e per il suo tentativo di onorare le vittime dello Stalinismo. Ha scoperto, infatti, una fossa comune a Sandormoch, dove venivano seppelliti migliaia di disertori e cittadini, detenuti dei lager sovietici, ingiustamente fucilati e nascosti alla cittadinanza.
«La storia della letteratura russa – ha spiegato lo slavista Andrea Gullotta, ricercatore presso l’Università degli Studi di Palermo, durante la primissima lezione presso l’aula Sabbatini, palazzo ex-lingue – è caratterizzata dalla battaglia tra scrittori e potere e fra una letteratura libera e una controllata dal potere e oggi la situazione è la stessa. Adesso si parla di russofobia, ma si tratta di una invenzione della propaganda putiniana, che è arrivata in Europa».
La conseguenza, tra le tante, è un allontanamento progressivo dalla lingua e dalla letteratura russa di tantissimi studenti e non solo. Una situazione che, si spera, possa risolversi presto. E nel fare luce sui fatti e sulla bellezza di questa letteratura è proprio questo festival letterario. Ormai un appuntamento irrinunciabile, che sempre più persone attendono con ansia per tutto l’anno.
Comunicazioni ufficiali:
L’XI edizione del Festival letterario ‘Pagine di Russia’, organizzato dalla Casa editrice barese Stilo, in collaborazione con la Cattedra di russo dell’Università degli Studi di Bari, è inserita nella programmazione del Progetto Prin 2022 PNRR (LOST) Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature, ed è dedicata al concetto di “trauma” nella cornice della letteratura russa del ‘900 sorta dalle repressioni sovietiche. Quali sono stati i riflessi dei tragici eventi staliniani nella storia e nella letteratura della Russia e degli altri paesi che facevano parte dell’URSS?
L’inaugurazione ufficiale del festival sarà il 26 novembre 2024 alle ore 20.30, quando verrà proiettato, presso il MultiCinema Galleria di Bari, un film documentario unico nel suo genere, The Dmitriev Affair di Jessica Gorter (in russo con sottotitoli in italiano a cura di Memorial Italia, ingresso libero; prima visione nell’Italia del sud). Nel lungometraggio si racconta l’odissea che sta vivendo lo storico di Memorial, Jurij Dmitriev. Sottoposto a tre processi farsa, tutti segnati da violazioni gravi del diritto di difesa, è stato condannato a 15 anni di colonia penale, nonostante tutte le perizie indipendenti abbiano smentito le tesi, risibili e infamanti, dell’accusa. In realtà, il film racconta come Dmitriev sia stato punito per il suo lavoro scomodo sulla memoria delle vittime dello stalinismo, in particolare per aver scoperto a Sandormoch (Carelia) una fossa comune dove erano stati sepolti migliaia di cittadini sovietici innocenti fucilati durante gli anni di Stalin, tra cui un’intera tradotta di detenuti del primo lager sovietico, sulle isole Solovki. La vicenda è narrata nel volume Irina Flige, Il caso Sandormoch. La Russia e la persecuzione della memoria, a cura di Andrea Gullotta, traduzione di Giulia De Florio, pubblicato da Stilo editrice nel 2022.
Sul tema specifico del gulag si tornerà già nella seconda giornata del festival, con la prima delle tre conferenze, che quest’anno si svolgeranno tutte presso la Sala Convegni della Biblioteca d’Ateneo.
Alle 17.30 del 27 novembre 2024, infatti, Andrea Gullotta (Università di Palermo e P.I. del Progetto PRIN 2022 PNRR), terrà una lezione dal titolo Treni, ‘saune’ e preghiere: il gulag di chi non lo ha vissuto, dedicata alla letteratura russa di repressione di chi non è stato direttamente vittima dei soprusi statali.
La stessa sera, presso la Libreria Prinz Zaum, si terrà la presentazione del libro di Gian Piero Piretto, L’ultimo spettacolo. I funerali sovietici che hanno fatto storia (Raffaello Cortina editore, 2023). Il volume di Piretto è una riflessione sulla propaganda relativa alla gestione del decesso e al rito funebre come tale nell’ex Unione Sovietica che può offrire oggi strumenti utili per meglio comprendere i fenomeni che stanno scuotendo la Russia contemporanea. Con l’autore dialogheranno Marco Caratozzolo (Università di Bergamo) e Massimo Maurizio (Università di Torino).
Giovedì 28 novembre 2024, lo stesso Piretto alle 17.30 terrà nella Sala Convegni della Biblioteca d’Ateneo una lezione dal titolo Reazioni nei Gulag alla morte di Stalin. Riflessioni sul (non) pensiero totalitario. A seguire, alle 19.30 presso la libreria Prinz Zaum, si terrà uno dei tradizionali eventi di Pagine di Russia, ovvero il concerto di Liuzzi, straordinario cantautore originario di Noci. L’evento quest’anno sarà unito ad altre iniziative, non accademiche, sulla cultura russa, atte a stemperare la discussione scientifica con un momento musicale distensivo e culturalmente divertente.
Nella giornata conclusiva del festival, venerdì 29 novembre 2024, ci sarà prima, alle 17.30 nella Sala Convegni della Biblioteca d’Ateneo, una lezione di Massimo Maurizio dal titolo ‘Perdonami per la mia anima notturna…’. La ricerca identitaria di Anna Barkova, dedicata a una delle voci poetiche più alte della storia letteraria russa legata al gulag. Infine, sempre presso Prinz Zaum alle ore 19.30, si terrà l’incontro 7 minuti di trauma, serata ‘performativa’ che concluderà il Festival, che sarà in questa edizione dedicato a un reading su letteratura e trauma a cura degli ospiti del festival e dei docenti del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università di Bari con l’accompagnamento musicale di Giuseppe Liuzzi.
Fuori programma del Festival, ma nell’ambito del progetto PRIN 2022 PNRR, la mattina del 26 novembre alle 11.30 presso l’Aula Sabbadini dell’ex Palazzo di Lingue si terrà il Terzo seminario del progetto “(LOST) Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature”, con due interventi: quello di Simone Guagnelli (Università di Bari e Co-P.I. del progetto) dedicato a L’archivio di Ol’ga Adamova-Sliozberg custodito da Memorial e quello di Giovanni Magliocco (Università di Bari) dal titolo Per una topografia dell’inferno: repressione e poesia del Gulag nella Romania comunista.
Il programma completo è disponibile qui o seguendo le pagine FB e IG della Stilo o quella dedicata su IG al Festival (pagine_di_russia).
XI EDIZIONE DEL FESTIVAL PAGINE DI RUSSIA
Programma
Martedì 26 novembre 2024, ore 11.30
Aula Sabbadini, palazzo ex-Lingue, Università degli Studi di Bari
Terzo seminario Prin 2022 PNRR
LITERATURE OF SOCIALIST TRAUMA:
MAPPING AND RESEARCHING THE LOST PAGE
OF EUROPEAN LITERATUTE
intervengono
Simone Guagnelli (Co-P.I.), ‘L’archivio di O. Adamova-Sliozberg custodito da Memorial’
Giovanni Magliocco (Università di Bari), ‘Per una topografia dell’inferno: repressione e poesia del Gulag nella Romania comunista’
Martedì 26 novembre 2024, ore 20.30
Multisala Cinema Galleria, Sala 5
Inaugurazione del Festival
Saluto delle Autorità
intervengono
Simone Guagnelli e Marianna Carabellese (Stilo Editrice)
Proiezione del film documentario
THE DMITRIEV AFFAIR
di Jessica Gorter
interviene
Andrea Gullotta (Università di Palermo)
ingresso libero
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Mercoledì 27 novembre 2024, ore 17.30
Sala Conferenze Biblioteca di Comunità (Piazza Umberto, 1)
TRENI, ‘SAUNE’ E PREGHIERE:
IL GULAG DI CHI NON LO HA VISSUTO
di Andrea Gullotta (Università di Palermo)
Mercoledì 27 novembre 2024, ore 19.30
Libreria Prinz Zaum (Via Cardassi 93)
presentazione del volume
L’ULTIMO SPETTACOLO.
I FUNERALI SOVIETICI CHE HANNO FATTO STORIA
di Gian Piero Piretto
(Raffaele Cortina Editore, 2023)
con l’autore intervengono
Marco Caratozzolo (Università di Bergamo)
Massimo Maurizio (Università di Torino)
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Giovedì 28 novembre 2023, ore 17.30
Sala Conferenze Biblioteca di Comunità (Piazza Umberto, 1)
REAZIONI NEI GULAG ALLA MORTE DI STALIN.
RIFLESSIONI SUL (NON) PENSIERO TOTALITARIO
di Gian Piero Piretto (Università di Milano)
Giovedì 28 novembre 2023, ore 19.30
Libreria Prinz Zaum (Via Cardassi 93)
concerto di
LIUZZI
con interventi di
A. Ajres (Università di Bari), M. Caratozzolo (Università di Bergamo), R. Costa (Università di Bari),
P. Laskaris (Università di Bari), C. Olivieri (Università di Catania), C. Pinto (Università di Bari)
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Venerdì 29 novembre 2023, ore 17.30
Sala Conferenze Biblioteca di Comunità (Piazza Umberto, 1)
«PERDONAMI PER LA MIA ANIMA NOTTURNA»
LA RICERCA IDENTITARIA DI ANNA BARKOVA
di Massimo Maurizio (Università di Torino)
Venerdì 29 novembre 2023, ore 19.30
Libreria Prinz Zaum (via Cardassi 93)
reading SULLA LETTERATURA DEL ‘TRAUMA’
con
S. Aloe (Università di Verona), A. Ajres (Università di Bari),
M. Caratozzolo (Università di Bergamo), S. Guagnelli
(Università di Bari), P. Laskaris (Università di Bari),
G. Magliocco (Università di Bari), M. Maurizio
(Università di Torino), C. Olivieri (Università di Catania),
R. Petrescu (Università di Bari), C. Pinto (Università di Bari),
E. Pisareva e M. Fasano (G. Bianchi Dottula)
accompagnamento musicale di Giuseppe Liuzzi
25 novembre 2024 || ore 17,30
Aula Leogrande || Centro Polifunzionale Studenti, Bari
si presenta
DIRITTI DI OGNI GIORNO
Disuguaglianze e impegno civile nell’Italia di oggi
di Nicola Colaianni
Ad accompagnare l’autore ci saranno il prof. Luciano Canfora e Domenico Castellaneta (caporedattore la Repubblica-Bari).
I capitoli di questo libro parlano di ingiustizie e diritti. Diritti disuguali tra cittadini, dovuti al divario tra regioni del Nord e del Sud, destinato ad ampliarsi con l’autonomia differenziata. Diritti disuguali dovuti alla mafia degli affari e dei colletti bianchi e alla sua capacità di infiltrarsi anche nelle istituzioni, alimentandovi una subcultura contraria alla legalità e a una etica pubblica di base. Diritti disuguali tra cittadini e migranti, che vengono respinti e annegati o, se riescono a raggiungere vivi il suolo italiano, concentrati in campi irrispettosi della dignità umana. C’è però anche l’affermarsi di diritti della persona, come, per esempio, sul fine vita e sulla prevenzione della violenza sulle donne. Ma non pochi sono i loro stenti dovuti agli attacchi di una cultura fascista di ritorno, arrogante e non a tratti violenta. La fedeltà alla Costituzione nutre, tuttavia, la resistenza diffondendo efficaci anticorpi.
L’autore Nicola Colaianni (Bari, 1946) è autore di circa 250 pubblicazioni scientifiche. Impegnato nell’associazionismo per la promozione della cittadinanza attiva, ha ricoperto importanti incarichi come magistrato della Corte di cassazione, docente nell’Università di Bari, deputato alla Camera nella XI legislatura e componente del direttivo nazionale dei «Comitati per la Costituzione», fondati da Giuseppe Dossetti. Tra i suoi volumi più significativi Costituzione e resistenza (Sapere, 2000), Eguaglianza e diversità culturali e religiose. Un percorso costituzionale (Il Mulino, 2006) e La lotta per laicità (Cacucci, 2017). È editorialista de «La Repubblica-Bari».
TRENI, ‘SAUNE’ E PREGHIERE: IL GULAG DI CHI NON LO HA VISSUTO
di Andrea Gullotta (Università di Palermo)
Treni, ‘saune’ e preghiere: il gulag di chi non lo ha vissuto.
Lezione_Quando si parla di ‘letteratura di gulag’ ci si riferisce spesso alla letteratura prodotta da chi ha vissuto l’esperienza della detenzione nei campi di concentramento sovietici. Poesie, romanzi, racconti e testi di varia natura formano un corpus variegato e tutto sommato poco studiato. Vi è però anche la letteratura prodotta da chi non ha vissuto l’esperienza traumatica dei campi: parenti o amici di persone finite nel “tritacarne” sovietico, autori che hanno sentito l’ombra della repressione talmente vicina da scriverne, per arrivare a chi ha fatto della letteratura postmemoriale in tempi più recenti. Questo intervento propone una serie di opere, mettendole in connessione con i lavori di chi ha vissuto il gulag, per stabilire i punti comuni di quella che, più latamente, può essere definita “letteratura del trauma socialista” di ambito sovietico.
L’ultimo spettacolo. I funerali sovietici che hanno fatto storia_I funerali hanno molto da raccontare sulla società e la politica di un Paese. Una riflessione sulla propaganda relativa alla gestione del decesso e al rito funebre come tale nell’ex Unione Sovietica può offrire oggi strumenti utili per meglio comprendere i fenomeni che stanno scuotendo la Russia contemporanea, dove un allarmante culto della morte per la patria ha preso piede in parallelo alla rivalutazione putiniana del passato medievale riletto in chiave filostaliniana. Sono state scelte esequie che hanno lasciato segni significativi nella vita della nazione (quelle di Lenin, Majakovskij, Stalin, Achmatova, Gagarin e altri fino a Gorbačëv e Prigožin). L’analisi si basa sulla componente visuale degli eventi e su testimonianze scritte, e valuta la relazione tra popolazione e governo sia di fronte alla strumentalizzazione di spettacoli funebri organizzati per coinvolgere la cittadinanza e stabilizzare il potere sia, viceversa, per sfidarlo e metterlo in difficoltà nel caso di assemblee spontanee per l’omaggio a una figura non allineata.
Testi e immagini dall’Ufficio Stampa Stilo Editrice