Carlo Sisi Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/carlo-sisi/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Thu, 27 Mar 2025 09:10:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Carlo Sisi Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/carlo-sisi/ 32 32 Nell’Anno Vasariano ad Arezzo la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù https://www.classicult.it/nellanno-vasariano-ad-arezzo-la-mostra-vasari-il-teatro-delle-virtu/ https://www.classicult.it/nellanno-vasariano-ad-arezzo-la-mostra-vasari-il-teatro-delle-virtu/?noamp=mobile#respond Tue, 22 Oct 2024 22:15:19 +0000 https://www.classicult.it/?p=280094 Nell'Anno Vasariano ad Arezzo la grande mostra internazionale Vasari. Il Teatro delle Virtù, l’allegoria nell’arte del maestro aretino

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l’allegoria nell’arte del maestro aretino in una grande mostra internazionale: Vasari. Il Teatro delle Virtù

prorogata la mostra che ha registrato oltre 26.000 visitatori in 3 mesi

 Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2 marzo 2025 tra la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo e l’ex Chiesa di Sant’Ignazio oltre 100 capolavori tra inediti, opere monumentali e prestiti da MET, Louvre, Uffizi e Albertina.

La mostra, a cura di Cristina Acidini con la collaborazione di Alessandra Baroni, rientra nel programma “Arezzo. La città di Vasari”, rete di esposizioni, eventi e celebrazioni per rendere omaggio all’artista e intellettuale nella sua città natale, in occasione dei 450 anni dalla morte.

Grande successo per la mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”: oltre 38.000 ingressi in 4 mesi

 Questi i numeri della grande iniziativa internazionale nell’ambito di “Arezzo. La città di Vasari”, rete di eventi e celebrazioni per rendere omaggio all’artista e intellettuale nella sua città natale in occasione dei 450 anni dalla morte, con più di 700 cataloghi venduti e circa 2100 studenti coinvolti

Le iniziative per l’anno vasariano proseguiranno ad Arezzo a maggio con la riapertura del Corridoio Vasariano e la nuova mostra … mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari” presso il Museo Orodautore

Oggi 22 ottobre la presentazione al Ministero della Cultura a Roma, in apertura il sottosegretario Gianmarco Mazzi ha ringraziato la città di Arezzo sottolineandone la bellezza.

“Vasari. Il Teatro delle Virtù”, prorogata la mostra

Arezzo, 26 marzo 2025 – Più di 38.000 biglietti staccati in 4 mesi d’apertura. È il bilancio di un grande successo, all’indomani della chiusura, quello della grande mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”, con cui Arezzo ha celebrato uno dei suoi concittadini più celebri esponendo oltre 100 capolavori tra la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea e i suggestivi spazi dell’ex Chiesa di Sant’Ignazio.

L’iniziativa ha coronato il programma di “Arezzo. La città di Vasari”, sistema di celebrazioni dedicato all’artista e intellettuale nella sua città natale promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo; col patrocinio del Ministero della Cultura; in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo; col contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali e Regione Toscana, il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena e la curatela dal comitato scientifico presieduto da Carlo SisiLe celebrazioni vasariane proseguiranno ad Arezzo in maggio con la riapertura del Corridoio Vasariano, passaggio voluto dallo stesso Vasari per collegare il Palazzo di Fraternita alle Logge, che sarà restituito al pubblico dopo un’opera di restauro, e con la nuova mostra … mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”, con la curatela di Giuliano Centrodi, che arricchirà la collezione del Museo Orodautore con una selezione di gioielli progettati “pensando al Vasari” da artisti-orafi e designer, con particolare riguardo a quelli del territorio, e realizzati sia dalle ditte del Distretto Orafo Aretino, sia dagli artisti-orafi forniti di proprio laboratorio.

Tornando ai numeri dell’iniziativa curata da Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, con main sponsor Estra e catalogo edito da Mandragora (oltre 700 copie vendute), si registra grande soddisfazione soprattutto tenendo conto della capienza massima (180 persone in contemporanea) della struttura ospitante, che spesso ha reso necessario l’ingresso contingentato. Durante il periodo di apertura – dal 31 ottobre 2024 al 2 marzo 2025 – i visitatori sono arrivati da tutto il mondo, con prenotazioni da Stati Uniti, Giappone e BrasileGrande afflusso anche dai paesi europei, e nello specifico da Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, San Marino e InghilterraPer quanto riguarda l’Italia ampiamente rappresentata tutta la penisola, con prenotazioni da Cuneo e Bolzano fino a Caserta e Potenza. Costante attenzione è stata rivolta al coinvolgimento di studenti e studentesse, circa 2100, con 150 classi pervenute da istituti di ogni ordine e grado – dalla scuola per l’infanzia alle superiori – sia sul territorio aretino che dalla provincia per allargarsi fino a Roma, Firenze e Siena. Sempre per le scuole sono stati pensati percorsi specifici nell’ambito del progetto “Incontrare Giorgio Vasari”, realizzato grazie al contributo dell’Assessorato alla Scuola del Comune di Arezzo, con la collaborazione di Libreria La Casa Sull’Albero. Visite guidate e momenti di approfondimento che, attraverso metodi coinvolgenti di fare esperienza dell’arte, hanno reso i contenuti proposti più accessibili intrecciando i contenuti veicolati alle esperienze personali dei visitatori in modo partecipativo e ludico.

“Con la chiusura della straordinaria mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù” – dice della Regione Toscana Eugenio Giani –  possiamo con orgoglio affermare che Arezzo ha saputo celebrare, in modo impeccabile, uno dei suoi figli più illustri. I numeri parlano chiaro, una partecipazione straordinaria da parte di visitatori provenienti da tutto il mondo. Questo è il frutto di un progetto che ha unito le forze delle istituzioni e degli enti locali, della Fondazione CR Firenze, della Fondazione Guido D’Arezzo, della Direzione regionale Musei nazionali Toscana, e di tanti altri partner. Non possiamo che essere entusiasti del coinvolgimento che la mostra ha suscitato, con una forte partecipazione anche da parte delle scuole, il segno di come la cultura sia il motore per costruire una società più consapevole e appassionata”.

“Sono profondamente soddisfatto del grande successo della mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”, che ha registrato oltre 38.000 visitatori in soli 4 mesi”, commenta il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. “Questo risultato è il frutto di un grande investimento dell’amministrazione comunale negli ultimi anni, volto a promuovere la cultura e l’arte nella nostra città. La mostra ha rappresentato un’occasione unica per celebrare la figura di Giorgio Vasari, uno dei nostri concittadini più celebri, e per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale. Sono particolarmente felice di vedere come la mostra abbia coinvolto non solo i visitatori adulti, ma anche gli studenti, con oltre 2.100 ragazzi coinvolti in percorsi educativi specifici. Questo risultato conferma che la nostra volontà di investire nella cultura e nell’educazione, e di rendere Arezzo una città sempre più attrattiva e vivibile per tutti, va nella direzione giusta. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo successo, a partire dai curatori della mostra, Cristina Acidini e Alessandra Baroni, fino ai numerosi partner e sponsor che hanno supportato l’iniziativa”.

“Fondazione CR Firenze ha affiancato il Comune di Arezzo e la Fondazione Guido d’Arezzo in questo viaggio affascinante che celebra il genio di Vasari – afferma Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze – con la convinzione dell’assoluto valore scientifico e divulgativo delle numerose iniziative ospitate ad Arezzo ed in particolare della mostra ‘Vasari. Il Teatro delle virtù’. Gli straordinari numeri presentati oggi dimostrano il grande apprezzamento internazionale da parte del pubblico di cui siamo lieti. Iniziative come queste suggellano l’importanza della sinergia pubblico-privato a beneficio del territorio”.

“Siamo molto felici per i numeri registrati da questa mostra e per aver messo Arezzo al centro di uno straordinario percorso culturale che ha coinvolto visitatori da tutta !talia e anche da oltre i confini nazionali. Allo stesso tempo è innegabile l’entusiasmo che ha portato tanti aretini a varcare il portone della Galleria Comunale per la prima volta. Vi è poi un secondo un secondo grande risultato, cioè la capacità dimostrata dalla Fondazione Guido d’Arezzo di organizzare, gestire e promuovere, insieme alla Fondazione Intour, un evento così complesso e prestigioso”, aggiunge il direttore di Fondazione Guido d’Arezzo Lorenzo Cinatti.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito ad una iniziativa così importante – conclude il presidente di Estra Francesco Macrì – che ha avuto un così ampio successo. Estra ha tra i suoi valori fondanti la vicinanza e l’attenzione ai territori dove è più presente e in questo caso che l’hanno vista nascere. In una logica di cittadinanza di impresa Estra si sente uno dei componenti di una comunità che investe sul suo benessere”.

Arezzo, 29 gennaio 2025 – Prorogata fino al 2 marzo la mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”, la grande iniziativa internazionale che – in occasione dai 450 dalla morte di Giorgio Vasari – espone ad Arezzo oltre 100 opere tra inediti, pale monumentali e capolavori provenienti dalle più note istituzioni estere – MET – Metropolitan Museum of Art, Albertina Museum, Musée du Louvre  e italiane – Gallerie degli Uffizi, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella, Biblioteca Vaticana e Castello Sforzesco –, oltre che da collezioni private.

Con oltre 26.000 visitatori dal giorno dell’inaugurazione (il 31 ottobre 2024), 11.000 solo nel mese di gennaio, la mostra allestita tra la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo e l’ex Chiesa di Sant’Ignazio costituisce costituire l’apice di “Arezzo. La città di Vasari”, sistema di celebrazioni dedicato all’artista e intellettuale nella sua città natale che comprende una rete di esposizioni anch’esse prorogate al 2 marzo.

Arezzo, 22 ottobre 2024 – Una grande iniziativa internazionale dedicata a Vasari in occasione dei 450 anni dalla morte che vedrà arrivare – o tornare – ad Arezzo oltre 100 opere tra inediti, pale monumentali e capolavori provenienti dalle più note istituzioni estere – MET – Metropolitan Museum of Art, Albertina Museum, Musée du Louvre  e italiane – Gallerie degli Uffizi, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella, Biblioteca Vaticana e Castello Sforzesco, oltre che da collezioni private.

Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e nei suggestivi spazi dell’ex Chiesa di Sant’Ignazio – esempio straordinario di barocco aretino – sarà allestita la mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”, evento che va a costituire l’apice del programma di “Arezzo. La città di Vasari”, sistema di celebrazioni dedicato all’artista e intellettuale nella sua città natale promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo; col patrocinio del Ministero della Cultura; in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo; col contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali; il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena e la curatela dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. La mostra – presentata oggi al Ministero della Cultura a Roma, col sottosegretario Gianmarco Mazzi che ha ringraziato la città di Arezzo sottolineandone la bellezza – è a cura di Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, con main sponsor EstraL’accento verrà posto sull’utilizzo dell’allegoria, ovvero di quel patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1550 alla morte. A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria non mancheranno manufatti altamente simbolici, in particolare la Chimera, straordinario bronzo etrusco identitario del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, rinvenuto nel 1553 durante i lavori di scavo effettuati per volere di Cosimo de’ Medici intorno al baluardo di San Lorentino ad Arezzo ed entrato immediatamente nelle collezioni ducali (info e ticket: www.vasari450.it).

Sensibile interprete dell’aria del tempo e insieme autore di notevoli innovazioni, unificando tutte le arti maggiori – pittura scultura e architettura – Vasari praticò tenacemente il ricorso al linguaggio allegorico inventando uno stile che divenne ricorrente nel Cinquecento, sia nelle creazioni letterarie che nell’espressione visiva, dove immagini e soggetti fantastici acquisiscono un’alta intensità simbolica. Tra le opere in mostra tavole, tele e disegni sia di Vasari che di artisti coevi e collaboratori, insieme a lettere, manoscritti e volumi a stampa provenienti dall’Archivio Vasari, oltre all’eccezionale presenza di imponenti pale d’altare.

“L’Anno Vasariano ha portato Arezzo al centro dell’interesse artistico nazionale – dice il sindaco del Comune di Arezzo Alessandro Ghinelli – e ha contribuito in maniera decisiva ad affermarne la caratteristica acquisita di città d’arte e cultura, scelta come meta privilegiata da un numero sempre crescente di visitatori nazionali e internazionali: a loro, tutti gli eventi che fin qui si sono susseguiti, e questa mostra internazionale “Vasari. Il Teatro delle Virtù” offriranno un’occasione speciale per apprezzare le straordinarie bellezze che conserva e per ammirare il genio di Vasari, artista poliedrico e interprete sensibile del proprio tempo”.

“Questa mostra internazionale – dichiara Bernabò Bocca, Presidente Fondazione CR Firenze – suggella e giunge a completare, in una maniera assai efficace, questo viaggio affascinante nel ‘pianeta Vasari’ che la nostra Istituzione ha sostenuto con grande convinzione. Un viaggio ricco di proposte e di eventi che uniscono, all’assoluto valore scientifico, un forte aspetto divulgativo che è stato assai apprezzato dal pubblico. Un programma che ha anche segnato un modello di felice sinergia pubblico-privata che ha visto riunite, assieme all’Amministrazione comunale aretina, le migliori Istituzioni cittadine, assieme a studiosi ed esperti di altissimo livello. Dobbiamo sempre più conoscere e valorizzare il nostro più illustre passato per comprendere meglio cosa ci sta accadendo e perché esso rappresenta le nostre radici, la nostra cultura, la nostra identità”.

“Giorgio Vasari è stato un protagonista della cultura italiana ed europea”, aggiunge Francesco Macrì, presidente di Estra. “Il 450° anniversario della sua morte è stato individuato dalla Fondazione Guido d’Arezzo quale occasione per una riflessione non solo su questo artista, architetto e scrittore ma anche sulla società e la cultura del Cinquecento. Un progetto di alto profilo che Estra ha deciso di condividere in relazione alla sua costante attenzione  alla storia e alla cultura dei territori nei quali svolge la sua funzione che non è solo imprenditoriale ma anche di parte attiva della comunità locale in tutte le sue diverse espressioni”.

Arezzo la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù Conferenza stampaSaranno 8 le sezioni in cui si articolerà il percorso espositivo, pensate per presentare in maniera esaustiva non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete e che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’arte. Il percorso di vita e di lavoro del maestro sarà valorizzato in “Giorgio Vasari, un gigante dell’arte”: l’artista, l’architetto degli Uffizi e delle Logge, la famiglia, la fama come scrittore, l’incontro e il favore dei Medici, l’amicizia con Michelangelo, il rapporto con Bronzino, la fedeltà alla sua città, nella quale volle essere sepolto. Domina la sezione il cosiddetto “Autoritratto degli Uffizi”, opera di Giovanni Stradano che celebra il ruolo apicale dell’aretino presso la corte del Granduca. Si prosegue con “Il giovane Vasari: una formazione d’eccellenza”: grazie ad una profonda educazione umanistica, Giorgio seppe costruire già dalla prima gioventù i contatti che presto lo portarono a girare l’Italia. A testimonianza troviamo carteggi rari e pubblicazioni, oltre ad straordinarie opere pittoriche della prima fase fiorentina come le “Tentazioni di San Girolamo”, normalmente esposte alle Gallerie degli Uffizi. Un focus speciale sarà dedicato, in “L’apoteosi delle Virtù”, alla nascita del linguaggio allegorico per immagini e alle invenzioni visive che furono apprezzate non solo dai Medici, ma anche dai pontefici Pio IV e Pio V e dal cardinale Alessandro Farnese, che incoraggiò Vasari a scrivere “Le vite”. A impreziosire la sezione opere rarissime come “Allegoria del sonno”, “Allegoria dell’oblio” e lo splendido studio a penna e inchiostro con “Le Primizie della Terra offerte a Saturno”, preparatorio per l’affresco della Sala degli Elementi in Palazzo Vecchio, concesse in prestito dal Met di New York. Non mancheranno approfondimenti sugli episodi più significativi della vita del Vasari: in “L’Accademia del Disegno” si tratterà in particolare la fondazione dell’Accademia delle Arti del Disegno, autorizzata dal duca Cosimo per regolare il sistema delle committenze pubbliche. Ne fecero parte molti artisti illustri: Salviati, Cellini, Bronzino, Allori, Stradano, gli Zuccari – qui in mostra – con i quali Vasari condivise i cantieri artistici eseguiti negli anni d’oro al servizio di Cosimo de’ Medici, da Palazzo Vecchio agli apparati per le nozze del principe Francesco.

Agnolo di Cosimo detto Bronzino - Allegoria della Felicità Pubblica - Gallerie degli Uffizi Giorgio Vasari - L'adorazione dei Magi - Chiesa di S. Croce e Ognissanti a Boscomarengo Giorgio Vasari - La Fucina di Vulcano - Gallerie degli Uffizi Giorgio Vasari - Tentazioni di San Girolamo - Gallerie degli Uffizi Giorgio Vasari - Allegory of Forgetfulness - THE MET - 67.95.3 - Giorgio Vasari, Le primizie della Terra sono offerte a Saturno, 1555 circa, penna e inchiostro marrone su tracce di matita nera. New York, Metropolitan Museum of Art, inv. 1971.273 Giorgio Vasari, Figura allegorica n. 2 L'Onore o Marte, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Giovanni Stradano Jan van der Straet, Ritratto di Giorgio Vasari (1568-1572) olio su tavola_Firenze Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture Giorgio Vasari - Crocifissione con la Madonna, San Giovanni e la Maddalena - Collezione Privata

Ancora: “Vasari e l’Arte Sacra”, sezione tematica dedicata alle committenze pubbliche e private che avrà il suo apice in opere che arrivano ad Arezzo in via del tutto eccezionale, come la “Sacra Famiglia”, la “Crocifissione con la Madonna, san Giovanni e santa Maria Maddalena” e il “Cristo portacroce” da collezioni private, oltre ai tondi provenienti dagli altari non più esistenti di Santa Maria Novella a Firenzeesposti per la prima voltaI disegni, che per Vasari erano ideazione e progettazione alla base di ogni opera – sia essa in pittura, scultura, architettura o arti applicate – saranno centrali in “Il Disegno, padre delle Arti”. Moltissimi quelli esposti, provenienti da Torino, Vienna, Roma, Firenze e New York e da Parigi – di cui nove tra schizzi e cartonetti preparatori per il “Giudizio Universale” della Cupola di Santa Maria del Fiore, completata poi da Federico Zuccari. E poi “La Chimera, Vasari e il Duca”, ovvero la genialità dell’artista “comunicatore”. Al ritrovamento dello strepitoso bronzo etrusco, scoperto ad Arezzo e condotto trionfalmente a Firenze, l’intervento di Vasari fu rapido e perspicace: lo inserì nella propaganda politica di Cosimo, come simbolo di una civiltà precedente all’autorità della Roma imperiale e antenata dalla Toscana moderna. Infine la sezione dedicata a “Pitture monumentali in chiese e basiliche”, con quattro tra le più grandiose pale dipinte da Vasari tra il 1545 e il 1569, mai uscite dalle sedi originali durante gli ultimi due secoli, come l’”Allegoria dell’Immacolata Concezione” dalla chiesa dei Santi Apostoli a Firenze e l’”Adorazione dei Magi” dal complesso monumentale di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo in Piemonte.

Per rendere la mostra fruibile anche al pubblico più giovane sono stati creati, col contributo dell’assessorato alla scuola del Comune di Arezzo, una serie di percorsi per le scuole diversificati e calibrati – dall’ infanzia alla secondaria di secondo grado. Il progetto, dal titolo “Incontrare Giorgio Vasari”, ha la finalità di accompagnare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, proponendo modi coinvolgenti di fare esperienza dell’arte, rendendo i contenuti più accessibili attraverso una metodologia didattica che intreccia i contenuti veicolati alle esperienze personali dei visitatori in modo partecipativo e ludico. Un invito a volgere uno sguardo inedito su ciò che ci circonda e a guardare l’arte (e il mondo) con occhi nuovi e curiosi. A realizzare le visite sarà lo staff della libreria La Casa sull’Albero, vincitrice nel 2019 del premio Andersen come miglior libreria per ragazzi d’Italia (info e prenotazioni vasari450@fondazioneguidodarezzo.com).

 

“Vasari. Il Teatro delle Virtù” è un’iniziativa promossa da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, col patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo, col contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali e a cura dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Main sponsor: Estra. Con il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena. Sponsor: Unoaerre, SECO SPA, Caurum, Unicoop Firenze. Sponsor tecnico: DUAL Italia, Flavio Buonagurelli Broker Assicurativo. Progetto grafico a cura di Wml design.

Arezzo la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù

ORARI MOSTRA

Lu/me/gio/ve: 10.00 – 18.00

Sa/do: 10.00 – 19.00

Ma: chiuso

INFO E TICKET

www.vasari450.it

 

Fondazione Guido d’Arezzo

Corso Italia 102 – Arezzo

info@fondazioneguidodarezzo.com

fondazioneguidodarezzo.com


AREZZO. LA CITTÀ DI VASARI

maggio 2024 / febbraio 2025

Un sistema di mostre e celebrazioni in omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, col patrocino di Ministero della Cultura, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura e Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Partner Archivio di Stato di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, Biblioteca Città di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo, Fondazione Arezzo Intour. Sponsor tecnico DUAL Italia, Flavio Buonagurelli Broker Assicurativo. Progetto grafico a cura di Wml design.

INFO E TICKET: www.vasari450.it

Le mostre collaterali in città

  1. I VASARI “VASAI” E LA PRODUZIONE CERAMICA ARETINA DI ETÀ ANTICA

a cura di Maria Gatto

Museo Archeologico Nazionale “Gaio Clinio Mecenate”, fino al 2 febbraio 2025

Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine, a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno del più celebre Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi.

Il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo partecipa alle celebrazioni vasariane ripercorrendo, attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell’autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste occupano un posto di rilievo i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l’espressione della maniera etrusca. La prima tappa della mostra permette di entrare nel mondo degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche dell’Arezzo romana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell’esperienza del nostro Giorgio per due aspetti: da un lato – come gli aretini di ogni tempo – egli è testimone diretto e ammirato di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall’altro egli ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta.

L’esposizione densa di spunti e rimandi, spiega l’origine del nome “Vasari” e racconta, parafrasando un brano della Vita dell’avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio di Lazzaro, “vasaro” e archeologo ante litteram, nonché responsabile – proprio grazie ai vasi aretini – di un primo prezioso contatto con la casata dei Medici. L’esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al ricco repertorio iconografico attestato sui vasi color corallo decorati a rilievo.

Non poteva mancare una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera che per la sua qualità tecnica e per l’iscrizione sulla zampa anteriore destra, è per Vasari anche il più evidente esempio della maniera etrusca, lo stile artistico degli Etruschi. Oltre a contenuti testuali e iconografici di approfondimento, questa tappa della mostra propone un’esperienza multimediale della Chimera, con una riproduzione tattile in dimensioni reali e la proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro.

  1. HONORATA E GRATIOSA. LA LOGGIA DI GIORGIO VASARI

a cura di Francesca Chieli

Fraternita dei Laici, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per illustrare l’opera del Vasari architetto tramite una delle imprese più notevoli da lui realizzate nella sua città, la Loggia di piazza Grande ad Arezzo, con un iter espositivo che, grazie a un ricchissimo corpus documentario, approfondisce l’ars edificatoria vasariana.

L’allestimento valorizza il vasto repertorio cartaceo della Fraternita, con particolare riguardo alla costruzione delle Logge che nel XVI secolo costituirono per Arezzo un vero e proprio rinnovamento urbanistico. Dalla tavola con il San Rocco di Bartolomeo della Gatta, datata 1479, che documenta la consistenza edilizia della piazza prima dell’opera di Vasari, ai primi documenti sulla genesi dell’opera; dal celebre modellino in legno delle logge commissionato dai Rettori a Giorgio Vasari con una lettera del 19 luglio 1572 all’assenso del Granduca per la realizzazione dell’opera; dalle carte relative all’iter costruttivo alla “Veduta di Piazza Grande” dipinta nel tardo ‘700 e attribuita a Cristoforo di Donato Conti. Presenti inoltre preziose testimonianze sulla vita dell’artista – a cominciare dall’atto di battesimo sino alla copia del testamento rogato il 25 maggio 1568 da Raffaello Eschini presso lo Spedale degli Innocenti di Firenze. In mostra anche il Ritratto di Giorgio Vasari di Pietro Ermini, le effigi di coloro che hanno contribuito con i loro lasciti alla realizzazione dell’opera e documenti che attestano l’idea “tutta vasariana” di condurre l’acqua in Piazza Grande e che vedrà impegnata la Fraternita nella nuova impresa dell’acquedotto.

  1. IL DISEGNO FU LO IMITARE IL PIÙ BELLO DELLA NATURA. LA CASA, I DISEGNI, LE IDEE: GIORGIO VASARI E LA FIGURA DELL’INTELLETTUALE ARCHITETTO
    a cura di Rossella Sileno e Emanuela Ferretti

con il contributo scientifico dell’Università degli Studi di Firenze, Master Museo Italia – Dipartimento di Architettura e il contributo di FSC® ITALIA

Casa Vasari, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per riscoprire la poliedrica forma mentis del genio aretino attraverso le stanze che ne furono abitazione e spazio creativo. Dagli affreschi ai decori fino agli arredi, durante gli anni trascorsi nella città natale Giorgio Vasari plasma la sua storica dimora rendendola non solo un inestimabile gioiello d’arte, ma anche un vero e proprio manifesto del nuovo ruolo sociale dell’artista e dell’architetto, intellettuale e cortigiano.

Il percorso si articola in nuclei tematici, strettamente connessi e dialoganti, con disegni, manoscritti, modelli e opere significative in rapporto con le decorazioni pittoriche della Casa e la poetica vasariana. La genealogia artistica di Vasari è approfondita nella Camera della Fama e delle Arti, dove l’importanza dell’architettura per l’artista viene evocata dal modello di uno dei capitelli del loggiato degli Uffizi, appositamente realizzato per l’esposizione, mentre i significati simbolici degli affreschi della Camera di Apollo e delle Muse e il rapporto con Cosimo I sono enfatizzati dalla presenza dell’Apollo di Willem van de Tetrode dalle Gallerie degli Uffizi, prezioso esempio del collezionismo mediceo. Proseguendo, nella sala detta della Cucina, viene presentato un approfondimento sulla fortuna novecentesca di Vasari pittore/architetto, attraverso i disegni di Vincenzo Fasolo (1885-1969) e un approfondimento sul rapporto fra alcuni dei grandi maestri del Moderno e le loro abitazioni-manifesto. Infine, la Sala del Trionfo e della Virtù ospita la splendida Diana Efesina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, messa in relazione con la rappresentazione della stessa divinità che Vasari dipinse al centro della parete d’ingresso alla sala, riprendendo un tema iconografico che si afferma nel Cinquecento e che si identifica con la forza creatrice della Natura.

  1. ALCUNA COSA FUOR DELL’USO COMUNE. IL CONVITO PER LE NOZZE DI ESTER E ASSUERO DI GIORGIO VASARI
    a cura di
     Maria Luisa Berretti

Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per approfondire una delle opere più grandiose di Giorgio Vasari: il dipinto a olio su tavola commissionato nel luglio del 1548 da don Giovanni Benedetto da Mantova, abate del Monastero delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo, raffigurante il terzo dei quattro conviti narrati nel Libro di Ester, oggi conservato nel palazzo che fu di proprietà della famiglia Ciocchi del Monte e dove soggiornò il cardinale Giovanni Maria – poi pontefice col nome di Giulio III, tra i principali committenti di Vasari.

Eccezionale per dimensioni (cm. 289X745), per quantità di figure e per elevata qualità artistica, il “Convito per le nozze di Ester e Assuero” può essere considerato la più importante opera su tavola del Vasari, anche perché ritenuta completamente autografa, visto che egli stesso narra, nelle “Vite”, che lo realizzò in quarantadue giorni per il “dottissimo” amico abate in cambio dell’esigua somma di centoventotto scudi d’oro. L’artista, che aveva concluso nel 1546 la decorazione ad affresco della Sala maggiore del Palazzo della Cancelleria a Roma con l’aiuto di numerosi collaboratori, nell’agosto del 1547 aveva iniziato dei lavori a Rimini e si divideva tra quella città e la vicina Ravenna. Nella primavera del 1548 tornò ad Arezzo per continuare la decorazione della sua casa, e in quel luglio ricevette la commissione da parte dell’abate. In quarantadue giornate Vasari realizzò il dipinto, studiandone le luci e le ombre in loco, e il risultato possiamo ammirarlo ancora oggi benché non nell’originaria collocazione. La tavola venne infatti trasferita a Palazzo Bruni Ciocchi negli anni Cinquanta del secolo scorso per far parte del nuovo museo statale inaugurato nel 1958, il cui ordinamento era stato curato da Luciano Berti.

Il soggetto del Convito allude al sacramento dell’Eucarestia e alla scelta da parte di Gesù Cristo della Ecclesia, in contrapposizione alla Sinagoga. L’eroina biblica Ester, che intercede presso il re persiano Assuero per salvare il popolo ebraico, viene letta come la prefigurazione della Vergine Maria salvatrice dell’umanità. A rafforzare questo concetto Vasari, al di sopra del dipinto, aveva realizzato anche un affresco raffigurante “un Cristo che porge a quella regina una corona di fiori”, andato perduto. La mostra illustra la genesi dell’opera attraverso i manoscritti che ne trattano, gli schizzi preparatori, e altri che fanno riferimento ad altre composizioni, ma sempre correlate al dipinto, al fine di far parlare l’opera secondo una modalità che ne approfondisce il contenuto ma anche le scelte figurative dell’artista. Manufatti da tavola coevi, facenti parte delle collezioni del Museo, sono esposti per rendere ancora più chiara la leggibilità del quadro. Viene inoltre presentata una sezione relativa alle riflettografie eseguite sul dipinto nel 1993.

  1. COSTRUIRE UN’IMMAGINE DI SÉ. GIORGIO VASARI ATTRAVERSO LE SUE CARTE
    a cura di Ilaria Marcelli
    Archivio di Stato, fino al 2 febbraio 2025

Un percorso documentale che approfondisce il modo in cui Giorgio Vasari operò per condizionare la memoria che, i contemporanei prima e i posteri in seguito, avrebbero avuto della sua figura e del suo lavoro. Col prezioso sussidio del patrimonio archivistico vasariano si ripercorrono legami che evidenziano la profondità e la pervasività dell’opera di Vasari in Toscana al servizio del duca Cosimo I concentrandosi su un aspetto fondamentale: il filtro che l’artista stesso appose alle sue carte.

La prima parte della mostra è dedicata alla storia familiare del Vasari, che egli riassunse sul finire della sua vita, in particolare con l’autobiografia apposta nella terza parte de “Le vite” – edizione del 1568. La seconda parte è invece incentrata sul suo lavoro e in particolare sul legame, via via sempre più importante e stretto, con il duca Cosimo I dei Medici. Risale agli ultimi anni della sua vita la consapevolezza che non soltanto le opere artistiche ma in particolare l’opera letteraria sarà cruciale per mantenere e trasmettere memoria di sé. La documentazione esposta nelle due sezioni proviene in prevalenza dalle Carte Vasari; ad essa sono affiancati alcuni documenti in originale o riprodotti provenienti da altri fondi conservati presso gli Archivi di Stato di Arezzo e di Firenze, presso la Beinecke Library della Yale University e presso la Fondazione Corni. E proprio grazie ai disegni di Francesco Corni vengono ricostruite due delle opere più rilevanti eseguite dal Vasari per Cosimo I: il corridoio vasariano e la ristrutturazione di Palazzo Vecchio.

  1. SI È MANGIATO ALTRO CHE PANE E MESSER GIORGIO. FORTUNA CRITICA E NUOVE RICERCHE SULLO STENDARDO DEI PEDUCCI

a cura di Serena Nocentini

Museo Diocesano di Arezzo, fino al 2 febbraio 2025

Al centro di questa mostra lo stendardo processionale dipinto da Vasari nel 1549 per la Compagnia di San Giovanni Battista dei Peducci, costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù. Le capacità del Vasari pittore verranno messe in luce, oltre che da questo capolavoro che ben rappresenta il nucleo di opere vasariane custodite al Museo, da tele sotto alcuni aspetti inedite riscoperte nella badia delle Sante Flora e Lucilla e riportate alla luce e restaurate per l’occasione. La fortuna critica dello Stendardo dei Peducci, testimoniata dallo stesso Vasari nell’Autobiografia, può leggersi ulteriormente in un secondo stendardo, sicuramente coevo e conservato presso la badia delle Sante Flora e Lucilla. Come per lo Stendardo dei Peducci, le due tele che compongono questa insegna processionale erano state separate e trasformate in singoli dipinti – uno dei quali rinvenuto di recente nei depositi della chiesa –, e per dimensioni, soggetto e stile l’esemplare è praticamente identico all’originale del Museo diocesano. “Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio” ha fornito l’occasione per un intervento di restauro – sponsorizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e Opera Laboratori e coadiuvato da una fondamentale campagna d’indagini diagnostiche non invasive e da puntuali ricerche archivistiche – che, per la prima volta, permetterà di esporre lo stendardo della badia a confronto con l’originale del Museo diocesano.

  1. OMAGGIO A VASARI” 
    a cura di Giuliano Centrodi
    Museo Orodautore
    gennaio 2025

Il Museo Orodautore omaggerà Vasari in gennaio invitando, con la curatela di Giuliano Centrodi, 15-20 artisti-orafi e designer, con particolare riguardo a quelli del territorio, per progettare un gioiello o un ornamento “pensando al Vasari” e farlo realizzare sia dalle ditte del Distretto Orafo Aretino, sia dagli artisti-orafi forniti di proprio laboratorio. A seguire i manufatti saranno esposti in una mostra dal titolo … mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”. Vasari, infatti, come racconta nelle Vite e nelle Ricordanze, ha frequentato diverse botteghe orafe ad Arezzo, oltre che a Firenze e Pisa. 

  1. ORO. TESORO, BELLEZZA, LUCE, VITA

Mostra personale di Filippo Rossi 
a cura di Monsignor Timothy Verdon
Palazzo della Fraternita dei Laici
2024, data da definire

Nell’anno dei festeggiamenti vasariani, Filippo Rossi, artista con anche una formazione come storico dell’arte, propone una mostra personale negli ambienti del Palazzo della Fraternita dei Laici, su un tema vicino alla storia e all’attualità degli aretini, l’ORO, visto in prospettive sia materiali ed estetiche, sia teologiche e cosmiche. In prossimità al Museo dell’Oro ospitato nel Palazzo, opere del Rossi nelle quattro sale del percorso inviteranno a riflettere sul prezioso metallo come ‘tesoro’, ‘bellezza’, ‘luce’, e ‘vita’, accompagnando le icone astratte dell’artista contemporaneo con immagini figurative dal passato in riproduzione.  

 

 

Testi, video e immagini dagli Uffici stampa Fondazione Guido d’Arezzo, CP+, Ministero della Cultura, X Press. Aggiornato il 29 gennaio e il 26 marzo 2025. 

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Arezzo: mostra I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica https://www.classicult.it/arezzo-mostra-i-vasari-vasai-e-la-produzione-ceramica-aretina-di-eta-antica/ https://www.classicult.it/arezzo-mostra-i-vasari-vasai-e-la-produzione-ceramica-aretina-di-eta-antica/?noamp=mobile#respond Thu, 06 Jun 2024 20:13:41 +0000 https://www.classicult.it/?p=258832 Al Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo la mostra I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica

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Al Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo la mostra I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica

Dalle antiche ceramiche aretine all’arte di Giorgio Vasari: i Vasari “vasai” raccontati in una mostra

Il Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo presenta una mostra che ripercorrere il legame tra la famiglia Vasari e la manifattura degli Arretina vasa

Inaugurazione mercoledì 12 giugno ore 16.30 con letture tratte da “Le Vite” a cura di Samuele Boncompagni

I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica Manifesto
il manifesto della mostra

Arezzo, 6 maggio 2024 – Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine, a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno del più celebre Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi.

Si inaugura mercoledì 12 giugno ore 16.30 al Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo (via Margaritone 10) la mostra I Vasari “vasai” e la produzione ceramica aretina di età antica” a cura di Maria Gatto. Prosegue così l’articolato programma di eventi celebrativi di “Arezzo. La città di Vasari”, che fino a febbraio 2025 renderà omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi.

Il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo partecipa alle celebrazioni raccontando in questa mostra, attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell’autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste occupano un posto di rilievo i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l’espressione della maniera etrusca. La prima tappa della mostra permette di entrare nel mondo degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche dell’Arezzo romana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell’esperienza del nostro Giorgio per due aspetti: da un lato – come gli aretini di ogni tempo – egli è testimone diretto e ammirato di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall’altro egli ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta.

L’esposizione densa di spunti e rimandi, spiega l’origine del nome “Vasari” e racconta, parafrasando un brano della Vita dell’avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio di Lazzaro, “vasaro” e archeologo ante litteram, nonché responsabile – proprio grazie ai vasi aretini – di un primo prezioso contatto con la casata dei Medici. L’esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al ricco repertorio iconografico attestato sui vasi color corallo decorati a rilievo.

Matrice a placca con mascheroni e figure stanti. Collezione Gamurrini © MiC- Direzione regionale Musei nazionali Toscana Coppa di Ateius con particolare dell’Estate che tiene in mano papavero e spighe © MiC-Direzione regionale Musei nazionali Toscana Frammento di matrice con le Muse con il marchio di Cerdo Perenni. Si leggono, in greco, i nomi di Tersicore, Clio e di Eracle, delle Muse © MiC-Direzione regionale Musei nazionali Toscana

Non poteva mancare una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera che per la sua qualità tecnica e per l’iscrizione sulla zampa anteriore destra, è per Vasari anche il più evidente esempio della maniera etrusca, lo stile artistico degli Etruschi. Oltre a contenuti testuali e iconografici di approfondimento, questa tappa della mostra propone un’esperienza multimediale della Chimera, con una riproduzione tattile in dimensioni reali e la proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro.

Siamo lieti, come sistema dei musei statali aretini, di offrire questi importanti contributi scientifici ed espositivi alle celebrazioni vasariane, nella considerazione dei tanti e stretti legami dei nostri musei con la vita e l’opera del grande artista, che ha improntato con la sua attività tutto il Cinquecento non solo toscano – afferma Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali della Toscana. –  Con questa mostra al Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate inizia il nostro percorso che si sviluppa a partire da questa originale lettura delle collezioni degli Arretina vasa in rapporto con le tradizioni della famiglia dei Vasari. Seguiranno nei prossimi mesi le mostre organizzate al Museo di Casa Vasari e al Museo nazionale d’Arte medievale e moderna.”

 “Il Museo partecipa alle celebrazioni vasariane con un contributo curioso – sottolinea la curatrice Maria Gatto – che mette in luce aspetti poco noti di Giorgio Vasari, dall’origine del nome familiare, al legame speciale con la produzione ceramica aretina antica, fino al primo contatto con la casata de’ Medici. La mostra è stata anche l’occasione per un approfondimento della ricerca storico-archeologica, con la ricostruzione delle indagini succedutesi nei secoli nell’area delle Carcerelle a partire dai primi scavi di Giorgio di Lazzaro e con il recupero di informazioni negli archivi e di materiali nei magazzini, in particolare dalle collezioni Gamurrini, Funghini e Gorga. Al percorso rivolto agli adulti si affiancano contenuti destinati ai bambini, con il gattino Gaio ospite grazioso di Messer Giorgio.”

In occasione dell’opening saranno letti estratti da “Le Vite” a cura di Samuele Boncompagni, la mostra sarà poi aperta fino al 2 febbraio 2025 da lunedì a sabato 9.00-19.30, domenica e festivi 9.00-14.00 con ingresso compreso nel biglietto del museo e la prima domenica del mese a ingresso gratuito 9.00-19.30.

Per le prossime Giornate Europee dell’Archeologia, sabato 15 giugno alle ore 16.30 visita guidata con la curatrice Maria Gatto compresa nel biglietto ingresso (info e prenotazioni: drm-tos.archeoare@cultura.gov.it).

“Arezzo. La città di Vasari” gode del patrocinio di Ministero della Cultura, partner dell’iniziativa Archivio di Stato di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, Biblioteca Città di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo, Fondazione Arezzo Intour. Progetto grafico a cura di Wml design.

INFO

Fondazione Guido d’Arezzo

Corso Italia 102 – Arezzo

info@fondazioneguidodarezzo.com

fondazioneguidodarezzo.com

www.vasari450.it

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Fondazione Guido d’Arezzo, Chiarello Puliti & Partners

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Per gloria dell’arte et honor degli Artefici: Vasari scrittore e artista immortale, mostra ad Arezzo https://www.classicult.it/per-gloria-dellarte-et-honor-degli-artefici-vasari-scrittore-e-artista-immortale-mostra-ad-arezzo/ https://www.classicult.it/per-gloria-dellarte-et-honor-degli-artefici-vasari-scrittore-e-artista-immortale-mostra-ad-arezzo/?noamp=mobile#respond Tue, 30 Apr 2024 16:20:38 +0000 https://www.classicult.it/?p=253549 I tesori della Biblioteca Città di Arezzo in mostra per celebrare la ricorrenza della morte di Giorgio Vasari

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Per gloria dell’arte et honor degli Artefici: Vasari scrittore e artista immortale; i tesori della Biblioteca Città di Arezzo in mostra per celebrare la ricorrenza della morte di Giorgio Vasari

Testi antichi, manoscritti e stampe in un’esposizione per delineare a tutto tondo la figura eclettica dell’artista aretino per l’occasione l’esibizione musicale dell’ensemble PassiSparsi con un repertorio profano tratto dal Rinascimento.

Per gloria dell’arte et honor degli Artefici- Vasari scrittore e artista immortale
il manifesto della mostra presso Arezzo, Per gloria dell’arte et honor degli Artefici: Vasari scrittore e artista immortale

Arezzo, 30 aprile 2024 – I tesori bibliografici del catalogo della Biblioteca Città di Arezzo tra cui testi antichi, stampe e manoscritti saranno al centro di Per gloria dell’arte et honor degli Artefici: Vasari scrittore e artista immortale”, la mostra a cura della dottoressa Elisa Boffa che venerdì 3 maggio inaugurerà “Arezzo. La città di Vasari”, un programma di 10 esposizioni tra opere monumentali, nuovi allestimenti tematici e un grande evento internazionale che ha l’obiettivo di portare alla luce nella sua città d’origine la vita e l’arte del celebre artista in occasione dei 450 anni dalla morte. Appuntamento ore 17,30 presso la Biblioteca (via dei Pileati 8) dove, per l’occasione, si esibirà PassiSparsi, l’ensemble fiorentino formato da voci e liuto che proporrà un repertorio profano del Rinascimento. Durante il periodo di apertura di “Per gloria dell’arte et honor degli Artefici” sarà inoltre possibile assistere a un ciclo di conferenze e letture con scrittori, accademici e specialisti per approfondire la figura del Vasari. La mostra sarà visitabile fino al 7 luglio 2024 dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 19.30 e sabato dalle 11.00 alle 13.30, visite guidate su prenotazione (info su www.discoverarezzo.com e www.fondazioneguidodarezzo.com).

L’iniziativa è promossa e organizzata da Comune di Arezzo, Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo – ente presieduto dal sindaco della città Alessandro Ghinelli e diretto da Lorenzo Cinatti a cui dal 2018 è affidata dal Comune di Arezzo la gestione delle attività e dei presidi culturali sul territorio – in collaborazione con Direzione regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Vasariano. Con il patrocinio di Ministero della Cultura, partner dell’iniziativa Archivio di Stato di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e San Sepolcro, Biblioteca Città di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo, Fondazione Arezzo Intour. Progetto grafico a cura di Wml design.

Giorgio Vasari
Giorgio Vasari

La mostra bibliografica dei testi antichi e dei manoscritti della Biblioteca di Arezzo, a cura della dott.ssa Elisa Boffa, viene proposta in concomitanza con la mostra a cura di Cristina Acidini e Carlo Sisi presso la Galleria d’Arte Contemporanea e Moderna di Arezzo e intende esporre i propri tesori conservati per la celebrazione dell’immortale artista aretino, approfondendo le tematiche legate alla sua vita e alla sua attività di scrittore e artista. Verranno esposti manoscritti, stampe e libri antichi e moderni che fanno parte dell’ingente patrimonio documentale di questa istituzione. L’esposizione sarà divisa in cinque sezioni: “Le origini di Giorgio: famiglia e formazione”, in cui viene dato risalto alla provenienza di Vasari e alla sua famiglia attraverso il ritratto del bisnonno Lazzaro e lo stemma a colori della famiglia Vasari, oltre a tre ritratti dell’artista realizzati con incisione calcografica; “Vasari architetto e pittore”, in cui si vuole mettere in luce alcuni aspetti importanti delle sue opere anche con l’esposizione di un manoscritto unico che riporta il contratto con sottoscrizione autografa dell’artista per la realizzazione dell’affresco raffigurante Ester e Assuero del 1548 e i due manoscritti Palliani e Sinigardi che riportano la testimonianza dell’apposizione della prima pietra per la costruzione delle celebri Logge; “Le Vite un best-seller dell’epoca moderna” che illustrerà le diverse edizioni della celebre opera monumentale che segna l’inizio della storia dell’arte moderna, partendo dall’edizione più bella e completa del 1568 stampata a Firenze presso i Giunti che seguì la princeps del 1550 di Torrentino; “Altri scritti dell’artista” in cui sono incluse tutte le altre opere del Vasari come “I Ragionamenti” pubblicati postumi nel 1588 dal nipote Giorgio il Giovane; “Ad imperitura memoria” che è dedicata a tutti gli scritti e i contributi fatti al Vasari successivamente alla sua morte fino al XX secolo, dal Landucci a Del Vita a Cesare Guasti.

“I testi manoscritti e i libri a stampa antichi e moderni e le stampe – dichiara la curatrice dottoressa Elisa Boffa – sono stati scelti per cercare di ricostruire la vita e l’attività di Vasari, prendendo spunto dal solo patrimonio della biblioteca di Arezzo, la biblioteca storica più importante del territorio aretino, con l’illustrazione di manoscritti unici che danno testimonianza della sua opera come pittore e come architetto, ma anche l’illustrazione delle Vite che furono pubblicate in più versioni sia durante la vita dell’artista che successivamente. Tutte insieme le varie sezioni della mostra daranno modo ai visitatori di comprendere la grande vita che visse l’artista aretino che lo porta oggi a essere ricordato per le sue opere di pittura, architettura e anche per la creazione delle Vite, come primo testo che affronta le tematiche della storia e della critica d’arte, a cui si sono aggiunti i Ragionamenti e le Poesie, quest’ultime ancora inedite”. E ancora “La principale caratteristica innovativa della mostra è che tutti i materiali esposti (stampe, manoscritti e libri antichi e moderni) provengono esclusivamente dalla Biblioteca che quindi non ha usufruito del prestito da altri enti conservativi. Al contrario quando la mostra in biblioteca sarà finita alcuni di questi testi saranno dati in prestito ad altri enti per la realizzazione delle loro esposizioni”.

“Giorgio Vasari è un artista eccelso sotto tutti i punti di vista – dichiara Alessandro Artini, presidente del Cda della Biblioteca Città di Arezzo – e la sua genialità ha compreso anche una raffinata capacità di scrittura. Con il racconto della vita degli artisti e delle loro opere, egli ha educato i lettori a cogliere e apprezzare la bellezza, dacché quest’ultima richiede sempre una narrazione. Siamo orgogliosi che la biblioteca esporrà in questa mostra unica nel suo genere alcune edizioni rarissime dei suoi scritti”.

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Terre degli Uffizi: Giovanni da San Giovanni torna nella sua città natale con una mostra https://www.classicult.it/terre-degli-uffizi-giovanni-da-san-giovanni-torna-nella-sua-citta-natale-con-una-mostra/ https://www.classicult.it/terre-degli-uffizi-giovanni-da-san-giovanni-torna-nella-sua-citta-natale-con-una-mostra/?noamp=mobile#respond Fri, 06 Oct 2023 18:02:19 +0000 https://www.classicult.it/?p=224183 Terre degli Uffizi: Giovanni da San Giovanni torna nella sua città natale con una mostra: protagonisti dieci affreschi portatili su stuoia

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Giovanni da San Giovanni torna nella sua città natale con una mostra firmata Terre degli Uffizi  

Dall’8 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 il Museo delle Terre Nuove e il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Valdarno accolgono un’esposizione con protagonisti dieci affreschi portatili su stuoia, tecnica che ha sancito la fama del pittore seicentesco.

Giovanni da San Giovanni torna a casa, nel Valdarno: il legame indissolubile tra l’artista e la sua terra, a cui il pittore deve persino il nome, si rinnova con una nuova mostra di Terre degli Uffizi intitolata “Bizzarro e capriccioso umore’. Giovanni da San Giovanni, pittore senza regola alla corte medicea”. L’esposizione – a cura di Silvia Benassai, Cristina Gnoni Mavarelli e Valentina Zucchi e, per la sezione del Museo della Basilica, di Michela Martini – si articola come un viaggio speciale nell’arte del pittore attraverso dieci tondi dipinti su stuoia e altre pregevoli opere provenienti dalle Gallerie degli Uffizi e da altre collezioni, tutti accolti dall’8 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 nel Museo delle Terre Nuove e nel Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie. La mostra è promossa all’interno del programma espositivo di Fondazione CR Firenze e Le Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei Uffizi Diffusi.

Giovanni Mannozzi (1592-1636), passato alla storia come Giovanni da San Giovanni, emerge dal panorama del primo Seicento per il suo originale gusto neo-manieristico, per le sue pennellate sintetiche, per la freschezza dei suoi colori e per il suo particolare estro, tanto da portare Roberto Longhi a parlare di pittura proto-impressionistica. Tutto questo si manifesta in misura evidente nelle opere della mostra, che valorizzano in modo peculiare la dimensione innovativa e luminosa della sua pittura.

Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi Giovanni da San Giovanni mostra Uffizi

Oltre alla novità del linguaggio di Giovanni da San Giovanni, l’esposizione valorizza ed evidenzia la sua abilità nel dipingere ad affresco su supporto portatile, che gli valse grande successo. Particolarmente versato nella pittura murale, egli fu infatti apprezzato da prestigiosi committenti, coltivando un particolare rapporto con i Granduchi: su commissione medicea Giovanni eseguì uno dei suoi primi lavori fiorentini, il perduto dipinto in piazza della Calza e l’ultima sua prestigiosa impresa, la decorazione della Sala degli Argenti in Palazzo Pitti, lasciata interrotta per la prematura morte. È proprio la relazione fra il nostro e un membro della famiglia Medici, il principe don Lorenzo, figlio di Ferdinando I, a improntare l’esposizione: intorno al ritratto del committente di Justus Suttermans sono qui esposti per la prima volta in serie gli otto tondi dipinti a fresco su stuoia di giunchi per la Villa della Petraia intorno al 1634, affiancati da altri due tondi eseguiti con la medesima tecnica per la Villa di Pratolino.  Allo stesso periodo si ascrive anche il celebre dipinto ad affresco su embrice qui esposto, raffigurante la Pittura che dipinge la Fama. Ancora, sono presentati in mostra altri due pregevoli affreschi portatili provenienti da collezioni private e alcuni preziosi disegni del Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi. Larga parte di queste opere attinge all’iconografia del mito, assai amata dal pittore e da lui interpretata con arguzia e modernità. È il caso, per esempio, del tondo raffigurante Aurora e Titone, in cui la dea, rosea e spensierata, osserva sorridente il sonno del marito anziano, consumato dalla stanchezza e dalla vecchiaia; o quello del tondo di Bacco e Arianna, assunto a icona della mostra, dove l’artista sottolinea il colto riferimento alla corona donata alla fanciulla da Venere e trasformata poi in costellazione. Ciascuna storia, pur permeata di pathos, è presentata dal pittore in forma mite, quasi soave, sublimando ogni dialettica e difficoltà in nome di uno sguardo disteso, contemplativo, confacente allo spirito della committenza medicea.

Alle opere presenti nel Museo delle Terre Nuove è correlata una seconda sezione presso il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, dove sono presentati ulteriori dipinti di Giovanni Mannozzi a soggetto sacro, in dialogo con le opere dell’artista presenti nella collezione permanente del museo. In collezione si trovano infatti una delle due lunette affrescate nel 1621 per l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie (la scena dello Sposalizio) e una delle poche tele del pittore, la Decollazione di San Giovanni Battista, firmata e datata al 1620. Quest’ultima sarà posta in dialogo con un’altra tela dipinta dal Mannozzi, ovvero la Circoncisione di San Bartolomeo a Cutigliano, poco nota al largo pubblico e anch’essa datata al 1620, e con il disegno preparatorio del dipinto Martirio di san Biagio, proveniente dal Gabinetto Disegni e Stampe. Saranno inoltre esposti una pregevole opera di collezione privata, La mensa dei poveri, e lo stemma della famiglia Mannozzi.

Al termine della presentazione di oggi, durante la quale sono intervenuti tra gli altri il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, il senior advisor di Fondazione CR Firenze Carlo Sisi, il primo cittadino ha voluto ringraziare Schmidt omaggiandolo dei due più importanti simboli della città, il Marzocco e il Gonfalone.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Giovanni Mannozzi porta anche nel nome d’arte – si faceva chiamare “da San Giovanni” –  la sua terra, il suo luogo natale. Questo crisma, malgrado abbia frequentato i più grandi centri dell’arte del suo tempo, Firenze e Roma, rimane fondamentale nella sua identità. Il senso più puro del progetto Uffizi diffusi e della sua estensione, Terre degli Uffizi, è risvegliare la coscienza artistica dei cittadini nei confronti delle proprie glorie, del proprio patrimonio. Nessuno più di Giovanni da San Giovanni incarna questo valore, e il ritorno di così tanti capolavori nella città da cui era partito per imparare e raccogliere la gloria altrove, è un evento storico, una festa per tutti.”

Il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori: “Saluto con orgoglio – dichiara il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – l’ultima mostra del terzo ciclo di questo bellissimo progetto che abbiamo ideato e promosso assieme al più importante museo del nostro Paese. Una iniziativa che, in tre anni, ha valorizzato luoghi e collezioni meno note, ha contribuito a decentrare i flussi turistici, e ha decisamente incrementato le presenze nei luoghi che hanno ospitato complessivamente ben 19 esposizioni temporanee. Tra i molteplici motivi della nostra soddisfazione mi piace aggiungere il valore che ha, per il territorio, il lavoro di squadra tra importanti realtà private e istituzioni pubbliche attorno ad una produzione culturale di assoluto rilievo come lo è questo importante evento espositivo”.

Il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi: “Per il Comune di San Giovanni Valdarno – ha dichiarato il sindaco Valentina Vadi – è un onore far parte, per il secondo anno consecutivo, di Terre degli Uffizi perché siamo riusciti ad entrare, ormai in maniera strutturale, in un circuito espositivo di prestigio regionale ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, riuscendo a dare, finalmente, una mission espositiva definita al nostro museo civico più rilevante, il Museo delle Terre Nuove, e perché, senza dubbio, anche questa mostra dedicata a Giovanni Mannozzi e ai suoi legami con la committenza medicea, richiamerà visitatori costituendo uno strumento di valorizzazione e promozione importante per il nostro territorio, come già accaduto per la mostra dedicata a Masaccio e Beato Angelico. Un altro aspetto che l’esposizione valorizza è la naturale connessione con la città di San Giovanni Valdarno e con le opere dello stesso artista qui conservate: primi fra tutti i dipinti custoditi nel Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie che, anche in questa edizione di Terre degli Uffizi, farà parte del progetto espositivo complessivo. Ringrazio Le Gallerie degli Uffizi, il direttore Eike Schmidt per la fiducia accordata ancora al nostro Comune, ringrazio Fondazione CR Firenze, le curatrici della mostra che hanno messo a punto un progetto scientifico prestigioso per la nostra città e tutti coloro che hanno contribuito alla organizzazione e alla realizzazione di questa esposizione che costituisce, senza dubbio, nel 2023 l’evento culturale più importate per la nostra città”.

 

INFO SULLA MOSTRA

Titolo: ‘Bizzarro e capriccioso umore’. Giovanni da San Giovanni, pittore senza regola alla corte medicea

Luogo: Museo delle Terre Nuove e Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Valdarno

Durata: 8 ottobre 2023 – 31 marzo 2024

Curatela: Silvia Benassai, Cristina Gnoni Mavarelli, Valentina Zucchi (Museo Terre Nuove); Michela Martini (Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie)

Testo, video e immagini dall’Ufficio Comunicazione di Fondazione CR Firenze e dall’Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi

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Progetti espositivi 2021 dei Musei del Bargello – 700 anni dalla morte di Dante Alighieri https://www.classicult.it/progetti-espositivi-2021-musei-del-bargello-700-anni-dante/ https://www.classicult.it/progetti-espositivi-2021-musei-del-bargello-700-anni-dante/?noamp=mobile#respond Wed, 23 Sep 2020 11:08:06 +0000 https://www.classicult.it/?p=105493 I progetti espositivi organizzati per il 2021 dai Musei del Bargello, in occasione delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri

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Il 23 settembre alle ore 10:00, nel Salone di Donatello del Museo Nazionale del Bargello, sono stati anticipati alla stampa, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, professor Gaetano Manfredi, i progetti espositivi organizzati per il 2021 dai Musei del Bargello, in occasione delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri.

Oltre al Ministro sono intervenuti: Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Firenze; Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo; Lugi Dei, Rettore dell’Università di Firenze; Andrea Mazzucchi, ordinario di Filologia dantesca e membro del Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche del 2021; e Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello che ha moderato gli interventi dei relatori e presentato i curatori delle mostre programmate per il prossimo anno.

In occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, i Musei del Bargello e l’Università di Firenze stanno lavorando alla realizzazione di una prima mostra dedicata alla ricostruzione del rapporto tra Dante e Firenze nei decenni immediatamente successivi alla sua morte, presentandone gli attori, le iniziative, i luoghi, e i temi.

Nell’autunno del 2018 è stata, infatti, avviata una collaborazione istituzionale sottoscritta tra i Musei del Bargello e due dipartimenti dell’ateneo fiorentino, il DILEF (Dipartimento di Lettere e Filosofia) e il SAGAS (Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo), che ha portato nell’ultimo biennio a frequenti incontri tra professionalità del mondo museale e della ricerca, instaurando un serrato dialogo con esperti in ambito nazionale e internazionale, tra le istituzioni che hanno concesso i prestiti.

La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Laurenziana e la Biblioteca Riccardiana sono tra gli enti promotori della mostra e hanno contribuito in maniera determinante, concedendo in prestito un nucleo significavo di manoscritti. L’Accademia della Crusca e l’Opificio delle Pietre Dure sono stati interlocutori istituzionali fondamentali nell’articolazione del progetto scientifico.

La mostra, dal titolo «Onorevole e antico cittadino di Firenze». Il Bargello per Dante, si svolgerà dal 23 marzo al 25 luglio 2021, e sarà curata da Luca Azzetta, Sonia Chiodo e Teresa De Robertis dell’Università di Firenze, con un comitato scientifico di esperti filologi e di storici dell’arte, composto da Andrea De Marchi, Giovanna Frosini, Andrea Mazzucchi, Marco Petoletti, e Stefano Zamponi.

Il Museo Nazionale del Bargello è punto di partenza imprescindibile per la ricostruzione del rapporto tra Dante e la sua città dopo la condanna e la morte in esilio. Al suo interno, infatti, si trova l’affresco che testimonia la sorprendente inclusione del Poeta tra le schiere degli eletti nel Paradiso. Il dipinto è stato realizzato nel 1337 dagli allievi e collaboratori di Giotto di Bondone e si trova nella Cappella del Podestà, luogo simbolo del connubio tra la giustizia degli uomini e quella divina. Si tratta di una scelta di rilievo pubblico, punto di arrivo della riappacificazione tra Firenze e il suo illustre figlio, con la quale comincia un processo di ricostruzione e invenzione della memoria. Le pitture della cappella, ma anche gli altri affreschi trecenteschi del Palazzo, costituiranno parte della mostra, volta a richiamare l’attenzione sul valore esemplare dei loro contenuti in rapporto alla funzione dell’edificio, quale sede della suprema autorità giudiziaria della città.

La mostra «Onorevole e antico cittadino di Firenze». Il Bargello per Dante sarà articolata in sezioni, con prestiti di manoscritti e dipinti che saranno allestiti in dialogo con gli affreschi e altre opere coeve, provenienti dalle collezioni del Bargello e da istituzioni italiane e straniere. Si tratta di un itinerario espositivo che ripercorrerà tappe e protagonisti di questo rapporto tra Firenze, l’Alighieri e la sua opera nella prima metà del Trecento, presentando artefici, copisti, commentatori, miniatori e lettori della Commedia intorno all’anno 1337. La mostra intende dare voce proprio a questi protagonisti, i cui nomi sono a volte noti ma più spesso restano sepolti nelle pieghe del passato, ricostruendo così il percorso che avrebbe portato Giovanni Villani a definire Dante «onorevole e antico cittadino di Firenze» e Giovanni Boccaccio a costruire il suo personale monumento cartaceo. Sarà un’occasione straordinaria per approfondire la conoscenza di studi di filologia, paleografia, storia dell’arte e restauro e per mostrare anche al grande pubblico un capitolo unico della storia civile di Firenze che in quel momento assurge ad una dimensione molto più ampia, dando vita al testo vulgato con cui Dante sarà letto e recepito per secoli. La mostra, progettata per consentire livelli di lettura differenziati, non si rivolge solo agli studiosi ma anche al grande pubblico, considerando con particolare attenzione i giovani e le scuole, ai quali sarà dedicato un programma di iniziative collaterali.

La collaborazione tra i Musei del Bargello e l’Università di Firenze sarà inoltre un’occasione formativa per studenti, dottorandi e giovani studiosi, coinvolti nel progetto.

Sempre al Museo Nazionale del Bargello si terrà un secondo evento espositivo dedicato alla fortuna dantesca nella seconda metà dell’Ottocento.

La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista, si terrà dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e sarà curata da Carlo Sisi, con il contributo di storici dell’arte e della letteratura di Otto e Novecento che collaboreranno con un Comitato Scientifico composto da Emanuele Bardazzi, Ilaria Ciseri, Flavio Fergonzi, e Laura Melosi.

Nel 1865, ricorrenza del sesto centenario della nascita di Dante, quando il Bargello riaprì le porte come primo Museo Nazionale del Regno d’Italia con una mostra dedicata all’Alighieri, la figura del Poeta si identifica sempre più con l’idea nazionale sancita dagli esiti della politica risorgimentale, per cui Dante è definito “precursore della unità e libertà d’Italia”. Dedicata alla complessa percezione della figura di Dante e della Divina Commedia nel contesto letterario tra Otto e Novecento, la mostra intende presentare una selezione di opere che, dalle correnti naturaliste agli influssi europei del Simbolismo, narrino lo straordinario catalogo di immagini – sublimi, mistiche e oniriche – che il poema dantesco offriva al mondo dell’arte. Articolata in sezioni, la mostra è concepita come una narrazione tematica e interdisciplinare per cui le opere esposte formeranno una stringente sequenza, collegando tra loro dipinti, sculture e i rimandi concettuali e letterari impliciti nella vicenda biografica e poetica di Dante: dalla vigilia del centenario del 1865, alla temperie simbolista e all’importante concorso bandito da Vittorio Alinari nel 1900 per l’illustrazione della Divina Commedia.

Nell’arco del 2021, attraverso i due progetti espostivi saranno ripercorsi i due momenti nodali del legame tra Dante e il Palazzo del Podestà, poi divenuto Museo Nazionale del Bargello, e con la città di Firenze, che il Poeta non avrebbe più visto dopo la condanna del 10 marzo 1302 all’esilio perpetuo e al rogo se fosse tornato nella città gigliata. La presentazione dei progetti espositivi si è tenuta nel Salone di Donatello che, ai tempi di Dante, era la grande Sala dell’Udienza, dove fu emanata la terribile sentenza.

Il Palazzo del Bargello. Presentati i progetti espositivi 2021 dei Musei del Bargello in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Foto di Francesco Bini, CC BY 3.0

Info: www.bargellomusei.beniculturali.it

Testo e video dall’Ufficio Comunicazione e Promozione Musei del Bargello sui progetti espositivi 2021 dei Musei del Bargello in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

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