Culture Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/culture/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Mon, 18 Aug 2025 16:57:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Culture Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/culture/ 32 32 La divina di Francia – Sarah Bernhardt, film di Guillaume Nicloux https://www.classicult.it/la-divina-di-francia-sarah-bernhardt-film-di-guillaume-nicloux/ https://www.classicult.it/la-divina-di-francia-sarah-bernhardt-film-di-guillaume-nicloux/?noamp=mobile#respond Mon, 18 Aug 2025 16:34:07 +0000 https://www.classicult.it/?p=315722 La divina di Francia – Sarah Bernhardt, film di Guillaume Nicloux: un’impronta indelebile nella sua epoca, il suo nome rimasto vivo per tutto il XX secolo

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LA DIVINA DI FRANCIA – Sarah Bernhardt (Sarah Bernhardt, la Divine), un film di GUILLAUME NICLOUX
con SANDRINE KIBERLAIN e LAURENT LAFITTE
1h38 – Francia – Scope – 5.1

DAL 23 OTTOBRE 2025 AL CINEMA CON WANTED

il poster del film La divina di Francia – Sarah Bernhardt, per la regia di Guillaume Nicloux
il poster del film

Wanted è lieta di distribuire nelle sale italiane La divina di Francia – Sarah Bernhardt, il nuovo film di Guillaume Nicloux dedicato a un’icona intramontabile di fama internazionale, Sarah Bernhardt e per l’occasione svela il poster e il trailer italiani.

In arrivo nei cinema italiani dal 23 ottobreLa divina di Francia – Sarah Bernhardt vede come protagonista Sandrine Kiberlain nel ruolo della celebre attrice teatrale francese, il cui talento ha segnato la Belle Époque. Definita “la voce d’oro” da Victor Hugo e ricordata ancora oggi come “la Divina”, Sarah Bernhardt è considerata come la prima vera star internazionale per aver conquistato tutto il mondo con le sue trionfali tournée. Eterna rivale di Eleonora Duse e musa di personalità del calibro di Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde, Sigmund Freud ed Émile Zola, la Bernhardt ha fatto la storia del teatro incantando il pubblico sul palcoscenico e oltre, ponendosi sempre come una figura ribelle e moderna, una donna in anticipo sui tempi che non ha mai temuto di sfidare le convenzioni. Il film su questo personaggio iconico arriva in sala nella stessa stagione in cui la sua eterna rivale Eleonora Duse è protagonista di un altro film in concorso al Festival di Venezia.

La divina di Francia – Sarah Bernhardt è un affascinante racconto che conduce dietro le quinte della sua vita straordinaria: non è un biopic, ma un ritratto ispirato alle sue vicende che si concentra su alcuni momenti chiave della sua esistenza, da cui si riesce a cogliere l’essenza di un personaggio destinato a diventare una leggenda senza tempo. Una storia che rende omaggio al mito di questa donna eccezionale ma si prende delle libertà fantasticando su alcuni aspetti, come rivela il regista Guillaume Nicloux:

Il cinema non ha l’obbligo di essere autentico, e l’accuratezza documentale non sempre favorisce l’empatia o l’emozione. Mi interessa tanto l’esplorazione dei sentimenti quanto il contesto. Avevo bisogno di sognare con lei, di catturarla nello spirito del suo tempo”.

È così che La divina di Francia – Sarah Bernhardt vuole cogliere lo spirito di una donna libera, spesso in bilico tra il successo e una profonda sofferenza: accanto alla popolarità non mancano i problemi di salute che la mettono a dura prova, così come la relazione tormentata con l’attore Lucien Guitry, interpretato da Laurent Lafitte, che incarna la sua passionalità travolgente, arma a doppio taglio poiché finisce per ferirla. Il film esplora una figura complessa e dalle mille sfaccettature, ricordata per i suoi eccessi e per la sua stravaganza ma anche per la sua estrema modernità: oltre che d’avanguardia nel suo approccio all’arte e impegnata politicamenteSarah Bernhardt si distingue per la sua volontà di libertà dal controllo patriarcale, interpretando anche ruoli maschili e occupandosi in prima persona della gestione della sua carriera.

La divina di Francia – Sarah Bernhardt di Guillaume Nicloux arriverà nei cinema italiani dal 23 ottobre 2025, distribuito da Wanted Cinema.

Un autentico mito, Sarah Bernhardt è stata la prima “star” conosciuta a livello mondiale, continuando a suscitare grande curiosità. Non solo ha lasciato un’impronta indelebile nella sua epoca, ma il suo nome è rimasto vivo per tutto il XX secolo e lo è ancora oggi. Eppure, pochi conoscono la sua vera storia.


CAST ARTISTICO

Sarah Bernhardt – Sandrine KIBERLAIN

Lucien Guitry – Laurent LAFITTE

Louise Abbéma – Amira CASAR

Suzanne – Pauline ETIENNE

Charlotte Lysès – Mathilde OLLIVIER

Pitou – Laurent STOCKER de la Comédie Française

Maurice Bernhardt – Grégoire LEPRINCE-RINGUET

Georges Clairin – Clément HERVIEU-LÉGER della Comédie Française

Samuel Pozzi – Sébastien POUDEROUX della Comédie Française

Edmond Rostand – Sylvain CREUZEVAULT

Sacha Guitry (30 anni) – Arthur MAZET

Émile Zola – Arthur IGUAL

CAST TECNICO

Regia – Guillaume NICLOUX / Sceneggiatura – Nathalie LEUTHREAU

Adattamento e dialoghi – Nathalie LEUTHREAU e Guillaume NICLOUX

Produzione – LES FILMS DU KIOSQUE / BAC FILMS PRODUCTION

Produttori – François KRAUS e Denis PINEAU-VALENCIENNE David GRUMBACH

Direttore della fotografia – Yves CAPE AFC / Direttore artistico – Olivier RADOT

Costumista – Anaïs ROMAND / Primo assistente alla regia – Aurélien FAUCHET

Suono – Olivier DÔ HUU, Thomas DESJONQUÈRES, Olivier WALCZAK

Montaggio – Guy LECORNE LMA, Karine PRIDO

Casting – Brigitte MOIDON, Elise CRESSON / Trucco – Christophe OLIVEIRA

Capelli – Jeanne MILON / Oggetti di scena – Christophe OFFRET

Fotografia – Romain FISSON

Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa Echo Group, Wanted Cinema.

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Frankenstein, film di Guillermo del Toro https://www.classicult.it/frankenstein-film-di-guillermo-del-toro/ https://www.classicult.it/frankenstein-film-di-guillermo-del-toro/?noamp=mobile#respond Mon, 18 Aug 2025 16:18:29 +0000 https://www.classicult.it/?p=315689 Il regista premio Oscar Guillermo del Toro adatta nel suo nuovo film il classico racconto di Mary Shelley su Victor Frankenstein

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FRANKENSTEIN, UN FILM DI GUILLERMO DEL TORO
con OSCAR ISAAC, JACOB ELORDI, MIA GOTH E CHRISTOPH WALTZ

IN CONCORSO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
SU NETFLIX DAL 7 NOVEMBRE 2025

il poster del film Frankenstein, regia di Guillermo del Toro il poster del film Frankenstein, regia di Guillermo del Toro

18 agosto 2025 – “FRANKENSTEIN”, l’attesissimo film del regista premio Oscar Guillermo del Toro con Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz, che sarà presentato in concorso alla 82ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, sarà disponibile in cinema selezionati dal 22 ottobre e su Netflix dal 7 novembre.

Il regista premio Oscar Guillermo del Toro adatta il classico racconto di Mary Shelley su Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egocentrico che dà vita a una creatura in un esperimento mostruoso che sarà la rovina sia del creatore stesso che della sua tragica creazione.

una scena dal Frankenstein, per la regia di Guillermo del Toro una scena dal film

FRANKENSTEIN

Regia di: Guillermo del Toro

Sceneggiatura di: Guillermo del Toro

Basato su: ‘Frankenstein o il moderno Prometeo’ di Mary Shelley

Produttori: Guillermo del Toro, J. Miles Dale, Scott Stuber

CAST: Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth, Felix Kammerer, David Bradley, Lars Mikkelsen, Christian Convery, con Charles Dance, e Christoph Waltz

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Netflix.

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Lo squalo (Jaws), film di Steven Spielberg https://www.classicult.it/lo-squalo-jaws-film-di-steven-spielberg/ https://www.classicult.it/lo-squalo-jaws-film-di-steven-spielberg/?noamp=mobile#respond Mon, 18 Aug 2025 14:53:23 +0000 https://www.classicult.it/?p=315678 Lo squalo, film di Steven Spielberg, è uno dei film di maggior successo della storia del cinema, con la colonna sonora di John Williams

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LO SQUALO (Jaws), il film diretto da Steven Spielberg

con Roy Schneider, Robert Shaw, Richard Dreyfuss, Lorraine Gray, Murray Hamilton, Carl Gottlieb

TORNA AL CINEMA SOLO DALL’1 AL 3 SETTEMBRE 2025 PER I 50 ANNI DELL’USCITA

il poster per i 50 anni del film Lo squalo (Jaws), regia di Steven Spielberg
il poster per i 50 anni del film Lo squalo (Jaws), regia di Steven Spielberg

Adler Entertainment è lieta di riportare sul grande schermo Lo squalo (Jaws), il capolavoro di Steven Spielberg, il primo blockbuster estivo, capostipite degli shark movie e autentico manifesto della tensione cinematografica, che tornerà nei cinema italiani dall’1 al 3 settembre 2025, in occasione del 50° anniversario e dopo aver terrorizzato milioni di spettatori al mondo.

Uscito negli Stati Uniti nell’estate del 1975 e accolto da un successo planetario, Lo squalo ha terrorizzato intere generazioni con la sua minaccia invisibile e inarrestabile che arriva dal profondo. L’iconica colonna sonora firmata da John Williams, che grazie ad essa vinse il suo secondo Oscar, è entrata nell’immaginario collettivo: due sole note che bastano a far crescere la paura per un predatore che non lascia scampo.

Fu proprio con Lo squalo che venne lanciata la carriera di Steven Spielberg, allora ventisettenne, spalancando la porta per i suoi futuri successi. La produzione non fu semplice: lo squalo meccanico da usare per le riprese non funzionava a dovere, le inquadrature sul mare erano continuamente rovinate dalle imbarcazioni di passaggio e il tempo di lavorazione triplicò rispetto a quanto previsto inizialmente. Ma nonostante tutti gli imprevisti il film fu un enorme successo al boxoffice mondiale e segnò il passo per tutti i blockbuster successivi, dalle strategie di marketing e distribuzione alle tecniche narrative e perfino alle caratterizzazioni dei protagonisti. A cinquant’anni dalla sua prima apparizione, questo film conserva intatta la sua forza: un ritmo perfetto, una regia magistrale, personaggi iconici e una colonna sonora da urlo, tanto che anche Quentin Tarantino lo ha definito “il più grande film mai realizzato”.

Il ritorno in sala è un’occasione unica per vivere (o rivivere) su grande schermo l’esperienza di un classico assoluto, che ha dato il via a un intero genere e che oggi continua a influenzare l’immaginario contemporaneo, dagli shark movies ai film di sopravvivenza, dalle serie TV ai videogame.

Lo squalo sarà in sala con Adler dal 1 al 3 settembre 2025.

Sinossi

Diretto dal premio Oscar® Steven Spielberg, Lo Squalo è uno dei film di maggior successo della storia del cinema. Ha rivoluzionato l’industria cinematografica ed è entrato nell’immaginario collettivo, grazie anche all’indimenticabile colonna sonora di John Williams.

Quando ad Amity, una piccola località sulla costa atlantica, un enorme squalo bianco attacca i bagnanti, il capo della polizia (Roy Scheider), un giovane biologo marino (Richard Dreyfuss) ed un cacciatore di squali (Robert Shaw) decidono di affrontare il terribile animale prima che colpisca ancora.

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Echo Group.

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Don’t Let the Sun, film di Jacqueline Zünd https://www.classicult.it/dont-let-the-sun-film-di-jacqueline-zund/ https://www.classicult.it/dont-let-the-sun-film-di-jacqueline-zund/?noamp=mobile#respond Sat, 16 Aug 2025 17:10:31 +0000 https://www.classicult.it/?p=315612 Don't Let the Sun, film di Jacqueline Zünd: in un mondo reso invivibile dal caldo, la vita sociale si svolge esclusivamente di notte

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DON’T LET THE SUN, film di Jacqueline Zünd
Locarno78 | Concorso Cineasti del Presente: Pardo per la Migliore interpretazione a Levan Gelbakhiani
Prodotto da Lomotion e Casa Delle Visioni
con SRF Schweizer Radio Und Fernsehen

il manifesto del film Don't Let the Sun, regia di Jacqueline Zünd
il manifesto del film Don’t Let the Sun, regia di Jacqueline Zünd
 
Locarno, 16 agosto 2025 – L’attore georgiano Levan Gelbakhiani ha ricevuto il Pardo per la miglior interpretazione al 78° Locarno Film Festival per il suo intenso ruolo in DON’T LET THE SUN, film della regista svizzera Jacqueline Zünd, presentato in concorso nella sezione Cineasti del presente.
In un mondo reso invivibile dal caldo, la vita sociale si svolge esclusivamente di notte. Un’esistenza regolata e funzionale, dove però le relazioni umane si sono ormai dissolte. Jonah lavora per un’agenzia che fornisce “sostituti affettivi” a chi non è più in grado di reggere coinvolgimenti emotivi autentici. Quando viene ingaggiato per interpretare il padre  di Nika, una bambina chiusa e diffidente, la maschera dietro cui si protegge comincia lentamente a incrinarsi.
Il film è una co-produzione Svizzera/Italia (Lomotion e Casa delle Visioni – Gianfilippo Pedote, Davide Pagano, Andrea Randazzo – con SRF Schweizer Radio und Fernsehen) e vede nel cast anche Agnese Claisse e Karidja Touré.

Girato in gran parte in Italia, DON’T LET THE SUN è ambientato in diverse location milanesi, tra cui il Complesso residenziale Monte Amiata nel quartiere Gallaratese, il Museo di Storia Naturale, i Giardini di Porta Venezia e l’area dell’ex Macello. Alcune scene sono state realizzate anche a Genova, nel complesso residenziale de Le Lavatrici a Pra’.


Sinossi

Jonah (28 anni) lavora per un’agenzia che fornisce relazioni umane su richiesta: un servizio a pagamento pensato per colmare vuoti affettivi e mettere al riparo dalle delusioni – perfetto in un’epoca in cui l’intimità è sempre più difficile da raggiungere. Le condizioni climatiche estreme hanno reso impossibile vivere alla luce del sole: la Terra si è riscaldata al punto che le persone sono costrette a vivere solo di notte. Ma se la temperatura esterna è salita, quella interiore, emotiva, affettiva, si è abbassata fino al gelo.

Jonah non fatica a calarsi nei panni degli altri, a vivere vite non sue. È più a suo agio quando può essere qualcun altro.

Ma un nuovo incarico lo costringe a uscire dal copione: interpretare il ruolo di padre per Nika, una bambina di 9 anni. La sua malinconia, il suo silenzio lo disorientano.
Quando Nika inizia lentamente ad aprirsi, qualcosa si muove anche dentro di lui, qualcosa rimasto sepolto troppo a lungo. Il controllo sul suo mondo fatto di finzione e relazioni perfettamente regolate comincia a sgretolarsi.
Il loro incontro accende una luce nella notte – una luce che illumina Nika e travolge Jonah fino a bruciarlo.

DON’T LET THE SUN, esordio nel cinema di finzione della regista svizzera Jacqueline Zünd, propone una visione provocatoria del nostro futuro imminente, segnato dal cambiamento climatico e da un profondo deterioramento delle relazioni umane.

Note di regia

Durante le riprese di ALMOST THERE (2016) in Giappone, ho scoperto qualcosa che mi è rimasto dentro: un’agenzia in cui puoi assumere attori professionisti per interpretare qualsiasi ruolo nella tua vita. Possono essere il tuo migliore amico, marito, figlia, amante o addirittura i partecipanti a un funerale. Sebbene questo fenomeno sembri appartenere più che altro alla cultura giapponese, l’ho visto come una prospettiva inquietante anche per le nostre società in Europa.

DON’T LET THE SUN è una storia sulla natura fragile delle relazioni nella nostra epoca post-digitale. Il film esplora tematiche legate all’intimità: come nasce realmente? Che tipo di vicinanza desideriamo? Perché è così difficile permetterci qualcosa che tutti desideriamo? E quanto sono cambiati nel tempo i nostri bisogni di intimità? Nel mio film, non è il mondo digitale a creare distanza tra le persone, ma le condizioni climatiche. La terra si è riscaldata a tal punto che le persone sono costrette a restare al chiuso durante il giorno. Se il calore rende difficile stare bene nella propria pelle, come si può essere vicini a qualcun altro?

La storia apre riflessioni provocatorie sui legami umani: è sbagliato colmare il vuoto dell’intimità con una sua versione “sostitutiva”? Le relazioni a pagamento sono davvero meno autentiche di quelle spontanee? In fondo, ogni rapporto non è uno scambio? Il film non cerca risposte, ma pone domande che toccano il cuore delle nostre fragilità.

Il film rappresenta un mondo poco distante dal nostro – non solo per quanto riguarda le relazioni umane, ma anche per l’ambientazione: le persone hanno trasformato la notte in giorno, una possibile conseguenza della crisi climatica attuale che vede le temperature della Terra in costante ascesa. Le situazioni più comuni assumono un’atmosfera del tutto nuova quando si svolgono di notte: un cortile scolastico appena rischiarato da flebili luci artificiali o un tratto di spiaggia illuminato solo dalla luna dove la gente si ferma a nuotare e a parlare diventano luoghi sospesi, quasi irreali. Questa inversione del tempo quotidiano mi affascina profondamente, soprattutto dal punto di vista narrativo e cinematografico.

Il film è ambientato in una città abitata da persone provenienti da tutto il mondo, che comunicano tra loro in inglese, ognuno con il proprio accento. Una città non più densamente popolata come un tempo, forse perché molti si sono spostati verso zone più fresche.

In questo scenario frammentato, il complesso residenziale Monte Amiata di Milano si è rivelato il luogo ideale in cui ambientare la mia storia. Durante una visita al quartiere Gallaratese di Milano, sono rimasta colpita dall’architettura di Carlo Aymonino e Aldo Rossi: uno spazio che unisce elementi familiari e visioni futuristiche. Le forme essenziali e la materia spoglia di questi edifici riflettono con forza i paesaggi interiori dei personaggi, dando forma visiva alla loro vulnerabilità e solitudine.


Credits

Cast

Levan Gelbakhiani (GE; And Then we Danced)

Maria Pia Pepe (IT; per la prima volta sullo schermo)

Agnese Claisse (IT/FR Ferie d’Agosto, My soul summer)

Karidja Touré (FR; Diamante Nero)

Cecilia Bertozzi (IT)

 

Sceneggiatura Jacqueline Zünd & Arne Kohlweyer

Regia Jacqueline Zünd

Produttori Louis Mataré, David Fonjallaz

Davide Pagano, Andrea Randazzo, Gianfilippo Pedote

Direttore della Fotografia Nikolai von Graevenitz

Montaggio Gion-Reto Killias

Casting Director Chiara Polizzi

Musiche Marcel Vaid

Scenografia Nicole Hoesli

Costumi Sophie Reble

Informazioni Tecniche

Titolo originale/Internazionale: DON’T LET THE SUN

Genere: Drama

Durata: 101‘

Location: Italia (Milano e Genova), Brasile (São Paulo)

Lingua: Inglese

 

Una produzione Lomotion (Svizzera)

con SRF Schweizer Radio und Fernsehen (CH)

in coproduzione con Casa delle Visioni (Italia)

Vendite Internazionali Sideral

Le location del film

Si è scelto di ambientare il film DON’T LET THE SUN in luoghi con una forte personalità architettonica e una marcata impronta di modernità, per evocare un mondo solo leggermente spostato nel futuro. Le riprese sono state effettuate in gran parte in Italia, a Milano e Genova, in due quartieri che sono diventati un simbolo internazionale dell’architettura contemporanea. La scelta delle location ha avuto un ruolo centrale nella costruzione dell’identità visiva del film.

A Milano, il film è stato girato principalmente nel quartiere Gallaratese, all’interno del celebre complesso residenziale “Monte Amiata”, progettato alla fine degli anni ’60 dagli architetti Carlo Aymonino e Aldo Rossi. Un iconico esempio di architettura brutalista con un’impronta estetica caratterizzata da forme geometriche semplici e nette e progettato con l’idea di creare nella metropoli un corpo urbano funzionale e autosufficiente.  

A Milano il film è stato girato inoltre nel bellissimo Museo di Storia Naturale, nei Giardini di Porta Venezia, il primo parco pubblico della città, e nella grande area dismessa dell’ex Macello. Le location a Milano e in Lombardia sono state individuate e rese accessibili grazie alla preziosa e fattiva collaborazione di Lombardia Film Commission.

Alcune scene del film sono ambientate poi a Genova, in particolare nel grande complesso residenziale di edilizia popolare conosciuto significativamente come “Le Lavatrici” di Pra’, progettato nei primi anni ’80 da Aldo Luigi Rizzo e destinato a diventare uno dei più controversi edifici genovesi della seconda metà del ‘900. Oggi riconosciuto come un simbolo dell’Italia in piena trasformazione, questo complesso è caratterizzato da forme monolitiche e da grandi spazi labirintici che arricchiscono l’estetica visionaria e distopica del film.


Lomotion

Casa Delle Visioni e SRF Schweizer Radio und Fernsehen

presentano

DON’T LET THE SUN

di Jacqueline Zünd

con

Levan Gelbakhiani

Agnese Claisse

Karidja Touré

Prodotto da Lomotion e Casa Delle Visioni

con SRF Schweizer Radio Und Fernsehen

Con il contributo di

Ufficio Federale della Cultura, Svizzera

Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema

Zürcher Filmstiftung
Berner Filmförderung
Suissimage

MEDIA Desk Switzerland
Film und Medienkunst BS/BL
Migros-Kulturprozent

SRG SSR

Focal

Prodotto da

Louis Mataré (Svizzera)

Davide Pagano (Italia)

 

 

Testo, video e immagini dall’Ufficio Stampa Borghi.

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Swiped, film di Rachel Lee Goldenberg https://www.classicult.it/swiped-film-di-rachel-lee-goldenberg/ https://www.classicult.it/swiped-film-di-rachel-lee-goldenberg/?noamp=mobile#respond Mon, 11 Aug 2025 19:37:57 +0000 https://www.classicult.it/?p=315328 Swiped, film di Rachel Lee Goldenberg è ispirato alla storia vera e provocatoria di Whitney Wolfe, fondatrice della piattaforma di incontri online Bumble

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SWIPED, IL FILM 20TH CENTURY STUDIOS
DEBUTTERÀ
IL 19 SETTEMBRE 2025 SU DISNEY+ IN ITALIA

Swiped sarà presentato il 9 settembre in anteprima al Toronto International Film Festival

il teaser poster di Swiped, film di Rachel Lee Goldenberg
il teaser poster
11 agosto 2025 – Il film 20th Century Studios Swiped debutterà in esclusiva il 19 settembre 2025 su Disney+ in Italia e su Hulu negli Stati Uniti e sarà presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 9 settembre. Sono ora disponibili il trailer, il poster e le immagini.
Ispirato alla storia vera e provocatoria della visionaria fondatrice della piattaforma di incontri online Bumble, Swiped segue la neolaureata Whitney Wolfe, interpretata da Lily James, che con straordinaria determinazione e ingegnosità riesce a farsi strada nel settore tecnologico dominato dagli uomini e a lanciare un’innovativa app di incontri (due, in realtà) acclamata a livello mondiale, ponendo le basi per diventare la più giovane miliardaria che si è fatta da sola. Swiped è diretto da Rachel Lee Goldenberg e scritto da Bill Parker, Rachel Lee Goldenberg e Kim Caramele. Il film è interpretato anche da Jackson White, Myha’la, Ben Schnetzer, Pierson Fodé, Clea DuVall, Pedro Correa, Ian Colleti, Coral Peña e Dan Stevens. Jennifer Gibgot, Andrew Panay e Lily James sono i produttori.
Hashtag
#DisneyPlus
Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa The Walt Disney Company Italia, Opinion Leader, Cristiana Caimmi.

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Gauguin – Il diario di Noa Noa e altre avventure, la mostra al Museo della Fanteria di Roma https://www.classicult.it/gauguin-il-diario-di-noa-noa-e-altre-avventure-la-mostra-al-museo-della-fanteria-di-roma/ https://www.classicult.it/gauguin-il-diario-di-noa-noa-e-altre-avventure-la-mostra-al-museo-della-fanteria-di-roma/?noamp=mobile#respond Sun, 10 Aug 2025 09:45:00 +0000 https://www.classicult.it/?p=315261 Gauguin - Il diario di Noa Noa e altre avventure, al Museo Storico della Fanteria di Roma la grande mostra

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Gauguin – Il diario di Noa Noa e altre avventure, al Museo Storico della Fanteria di Roma la grande mostra

6 settembre 2025 – 25 gennaio 2026

la locandina della mostra Gauguin - Il diario di Noa Noa e altre avventure
la locandina della mostra Gauguin – Il diario di Noa Noa e altre avventure

Roma, 9 agosto 2025 – Dopo molti anni di assenza torna a Roma una mostra interamente dedicata all’artista francese Paul Gauguin. Dal 6 settembre al 25 gennaio 2026 , le sale del Museo della Fanteria accolgono l’esposizione Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure, prodotta da Navigare srl, curata da Vincenzo Sanfo, e patrocinata dalla Regione Lazio e Comune di Roma.

La mostra, che si compone di oltre 160 opere, tutte provenienti da collezioni private italiane, francesi e belghe, e da alcune collezioni museali francesi e italiane, presenta oltre 100 tra xilografie, disegni e litografie realizzate da Gauguin, insieme a due opere a lui attribuite: l’olio su tela Femme de Tahiti (1891) e l’acquerello Paysage Tahitien. A rappresentare il nucleo centrale dell’esposizione sono le 23 preziose xilografie del Diario di Noa Noa (1893-94), scritto dall’artista durante il suo primo soggiorno nella Polinesia francese e arricchito da sue illustrazioni realizzate con l’antica tecnica dell’incisione su legno, stampate da Daniel de Monfreid.

un'opera dalla mostra Gauguin - Il diario di Noa Noa e altre avventure un'opera dalla mostra Gauguin - Il diario di Noa Noa e altre avventure un'opera dalla mostra Gauguin - Il diario di Noa Noa e altre avventure

Alla lontana Polinesia, guardata con curiosità e sospetto dai contemporanei francesi per la sua cultura ‘primitiva’, ma luogo d’elezione per l’ irrequieto outsider Gauguin che vi si trasferì negli ultimi 10 anni della sua vita, nell’ultimo decennio dell’800, fanno riferimento anche le 16 litografie a colori della serie Ancien Culte Mahorie (1892), due sculture del 1893, una in terracotta e l’altra in bronzo, e la pregiata Maschera di donna tahitiana “Tehura”, in bronzo patinato, proveniente dal Musée Despiau-Wlérick in Francia, oltre al carnet di 38 disegni, con bozzetti raffiguranti studi su ritratti, dettagli del corpo umano e del mondo animale.

Importanti anche le stampe litografiche in facsimile contenute nell’ultimo libro scritto da Gauguin, Avant et Après, terminato due mesi prima di morire (1903) e pubblicato postumo, una sorta di manifesto-diario con appunti e considerazioni sull’arte, sui rapporti di amicizia, e su altri argomenti cari all’artista. Se la cultura e il quotidiano vissuto a Tahiti ebbero su di lui una grande influenza, non meno importanti furono i suoi rapporti con il mondo occidentale, con la Francia, e con i suoi colleghi e amici artisti.

La mostra ospita, quindi, anche 45 opere – disegni, incisioni e dipinti – realizzate da 13 nomi illustri dell’arte francese dell‘800, dall’amico-nemico Vincent van Gogh, del quale sono presenti 12 litografie a colori, a Jean-François Millet, con la splendida acquaforte L’Angelus, ad Adolphe Beaufrère, presente con 4 acqueforti, e Louis Anquetin. Non possono mancare, poi, anche artisti del Gruppo Nabis di Pont-Aven, in Bretagna, altro luogo determinante per la vita di Gauguin: Maurice Denis, autore in questa mostra di litografie a tema religioso; Émile Bernard, qui con la serie di 6 litografie acquerellate Bretonneries in esposizione insieme ad un suo olio su cartone, e Paul Sérusier, in questa mostra autore dell’olio su tela L’adieu à Gauguin, in prestito dal Museo francese di Quimper.

Ad arricchire ulteriormente la già preziosa galleria di opere, il percorso espositivo presenta anche numerose fotografie d’epoca, libri, documenti e manufatti per rendere l’esperienza del visitatore, nell’avventuroso e del tutto personale mondo di Gauguin, un viaggio quanto più ricco e suggestivo possibile.

Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure è prodotta da Navigare srl e nasce da una iniziativa di Ministero della Difesa – Difesa Servizi S.p.A. Partner: Art Book Web; in collaborazione con MAGA – Gallarate (VA); Musée Des Beaux-Arts de Quimper; Musée Despiau-Wlérick. Curatela di Vincenzo Sanfo. Comitato scientifico: Gilles Chazal, Presidente onorario del Musée du Petit Palais di Parigi e Giovanni Iovane, storico dell’arte ed ex Direttore dell’Accademia di Brera.

La mostra aprirà al pubblico tutti i giorni i biglietti si possono acquistare in sede e su ticketone.it
Informazioni: www.navigaresrl.com

Testo e immagini da Navigare s.r.l.

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Spoleto: la 79ª Stagione Lirica si apre in ricordo di Nanof https://www.classicult.it/spoleto-la-79a-stagione-lirica-si-apre-in-ricordo-di-nanof/ https://www.classicult.it/spoleto-la-79a-stagione-lirica-si-apre-in-ricordo-di-nanof/?noamp=mobile#respond Sat, 09 Aug 2025 23:06:03 +0000 https://www.classicult.it/?p=315216 Spoleto: la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria si apre con l’opera Nanof, l’altro, in ricordo di NOF4

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Spoleto: la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria si apre con l’opera Nanof, l’altro, in ricordo di NOF4

È in uno dei luoghi depositari della follia che il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto apre la scena per la sua 79ª edizione (in anteprima giovedì 7 agosto, la prima si è svolta venerdì 8 agosto, con repliche ieri sera 9 agosto e questo pomeriggio, 10 agosto, alle ore 17 presso il Teatro Caio Melisso in piazza Duomo). La prima rappresentazione assoluta dell’opera Nanof, l’altro ci catapulta infatti nel 1958 al manicomio di Volterra, prima nel padiglione giudiziario Charcot e poi al Ferri.

una scena da Nanof, l'altro, opera che apre la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria una scena da Nanof, l'altro, opera che apre la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria una scena da Nanof, l'altro, opera che apre la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria una scena da Nanof, l'altro, opera che apre la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria una scena da Nanof, l'altro, opera che apre la 79ª Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria

Qui, l’opera in un atto, di Antonio Agostini su libretto di Chiara Serani e Antonio Agostini con la collaborazione di Davide Toschi, trova la sua piena realizzazione nel raccontare la storia di Oreste Fernando Nannetti in arte Nanof, appunto, o anche NOF4, suo pseudonimo di vita. Probabilmente affetto da schizofrenia (come evidenziato anche nel testo dell’opera), parlava di sé come di un astronautico ingegnere minerario del sistema mentale spazio temporale, (ri)conosciuto ad oggi per le sue incisioni sul muro, veri e propri graffiti di parole trascritte con la fibbia di una cintura, plausibilmente in uso per la consueta norma del contenimento meccanico.

79a Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria

La regia e la scenografia dell’opera lirica firmata TLS è affidata rispettivamente ai noti Alessio Pizzech e Andrea Stanisci, di cui il pubblico spoletino ha pututo già apprezzare in passato la dedizione per il teatro. Così come per Clelia De Angelis e i suoi costumi e le luci di Eva Bruno. L’ensemble Calamani del Teatro Lirico Sperimentale, da giugno scorso riconosciuta dal Ministero della Cultura come orchestra territoriale, è diretta per la prima volta dalla Direttrice Mimma Campanale; mentre al Coro vediamo la direzione di Mauro Presazzi.

ll cast a rotazione si compone dei solisti dello Sperimentale: Marco Guarini (8 – 9 agosto) / Davide Peroni  (7 – 10 agosto) come Nanof, Lorena Cesaretti (7 – 9 agosto) / Chiara Latini (8 – 10 agosto) Lei 1, Emma Alessi Innocenti (8 – 10 agosto) / Francesca Lione (7 – 9 agosto) Lei 2, Sathya Gangale (7 – 9 agosto) / Giuseppe Zema (8 – 10 agosto) Primario, Nicola Di Filippo (7 – 9 agosto) / Paolo Mascari (8 – 10 agosto) Infermiere 1 e Stepan Polishchuk (7 – 9 agosto) / Dario Sogos (8 – 10 agosto) Infermiere 2

Perciò è qui dove le ombre sono vive che la Campanale è chiamata a dirigere orchestra e cantanti per farci tornare a Volterra, con un proposito conturbante, in uno degli allora più grandi manicomi d’Italia, nella testa di Nannetti e di ciò che deve aver vissuto e sentito insieme ai suoi familiari immaginari, gli unici che a quanto pare lo andavano a trovare lì ai margini dell’umanità.

“Affrontare lo studio di questa partitura ed entrare nella drammaturgia dell’opera – commenta la direttrice d’orchestra – obbliga gli interpreti a stabilire un contatto con lo stesso Nanof (…) Provare a dar voce alle sue parole di pietra”.

I suoni prodotti dagli strumenti di cui si percepisce la difficoltà di esecuzione richiamano alla mente Bartok, mentre vegliano spettrali sul dolore di tutti gli storditi. Nannetti non fa eccezione: lui che desidera uscire dall’ospedale mentre resiste agli elettroshock che tenta di spiegare tra allucinazioni e parole sconnesse.

Il destino imposto da una sofferenza psichica e di emarginazione si traduce così per Nanof, attraverso la scrittura, in un “disperato bisogno di definire la propria esistenza”, come sottolineano Alice Ceppatelli e Alessandro Massi che nel 2019 hanno creato un archivio storico digitale dedicato proprio a quel luogo e alle vite dei devianti che nell’ex manicomio di Volterra hanno abitato e vi sono stati internati.

La riabilitazione umana di Nannetti si verificò poco dopo la Legge Basaglia, nel 1985, quando su iniziativa dell’Usl 15 di Volterra, Aldo Trafeli, un infermiere del Ferri che aveva cercato di avvicinarsi a Nanof per capirne il linguaggio, insieme allo scultore Mino Trafeli, pubblicarono la sua immensa opera, avvicinando così il conseguente intersse da parte dell’Istituto di linguistica computazionale di Pisa e di Antonio Tabucchi. Ad oggi il graffito è inserito nella collezione del museo di Art Brut di Losanna, mentre una parte restaurata è ora conservata presso il museo della psichiatria di Volterra, nell’ex padiglione Lombroso, gestito dalla Onlus “Inclusione, Graffio e Parola” che vede a capo Andrea Trafeli, figlio di Aldo.

L’opera contemporanea a Spoleto mette in scena la materia, il corpo e la voce, spesso muta e anestetizzata, accanto a carcerieri più che ad infermieri che anche a noi, nel pubblico, danno un benvenuto fatto di spavento e remissione, in un luogo che non cura, un’istituzione totale che come sosteneva il sociologo Erving Goffman è un regime chiuso e amministrato.

Alle parole di pietra cantate si alterna quindi la comunicazione contro l’alienazione. Questa è la dualità che si respira in sala alla ricerca dell’altro, dell’escluso, che tra miseria, terapia e speranza di libertà cercava e cerca di restare in vita.

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La riunione di condominio, film di Santiago Requejo https://www.classicult.it/la-riunione-di-condominio-film-di-santiago-requejo/ https://www.classicult.it/la-riunione-di-condominio-film-di-santiago-requejo/?noamp=mobile#respond Fri, 08 Aug 2025 11:29:12 +0000 https://www.classicult.it/?p=315149 La riunione di condominio, film di Santiago Requejo: in un condominio a Madrid si discute della sostituzione dell'ascensore

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LA RIUNIONE DI CONDOMINIO (tit. originale VOTEMOS), film per la regia di Santiago Requejo

con Raúl Fernandez de Pablo, Clara LagoTito Valverde

DALL’11 SETTEMBRE 2025 AL CINEMA
con BiM Distribuzione

SINOSSI

Una “semplice” riunione di condominio a Madrid in cui si discute della sostituzione dell’ascensore. Tutto fila liscio finché quello che doveva essere un incontro ordinario e pacifico, si trasforma nell’incubo temuto da tutti: viene annunciato l’arrivo di un nuovo inquilino con problemi di salute mentale. Tutto ciò scatenerà una serie di reazioni inaspettate, scontri e ipocrisie, mettendo in luce pregiudizi e paure nei confronti del possibile nuovo arrivato.

una scena dal film La riunione di condominio, regia di Santiago Requejo

Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa MX2, 404.

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A Dance in Vain, film di Lee Hong-chi https://www.classicult.it/a-dance-in-vain-film-di-lee-hong-chi/ https://www.classicult.it/a-dance-in-vain-film-di-lee-hong-chi/?noamp=mobile#respond Fri, 08 Aug 2025 08:51:44 +0000 https://www.classicult.it/?p=315019 A Dance in Vain, film di Lee Hong-chi: Monkey lavora da anni dietro le quinte di una compagnia teatrale, cercando di restare a galla

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A DANCE IN VAIN, film di Lee Hong-chi
SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA PROIEZIONE SPECIALE IN OCCASIONE DELLA 42ª EDIZIONE DELLA SIC, IN COLLABORAZIONE CON LA BIENNALE DI VENEZIA – 82ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA – FUORI CONCORSO –

Beatrice Fiorentino e Lee Hong-chi Lee Hong-chi. Foto © Andrea Avezzu. Courtesy La Biennale di Venezia Lee Hong-chi

 

In occasione della 42ª edizione della Settimana Internazionale della Critica, il giovane regista taiwanese Lee Hong-chi, vincitore del Leone del futuro – Premio opera prima “Luigi De Laurentiis” nel 2023 con Love Is a Gun, torna a Venezia per presentare il suo nuovo film, A Dance in Vain.

«C’è stato un momento in cui la città in cui vivevo mi è sembrata improvvisamente estranea. Perfino amici familiari e luoghi che frequentavo da sempre apparivano distanti, in un modo che non riuscivo a spiegare. Quella sensazione mi affascinava. Così ho preso la macchina da presa e ho iniziato a filmare. A volte persone che conoscevo, a volte sconosciuti incontrati per strada, semplicemente catturando le loro vite così com’erano, in quell’istante. Sapevo che non sarebbe durato. Se avessi esitato, quella sensazione sarebbe scomparsa».

– Lee Hong-chi

«In occasione di questa importante ricorrenza per la Settimana della Critica, siamo felici e onorati di accogliere nuovamente a Venezia l’ultimo regista che ha portato alla SIC il Leone del Futuro – Premio Luigi De Laurentiis. Lee Hong-Chi presenterà in anteprima mondiale, nella cornice della Mostra, il suo nuovo film A Dance in Vain. Intimamente legato al precedente Love Is a Gun, il nuovo lavoro torna a interrogare, da una diversa angolazione, lo stato di spaesamento delle giovani generazioni. Un racconto sentito e corale, vicino a chi vive sulla propria pelle l’assenza di prospettive, in particolare a coloro che cercano – spesso invano – di realizzarsi attraverso l’arte. A Dance in Vain ribadisce con forza lo sbalorditivo talento visivo di questo giovane autore, che negli eleganti e sinuosi movimenti di macchina cerca, ancora una volta, il modo di affermare la propria voce».

 – Beatrice Fiorentino – Direttrice artistica della Settimana Internazionale della Critica

 

A Dance in Vain, film di Lee Hong-chi. Gallery

una scena dal film A Dance in Vain, per la regia di Lee Hong-chi una scena dal film A Dance in Vain, per la regia di Lee Hong-chi una scena dal film A Dance in Vain, per la regia di Lee Hong-chi una scena dal film A Dance in Vain, per la regia di Lee Hong-chi una scena dal film A Dance in Vain, per la regia di Lee Hong-chi

Sinossi: 

Monkey lavora da anni dietro le quinte di una compagnia teatrale, cercando di restare a galla nella frenesia della grande città. La sua esistenza sembra sospesa, come bloccata in un circolo vizioso. Nel 2020 il suo ragazzo, Leo, era tornato nella città natale e poco dopo si era tolto la vita. La sua assenza continua a pesare su di lei come un’ombra, a ogni passo, a ogni respiro. Intrappolata nella sua routine, Monkey prova a chiedere aiuto, a condividere la sua angoscia. Ma la risposta che riceve è sempre la stessa: “Dovresti mostrare più gratitudine. Sei già fortunata.”

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa The Rumors.

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Mountainhead, film di Jesse Armstrong https://www.classicult.it/mountainhead-film-di-jesse-armstrong/ https://www.classicult.it/mountainhead-film-di-jesse-armstrong/?noamp=mobile#respond Thu, 07 Aug 2025 10:32:26 +0000 https://www.classicult.it/?p=314962 Mountainhead, film di Jesse Armstrong, racconta la vicenda un gruppo di miliardari che si riuniscono sullo sfondo di una crisi internazionale in costante evoluzione

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MOUNTAINHEAD, il primo film del creatore di “Succession”, JESSE ARMSTRONG

con STEVE CARELL, JASON SCHWARTZMAN, CORY MICHAEL SMITH e RAMY YOUSSEF

candidato agli Emmy® Awards 2025 nella categoria

Miglior film per la televisione

dal 12 settembre 2025 in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW

il poster di Mountainhead, film di Jesse Armstrong

Milano, 7 agosto 2025. Come annunciato dalle immagini del trailer ufficiale e dalla locandina italiana appena rilasciate, esordirà fra pochissime settimane MOUNTAINHEAD, il primo lungometraggio scritto e diretto da Jesse Armstrong, il creatore di Succession, con Steve Carell, Jason Schwartzman, Cory Michael Smith e Ramy Youssef, che in Italia debutterà in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW il 12 settembre 2025.

MOUNTAINHEAD, film targato HBO e candidato ai prossimi Emmy® Awards nella categoria Miglior film per la televisione, racconta la vicenda un gruppo di miliardari presidenti, operanti in ambito tecnologico, che si riuniscono sullo sfondo di una crisi internazionale in costante evoluzione. Legati da un’amicizia nata anni prima all’interno della stessa fucina tecnologica, Randall (Steve Carell), Hugo (Jason Schwartzman), Venis (Cory Michael Smith) e Jeff (Ramy Youssef) sono amici di lunga data, rivali e…tra gli uomini più ricchi del pianeta.

Quando Hugo accoglie “i Brewsters” nella sua lussuosa tenuta per un fine settimana tra uomini altamente selezionati, il loro idillio esclusivo viene interrotto da notizie di violenti disordini in tutto il mondo – causati proprio dai nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa sviluppati da Venis.

Con le nazioni sull’orlo del collasso politico ed economico, questi titani iniziano a pianificare la gestione della crisi a proprio vantaggio – con in gioco una posta sempre più alta che metterà a rischio non solo le loro fortune e amicizie, ma anche il futuro stesso dell’umanità.

una scena da Mountainhead, film di Jesse Armstrong

MOUNTAINHEAD | da venerdì 12 settembre 2025 in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

il banner di Mountainhead, film di Jesse Armstrong

Testo, video e immagini dall’Ufficio Stampa Sky.

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