Venezia Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/venezia/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Wed, 30 Jul 2025 12:23:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Venezia Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/venezia/ 32 32 Splendida imperfezione – il primo amore di Casanova, film di Michiel Van Erp https://www.classicult.it/splendida-imperfezione-il-primo-amore-di-casanova-film-di-michiel-van-erp/ https://www.classicult.it/splendida-imperfezione-il-primo-amore-di-casanova-film-di-michiel-van-erp/?noamp=mobile#respond Wed, 30 Jul 2025 11:40:48 +0000 https://www.classicult.it/?p=313975 Splendida imperfezione - il primo amore di Casanova, film di Michiel Van Erp, segue la storia di Lucia, primo amore e promessa sposa del giovane Casanova

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SPLENDIDA IMPERFEZIONE – IL PRIMO AMORE DI CASANOVA, un film di Michiel Van Erp

con Dar ZuzovskyJonah Hauer-King e Sam Hazeldine

al cinema dal 21 agosto 2025

il manifesto di Splendida imperfezione - il primo amore di Casanova, film di Michiel Van Erp
il manifesto del film

Ambientato nella metà del ’700 tra il Veneto e i Paesi Bassi e basato su eventi reali, il film segue la storia di Lucia, primo amore e promessa sposa del giovane Casanova. Irrimediabilmente sfigurata dal vaiolo, Lucia fugge e abbandona Giacomo per paura di ostacolare i suoi ambiziosi progetti di scalata sociale. Sedici anni dopo ad Amsterdam, dove è diventata una cortigiana famosa per il misterioso velo che le nasconde il volto, Lucia incontra di nuovo Casanova, trasformatosi nel frattempo in un cinico donnaiolo. Questi la corteggia senza riconoscerla e tra i due comincia un pericoloso gioco di seduzione che spingerà Lucia a ritrovare se stessa, correndo il rischio di perdere tutto.

Mai, né nella mia vita personale né durante la mia carriera di regista, sono stato tanto affascinato da un libro. In Lucia’s Eyes racchiude tutto ciò che, secondo me, un film dovrebbe esprimere e rappresentare”,

commenta il regista Michiel Van Erp. Girato in location mozzafiato tra Venezia, Vicenza, Padova e Amsterdam, Splendida imperfezione è il racconto intimo e moderno di Lucia, figura femminile forte, in bilico tra sensualità e razionalità. Una storia che offre un contributo importante alla rappresentazione di una donna indipendente in un mondo in cui tutto sembra ruotare attorno all’apparenza.

Liberamente ispirato al best-seller di Arthur Japin, tradotto in oltre 20 lingue e vincitore del Libris Literature Prize, il più prestigioso premio letterario nei Paesi Bassi, Splendida imperfezione è stato presentato in anteprima mondiale al Film Fest Gent 2024. Interpreta Lucia Dar Zuzovsky, già nota al pubblico per il film HBO Original The Survivor e prossimamente nella serie Martin Scorsese Presents: The Saints; a vestire i panni di Casanova è Jonah Andre Hauer-King, interprete di La sirenetta di Rob Marshall e della miniserie Il tatuatore di Auschwitz.

Splendida imperfezione per la regia di Michiel Van Erp è una produzione Paesi Bassi / Italia (2024, 110’) Kaap Holland Film con Kino Produzioni, realizzato con il contributo alle coproduzioni minoritarie del Ministero della Cultura, cofinanziato dalla Regione Veneto e in collaborazione con Amazon Prime Benelux.

Fanno parte del cast Dar ZuzovskyJonah Hauer-KingSam HazeldineJosh GouldingRuth BecquartGaia Bermani Amaral.

La sceneggiatura, liberamente tratta dal romanzo In Lucia’s Eyes di Arthur Japin, è di Ursula Rani Sarma e Arthur Japin. Fotografia di Myrthe Mosterman, scenografia di Pepijn Van Looy, costumi di Ellen Lens e musiche firmate dall’italiano Francesco Cerasi.

Il film è prodotto da Maarten SwartGiovanni PompiliPeter Bouckaert e Katja Harterink.

Testo, video e immagini dall’Ufficio Stampa Kino Produzioni

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Toni, mio padre, film di Anna Negri https://www.classicult.it/toni-mio-padre-film-di-anna-negri/ https://www.classicult.it/toni-mio-padre-film-di-anna-negri/?noamp=mobile#respond Thu, 24 Jul 2025 21:00:33 +0000 https://www.classicult.it/?p=313193 Toni, mio padre, film di Anna Negri: pensatore di fama mondiale, il suo arresto rappresenta solo un capitolo di una vita fuori dal comune

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TONI, MIO PADRE, un film di ANNA NEGRI

una produzione MIR CINEMATOGRAFICA, MEDIAART, VIDEA SPA

prodotto da FRANCESCO VIRGA, TRAUDI MESSINI, FEDELE GUBITOSI, SANDRO PARENZO, CARLOTTA CERQUETTI, ANNA NEGRI

 

Toni, mio padre, film di Anna NegriWanted è lieta di portare nelle sale italiane Toni, mio padre, un film diretto da Anna Negri, che sarà presentato nella prossima edizione delle Giornate degli autori, sezione autonoma e parallela della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, all’interno delle Notti Veneziane in accordo con Isola di Edipo.

Quando Anna aveva 14 anni, suo padre Toni, professore di Scienze Politiche all’Università di Padova e uno dei leader del movimento di contestazione degli anni ‘70, è stato arrestato, con l’accusa di essere il capo occulto del terrorismo italiano, reato da cui anni dopo è stato prosciolto. Dopo quattro anni di prigione e quindici di esilio, Toni Negri è diventato un pensatore di fama mondiale, e il suo arresto rappresenta solo un capitolo di una vita fuori dal comune. Ma ad Anna, questa storia ha lasciato un’impronta indelebile. Così, quello che inizia come il racconto di una figlia sul padre e sulla loro relazione, si trasforma in un film sui traumi di due generazioni. È un corpo a corpo dialettico in cui i piani personali, psicologici, ideologici e storici si alternano vorticosamente.

Anna e Toni si ritrovano a Venezia, dove Anna è nata, dove la sua famiglia viveva quando era piccola e dove è sepolta sua madre. Sono entrambi di fronte alla macchina da presa, filmati da un amico. Toni sa che vede questa città per l’ultima volta, morirà sei mesi dopo, e Anna, che non ha mai vissuto con lui da quando è stato arrestato, lo accompagna con emozione, cercando di recuperare il tempo perduto. È in questa nuova dimensione di viaggio e di reciproca scoperta, ridotti a pochi gesti e a parole essenziali, che vediamo sciogliersi gli ultimi nodi, i dubbi, i significati di due vite tanto complesse.

 

Testo e immagini dall’ufficio stampa del film, Kinoweb, Echo Group.

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L’isola di Andrea, film di Antonio Capuano https://www.classicult.it/lisola-di-andrea-film-di-antonio-capuano/ https://www.classicult.it/lisola-di-andrea-film-di-antonio-capuano/?noamp=mobile#respond Tue, 22 Jul 2025 20:17:20 +0000 https://www.classicult.it/?p=312773 L'isola di Andrea, film di Antonio Capuano: Marta e Guido hanno smesso di stare insieme. Andrea, otto anni e figlio unico, rende più problematica la loro separazione

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L’ISOLA DI ANDREA, un film di Antonio Capuano

con Teresa SaponangeloVinicio Marchioni,

e per la prima volta sullo schermo Andrea Migliucci

IN SELEZIONE UFFICIALE FUORI CONCORSO ALL’82ª MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
E DA SETTEMBRE AL CINEMA CON EUROPICTURES

una scena dal film L'isola di Andrea, per la regia di Antonio Capuano

L’ISOLA DI ANDREA, è il nuovo film scritto e diretto da Antonio Capuano, che sarà presentato in anteprima in Selezione Ufficiale Fuori Concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e sarà poi nelle sale italiane il prossimo settembre, distribuito da Europictures.

L’ISOLA DI ANDREA è una produzione Mosaicon FilmEskimo, Indigo Film e Europictures con RAI Cinema: realizzato con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC (Ministero della Cultura) e con il contributo della Regione Campania in collaborazione con Film Commission Regione Campania, il film è prodotto da Andrea Leone e Antonella Di MartinoDario FormisanoNicola Giuliano e Lucy De Crescenzo.

Protagonisti dell’intenso legal drama sono Teresa Saponangelo (È stata la mano di Dio, Nata per Te, I Limoni d’inverno, Il buco in testa) e Vinicio Marchioni (DiamantiC’è ancora domani, Mia, Grazie Ragazzi), una coppia separata che affronta una dolorosa battaglia giudiziale per la gestione del loro figlio, interpretato dal piccolo Andrea Migliucci, per la prima volta sullo schermo.

Dopo Il buco in testa, Antonio Capuano, uno degli autori più presenti alla Mostra del cinema di Venezia premiato con il David di Donatello alla carriera nel 2022, torna alla regia per raccontare la storia di una separazione senza filtri, in cui molte persone possono sicuramente riconoscersi. A proposito delle modalità di narrazione, il regista commenta:

Ho cominciato a immaginare una storia asciutta, che osservasse la separazione dai tre differenti punti di vista, attraverso passaggi leggibili e nitidamente rappresentabili. Una storia “semplice” ben consapevole che la “semplicità” è la cosa più complicata da rappresentare, una storia girata in pochi ambienti, con luci chiare e naturali e moltissimi primi e primissimi piani”.

L’ISOLA DI ANDREA, dopo il passaggio a Venezia, arriverà in sala a settembre, distribuito da Europictures.

SINOSSI:

Marta e Guido hanno smesso di stare insieme. Andrea, otto anni e figlio unico, rende più problematica la loro separazione. I due adulti richiedono dunque al tribunale dei minorenni una “sentenza giudiziale” che disciplini, in via definitiva, quanti giorni Andrea debba stare con la madre, quanti con il padre. Il magistrato dispone colloqui e perizie, che costringono tanto i genitori quanto il bambino ad approfondire, laddove possibile, le ragioni dei rispettivi disagi e desideri. E così facendo a “rivelarsi” progressivamente.

Il piccolo Andrea, in particolare, soffre il tempo che gli viene sottratto, così come il sentirsi “conteso” tra due genitori cui vuol bene alla stessa maniera. Marta e Guido mettono in campo tutte le proprie energie – istrioniche, nevrotiche, omissive – e lottano strenuamente, l’uno aspettando che l’altro ceda …

Tutti alla ricerca di un equilibrio, che dovrà essere – al netto di imprevisti o “colpi di testa” – l’equilibrio delle loro nuove vite.

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Echo Group.

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Un ostriarium romano in laguna di Venezia https://www.classicult.it/un-ostriarium-romano-in-laguna-di-venezia/ https://www.classicult.it/un-ostriarium-romano-in-laguna-di-venezia/?noamp=mobile#respond Tue, 15 Apr 2025 17:48:25 +0000 https://www.classicult.it/?p=301531 Un ostriarium romano in laguna di Venezia, in località Lio Piccolo: una esposizione al Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

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UN OSTRIARIUM ROMANO IN LAGUNA DI VENEZIA
Venezia, Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue, piano terra

16 aprile – 2 novembre 2025

Il racconto e la restituzione di una scoperta unica in Italia: un vivarium probabilmente annesso a una villa del I secolo d.C. 

Un nuovo elemento per leggere la storia della Laguna “prima di Venezia” in epoca imperiale romana

Studiare la Laguna per conoscere e capire la natura e la biodiversità, ma anche il rapporto plurisecolare tra l’uomo e questo particolare ambiente, dove città ed ecosistema convivono in un delicato equilibrio. Questo, in particolare, il filo delle attività del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue, che tra gli appuntamenti più importanti del 2025 ospita la restituzione del progetto di ricerca  realizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia: la scoperta di un particolare sito archeologico sommerso nella laguna di Venezia, in località Lio Piccolo, Cavallino-Treporti.

È qui che indagini stratigrafiche subacquee avviate nel 2021 hanno portato alla luce una vasca in mattoni e tavole di legno contenente circa 300 gusci di ostriche: una struttura databile al I secolo d.C. e interpretata come un antico ostriarium, uno spazio destinato al mantenimento in vita di questi molluschi prima del loro consumo. Ad oggi, una scoperta unica in Italia, che trova un solo confronto noto nella laguna di Narbonne, in Francia.

Un ostriarium romano in laguna di Venezia. Gallery:

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Una parte di questi significativi rinvenimenti, reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare saranno esposti al Museo di Storia Naturale dal 16 aprile al 2 novembre 2025: un allestimento che restituisce i primi risultati di questo progetto di ricerca, fornendo ulteriori informazioni sugli abitanti della Laguna in epoca imperiale romana e che, non  ultimo, mette in luce l’importanza di un lavoro di ricerca scientifica interdisciplinare che ha coinvolto archeologi, geologi, biologi, per restituire al pubblico i risultati di questa indagine e invitare alla scoperta e conoscenza della ricchezza della Laguna.

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Una scoperta per la storia della laguna di Venezia

Il sito archeologico di Lio Piccolo, segnalato nel 1988 da Ernesto Canal che, per primo, aveva ipotizzato di vedervi i resti di una villa romana, si trova lungo la riva meridionale di Canale Rigà. Sul fondo della vasca sono stati rinvenuti circa 300 gusci di ostrica comune (Ostrea edulis), specie gradualmente scomparsa dalla Laguna nella seconda metà dell’Ottocento, ed alcuni gusci di altri bivalvi, come i canestrelli. Le paratie, come avveniva nelle peschiere a mare di età romana, permettevano probabilmente l’isolamento tra le diverse specie. Le analisi dendrocronologiche e la datazione al Carbonio 14 delle parti in legno portano a datare la costruzione della struttura nella metà del 1° secolo d.C. A contatto con il vivarium si trovano delle fondazioni in mattoni sorrette da una selva di pali in quercia che dovevano appartenere a un edificio piuttosto importante costruito nello stesso periodo. Centinaia di frammenti di affresco, tessere di mosaico e alcune lastrine di marmi pregiati fanno interpretare l’edificio come una possibile villa di lusso, forse proprio una di quelle ville marittime che Marziale, alla fine del 1°secolo d.C., colloca nei lidi di Altino. Tra i rinvenimenti più importanti, anche una gemma preziosa che doveva ornare la montatura di un anello di una persona molto agiata frequentatrice dell’ostriarium.

 

Dalla ricerca alla divulgazione: un patrimonio per tutti

Il Museo, che conserva importantissime collezioni scientifiche dei più grandi scienziati e naturalisti locali, continua ancora oggi a studiare la Laguna, per comprendere il rapporto così unico che lega la città al suo territorio e garantire la continua documentazione fisica dell’ambiente e delle sue trasformazioni. Una missione che può realizzarsi solo collaborando con le altre realtà istituzionali che lavorano e studiano la Laguna nei suoi più diversi ambiti ed aspetti. In quest’ottica nasce la collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari, per valorizzare un progetto di ricerca che ci offre inedite informazioni sulle attività ittiche in Laguna ai tempi della Roma Imperiale.

La laguna di Venezia è, quest’anno più che mai, il tema che collega le attività del museo. Attraverso esposizioni, conferenze e incontri – come i prossimi appuntamenti estivi al museo – il Museo di Storia Naturale di Venezia si impegna a rendere accessibili le conoscenze acquisite, coinvolgendo non solo gli esperti del settore, ma anche il pubblico più ampio. La divulgazione diventa così l’ultimo, ma indispensabile tassello, di un percorso che valorizza il passato per comprendere meglio il presente e il futuro della laguna di Venezia.

Il progetto di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici è reso possibile grazie a finanziamenti dell’ateneo, del Comune di Cavallino Treporti, del progetto CHANGES PNRR e di un progetto PRIN PNRR, in collaborazione con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova (prof. Paolo Mozzi) e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze (prof.ssa Adele Bertini).

Le ricerche sono condotte in regime di concessione del Ministero della Cultura– Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna.

 

Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa Fondazione Musei Civici di Venezia, Studio ESSECI e dall’Ufficio Comunicazione e Promozione di Ateneo Università Ca’ Foscari Venezia

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Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale https://www.classicult.it/palazzo-reale-di-napoli-una-mostra-per-i-300-anni-dalla-nascita-di-giacomo-casanova-giambattista-pittoni/ https://www.classicult.it/palazzo-reale-di-napoli-una-mostra-per-i-300-anni-dalla-nascita-di-giacomo-casanova-giambattista-pittoni/?noamp=mobile#respond Mon, 31 Mar 2025 21:44:34 +0000 https://www.classicult.it/?p=299807 Per i 300 anni dalla nascita, a Palazzo Reale la mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli

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la mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova – Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli
20 maggio – 15 agosto 2025
Palazzo Reale di Napoli
Alcova della Regina

Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale

Napoli, 20 maggio 2025 – In occasione delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, è stata inaugurata oggi al Palazzo Reale di Napoli, la mostra “Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli”, fino al prossimo 15 agosto.

In esposizione nell’Alcova della Regina tre opere del pittore veneziano Giambattista Pittoni (1687-1767), alcune riproduzioni fotografiche dal fondo del casanovista Aldo Ravà conservato presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia e materiali dal Fondo Di Giacomo della sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli.

Venere (Giambattista Pittoni) Diana (Giambattista Pittoni) Apollo, inedito (Giambattista Pittoni)

I tre dipinti di Pittoni, raffiguranti Venere, Diana e Apollo (quest’ultimo è un inedito), riproducono le atmosfere voluttuose e maliziosamente libertine sul cui sfondo si svolsero le vicende umane e intellettuali di Casanova; le opere provengono dagli eredi Miari Cumani, discendenti di due antiche famiglie venete, e appartengono a una collezione privata americana, la Steven Maksin Family Collection di Las Vegas, Nevada.

Il quadro di Apollo è totalmente inedito, mentre quelli di Venere e Diana sono stati illustrati con due fotografie in bianco e nero da Egidio MartiniLa pittura veneziana del Settecento (Venezia, Edizioni Marciane, 1964), ma considerati scomparsi da Franca Zava Boccazzi che ha pubblicato il catalogo ragionato di Pittoni (Pittoni. L’opera completa, Venezia, Alfieri, 1979).

Le opere sono state rinvenute e riconosciute dallo storico dell’arte Andrea Donati nel 2024 che ha offerto il supporto scientifico e tecnico allo staff di Palazzo Reale composto da Elena Carrelli, Antonella Delli Paoli, e Stefano Gei, che si è occupato della curatela e dell’allestimento, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia.

Gli anni in cui il veneziano Giambattista Pittoni dà vita a questo ciclo pittorico a carattere mitologico sono anche gli anni in cui il suo concittadino Giacomo Casanova si reca per la prima volta a Napoli, nella prima metà del ‘700. Il languore dei protagonisti dei dipinti di Pittoni è pienamente consonante con il gusto rococò dell’epoca, e con le atmosfere che avvolgono nel mito la figura del celebre avventuriero, diventato antonomasia del seduttore.

Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchcov, 4 giugno 1798) fu scrittore, diplomatico, scienziato e esoterista, protagonista assoluto di una moltitudine di stagioni erotiche da Venezia a Napoli, dove soggiornò per cinque volte, e dove in seguito fiorirono gli studi casanovisti di intellettuali del calibro di Benedetto Croce Salvatore Di Giacomo.

Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli, la mostra a Palazzo Reale

Gli altri materiali in mostra sono documenti di due studiosi, il veneziano  Aldo Ravà (1879-1923), collezionista e studioso di arte e letteratura del Settecento e il poeta e saggista napoletano  Salvatore Di Giacomo (1860-1934), diversissimi per provenienza familiare e formazione, per fama e professione, ma entrambi votati, quasi fino all’ossessione, a ricostruire la storia vera delle vicende che portarono il veneziano a viaggiare in mezza Europa, e a restituire alla sua opera letteraria la dignità che ritenevano gli fosse stata ingiustamente sottratta dal moralismo delle epoche successive.

Nell’ammirazione per Casanova dei due studiosi si scorge una nostalgia che rimanda alla visione del loro tempo: il loro modo di guardare, cioè, svela molto più del loro secolo che di quello di Casanova, in un gioco di specchi e rimandi che sembra quasi replicare il gioco di sguardi dei protagonisti delle tre opere di Pittoni citate all’inizio.

L’Alcova della Regina, al piano nobile del Palazzo Reale, è il luogo quanto mai appropriato per mettere in mostra le opere di Pittoni e le ricerche di Di Giacomo e Ravà: questo piccolo ambiente settecentesco, che ricalca l’impianto architettonico del periodo vicereale, faceva parte insieme ai due vani confinanti, la Cappella e il Gabinetto, dell’appartamento privato della regina. Il suo carattere di rifugio intimo è ancora leggibile come tale anche dopo le trasformazioni del XVIII e XIX secolo.

La mostra è visitabile tutti i giorni escluso il mercoledì (ore 9.00 -20.00)

L’accesso è compreso nel biglietto d’ingresso di Palazzo Reale.

mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova PALCO mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova PALCO

DICHIARAZIONI

Paola Ricciardi, Dirigente delegato del Palazzo Reale di Napoli

“Questa piccola esposizione intende essere il punto di partenza per ulteriori focus sugli ambienti dell’Appartamento di Etichetta di Palazzo Reale, attraverso una lettura delle collezioni che metta in risalto la dimensione della Reggia come spazio dell’abitato, luogo della vita quotidiana dei Re, indagata sia negli aspetti più ufficiali sia nella dimensione più privata e “domestica”.

Andrea Donati, storico dell’arte e curatore della mostra

“Il trittico di Giambattista Pittoni esposto in questa mostra è stato realizzato nello stesso periodo. I dipinti sono sempre stati esposti insieme. Riconoscere l’attribuzione dell’Apollo a Pittoni a distanza di 60 anni dalla pubblicazione in bianco e nero dei dipinti di Venere e Diana è il risultato di un lavoro che premia lo studio e la ricerca. I dipinti, realizzati su commissione di un’antica famiglia nobile di Padova, ora estinta, all’origine erano verosimilmente esposti in un piccolo boudoir. Non escludo la possibilità che ne sia stato realizzato un quarto che rappresentasse Adone oppure Marte, vista il gioco speculare delle figure”.

Monica Viero, Fondazione Musei Civici di Venezia, resp. Biblioteca Museo Correr e Biblioteche e Archivi MUVE

“La mostra offre l’occasione, grazie alla collaborazione tra Palazzo Reale di Napoli e Fondazione Musei Civici di Venezia, che custodisce e valorizza il più rilevante patrimonio storico, artistico e culturale della città, di presentare un racconto inedito sul Settecento veneziano e non solo. Le ricchissime raccolte bibliografiche e documentarie conservate dai Musei Civici di Venezia offrono per questo percorso i loro materiali casanoviani, che comprendono anche documenti legati a illustri casanovisti napoletani conservati nel fondo del collezionista veneziano Aldo Ravà, che dedicò anni di studi alla riabilitazione dell’immagine di Casanova divenuto il testimone spesso scomodo di quel lato oscuro del Settecento che la morale dei secoli successivi doveva inevitabilmente condannare”.

 Donatella Dentice di Accadia, Componente del Comitato Scientifico del Palazzo Reale di Napoli

“Quando, parlando con Andrea Donati e Monica Viero, si è prospettata la possibilità di partecipare alle celebrazioni in onore di Giacomo Casanova, ho pensato immediatamente a Palazzo Reale. Il Comitato Scientifico di cui sono onorata di far parte, si batte infatti per preservare la vocazione aulica del luogo, anche nelle celebrazioni che in esso avvengono. E chi potrebbe, meglio di Giacomo Casanova, personaggio settecentesco, raffinato e di incredibile vivacità, circondato dalla magica aura dell’Amore, veneziano, ma più volte presente a Napoli, animare l’alcova della Regina? Il fil rouge Venezia-Napoli già evidenziato nelle recenti mostre dell’Archivio di Stato (“Trame – Le sete di San Leucio ed i velluti di Rubelli” e “Paris Bordone – Allegoria della primavera e dell’autunno”), si snoda ora nella Reggia napoletana”.

 

Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova
Viaggio nel ‘700 tra Venezia a Napoli

dal 20 maggio al 15 agosto 2025

Alcova della Regina di Palazzo Reale di Napoli – Piazza del Plebiscito, 1

 

Orari:

tutti i giorni ore 9.00 – 20.00 (ultimo ingresso ore 19,00) – chiuso il mercoledì

Biglietto compreso nel prezzo del Museo:

intero 15 euro; ridotto 2 euro (18-25 anni); gratuito (0-18 anni) e possessori Artecard;

Prenotazioni: https://portale.museiitaliani.it/b2c/buyTicketless/4bad3b4a-f7ea-4b25-b00f-0a3a52e076c5

Helpdesk biglietti: info@museiitaliani.it

info e contatti:

www.palazzoreale.org

X | @PalazzoRealeNap
Instagram | @palazzorealenapoli_ufficiale |@museo_villa_pignatelli_napoli
Facebook | @PalazzoRealeNapoli |@villapignatellicasadellafotografia

 


Palazzo Reale di Napoli, una mostra per i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova
Il 2 aprile ricorrono i 300 anni dalla nascita e dal 20 maggio 2025  si inaugura una mostra con tre opere di Giambattista Pittoni

Napoli, 31 marzo 2025 – Il 2 aprile ricorre l’anniversario della nascita di Giacomo Casanova e il Palazzo Reale di Napoli partecipa alle celebrazioni per i 300 anni ospitando dal prossimo 20 maggio, nelle sale dell’Appartamento di Etichetta, tre opere del pittore veneziano Giambattista Pittoni (1687-1767) appartenenti ad un collezionista americano e alcuni materiali provenienti dal fondo del casanovista Aldo Ravà conservato presso la Biblioteca del Museo Correr.

Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchcov, 4 giugno 1798) fu scrittore, diplomatico, scienziato, esoterista, ma anche protagonista assoluto di una moltitudine di stagioni erotiche da Venezia a Napoli, dove soggiornò per cinque volte, e dove in seguito fiorirono gli studi casanovisti di intellettuali del calibro di Benedetto Croce Salvatore Di Giacomo.

La storia di Casanova si lega non solo a Napoli, ma anche al Palazzo Reale dove si reca nella sua seconda visita nella città partenopea, come racconta Croce nel suo testo “Aneddoti e profili Settecenteschi”, e incontra una sorta di guida che si sarebbe offerta di fargli vedere l’edificio.

Apollo, inedito (Giambattista Pittoni)
Apollo, inedito (Giambattista Pittoni)

I tre dipinti di Pittoni, rappresentano Venere e Diana  e Apollo (quest’ultimo è un inedito), riproducono le atmosfere voluttuose e maliziosamente libertine sul cui sfondo si svolsero le vicende umane e intellettuali di Casanova e provengono dagli eredi Miari Cumani, discendenti di due antiche famiglie venete.

Considerati scomparse, le opere sono state rinvenute e riconosciute dallo storico dell’arte Andrea  Gianluca Donati nel 2024. A lui è affidata la curatela della mostra che sarà inaugurata il prossimo 20 maggio nella reggia partenopea, con il supporto scientifico e tecnico dello staff di Palazzo Reale, che ne curerà anche l’allestimento, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia. L’accesso sarà compreso nel biglietto d’ingresso.

“Questa mostra rappresenta un’occasione per ritessere i fili di una vicenda poco nota che lega Napoli a Venezia – afferma Paola Ricciardi, Dirigente delegata di Palazzo Reale – Nell’anno  in cui si celebrano i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, Palazzo Reale arricchisce l’offerta per il pubblico facendo conoscere, attraverso l’arte, un’altra delle numerose storie di cui è stato testimone e uno dei personaggi illustri protagonista del ‘700 italiano”.

ritratto di Giacomo Casanova
ritratto di Giacomo Casanova: la mostra sarà a Palazzo Reale di Napoli dal prossimo 20 maggio 2025

Testi e immagini dall’Ufficio Stampa Palazzo Reale di Napoli, Diana Kühne. Aggiornato il 20 maggio 2025.

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Restauro e riallestimento della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro https://www.classicult.it/restauro-e-riallestimento-della-galleria-giorgio-franchetti-alla-ca-doro/ https://www.classicult.it/restauro-e-riallestimento-della-galleria-giorgio-franchetti-alla-ca-doro/?noamp=mobile#respond Wed, 26 Mar 2025 21:55:05 +0000 https://www.classicult.it/?p=299116 Restauro e riallestimento della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro: avanzamento lavori e chiusura temporanea

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Restauro e riallestimento della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro | Avanzamento lavori e chiusura temporanea

Prosegue a ritmo serrato il progetto di restauro e riallestimento della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, finanziato da Venetian Heritage in collaborazione con la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti. L’iniziativa ha come obiettivo la valorizzazione del museo, migliorandone l’accessibilità e la fruizione delle sue straordinarie opere d’arte. Con un investimento complessivo di otto milioni di euro, i lavori saranno conclusi nel maggio 2027. Il museo rinnovato sarà presentato al pubblico in concomitanza con le vernici di Biennale Architettura.

Per garantire la continuità delle visite, il restauro del palazzo è stato suddiviso in più fasi. Avviati nel gennaio 2023, gli interventi al primo piano nobile sono ormai in fase di completamento: sono stati portati a termine il rifacimento degli intonaci interni, la manutenzione dei soffitti lignei, il restauro dell’apparato marmoreo delle logge, dei pavimenti alla veneziana e degli infissi, oltre al potenziamento dell’impianto elettrico.

Prima di procedere con il restauro del secondo piano nobile si rende necessaria la chiusura temporanea del museo. Questa fase prevede un intervento cruciale: il rifacimento totale della centrale termica e dell’impianto di condizionamento, un investimento di circa 1,3 milioni di euro essenziale per la corretta conservazione delle opere d’arte. Durante questo periodo, resterà accessibile il magnifico androne al piano terra decorato con i preziosi mosaici ideato dal Barone Giorgio Franchetti.

Parallelamente al restauro, il progetto include un nuovo allestimento della collezione permanente, pensato per rispondere alle esigenze dei visitatori contemporanei, nonché il rinnovamento degli spazi di ingresso e di servizio.

Dal 7 aprile 2025, le sale espositive del museo saranno temporaneamente chiuse, ma grazie a importanti collaborazioni con musei statali, i capolavori più celebri della Ca’ d’Oro resteranno accessibili al pubblico. Il “Doppio Ritratto” di Tullio Lombardo sarà esposto alle Gallerie dell’Accademia di Venezia nella mostra “Corpi Moderni” a partire dal 4 aprile, mentre il celebre “San Sebastiano” di Andrea Mantegna dall’12 aprile sarà protagonista di una mostra dossier presso il Palazzo Ducale di Mantova, città in cui l’opera fu realizzata per i Gonzaga e dove l’artista visse e morì.

Mantegna vs Mantegna. Tra luce e ombra: la Camera Picta e il San Sebastiano di Ca’ d’Oro

la facciata della Ca' d'Oro a Venezia, che ospita la Galleria Giorgio Franchetti. Foto di Didier Descouens, CC BY-SA 4.0
la facciata della Ca’ d’Oro a Venezia, che ospita la Galleria Giorgio Franchetti. Foto di Didier Descouens, CC BY-SA 4.0

Testo dagli Uffici Stampa Direzione regionale Musei nazionali Veneto, Venetian Heritage

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Io non cancello – La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti: il destino della parola https://www.classicult.it/io-non-cancello-la-mia-vita-fraintesa-di-emilio-isgro-con-chiara-gatti-il-destino-della-parola/ https://www.classicult.it/io-non-cancello-la-mia-vita-fraintesa-di-emilio-isgro-con-chiara-gatti-il-destino-della-parola/?noamp=mobile#respond Mon, 17 Mar 2025 11:03:28 +0000 https://www.classicult.it/?p=295331 Emilio Isgrò, un artista che attraversa la storia della nostra Penisola, nel suo libro Io non cancello - La mia vita fraintesa, edito da Solferino Libri

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Io non cancello – La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti: il destino della parola

la copertina del libro Io non cancello – La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri (2024) nella collana Saggi. Foto di Alessandro Turillo

“In Italia non accade mai niente di davvero contemporaneo” quante volte abbiamo sentito dire questa frase? Sono proprio questi pensieri che tendono ad affievolire il vento necessario per proseguire nel viaggio della nostra identità culturale.

Così talvolta deponiamo la fiducia nel divenire del mondo sempre altrove, in luoghi lontani, forse mai visti: Dubai, Montecarlo, Hong Kong, Los Angeles, e così via.

E intanto mentre in tanti si accapiglino per scoprire una novità, o per un frammento di visibilità, qualcosa continua ad accadere. Come se un pudore quasi sacro la circondasse di una qualche preziosità, preservandola dalla luce del presente.

Vorrei parlarvi di una di queste preziosità preservata a lungo dalle luci del presente che oggi trova felice riconoscimento in Italia e all’estero. Un artista che ci fa vedere quanto le parole siano importanti, dando loro nuova vita, qualcosa che attraversa da sessant’anni circa la Storia della nostra Penisola e che trova sempre molteplici forme espressive: un recente documentario su di lui, mostre nei più importanti musei e anche un libro leggero e leggibile, che ci arriva dopo tanto viaggiare. 

Emilio Isgrò. Autocurriculum sotto il sole

Io non cancello – La mia vita fraintesa” di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri, è anche – tra le tante cose – tutto questo.

Per chi non conoscesse Emilio Isgrò, siamo davanti a un artista contemporaneo che dagli anni ’60 ha dato vita al suo progetto d’arte che oggi è riconosciuto da tutti come “cancellatura”. Per esemplificare è l’artista che ha “cancellato” l’enciclopedia Treccani e la Costituzione italiana.

Foto di Alessandro Turillo

Nato poeta, parte dalla Sicilia per sbarcare a Milano, dove diventa giornalista. A Venezia scriverà per la redazione del Gazzettino nelle pagine dedicate alla cultura, poi già artista contemporaneo tornerà a Milano, sua nuova casa, lavorando all’intuizione avuta nel 1964 della “cancellatura”, sviluppando il suo primo nucleo in progetti sempre più ampi e articolati che lo porteranno fin dentro al Quirinale, e finalmente stimato artista, oltre i confini nazionali.

Lo scarto, l’opacizzazione, la censura, l’iconoclastia, l’oblio, il negazionismo, il revisionismo sono lontanissimi da un’idea di cancellatura che lascia affiorare l’essenza, che modifica, agisce creativamente sul testo, per sottolinearne l’anima e la potenza” (p. 195).

Chi per sbaglio ha letto i miei articoli sull’arte contemporanea sa che una delle mie priorità è quella di trovare delle chiavi di accesso ad un mondo che ci pare sempre oscuro e poco comprensibile.

Foto di Alessandro Turillo

Il libro di Isgrò è a mio avviso anche un ottimo passaggio attraverso il mondo dell’arte americana e italiana, attraverso il punto di vista di un artista che ha vissuto in stretto contatto con la cultura italiana dagli anni ’60 ad oggi, e che non ha mai smesso di interrogarsi sul suo operare e su quello dei suoi colleghi.

Ma, davanti all’avanzata dell’arte americana più corriva e compiacente e della cultura dell’immagine in un’epoca ridondante di media così travolgenti da renderci ciechi io trasformai in immagine la parola come avevano fatto i cubisti e i futuristi a inizio secolo, quando inserivano strappi di giornale nella pittura, per creare valori emotivi fondati sulla verbalità” (p. 97).

Foto di Alessandro Turillo

Nel leggerlo ho potuto rivivere l’incredibile fermento della Milano degli anni d’oro, che hanno reso la città quello che conosciamo, ripassando alcuni dei momenti salienti della vita culturale della penisola, mentre al tempo stesso approfondivo con piacere il senso del gesto d’arte che hanno reso Emilio un poeta del nostro tempo.

Foto di Alessandro Turillo

Un libro che potrebbe soprattutto aprire a due considerazioni importanti per me: cosa lasciare e cosa tenere nel crescente caos in cui ci troviamo, e quale sia la strada sacra da seguire per tornare ad appropriarci del nostro presente senza perdere di vista il mondo che ci circonda.

la copertina del libro Io non cancello - La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri (2024) nella collana Saggi
la copertina del libro Io non cancello – La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri (2024) nella collana Saggi

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

la copertina del libro Io non cancello - La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri (2024) nella collana Saggi. Foto di Alessandro Turillo
la copertina del libro Io non cancello – La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara Gatti, edito da Solferino Libri (2024) nella collana Saggi. Foto di Alessandro Turillo

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Bilancio degli ingressi nei musei italiani nel 2024 https://www.classicult.it/bilancio-degli-ingressi-nei-musei-italiani-nel-2024/ https://www.classicult.it/bilancio-degli-ingressi-nei-musei-italiani-nel-2024/?noamp=mobile#respond Wed, 01 Jan 2025 11:33:43 +0000 https://www.classicult.it/?p=289847 Il bilancio 2024 degli ingressi in alcuni dei principali musei italiani; oltre un milione di visitatori al Museo Egizio di Torino nell'anno del bicentenario

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Il bilancio 2024 degli ingressi in alcuni dei principali musei italiani.
Articolo in aggiornamento (1 – 14 gennaio 2025).


OLTRE 130MILA PARTECIPANTI ALLE ATTIVITÀ DI M9 IN UN ANNO

  • In grande crescita il numero dei visitatori del Museo: 62mila, +35% sul 2023

  • Si rafforza il legame con il territorio grazie a “Ritroviamoci in M9”: oltre 200 associazioni raggiunte

Venezia Mestre, 14 gennaio 2025M9 – Museo del ’900 chiude il 2024 con un bilancio molto positivo e si affaccia a un anno di nuovi traguardi e ambiziosi progetti, nel segno di un continuo consolidamento sul piano nazionale e internazionale. È questo il quadro illustrato nel corso della presentazione alla stampa della programmazione 2025 del Museo, che ha visto la presenza di Serena Bertolucci, Direttrice di M9, ed Emanuela Bassetti, Consigliere Generale di Fondazione di Venezia e Consigliere di Amministrazione di M9.

Nell’occasione sono stati presentati i risultati dell’anno appena concluso, accolti con grande soddisfazione da Museo e Fondazione. Il 2024 si è chiuso con oltre 130.000 partecipanti alle attività di M9, comprensivi della parte museale e delle oltre trecento giornate di eventi che si sono tenuti nell’anno, un incremento considerevole rispetto alle 100.000 del 2023 (+30%). Inoltre, le presenze complessive stimate nel 2024 arrivano a 300.000, considerando i frequentatori di tutte le attività presenti nel Distretto e degli eventi della città che hanno coinvolto gli spazi di M9. Una crescita ancora più evidente si è riscontrata nei visitatori del Museo che, tra l’esposizione permanente e le mostre temporanee, hanno raggiunto la quota di 62.000, superando del 35% i 45.000 dell’anno scorso.

Un risultato, quest’ultimo, che riflette il successo delle mostre monografiche ospitate al terzo piano nel corso dell’anno, dedicate a due artisti di grande prestigio internazionale: Banksy. Painting Walls, con 25.000 visitatori, e BURTYNSKY: Extraction/Abstraction (15.000 visitatori), che hanno dialogato con l’esposizione permanente grazie anche alle due integrazioni espositive al secondo piano e alla sala immersiva M9 Orizzonti.

Il bilancio 2024 riflette dunque la crescita di M9 quale ecosistema complesso e plurale, un luogo di cultura nella sua più ampia accezione, come auspicato a inizio mandato dalla Direttrice Serena Bertolucci, che conclude con soddisfazione il suo primo anno di direzione. Una traiettoria di sviluppo condivisa inoltre anche da M9 District, che ha raggiunto l’occupazione completa di tutti i suoi ambienti e, con l’ingresso delle attività commerciali, ha rafforzato il suo ruolo di aggregatore sociale e luogo di riferimento per la comunità.

Quando sono arrivata in questo meraviglioso Museo, un anno fa, avevo promesso il mio massimo impegno per rendere M9 un luogo di cultura inclusivo e partecipato, un ruolo necessario per un’istituzione culturale che racconta la storia di tutti. A un anno di distanza possiamo dire di avere imboccato la strada giusta, alla luce dei risultati che non si esauriscono nei numeri, ma si esprimono anche nella forza dei legami che insieme stiamo creando”, ha dichiarato Serena Bertolucci, Direttrice di M9-Museo del ’900. “L’approccio binario che caratterizza questo Museo, fondato sul dialogo con il territorio e sul posizionamento nazionale, si consoliderà ancora quest’anno, grazie anche a due grandi mostre che uniranno memoria e contemporaneità con un racconto che uscirà anche dai confini nazionali”.

Quello appena concluso è stato un anno fondamentale per M9, che mai come ora ha reso evidente il suo potenziale e i grandi margini di crescita non solo come luogo di riferimento per il territorio, ma anche come modello a livello nazionale per l’approccio innovativo nel raccontare la cultura. Lo sviluppo del Museo in questo ultimo anno non si riflette solamente nella sua offerta culturale, arricchita da mostre di primo livello dedicate a due artisti internazionali come Banksy e Burtynsky, bensì nella crescita sistemica di tutto il Polo M9, capace sempre di più di attrarre la cittadinanza, attivare partecipazione e generare opportunità”, ha commentato Emanuela Bassetti, Consigliere Generale di Fondazione di Venezia e Consigliere di Amministrazione di M9.

Testo dall’Ufficio stampa M9 – Museo del ’900


Oltre un milione di visitatori al Museo Egizio di Torino nel 2024

Oltre un milione di visitatori per il Museo Egizio, nell’anno del suo bicentenario. Nel 2024 sono stato 1.036.689 i visitatori, compresi i partecipanti agli eventi istituzionali, a fronte dei 1.061.157 ingressi nel 2023. Un risultato non scontato, vista la chiusura al pubblico del Museo di un mese, a cavallo tra giugno e luglio, per poter avviare i cantieri e altri lavori di riallestimento della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya. Cantieri che hanno obbligato il museo a riorganizzare i percorsi di visita, a partire dallo scorso aprile.

Il mese che ha registrato un maggiore afflusso di pubblico è stato marzo 2024 (con 117.678 visitatori, +19,3% rispetto all’analogo mese del 2023). L’incremento maggiore di visitatori, rispetto all’analogo mese dell’anno scorso, lo ha registrato novembre con 105.112 (+ 24% rispetto a novembre 2023), complice anche la celebrazione del bicentenario del Museo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

Solo in occasione del Festival 200, una notte bianca e due giorni di eventi ed happening gratuiti in Museo a cavallo tra il 20 e il 22 novembre 2024, hanno fatto ingresso in Museo 23.004 persone. Ottime performance di incremento di visitatori anche per febbraio con 95.532 (+10,3%).

Sono 484.394 i follower totali dei social del Museo Egizio (con una crescita del 10.9% rispetto al 2023).

La reach totale dei post è aumentata del 128% rispetto all’anno precedente, arrivando a 28.082.943 di utenti unici che hanno visto i contenuti pubblicati sui profili ufficiali del museo. Tra le varie piattaforme, è ancora Facebook quella che garantisce la maggiore reach.

Il più antico Museo Egizio al mondo nell’anno del suo bicentenario ha voluto puntare i riflettori sulla natura contemporanea dei musei archeologici, luoghi di scambio culturale e di ricerca, entità vive, in continua evoluzione e in dialogo con la società.

E’ proseguito in questo solco il percorso di rinnovamento, sotto il profilo architettonico e sotto il profilo scientifico e di riallestimento delle collezioni, iniziato con l’inaugurazione della Galleria della Scrittura nel dicembre 2023, e proseguito quest’anno con il riallestimento della Sala Deir-El Medina, la creazione della Sala dei Tessuti, il lancio dei Giardini Egizi sul Roof Garden, la creazione della sala dedicata al corredo della Regina Nefertari, a 120 anni dalla scoperta della sua tomba, e non ultimo l’allestimento permanente di un’ala del museo dal titolo Materia – Forma del tempo.

La sintesi plastica del nuovo corso del Museo Egizio, che intende coniugare la progettazione architettonica alla ricerca archeologica, è costituita proprio dalla nuova Galleria dei Re e dalla Cappella Rupestre di Ellesiya, il cui nuovo ingresso da via Duse, nel retro del Museo, ha rimodellato il palazzo seicentesco dell’ex Collegio dei Nobili e l’esperienza di visita della Cappella.

Il Museo Egizio e il PNRR

Il Museo ha poi realizzato a settembre 2024 un progetto di accessibilità, con un investimento di 499.767 euro nell’ambito del PNRR, Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, Componente 3 “Turismo e Cultura 4.0” (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.2: Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi – Linea di azione 2: luoghi della cultura pubblici non afferenti al MiC, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU e gestito dal Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Musei.

Il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro interdipartimentale del Museo Egizio, in stretta collaborazione con diverse realtà del territorio torinese, coinvolgendo attivamente stakeholder e associazioni di persone con disabilità visive e uditive (UICI di Piemonte e Torino, Istituto dei Sordi) e Fondazione Paideia, in riferimento a persone con bisogni comunicativi complessi.

Il Museo fuori dal Museo

L’Egizio ha inoltre consolidato il suo ruolo proattivo nel tessere rapporti con altri enti culturali e produrre eventi di alto profilo, che hanno coinvolto fotografi, artisti, musicisti e scrittori del calibro di Orhan Pamuk, in collaborazione con il Salone del Libro, Gallerie d’Italia Torino e Sistema Musica del Comune di Torino, con cui per la prima volta ha dato vita ad un festival trimestrale di musica classica e jazz dal titolo “Incanto Egizio”.

La fotografia e la video arte hanno incontrato l’archeologia e l’antico Egitto nell’ambito di “Paesaggi/Landscapes” una installazione immersiva accompagnata da un ciclo di incontri che si sono svolti in Gallerie d’Italia Torino a cavallo tra giugno e settembre 2024, frutto di un accordo triennale tra la Fondazione Museo delle Antichità Egizie e Intesa Sanpaolo, su iniziative di sviluppo e diffusione della cultura e dell’arte. Dallo scorso 1° agosto inoltre è visitabile a Forte dei Marmi (Lucca) la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, che, fino al 2 aprile, propone un viaggio nel tempo, dall’Epoca Predinastica (3900 – 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. – 395 d.C.), attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri, reperti di grande valore provenienti dai depositi del Museo.

I direttori dei grandi musei internazionali sono stati ancora protagonisti del ciclo di conferenze What is a Museum? e sono tornati a Torino a metà dicembre, in occasione del Simposio internazionale “Memory is our future”, che ha visto confrontarsi a una settantina di archeologi, egittologi, studiosi internazionalie d esperti di digital humanities.

Infine è approdato in libreria “La memoria è il nostro futuro, 200 anni di Museo Egizio” (Franco Cosimo Panini), una pubblicazione scientifica corale, curata dal direttore del Museo, Christian Greco, con interventi di curatori dell’Egizio e di altre istituzioni internazionali, ricercatori, storici ed egittologi. Un libro disponibile anche in inglese, che potrà essere acquistato al bookshop del Museo, ad un prezzo speciale il 1° e il 6 gennaio.

Testo dall’Ufficio stampa Fondazione Museo delle Antichità Egizie


FONDAZIONE TORINO MUSEI: i risultati del 2024

Numeri in crescita e bilancio positivo: GAM, MAO, Palazzo Madama e Artissima hanno accolto 658.000 visitatori, confermando la qualità delle proposte culturali di quest’anno appena concluso.

Torino, 1 gennaio 2025 – La Fondazione Torino Musei chiude il 2024 con un bilancio estremamente positivo di oltre 658.000 presenze. Numeri in significativo aumento rispetto al 2023 che confermano l’interesse del pubblico per la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, il MAO Museo d’Arte Orientale, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e Artissima e per le offerte di grande qualità proposte.

Nel 2024 ha preso concreto avvio, insieme alla nuova Direzione, il grande progetto di riqualificazione della GAM che, nonostante un mese di chiusura, ha staccato 290.354 biglietti.

Palazzo Madama ha accolto 243.733 visitatori e 89.795 persone hanno visitato il MAO.

A queste cifre vanno aggiunte le 34.200 presenze di Artissima, quarta linea culturale della Fondazione Torino Musei, registrate nei quattro giorni di apertura della fiera tra ospiti, visitatori e professionisti del settore. Grazie ad Artissima, nel mese di novembre Torino è il centro di una delle più dinamiche Art Week a livello internazionale. In particolare, a livello di sistema, l’edizione di quest’anno è stata senza dubbio la migliore Art Week di sempre, con al vertice la fiera e con un ruolo centrale della GAM e degli altri musei.

Nel 2024 i tre musei hanno inaugurato 29 mostre e progetti espositivi e organizzato 187 eventi destinati a tutti i pubblici: performance, conferenze, corsi di storia dell’arte, workshop e concerti hanno contribuito a rendere GAM, MAO e Palazzo Madama luoghi vivi e accoglienti.

Importante e costante l’azione dei nostri musei sul territorio: grazie allo straordinario impegno dei Dipartimenti Educazione e alla continua progettazione di stimolanti attività, sono stati oltre 64.000 – fra insegnanti, studenti, famiglie, adulti e persone con disabilità – gli utenti che hanno vissuto il museo in maniera attiva, partecipando alle numerose iniziative proposte.

La Fondazione Torino Musei ha infine realizzato e promosso la XXVII edizione di Luci d’Artista, quinta linea culturale della Fondazione Torino Musei, proseguendo nel percorso di rilancio a livello nazionale e internazionale della manifestazione, che sempre più si sta distinguendo quale progetto unico in Italia e si sta rivelando una vera istituzione di ricerca artistica permanente.

LE MOSTRE E LE ATTIVITÀ

Al via il grande progetto di rilancio della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

GAM, Sala di riposo Crediti per la foto: Gonella ingressi musei 2024
GAM, Sala di riposo Crediti per la foto: Gonella

Il 2024 della GAM, primo anno sotto la direzione di Chiara Bertola, si può dividere in due parti.

Durante il primo semestre il museo ha visto gli ultimi mesi di apertura della mostra HAYEZ. L’officina del pittore romantico, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE che ha chiuso il 1 aprile ed è stata visitata da 87.300 persone. A seguire, in collaborazione con Mart di Rovereto, la GAM ha organizzato la mostra Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte presentando un centinaio di dipinti e una selezione di disegni e di incisioni a documentare la più alta qualità pittorica del visionario artista. Lo spazio della ex Wunderkammer ha ospitato Jacopo Benassi. Autoritratto criminale, esposizione nata dall’arrivo in collezione dell’opera Panorama di La Spezia, 2022, acquisita per le collezioni del Museo dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT mentre nelle sale del piano -1 è stata curata ed allestita Expanded. I paesaggi dell’arte in occasione del festival internazionale EXPOSED. Torino Foto Festival, dedicata ad alcuni fotografi che hanno saputo restituire i molteplici aspetti dell’arte e ritrarne nel senso più ampio i suoi paesaggi. Lo spazio della Videoteca ha visto la presenza di 471 dischi d’artista nella mostra SilenzioSuono – SoundSilence con cui si è presentato al pubblico il nuovo capitolo collezionistico del Museo: una collezione acquisita grazie ai fondi del PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e a cui la GAM ne ha aggiunti di ulteriori, in una logica di accrescimento futuro della raccolta.

L’estate 2024 è stata di grande fermento per la GAM: a museo aperto sono partiti i lavori di riqualificazione e riallestimento degli spazi espositivi delle collezioni al primo e secondo piano e dei luoghi di accoglienza al pubblico, per la grande inaugurazione della Prima risonanza avvenuta il 15 ottobre.

Dopo solo alcune settimane di chiusura nel mese di settembre, i visitatori hanno ritrovato un museo completamente rinnovato. Il grande progetto di rilancio della nuova GAM ha preso il via con la stagione espositiva autunnale, che ha visto il completamento del Lotto Zero – l’anticipazione del più complessivo e ambizioso progetto di totale riqualificazione della GAM e dell’edificio che la ospita – insieme a un fitto programma di mostre, pensate per l’appunto in “risonanza” con il percorso delle collezioni permanenti. Dalle tre nuove mostre dedicate alla pittrice impressionista Berthe Morisot, alla grande artista statunitense Mary Heilmann e, per la prima volta in una istituzione museale, a Maria Morganti emergono i temi che hanno ispirato il nuovo allestimento delle collezioni permanenti: luce, colore, tempo. Dopo molti anni ha riaperto il secondo piano del Museo, grazie a un progetto architettonico di Studio PAT che ne ha valorizzato la struttura originaria e gli ambienti inondati dalla luce, dove è anche allestito il Deposito vivente, apprezzatissimo dai visitatori che possono provare l’esperienza di un deposito museale. Stefano Arienti, infine, è l’intruso chiamato a scompaginare l’ordine prestabilito del museo e a interpretare la mostra di Berthe Morisot, integrandosi negli ambienti della mostra per evocare l’atmosfera domestica dei soggetti proposti dagli impressionisti.

Durante l’Art Week di Artissima la GAM ha inoltre proposto l’esposizione GRASSO dedicata ai primi sette numeri della rivista ideata nel 2016 da Giuseppe Gabellone e Diego Perrone. All’inaugurazione è stato offerto il cocktail “Amedeo special” inventato negli anni Quaranta da Amedeo Gandiglio e rivisitato per l’occasione da Marco Torre, del Bar Cavour, su invito dei due artisti.

Nel corso dell’anno la GAM ha organizzato 27 eventi: incontri, workshop, performance e talk con gli artisti come ad esempio la Sound performances di Riccardo Baruzzi e la soprano Elena Busni, Francesco Cavaliere, Jacopo Benassi + Untitled Noise in occasione dell’inaugurazione di Silenziosuono e il talk con Maria Morganti degli ultimi giorni di dicembre che si è tenuto all’interno degli spazi della mostra.

Continua il percorso di evoluzione del MAO Museo d’Arte Orientale

MAO, Rabbit Inhabits the Moon. Crediti per la foto: Perottino
MAO, Rabbit Inhabits the Moon. Crediti per la foto: Perottino

Il MAO diretto da Davide Quadrio prosegue il suo percorso di evoluzione costruito con progetti espositivi articolati, realizzati con istituzioni internazionali, a cui si intrecciano in maniera organica commissioni site specific e riallestimenti che utilizzano il dialogo con il contemporaneo per rileggere le collezioni e offrire nuovi spunti di riflessione sull’Asia e sulla relazione Oriente-Occidente.

Nell’aprile 2024 si è aperta la mostra Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded, radicale riallestimento dell’esposizione inaugurata nel 2023, mentre a ottobre 2024 si è inaugurata Rabbit Inhabits the Moon, mostra dedicata all’arte di Nam June Paik in dialogo con oggetti antichi e opere d’arte contemporanea coreani. Il progetto è stato reso possibile grazie al supporto della Korea Foundation ed è stato realizzato in partnership con il Nam June Paik Art Center e con la Fondazione Bonotto.

Entrambi i progetti sono stati ampliati e arricchiti da una serie di performance ed eventi curati da Chiara Lee e freddie Murphy che, invitando al MAO artisti asiatici o della diaspora, hanno aperto nuovi orizzonti interpretativi sulle tematiche di mostra utilizzando modalità e linguaggi contemporanei.

Fondamentale la sinergia con la Città e il quartiere di Porta Palazzo, su cui insistono alcune delle attività “fuori mura” del museo, come ad esempio la performance Walls Will Fall di Mazen Kerbaj, e la collaborazione instaurata con il Mercato Centrale, che ha permesso di ospitare per la prima volta in Italia il gruppo coreano dei Gooseung. Questo processo di trasformazione, articolato in numerosi progetti interconnessi, disegna un nuovo MAO, sempre più aperto e inclusivo, attento alle esigenze di nuove tipologie di pubblico e pronto a intercettare le necessità culturali del territorio.

Nel weekend di Artissima è stata presentata la seconda edizione del progetto Declinazioni Contemporanee, il programma di residenze d’artista e commissioni site-specific che utilizza l’arte contemporanea come mezzo per interpretare, rileggere e valorizzare il patrimonio museale, calandolo nel presente per individuare connessioni e significati inediti fra epoche e culture diverse. Alle opere di Marzia Migliora, Kengo Kuma, Lee Mingwei e Francesco Simeti, presentate nel 2023, si sono aggiunte quest’anno le installazioni di Qiu Zhijie e Charwei Tsai, nelle sale del museo, e Ultraworld di Patrick Tuttofuoco, opera luminosa realizzata per la facciata del MAO e che fa parte di Costellazione, sezione collaterale di Luci d’Artista. In occasione dell’inaugurazione, è stata eseguita la performance Things that Death Cannot Destroy dell’artista Linda Fregni Nagler, a cui è stata dedicata una mostra a dicembre. Il progetto espositivo Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori si sviluppa all’interno delle gallerie giapponesi del museo, ponendo le opere dell’artista in dialogo con le opere e gli oggetti delle collezioni permanenti. Come di consueto, grazie alla collaborazione con l’Istituto italiano dei Sordi, tutti i contenuti delle mostre sono stati resi disponibili in LIS, nell’ottica di una sempre maggior inclusività. Ricchissimo anche quest’anno il calendario di eventi che animano le mostre. Sono stati 91 i concerti, le conferenze, i workshop, le attività per famiglie e le performance che, nei dodici mesi appena trascorsi, hanno offerto a tipologie di pubblico eterogenee occasioni di confronto, comprensione e dialogo su diverse tematiche.

Confermato anche per il 2024 il Corso di formazione di Cultura Materiale dell’Asia, organizzato e promosso in collaborazione con StudiUm, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, giunto alla sua terza edizione. Articolato in diciannove incontri, di cui cinque aperti anche al pubblico generalista, il corso garantisce ai partecipanti crediti formativi universitari.

Nel corso dell’anno inoltre sono state ospitate al MAO alcune iniziative proposte da istituzioni del territorio, fra cui Torino Spiritualità, Settimana della Cultura UNI.VO.C.A. e Festival Interplay, a testimonianza del radicamento del museo nel tessuto culturale cittadino.

L’ampia offerta culturale di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica tra arte, storia e attualità

Palazzo Madama, Change! Ieri, oggi, domani. Il Po. Crediti per la foto: Perottino ingressi musei 2024
Palazzo Madama, Change! Ieri, oggi, domani. Il Po. Crediti per la foto: Perottino

Intenso il 2024 di Palazzo Madama, sotto la guida di Giovanni Carlo Federico Villa che, nell’arco dei 12 mesi appena terminati, ha inaugurato 12 mostre e progetti espositivi di varia natura.

Grande successo per la mostra Liberty. Torino Capitale, chiusa il 10 giugno, che ha accolto oltre 91.000 visitatori, e grande interesse mediatico nazionale per la mostra Change! Ieri, oggi, domani. Il Po, l’ambizioso progetto espositivo – sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – dedicato alla crisi climatica e alle sue ripercussioni nell’area del Po e a livello globale.

Intorno a questa mostra Palazzo Madama ha strutturato per tutto il 2024 un ampio progetto di sensibilizzazione rivolto alla comunità dei cittadini su questa sfida globale, con mostre, progetti, incontri, convegni internazionali, in collaborazione con importanti istituzioni internazionali e nazionali, a partire dall’UNESCO e dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po fino agli assessorati dell’Ambiente della Città di Torino e della Regione Piemonte. Sono quindi stati organizzati altri due progetti espositivi temporanei, Il grande fiume. Biodiversità fra passato e futuro e Memorie d’acqua. Parole e immagini, che hanno offerto ulteriori occasioni di approfondimento sul tema, rileggendolo dal punto di vista delle intersezioni linguistiche e della biodiversità.

A introdurre questo articolato programma, in primavera in occasione della Planet Week, promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in collaborazione con il programma Connect4Climate della World Bank, Palazzo Madama ha proposto una mostra diffusa tra le vie cittadine che ha coinvolto venti illustratrici e illustratori italiani invitati a riflettere su temi di stringente attualità come il riscaldamento globale, l’aumento esponenziale delle emissioni di CO2, lo spreco, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse e la cementificazione sfrenata. A fine anno è giunta la notizia che l’opera dal titolo New Life – Recycling, dell’illustratrice Margherita Caspani, è stata premiata dalla Society of Illustrators di New York con la medaglia d’oro per la categoria ‘Illustrazione istituzionale’.

Le collezioni museali sono invece state oggetto di importanti progetti espositivi temporanei: la rotazione La meraviglia della seta e Il peltro a Torino hanno valorizzato alcuni preziosi tessuti presenti nelle collezioni permanenti e consentito di mostrare al pubblico la cospicua donazione di 128 oggetti in peltro da parte degli eredi di Attilio Bonci, mentre Teatri e teatrini. Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama, organizzata nella Corte Medievale, ha permesso di esporre una selezione di scenari per teatrini di marionette del XIX secolo, giunti a Palazzo Madama grazie al legato di Mario Moretti, e diversi nuclei di disegni scenografici fra cui opere di Filippo Juvarra e bozzetti scenografici dei Galli da Bibiena, dei fratelli Bernardino e di Fabrizio e Giuseppe Galliari.

In occasioni di EXPOSED, Palazzo Madama ha proposto la mostra Max Pinckers. State of Emergency. Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu a inaugurare l’impegno annuale del Museo Civico sui temi della crisi climatica, oltre che la prima riflessione compiuta a livello internazionale sulla ribellione Mau Mau. Inoltre in contemporanea con Artissima è stato prodotto il progetto site specific Crossing. Attraversare una collezione, curato da Cristina Beltrami, che ha portato quattro artisti di diversa formazione e provenienza a dialogare con i conservatori di Palazzo Madama e a confrontarsi con i maestosi spazi, la storia millenaria e i vastissimi fondi di Palazzo Madama per realizzare quattro opere da porre in riflessione con quanto scelto a confronto nelle collezioni civiche.

A riprova della forte relazione del museo con le istituzioni piemontesi, nazionali e internazionali sono stati realizzati i progetti Sergio Unia. In ascolto, promosso da Fondazione CRC in collaborazione con Fondazione Torino Musei; la mostra 250 anni – Tradizione e Futuro a chiusura delle celebrazioni per il 250° anniversario di fondazione della Guardia di Finanza e Mater Threads, organizzata nell’ambito di Buonissima.

Nel 2024 Palazzo Madama ha inoltre sviluppato importanti progetti per le scuole, le circoscrizioni, le anagrafi. Alla formazione dei dipendenti comunali sono state dedicate ottanta visite guidate, condotte dal direttore di Palazzo Madama e che hanno visto coinvolte 2.300 persone. Grandissimo successo si è riscontrato inoltre per i corsi di storia dell’arte di Giovanni Carlo Federico Villa, con circa 150 partecipanti paganti ad ogni lezione. Notevole apprezzamento da parte dei cittadini ha avuto anche il progetto Memorie in comune che ha visto affiancati Palazzo Madama e Palazzo di Città il 2 giugno e il 4 novembre.

È ripartito il progetto L’aula che vorrei, che ha coinvolto più di 150 studenti per una speciale lezione in museo. Il direttore di Palazzo Madama ha poi portato nelle scuole le riflessioni connesse al Giorno della Memoria delle vittime della Shoah.

ARTISSIMA al centro della creatività contemporanea

Artissima 2024
Artissima 2024

La trentunesima edizione di Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea diretta per il terzo anno da Luigi Fassi ha portato ancora una volta Torino e l’Italia al centro del discorso internazionale dell’arte. Con 189 gallerie in fiera di cui 37 nuovi espositori da 34 paesi, 66 progetti monografici, 11 premi e 2 fondi, il sogno a occhi aperti – tema scelto quest’anno – ha offerto una proposta d’arte e un sistema di relazioni internazionali d’eccellenza, accendendo i riflettori sulla creatività contemporanea ma anche sulla città e il Paese e agendo come propulsore per l’intero sistema dell’arte italiano.

Due nuove installazioni luminose di grandi maestri per LUCI D’ARTISTA

Luci d’Artista 2024, Andreas Angelidakis, VR Man. Crediti per la foto: Claudio Pastrone - FIAF
Luci d’Artista 2024, Andreas Angelidakis, VR Man. Crediti per la foto: Claudio Pastrone – FIAF

Nel 2024 ha preso avvio la XXVII edizione di LUCI D’ARTISTA. Anche per questa edizione la Fondazione Torino Musei è stata incaricata dalla Città di Torino, nell’ambito della sua missione istituzionale, a operare per la valorizzazione e realizzazione di quello che è il suo progetto più longevo e rappresentativo del ruolo dell’arte contemporanea per l’identità e la vita culturale della città. Luci d’Artista è, nell’ambito del Piano strategico, la quinta linea culturale della Fondazione. Il nuovo corso è stato accompagnato da un rafforzamento della comunicazione, sempre più internazionale, con social rinnovati e un sito internet che racconta la storia della manifestazione. Curata per il secondo anno da Antonio Grulli, quest’anno Luci d’Artista si è arricchita di due nuove installazioni luminose firmate da grandi artisti selezionati dal Comitato Scientifico di Luci d’Artista, che in quest’ultimo anno si è completamente rinnovato ed è oggi composto da Chiara Bertola e Francesco Manacorda, rispettivamente direttori della GAM e del Castello di Rivoli, e da Antonio Grulli curatore di Luci d’Artista. I membri del Comitato scientifico hanno deciso di affiancare una stella dell’arte globale come Andreas Angelidakis e la sua opera VR Man collocata in piazza Vittorio a un grande Maestro indiscusso come Luigi Ontani con l’opera Scia’Mano posizionata nei Giardini Sambuy.

I PROGETTI SPECIALI DEL 2024

Parallelamente alle consuete attività svolte sul territorio, i tre musei di Fondazione hanno sviluppato anche alcuni importanti progetti con istituzioni culturali italiane e internazionali.

Grande soddisfazione per la GAM che nel 2024, per il quarto anno consecutivo è stata tra i vincitori del PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e che prevede l’acquisizione di sei opere rappresentative della totalità del lavoro di Maria Morganti: Frammento #1, scaglia del colore che compone il dipinto in costante crescita di stratificazioni pittoriche Quadro infinito, e 5 Quadri per la Querini, un nucleo unitario di tele con le quali Morganti si è posta in risonanza con i valori pittorici della tradizione coloristica veneziana.

Presso il CEAAC di Strasburgo e l’Atelier Meisenthal, la GAM ha presentato la mostra Luca Bertolo. L’hésitation curata da Elena Volpato. Un’esposizione antologica dell’opera di uno tra i più influenti pittori italiani della sua generazione in due diverse sedi in Francia, realizzata grazie ai fondi dell’Italian Council 2023.

Grazie al progressivo rafforzamento delle relazioni internazionali, anche quest’anno il MAO ha esportato uno dei suoi progetti espositivi più articolati, Buddha10, che sarà esposto all’esea contemporary di Manchester a partire 18 gennaio 2025.

Le mostre nate dalle commissioni di Palazzo Madama ai grandi illustratori italiani hanno proseguito a dare esiti del tutto eccezionali. In cammino è stata esposta a Bruxelles mentre Europa, dopo essere stata nel 2023 in 45 paesi del mondo di cinque continenti, ha proseguito il suo viaggio nelle sedi dell’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico e dell’Accademia di Belle Arti della Lettonia a Rēzekne.

Come ogni anno i tre musei civici hanno aderito a tutte le iniziative cittadine e nazionali, proponendo aperture straordinarie o ingressi a tariffe speciali in occasione di eventi particolari, quali la Notte Europea dei Musei, Ferragosto, le Giornate Europee del Patrimonio, la Notte delle Arti Contemporanee.

Testo e foto dall’Ufficio Stampa Fondazione Torino Musei

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Primavera, film di Damiano Michieletto https://www.classicult.it/primavera-film-di-damiano-michieletto/ https://www.classicult.it/primavera-film-di-damiano-michieletto/?noamp=mobile#respond Wed, 27 Nov 2024 18:42:03 +0000 https://www.classicult.it/?p=285510 Primavera, film di Damiano Michieletto: all'Ospedale della Pietà di Venezia tutto cambia con l'arrivo del nuovo insegnante di violino, Antonio Vivaldi

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Primavera, film di Damiano Michieletto 
con Tecla Insolia, Michele Riondino, Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi,
e con Valentina Bellé e con Stefano Accorsi
Da oggi disponibili le prime immagini di Primavera, esordio alla regia cinematografica di finzione di Damiano Michieletto, scritto da Ludovica Rampoldi, liberamente tratto dal libro Premio Strega 2009 di Tiziano Scarpa Stabat Mater edito da Einaudi.
Nel cast  del film Tecla Insolia, Michele Riondino, Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi e con Valentina Bellé e con Stefano Accorsi.

In anteprima mondiale al Toronto Intl. Film Festival

nelle sale italiane il 25 dicembre 2025

21 luglio 2025 – Primavera, esordio alla regia cinematografica di Damiano Michieletto, sarà presentato in anteprima mondiale al Toronto Intl. Film Festival nella sezione “Special Presentations”.

Il film, liberamente tratto dal romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa (Premio Strega 2009, edito da Einaudi) è già stato venduto in 20 Paesi in tutto il mondo.

Interpretato da Tecla Insolia, Michele Riondino, Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi, e con la partecipazione di Valentina Bellé e con la partecipazione di Stefano Accorsi, uscirà nelle sale italiane il 25 dicembre 2025 distribuito da Warner Bros Pictures.

Primavera è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Indigo Film, una coproduzione italo -francese con Moana Films, in associazione con Paradise City Sales realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Lazio – Lazio Cinema International Avviso Publico (PR FESR Lazio 2021-2027), con il contributo della Regione Veneto ( PR FESR  2021-2027) con il sostegno di Fondazione Veneto Film Commission.

Le vendite internazionali sono curate da PARADISE CITY SALES.

27 novembre 2024 – Le riprese, appena terminate, si sono svolte a Roma e a Venezia; il film è attualmente in fase di montaggio.

Michele Riondino e Tecla Insolia - foto di Kimberley Ross
Michele Riondino e Tecla Insolia – foto di Kimberley Ross
Sinossi
Primi del Settecento. L’Ospedale della Pietà è il più grande orfanotrofio di Venezia, ma è anche un’istituzione che avvia le orfane più brillanti allo studio della musica. La sua orchestra è una delle più apprezzate al mondo. Cecilia ha vent’anni, vive da sempre alla Pietà ed è una straordinaria violinista. L’arte ha dischiuso la sua mente ma non le porte dell’orfanotrofio; può esibirsi solo lì dentro, dietro una grata, per ricchi mecenati. Questo fino a che un vento di primavera scuote improvvisamente la sua vita. Tutto cambia con l’arrivo del nuovo insegnante di violino. Il suo nome è Antonio Vivaldi.
Tecla Insolia e Michele Riondino - foto di Kimberley Ross
Tecla Insolia e Michele Riondino – foto di Kimberley Ross
Damiano Michieletto (Venezia, 1975), sempre al centro dell’interesse della stampa, oggi è certamente riconosciuto come uno tra i più visionari e rivoluzionari registi di opera lirica, in Italia e nel mondo. Tante le opere liriche che ha diretto, collaborando con i maggiori palchi italiani e internazionali: dal Teatro alla Scala di Milano alla Royal Opera House di Londra, dal Teatro La Fenice di Venezia alla Staatsoper di Berlino, all’Opera di Parigi. Le sue produzioni hanno ricevuto molti premi come il Laurence Olivier Award, l’Irish Time Award, il premio russo Casta Diva, il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana, l’Österreichischer Musiktheaterpreis, il Reumert Prize, il Melbourne Green Room Award. Primavera è il suo esordio alla regia cinematografica.
Tecla Insolia, Damiano Michieletto e Michele Riondino - foto di Kimberley Ross
Tecla Insolia, il regista Damiano Michieletto e Michele Riondino sul set del film Primavera – foto di Kimberley Ross
Testi, video e immagini dagli Uffici Stampa Warner Bros. Discovery e Fosforo Press. Aggiornato il 21 luglio 2025.

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Individuato a Foligno il 145° manoscritto del Milione di Marco Polo https://www.classicult.it/individuato-a-foligno-il-145-manoscritto-del-milione-di-marco-polo/ https://www.classicult.it/individuato-a-foligno-il-145-manoscritto-del-milione-di-marco-polo/?noamp=mobile#respond Fri, 06 Sep 2024 11:13:06 +0000 https://www.classicult.it/?p=272015 Ritrovato un manoscritto del Milione di Marco Polo, presente nei cataloghi della Biblioteca Diocesana Ludovico Jacobilli di Foligno, ma ignoto agli studi poliani

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CA’ FOSCARI, IL MILIONE RITROVATO: INDIVIDUATO A FOLIGNO IL 145° MANOSCRITTO DELL’OPERA DI MARCO POLO

Il ritrovamento di un manoscritto del Milione presente nei cataloghi della Biblioteca Jacobilli di Foligno, ma ignoto agli studi poliani. Ciò a pochi giorni dal convegno internazionale (Ca’ Foscari, Venezia 11-14 settembre) che è uno degli eventi più importanti nel programma ufficiale delle celebrazioni per i 700 anni della morte dell’esploratore veneziano.

6 settembre 2024

Milione manoscritto Foligno

VENEZIA – Ciò che incredibilmente accade proprio nell’anno che celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo (1254-1324), è il ritrovamento di un manoscritto del Devisement dou monde/Milione presente nei cataloghi, ma ignoto agli studi poliani (è assente da tutti i censimenti del Milione) che risulta essere l’ultimo dei codici oggi noti in ordine di tempo del testo del grande viaggiatore veneziano (sono 145 raggruppati in diverse famiglie).

Il ritrovamento, che si inserisce nel più ampio lavoro sul Milione coordinato da Eugenio Burgio, Marina Buzzoni e Samuela Simion dell’Università Ca’ Foscari Venezia e Antonio Montefusco dell’Università di Nancy, riveste notevole interesse perché aggiunge nuove importanti informazioni riguardo alla trasmissione del testo e alle sue varie versioni.

La storia della diffusione del Milione è in effetti una delle più intricate (e appassionanti) della letteratura medievale: il successo dell’opera determinò una fioritura di traduzioni, riscritture, adattamenti, riflesso dei numerosi ambienti in cui il testo fu letto. Il manoscritto è un testimone quasi ignoto di una traduzione realizzata mentre Marco Polo era ancora vivo, ed è da questa traduzione che derivano le versioni con cui il Milione venne conosciuto e letto. Si tratta di un nuovo anello che permette di comprendere meglio la diffusione e il successo del testo.

 

IL MANOSCRITTO DEL MILIONE RITROVATO A FOLIGNO

Il manoscritto è conservato presso la Biblioteca Diocesana Ludovico Jacobilli di Foligno, con segnatura Jacobilli A.II.9, e trasmette la traduzione che gli studiosi chiamano VA, realizzata entro il primo quarto del Trecento nell’Italia nord-orientale.

L’importanza di questa traduzione risiede soprattutto nell’ampiezza della sua diffusione: il testo di VA venne infatti sottoposto a numerose traduzioni, sia in latino che in volgare, tanto che gran parte dei manoscritti superstiti è, direttamente o indirettamente, una sua emanazione. Essa è quindi la versione in cui il libro di Marco Polo venne più letto e conosciuto in Europa.

La traduzione VA ebbe una prima circolazione in area emiliana e lombarda, anche se poco sappiamo dell’ambiente in cui venne prodotto. In questo manoscritto inoltre il traduttore non esita a tagliare informazioni eterodosse o scabrose, ciò suggerisce che provenga da un ambiente religioso.

Il manoscritto è stato segnalato da Fabio Soncin, dottorando del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari Venezia (sotto la supervisione di Marina Buzzoni, PI di un progetto PRIN PNRR 2022), che lo aveva visionato durante una visita a Foligno, mentre è il bibliotecario Ivan Petrini che dalla Biblioteca di Foligno ne dà una prima presentazione: manoscritto quattrocentesco, scritto da una sola mano in una minuscola umanistica, è un cartaceo di 110 carte, privo delle carte iniziali e di alcune carte interne. La sua origine e la sua storia sono oscure: fa parte dell’ampio corpus donato da Ludovico Jacobilli (1598-1664) alla biblioteca tra il 1662 e il 1664, ma non è chiaro dove e quando l’erudito folignate ne sia entrato in possesso.

Samuela Simion dell’Università Ca’ Foscari, ha riconosciuto la traduzione VA nel codice e il suo lavoro di trascrizione ha già permesso di riconoscere le particolarità e l’importanza del ritrovamento. Solo nei prossimi mesi si potrà aggiungere qualche informazione sulla posizione del manoscritto all’interno della tradizione manoscritta del Milione, in attesa di uno studio più ampio che sarà pubblicato su una delle riviste principali del settore.

 

IL CONVEGNO A VENEZIA

Il ritrovamento avviene pochi giorni prima del convegno Marco Polo, il libro e l’Asia. Prospettive di ricerca vent’anni dopo, organizzato dall’Università Ca’ Foscari a Venezia, Auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino, dall’11 al 14 settembre 2024, iniziativa che rientra nel programma ufficiale delle celebrazioni per i 700 anni della morte dell’esploratore veneziano e sostenuta dal Comitato Nazionale, dal Ministero della Cultura, con il patrocinio di RAI Veneto e RAI Cultura.

Una sessione del convegno sarà dedicata all’edizione digitale dell’opera del grande viaggiatore.

 

L’EDIZIONE DIGITALE DE IL MILIONE

Tra le attività dell’anno dedicato a Marco Polo anche la pubblicazione della prima edizione digitale dell’opera di Marco Polo, resa disponibile agli studiosi di tutto il mondo e pubblicata da Edizioni Ca’ Foscari in open access e open source.

L’ambiente digitale riesce a valorizzare molto meglio del libro cartaceo la mobilità intrinseca al testo trasmesso da tanti manoscritti, redatti in molte lingue diverse (almeno 11), che appartengono a tradizioni culturali differenti. Per questa edizione digitale sono state scelte 12 redazioni e una versione ulteriore del testo (Fr2) che vengono offerte in presentazione sinottica (ovvero affiancate le une alle altre). L’opera digitale, che segue gli standard di codifica internazionali, offre anche un testo critico unitario, in lingua inglese per facilitarne la diffusione sia presso la comunità degli studiosi sia presso il pubblico degli interessati. È completata da un glossario dei termini che hanno un importante valore culturale, in particolare i termini che designano persone, animali e cose legate all’Oriente, di mappe interattive dei luoghi toccati da Marco Polo nel suo lungo viaggio; di informazioni bibliografiche di potenziale interesse per il lettore.

 

Testo e immagini dall’Ufficio Ufficio Comunicazione e Promozione di Ateneo – Settore Relazioni con i media Università Ca’ Foscari Venezia

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