La valanga azzurra, docufilm di Giovanni Veronesi, è il racconto di una pagina dello sport italiano degli anni ’70, dello sci alpino
Herbert Plank
Browsing“Manubrio”, così lo chiamava Mario Cotelli, per la posizione delle braccia che assumeva in discesa. Herbert Plank è stato il più forte discesista italiano dai tempi di Zeno Colò fino all’arrivo di Kristian Ghedina. A differenza degli altri componenti della Valanga che si destreggiavano nelle discipline tecniche, sia pure nato gigantista, Plank è stato l’unico a essere competitivo in discesa libera, dominata allora dagli svizzeri Russi e Collombin, dagli austriaci capeggiati dal König Franz Klammer, e dagli spericolati Crazy Canucks canadesi. Ha collezionato cinque successi in Coppa del mondo ed è stato il primo italiano a salire nel 1977 sul gradino più alto del podio della Saslong in Val Gardena. Nel 1976 ha vinto il bronzo alle Olimpiadi di Innsbruck dietro a due autentici fuoriclasse come il vincitore Franz Klammer e Bernhard Russi. Dopo il ritiro del 1981, Herbert Plank è tornato nella sua Vipiteno, dove gestisce un negozio di articoli sportivi. La naturalezza della sua simpatia è coinvolgente.
Testo dall’Ufficio Stampa Fosforo Press.