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Filippino Lippi

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Filippino Lippi nacque a Prato nel 1457 da dove si sposta a Spoleto nel 1467 sempre assieme al padre impegnato nella sua ultima grande impresa pittorica, la tribuna della Cattedrale di Spoleto. Nel 1472, qualche anno dopo la morte del padre, Filippino, probabilmente quindicenne, è documentato “dipintore con Sandro di Botticello”. La relazione fra Botticelli e i due Lippi è singolare. Botticelli aveva svolto il suo discepolato presso Filippo Lippi, da cui aveva appreso i rudimenti di una pittura di linea e colori, e un’idea narrativa fatta di figure in pose piene di grazia. A sua volta Filippino, figlio di Filippo, si forma nella bottega di Botticelli, di lui poco più anziano, dove acquisisce anche parte degli elementi stilistici del padre. Questa triplice confluenza spiega una certa uniformità di linguaggio stilistico che si manifesta nella pittura fiorentina del Quattrocento, pur nella peculiarità espressiva di ciascuno di questi artisti dalla personalità unica.

Nel 1481 Filippino è a Firenze dove si iscrive alla Confraternita di San Paolo alla quale non solo sono associati i pittori Domenico Ghirlandaio e suo fratello Davide, ma anche il signore di Firenze Lorenzo de’ Medici e il poeta Angelo Poliziano, con i quali intratterrà rapporti di lavoro. Nei primi anni Ottanta del Quattrocento Filippino riceve l’incarico di completare gli affreschi della Cappella Brancacci al Carmine, cioè quegli affreschi che tanta importanza avevano esercitato sulla formazione di suo padre Filippo. Arrivano poi gli incarichi importanti: i tondi per il Palazzo Comunale di San Gimignano, in mostra, magnifica prova di uno stile maturo capace di creare una nuova intimità monumentale in spazi quotidiani dove il divino si manifesta improvvisamente attraverso la perfezione della luce; la pale d’altare per Tanai de’ Nerli, Rucellai, per Prato, Lucca e Bologna, e la Visione di San Bernardo (c. 1484-86) commissionata da Piero di Francesco del Pugliese per la cappella di famiglia nel convento delle Campore dei monaci di Badia fuori Porta Romana a Firenze.

Nel 1487 Filippino riceve la chiamata da parte del potente banchiere Filippo Strozzi, ma viene subito dopo convocato, nel 1488 a Roma dal cardinal Carafa per dipingere la sua monumentale cappella privata nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, indicato da un suggerimento di Lorenzo de’ Medici. L’esperienza romana segna un’ulteriore tappa nell’invenzione figurativa di Filippino sia nelle opere su tavola sia negli affreschi della Cappella Strozzi cui lavora al suo ritorno a Firenze. Filippino Lippi muore improvvisamente all’età di 47 anni il 18 aprile 1504.

 

Testo dall’Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura.

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