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Fontana del Nettuno a Boboli

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La Fontana del Nettuno nel Giardino di Boboli venne commissionata da Cosimo I de’ Medici allo scultore Stoldo Lorenzi agli inizi del 1566. La fonte originaria presentava una forma a tazza, in marmo, sorretta da due coppie di Tritoni e Nereidi e sormontata dalla figura del Nettuno bronzeo, che traeva ispirazione dal carro di Nettuno realizzato dallo stesso Lorenzi in materiali effimeri per la mascherata della Genealogia degli Dei, tenutasi al principio di quell’anno. Nel 1596, la fontana del Nettuno venne trasferita all’interno del Prato di Madama del Giardino di Boboli – così chiamato perché vi si affacciavano le finestre dell’appartamento di Cristina di Lorena – che si estendeva immediatamente a Nord del Palazzo nella zona verso Santa Felicita. Nel 1634-36, in seguito alla distruzione di questa parte del giardino legata agli ampliamenti della fabbrica di Pitti, le sculture vennero di nuovo ricomposte nel Vivaio Quadro, questa volta al centro del bacino, secondo un progetto di Giulio Parigi e di Giovan Battista Pieratti che prevedeva l’attuale scoglio in muratura in cui vennero inserite formazioni calcaree e spugne fossili provenienti dalla zona di Sommaia, sul monte Morello. Pieratti aggiunse inoltre i delfini e la valva marmorea, mentre il Nettuno, le Naiadi e i Tritoni vennero restaurati dallo scultore Bartolomeo Cennini sotto la supervisione di Pietro Tacca.

Testo dall’Ufficio Relazioni Esterne delle Gallerie degli Uffizi sui lavori al Giardino di Boboli.

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