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Jean-Claude Carrière

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Jean-Claude Carrière si è definito un “enciclopedista al tempo dei fratelli Lumière”. Lo scrittore, sceneggiatore e intellettuale, scomparso nel febbraio 2021, lascia un’immensa eredità culturale. Instancabile insegnante, la sua curiosità lo ha portato a esplorare diversi campi, dal cinema alla scienza, dalla letteratura allo studio delle religioni. Affascinato dal buddismo, ha scritto un libro di interviste con il Dalai Lama (La Force du bouddhisme, pubblicato da Robert Laffont, 1994).

Ma questo mago delle parole si mostra in particolare al cinema. Ha scritto per i più grandi registi, tra cui Milos Forman, Marco Ferreri, Jean-Luc Godard, Carlos Saura, Nagisa Oshima e Michael Haneke.

Con Luis Buñuel forma un sodalizio che dura quasi 20 anni. Da Il diario di una cameriera (1964) a Quell’oscuro oggetto del desiderio (1977), i due hanno condiviso irriverenza, fantasia e surrealismo. Jean-Claude Carrière decostruisce la narrazione classica e porta l’assurdo in film memorabili.

Contemporaneamente, disegna e scrive canzoni per Delphine Seyrig, Juliette Gréco, Brigitte Bardot, Jeanne Moreau e Hanna Schygulla. La sua inestinguibile sete di conoscenza lo ha portato a interessarsi di astrofisica. Ha studiato le teorie di Einstein, ha parlato con due astrofisici di relatività, meccanica quantistica e quark (Conversations sur l’invisible, con Jean Audouze e Michel Cassé, Belfont) e ha scritto un libro di riflessioni filosofiche sulla morte (La Vallée du néant, ed. Odile Jacob). Ha scritto con Milos Forman il libro Les Fantômes de Goya, che il regista ha portato sullo schermo nel 2007.

Pioniere e spirito libero, ha contribuito alla creazione della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel 1969 e della Fémis nel 1986. Il suo contributo al cinema è stato premiato con un Oscar onorario nel 2015. Per quanto riguarda il teatro, altra sua grande passione, nel 1991 è stato premiato con un Molière per l’adattamento de La tempesta di Shakespeare.

Testo dall’Ufficio Stampa Nexo Digital.

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