MANTOVA TEATRO – Stagione di prosa 2025-2026
Il Teatro Sociale di Mantova riapre le proprie porte per riaccogliere una nuova ed entusiasmante stagione di prosa. Dopo l’enorme successo di pubblico e critica della scorsa stagione, Comune di Mantova e Fondazione U.Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo annunciano la nuova stagione di prosa Mantova Teatro 2025-2026.
Grande successo per la stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Sociale
Il calendario è composto da sette spettacoli, tra grandi classici e opere contemporanee, con nomi di primissimo piano del panorama teatrale italiano come Daniele Pecci, Franco Branciaroli, Gabriele Lavia, Federica Di Martino, Vanessa Gravina, Giuliana De Sio, Filippo Dini, Lella Costa. Ad essi si aggiunge uno spettacolo di anteprima che vedrà Massimo Massini calcare il palco del massimo cittadino.
Il cartellone, trasversale e poliedrico, affronta temi di grande attualità e propone titoli che mettono in evidenza la convivenza e il confronto tra identità artistiche differenti, portando sul palco sia autori classici che contemporanei, offrendo al pubblico uno sguardo ampio ed eclettico sulla società contemporanea. Il pubblico torna così a vivere le emozioni, le riflessioni e il divertimento degli spettacoli dal vivo nella magia irripetibile del teatro.
Domenica 12 ottobre andrà in scena un’anteprima fuori cartellone: DONALD, di e con Stefano Massini. Lo spettacolo, un racconto rivelatorio e per molti aspetti raggelante, in un succedersi incalzante di colpi di scena ripercorre la rocambolesca gimkana esistenziale di un uomo che si è trasformato in marchio commerciale, in icona, in brand, in testimonial del suo stesso successo e sponsor della propria scalata, sempre spingendosi oltre il limite e oltre il lecito, con la semplicità disarmante di una narrazione necessaria.
La stagione si aprirà ufficialmente mercoledì 19 novembre con MACBETH di William Shakespeare. In un viluppo viscerale e indistricabile tra la veglia e il sonno, nel quale indagare la natura più malvagia dell’uomo, questo grande classico “degli opposti” è forse la più esoterica delle opere scespiriane, e affronta il viaggio tra conscio e inconscio del protagonista, interpretato da Daniele Pecci. Ad affiancarlo sul palco, Laura Marinoni e un cast prestigioso.
Mercoledì 3 dicembre sarà la volta di un altro grande classico: SIOR TODERO BRONTOLON di Carlo Goldoni, opera che ha preceduto la commedia raccontando le vicende di un personaggio tanto irritante quanto accattivante. Questa nuova straordinaria e inaspettata rilettura della commedia goldoniana tra realtà e immaginazione, vedrà sul palco il grande maestro Franco Branciaroli nei panni del protagonista, affiancato da un folto e prestigioso cast di attori.
Giovedì 18 dicembre, il palco del Teatro Sociale tornerà ad ospitare Carrozzeria Orfeo con il suo nuovo spettacolo MISURARE IL SALTO DELLE RANE: una dark comedy le cui protagoniste, tre donne di diverse generazioni, sono unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero. Carrozzeria Orfeo, con la sua tipica ironia, indaga in modo poetico e tragicomico sulla condizione umana intima e contemporanea, tra lutti, rinascite, alleanze, tra ciò che definisce e supera l’essere umano.
Il nuovo anno sarà inaugurato mercoledì 14 gennaio con LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE, opera di Eugene O’Neill che vedrà il ritorno a Mantova di Gabriele Lavia e Federica Di Martino. L’opera, vincitrice del premio Pulitzer nel 1957, è considerato il capolavoro del drammaturgo statunitense. Come una confessione dell’autore ormai vicino alla morte, la trama racconta un viaggio amaro all’indietro nella vita, tra amarezza e fallimento senza riscatto, tenerezza e violenza, amore e disprezzo.
Mercoledì 11 febbraio sarà la volta di PAZZA, scritto da Tom Topor, che raccolse un grandioso successo a Broadway nel 1980, e poi al cinema con Barbra Streisand nei panni della protagonista Sul palco, Vanessa Gravina vestirà i panni della protagonista, una squillo di lusso, accusata dell’omicidio di un anziano cliente. “Pazza” affronta temi importanti e attuali, tra cui la violenza sulle donne, la difficoltà di essere compresi e accettati per ciò che si è, e la necessità di contrastare ogni forma di violenza e discriminazione.
Martedì 3 marzo Giuliana De Sio sarà la protagonista, insieme a Filippo Dini e un ricco cast di attori, del capolavoro di Anton Čechov IL GABBIANO. La storia è molto nota: un gruppo di persone, parenti e non, si riuniscono in una casa di campagna e dibattono nel tentativo di fuggire al grigiore del loro destino. Questo testo, immortale e di bruciante contemporaneità descrive una “umanità alla fine”, una società sull’orlo del baratro, che avverte l’arrivo di un’apocalisse dove le migliori energie vengono stravolte e corrotte.
La stagione di prosa si chiuderà giovedì 19 marzo con l’imperdibile LISISTRATA di Aristofane, che vedrà sul palco Lella Costa affiancata da un prestigioso cast. Una guerra interminabile, un mondo sull’orlo del collasso e un’unica, folle arma di ribellione: lo sciopero del sesso per fermare la guerra. Ambientata in un’umanità afflitta e sgretolata, questa commedia torna sul palco, irresistibile e attualissima, per scuotere le coscienze, rilanciare la vita e gridare: “Donne di tutto il mondo, unitevi!”.
Il Teatro Sociale di Mantova, simbolo e cuore pulsante della città, riapre le proprie porte per accogliere il pubblico che, grazie al palinsesto eclettico e trasversale della nuova stagione Mantova Teatro, potrà vivere le grandi emozioni che solo il teatro può regalare.
Il Sindaco di Mantova Mattia Palazzi:
Questa nuova stagione teatrale racconta molto più di un programma culturale: racconta il tempo che viviamo, attraverso grandi classici e testi contemporanei che parlano di potere, identità, fragilità e rinascita.
Un cartellone intenso, ricco di emozioni e pensiero, che ancora una volta nasce dalla collaborazione con la Fondazione Artioli, cui va il mio ringraziamento per il lavoro di visione e qualità che porta avanti. Il Teatro Sociale torna così a essere casa della città, luogo in cui riconoscersi e interrogarsi, con la bellezza e la forza del teatro.
La Presidente di Fondazione Artioli Federica Restani:
Ogni nuova stagione si anima di intenti rinnovati. Già ci aveva mossi la convinzione che il teatro debba essere al centro della vita culturale della nostra, città dove è ancora possibile esperire qualcosa di autentico e vivo, nell’era di una potente digitalizzazione. Oggi vogliamo pensare che il Teatro Sociale di Mantova non sia semplicemente il nostro teatro storico, ma un organismo vivo, complesso, stratificato: un luogo dove passato e presente si interrogano a vicenda. Le stagioni precedenti ci hanno insegnato che Mantova desidera nutrirsi di pensiero e di emozione. La partecipazione del pubblico – numerosa, attenta, generosa – ci ha restituito un’immagine della città che è in movimento, che non si accontenta, che cerca se stessa nel teatro, specchio imperfetto, e proprio per questo necessario. Il valore di una stagione teatrale non si misura solo nei titoli e nei nomi in cartellone, ma nella capacità di creare risonanza: tra il testo e lo spettatore, tra la scena e ciò che accade fuori, nelle strade, nelle case, nei pensieri di ciascuno. E in questo, la nostra programmazione ha un ruolo decisivo. Come Fondazione, abbiamo scelto di presentare non solo ciò che è bello, ma ciò che è urgente, lasciando spazio a voci diverse, che possano parlare non solo di noi, ma a noi. Che questa stagione sia, per tutti noi, un’occasione di incontro reale. Di pensiero che si fa corpo. Di arte che è a tutti gli effetti tornata ad essere un bene comune, non per definizione, ma per scelta condivisa.
Il direttore artistico della stagione di prosa Raffaele Latagliata:
La scelta di portare a Mantova spettacoli teatrali di alta qualità e di indubbio valore artistico e culturale che, nella loro eterogeneità e trasversalità, fossero comunque in grado di coinvolgere e appassionare il pubblico, si è dimostrata, nelle stagioni teatrali di prosa appena trascorse, estremamente vincente sotto ogni punto di vista. Il pubblico ha dimostrato con la propria presenza sempre così numerosa e con il proprio entusiasmo sempre così palpabile, di apprezzare le proposte fatte finora.
Con la nuova stagione di prosa 2025-26, si è, pertanto, cercato di continuare il cammino intrapreso finora, alternando testi classici a nuove drammaturgie, coinvolgendo personalità di primo piano del panorama teatrale italiano e focalizzando l’attenzione su tematiche che fossero vicine al nostro sentire contemporaneo, per una nuova edizione che fosse il più possibile ricca, eterogenea ed emozionante.
Resta obiettivo primario, come negli anni precedenti, anche il coinvolgimento delle nuove generazioni nel tentativo di avvicinarle e appassionarle al teatro, nella sempre piu assoluta convinzione che rappresentino la vera, grande speranza per il futuro del teatro nella nostra città e non solo.”
Policy Prezzi stagione di prosa (Macbeth, Sior Todero brontolon, Misurare il salto delle rane, Lungo viaggio verso la notte, Pazza, Il gabbiano, Lisistrata)
– Platea Gold: € 35,00;
– Platea: € 30,00
– I, II, III ordine di palchi: € 27,00;
– Loggia: € 20,00
– Loggione: € 17,00;
– Abbonamento Platea Gold: € 210,00;
– Abbonamento Platea: € 180,00.
Gli abbonamenti sono disponibili esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Sociale di Mantova
Policy Prezzi “Donald”
– Platea Gold: € 35,00;
– Platea: € 30,00
– I, II, III ordine di palchi: € 27,00;
– Loggia: € 20,00
– Loggione: € 17,00;
Ciascun abbonato alla stagione di prosa avrà la possibilità di acquistare un biglietto IN PLATEA per lo spettacolo “Donald” al prezzo scontatissimo di 20 €. Il biglietto dovrà essere richiesto al momento del dell’acquisto dell’abbonamento di prosa. Il posto verrà assegnato tra i migliori posti disponibili al momento.
Informazioni su riduzioni presso la Biglietteria del Teatro Sociale e sul sito www.mantovateatro.it
Biglietti in vendita
– online su Ticketone.it
– presso la biglietteria del Teatro Sociale di Mantova, P.zza Cavallotti 14/a – 46100 Mantova:
Orari di apertura: Martedì dalle 10:00 alle 13:00, giovedì dalle 16:00 alle 19:00, sabato dalle 10:00 alle 13:00
Telefono: 0376 1590869 (negli orari di apertura) – Mail biglietteria@mantovateatro.it
MANTOVA TEATRO – Stagione di prosa 2025-2026
PROGRAMMA
Comune di Mantova, Fondazione U. Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo e OPEN Festival, annunciano un grande evento speciale al Teatro Sociale; una co-produzione e residenza artistica internazionale che debutterà a Mantova il prossimo 27 settembre. La compagnia francese Les Farfadais dedica la sua nuova produzione “ÂME – Viaggio all’Inferno” al genio creativo di Dante Alighieri con uno straordinario spettacolo di nouveau cirque ispirato alla Divina Commedia. La data di Mantova rappresenta la prima internazionale di “ÂME”, e ogni abbonato alla stagione di prosa, avrà la possibilità di acquistare un biglietto per questo spettacolo, a prezzo davvero vantaggioso.
27 settembre 2025, ore 18:00
ÂME Viaggio all’Inferno nella spirale dantesca
Uno spettacolo di Les Farfadais
ÂME è un viaggio indimenticabile, liberamente ispirato all’Inferno Dantesco. Un modo per vivere la Cantica dell’Inferno, tra acrobazie incredibili, creature gigantesche. Messo in scena da Les Farfadais, unisce varie discipline in un impianto scenico grandioso. Prendendo vita come un’opera d’arte interdisciplinare, lo spettacolo è un’esperienza immersa ed emozionante, nel quale ogni costume, ogni elemento scenico, sonoro, visivo, è creato per evocare una poetica indimenticabile.
Les Farfadais, una delle più apprezzate compagnie di spettacolo di circo contemporaneo, unica nel saper unire uno storytelling emozionante, all’ingegnerizzazione dei processi di produzione, utilizza competenze e tecnologie altamente innovative e sperimentali in questo spettacolo che tratta di valori antichi e moderni: l’unità d’intentà, lo spirito della condivisione, l’armonia con la natura e con gli altri, la sostenibilità ambientale e sociale. In questo viaggio straordinario all’interno dell’inferno dantesco, incontreremo molti protagonisti come Cerbero, Caronte, Minosse, Paolo e Francesca, in un’ambientazione mutevole e in movimento, che unisce la tecnologia alle ispirazioni medievali. Con 8 artisti in scena che accompagneranno il pubblico in questo racconto onirico, ÂME è uno spettacolo che lascia il segno; un’esperienza capace di immergere lo spettatore in un viaggio straordinario.
La data a Mantova rappresenta la prima assoluta internazionale di “ÂME – Viaggio all’Inferno nella spirale dantesca”
Policy Prezzi “ÂME – Viaggio nell’Inferno dantesco”
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Platea: € 35,00;
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I, II, III ordine di palchi: € 27,00;
-
Loggia: € 20,00
-
Loggione: € 17,00;
Ciascun abbonato alla stagione di prosa avrà la possibilità di acquistare un biglietto IN PLATEA per lo spettacolo “ÂME – Viaggio all’Inferno nella spirale dantesca” al prezzo scontatissimo di 20 €. Il biglietto dovrà essere richiesto al momento del dell’acquisto dell’abbonamento di prosa. Il posto verrà assegnato tra i migliori posti disponibili al momento.
Informazioni su riduzioni presso la Biglietteria del Teatro Sociale e sul sito www.mantovateatro.it
Biglietti in vendita
– online su Ticketone.it
– presso la biglietteria del Teatro Sociale di Mantova, P.zza Cavallotti 14/a – 46100 Mantova:
Orari di apertura: Martedì dalle 10:00 alle 13:00, giovedì dalle 16:00 alle 19:00, sabato dalle 10:00 alle 13:00
Telefono: 0376 1590869 (negli orari di apertura) – Mail biglietteria@mantovateatro.it
Domenica 12 Ottobre 2025
DONALD
Storia molto più che leggendaria di un golden man
di e con Stefano Massini
musiche Enrico Fink
eseguite da Valerio Mazzoni, Sergio Aloisio Rizzo, Jacopo Rugiadi, Gabriele Stoppa
scene Paolo Di Benedetto
disegno Luci Manuel Frenda
immagini Walter Sardonini
costumi Elena Bianchini
produzione Teatro della Toscana Teatro Nazionale
Dopo i successi nei teatri di tutto il mondo con “Lehman Trilogy” e “Manhattan Project”, Stefano Massini torna a occuparsi di un’epica americana stavolta concentrandosi sull’irresistibile ascesa del miliardario newyorkese, Donald J. Trump, fino alla sua prima elezione alla Casa Bianca. Ecco allora prendere forma sul palco la genesi incredibile di un leader che si è proiettato laddove nessun altro, riscrivendosi addosso le regole dell’economia, della finanza, della politica e perfino della civiltà. In un succedersi incalzante di colpi di scena, di incontri decisivi e di vertiginose montagne russe fra trionfi e bancarotte, Massini ripercorre la rocambolesca gimkana esistenziale di un uomo che si è trasformato in marchio commerciale, in icona, in brand, in testimonial del suo stesso successo e sponsor della propria scalata, sempre spingendosi oltre il limite e oltre il lecito, in una sfida instancabile che non ammette l’ipotesi della resa ma sempre e solo l’ebbrezza del rilancio. Si scopre allora che Donald è in fondo la personificazione del nostro tempo, di cui esprime perfettamente il caos fra realtà e reality, fra fake e fiction, fra persona e personaggio. Ne nasce un racconto rivelatorio e per molti aspetti raggelante, che conferma il teatro nella sua missione antichissima di occhio critico sulla contemporaneità, di cui può cogliere ombre e abissi con la semplicità disarmante di una narrazione necessaria.
Mercoledì 19 Novembre 2025
MACBETH
di William Shakespeare
con Daniele Pecci e Laura Marinoni
cast in via di definizione
scene Carmelo Giammello
costumi Alessandro Lai
musiche Originali Patrizio Maria D’artista
regia Daniele Pecci
“Ciò che è fatto, non si può disfare”, perché l’atto stabilisce un punto di non ritorno.
Questo accade nel Macbeth: una volta entrati nel sangue bisogna per forza proseguire in una spirale omicidiaria che non può avere fine. E’ un incubo dal quale ci si vorrebbe svegliare, ma ad un certo punto diventa difficile districarsi fra stato di veglia e sonno. Nella più esoterica delle tragedie shakespeariane il “viaggio” non può che essere all’interno della mente, dell’inconscio, del sogno del protagonista. Desolate lande metafisiche, tramonti surreali di sangue, paesaggi distorti, deformati dal sogno, saranno il tentativo di un’indagine sulla natura omicida dell’uomo.
Nell’opera degli “opposti”, della notte che lotta col giorno tanto da renderli indistinguibili, dove il rosso del sangue colora il verde dell’oceano, dove il brutto è bello e il bello è brutto, vorremmo tanto svegliarci, o evadere sprofondando in quel balsamo ristoratore del sonno a cui anela Macbeth, ma stato conscio ed inconscio, realtà e sogno sono un viluppo indistricabile.
Mercoledì 3 Dicembre 2025
SIOR TODERO BRONTOLON
di Carlo Goldoni
drammaturgia Piermario Vescovo
con Franco Branciaroli
e con Stefania Felicioli, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Valentina Violo, Emanuele Fortunati, Federica Di Cesare
in collaborazione con I Piccoli di Podrecca
regia Paolo Valerio
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Stefano Nicolao
luci Gigi Saccomandi
musiche Antonio Di Pofi
movimenti di scena Monica Codena
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de gli Incamminati, Centro Teatrale Bresciano
«Quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l’odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù? Eppure non è il mio Todero un carattere immaginario. Purtroppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch’io lo avessi copiato». C. Goldoni
Anche oggi non è raro incappare in un “brontolòn” come il Todero di Carlo Goldoni che precedeva la commedia racchiudendo queste riflessioni ne “L’autore a chi legge” e si stupiva di come un lavoro incentrato su un personaggio tanto odioso e negativo potesse ricevere dal pubblico un tale successo. La trama vuole, infatti, il Sior Todero, avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, diffidente e permaloso verso il mondo. Sembrerebbe impossibile empatizzare con una simile figura. Eppure questo indifendibile “brontolòn” attira un maestro del palcoscenico contemporaneo come Franco Branciaroli, che – diretto da Paolo Valerio – ne offrirà una nuova straordinaria e inaspettata interpretazione in una rilettura della commedia goldoniana condotta con rigoroso rispetto filologico per il testo e in cui il mondo di Goldoni e quello delle marionette, si incontreranno in un microcosmo in grado di mescolare realtà e immaginazione.
Giovedì 18 Dicembre 2025
MISURARE IL SALTO DELLE RANE
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
con Elsa Bossi, Marina Occhionero e Chiara Stoppa
regia Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti
musiche originali Massimiliano Setti
scene Enzo Mologni
costumi Elisabetta Zinelli
una produzione Fondazione Teatro Due, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Teatro Stabile d’Abruzzo, Teatri di Bari e Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival in collaborazione con Asti Teatro 47
Misurare il salto delle rane è una dark comedy ambientata in un piccolo paese di pescatori tra gli anni ’80 e ’90. Protagoniste sono tre donne di diverse generazioni – Lori, Betti e Iris – unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero. Il paese emerge come un frammento dimenticato, circondato da un vasto lago e da una palude minacciosa che lo isola dal mondo esterno, un microcosmo sospeso tra arcaismo e quotidianità, dove una piccola comunità persiste ancorata a consuetudini superate.
Partendo da questo habitat, Misurare il salto delle rane, la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo, senza rinunciare all’ironia che la contraddistingue, vuole essere un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea: un viaggio nell’intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l’una nell’altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno. Tre età, tre mondi, tre stagioni della vita che intrecciano le loro esistenze, scavate da lutti e assenze, ma anche da rinascite, alleanze e complicità profonde. Un’ode alla complessità dell’essere umano, con la sua infinita capacità di perdersi e ritrovarsi, tra ciò che ci definisce e ciò che ci supera.
Mercoledì 14 Gennaio 2026
LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE
di Eugene O’Neill
traduzione Bruno Fonzi
adattamento Chiara De Marchi
con Gabriele Lavia e Federica Di Martino
e con Jacopo Venturiero, Ian Gualdani, Beatrice Ceccherini
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Andrea Nicolini
luci Giuseppe Filipponio
suono Riccardo Benassi
regia Gabriele Lavia
produzione Effimera – Fondazione Teatro della Toscana
“Lungo Viaggio Verso la Notte” è il titolo che Eugene O’Neill dà alla sua opera centrale, alla sua opera-confessione. Scritto tra il 1941 e il 1942 (prima assoluta nel febbraio 1956 a Stoccolma) dopo la morte dell’autore vinse il Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1957 ed è considerato il capolavoro del drammaturgo statunitense. (Il padre di O’Neill era stato un attore di grande successo, come il protagonista della sua opera teatrale). La casa-prigione della “famigliaccia” che O’Neill ci racconta, in fondo, è proprio casa sua. E qui sta il cammino tortuoso di una possibile messa-in-scena-viaggio di quest’opera, davvero amara, scritta da O’Neill ormai vicino alla morte per fare “un viaggio all’indietro” nella sua vita. Un viaggio impietoso dentro l’amarezza di un fallimento senza riscatto. Le vite degli uomini sono fatte di tenerezza e violenza. Di Amore e disprezzo. Comprensione e rigetto. Di famiglia e della sua rovina.
Mercoledì 11 Febbraio 2026
PAZZA
di Tom Topor
con Vanessa Gravina
e Nicola Rignanese
e con Fabrizio Coniglio, Davide Lorino, Paola Sambo e Maurizio Zacchigna.
sound design Enza De Rose
light design Bruno Guastini
scene Gaspare de Pascali
adattamento e Regia Fabrizio Coniglio
Lo spettacolo, scritto da Tom Topor andò in scena per la prima volta a Broadway nel 1980, per poi essere riproposto al cinema dallo stesso Topor in una fortunatissima versione che vide Barbara Streisand nei panni della protagonista assieme a un giovane Richard Dreyfuss.Claudia Draper, una squillo di lusso, viene accusata dell’omicidio di un anziano cliente e rischia una condanna a venticinque anni di carcere. Per salvarla, la sua ricca famiglia cerca di farla dichiarare incapace di intendere e di volere, in modo da poterla internare in un istituto psichiatrico. Tuttavia, Claudia rifiuta questa strategia e decide di affidarsi a un avvocato d’ufficio, il quale intuisce la sua intelligenza e la sua capacità di collaborare alla propria difesa. Claudia, attraverso un racconto doloroso e caustico, svela i segreti della sua famiglia e le dinamiche che l’hanno portata a scegliere la sua vita. Rivela anche le intollerabili pretese del cliente che hanno scatenato la sua reazione di difesa. “Pazza” affronta temi importanti e attuali, tra cui la violenza sulle donne, i segreti familiari e la difficoltà di essere compresi e accettati per ciò che si è. Lo spettacolo invita a riflettere sulla condizione femminile e sulla necessità di contrastare ogni forma di violenza e discriminazione.
Martedì 3 Marzo 2026
IL GABBIANO
di Anton Čechov
traduzione Danilo Macrì
con Giuliana De Sio, Filippo Dini
e cast in definizione
scene Laura Benzi
costumi Alessio Rosati
luci Pasquale Mari
musiche Massimo Cordovani
regia Filippo Dini
produzione TSV – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
La storia de Il gabbiano è molto nota: un gruppo di persone, di diverse età e collegate tra loro da vincoli di parentela e non, si riuniscono in una casa di campagna in riva a un lago e qui dibattono nel tentativo di fuggire al grigiore del loro destino. Fra le diverse storie che si intersecano nella piece, emerge con prepotenza, la vicenda di un giovane ragazzo che desidera risollevarsi da quel grigiore, attraverso l’arte della scrittura, sostenuto e infiammato dall’amore per una sua coetanea, che sogna di diventare un’attrice, e fomentato dal tentativo di opporsi con veemenza e passione alla madre, una famosa attrice, fidanzata con un importante scrittore assai più giovane di lei.
Questa umanità in miniatura ci racconta di come possa accadere che le nostre migliori energie, i nostri più luminosi talenti, il nostro amore più appassionato, possano tutti essere stravolti e corrotti secondo le leggi del consorzio umano nel quale tentiamo di esprimerli. L’allegra comitiva de Il gabbiano, pur partendo con le migliori intenzioni, si dirige verso l’oblio, inesorabilmente. E ad osservarli c’è appunto un animale (che dà il titolo alla commedia) strano e contraddittorio, aggressivo e nobile nell’aspetto, elegante e volgare, un uccello attratto dalle acque del lago, che vola sulle loro teste, li osserva (come il pubblico che assiste allo spettacolo), ma ad un certo punto viene ucciso nella maniera più vile.
L’immortalità di questo testo e la sua bruciante contemporaneità sta proprio nella descrizione di una “umanità alla fine”, una società sull’orlo del baratro, che avverte l’arrivo di un’apocalisse, che di lì a poco spazzerà via tutto il mondo per come lo abbiamo conosciuto fino a quel momento.
Giovedì 19 Marzo 2026
LISISTRATA
di Aristofane
con Lella Costa
e (in ordine alfabetico) Marco Brinzi, Francesco Migliaccio, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Giorgia Senesi, Irene Serini
traduzione e adattamento Emanuele Aldrovandi
regia Serena Sinigaglia
produzione Teatro Carcano
Una guerra interminabile, un mondo sull’orlo del collasso e un’unica, folle arma di ribellione: lo sciopero del sesso. Lisistrata torna sul palco, irresistibile e attualissima, per gridare: “Donne di tutto il mondo, unitevi!”
Lisistrata si regge su un presupposto terribilmente serio e grave, qualcosa che affligge l’umanità da sempre e che pare essere da sempre inarrestabile: la guerra. Lisistrata stessa sembra scritta come un’eroina della tragedia. Altro che commedia!
Un Atene dove non ci sono più uomini, perché tutti al fronte. Un mondo che si sta sgretolando e intanto politici e tecnocrati di Atene e di Sparta che non sanno, non possono, non vogliono risolvere la situazione. Ci ricorda qualcosa? La grande commedia è sempre una provocazione, scandalo che scuote le coscienze. E’ l’assurdo che si fà segno di ribellione, di visioni altre, magari poco probabili ma forse possibili. Lo sciopero del sesso da parte delle donne può essere una soluzione per fermare la guerra? Per rilanciare la vita e l’amore? Oggi più di ieri questa esilarante e perfetta commedia ci parla. Il suo antico richiamo risuona potente: “Donne di tutto il mondo, unitevi! Perché non ci provate? Magari è la volta buona che ci riuscite!”
Testi e foto dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.