IL DOCUMENTARIO “AI WEIWEI’S TURANDOT” IN ANTEPRIMA NAZIONALE AL 66° FESTIVAL DEI POPOLI

il poster del film Ai Weiwei's Turandot

3 novembre 2025 – “AI WEIWEI’S TURANDOT”, il potente documentario che racconta il debutto alla regia operistica del celebre artista e attivista cinese Ai Weiwei, sarà presentato come evento speciale alla 66ª edizione del Festival dei Popoli, la più importante manifestazione internazionale dedicata al cinema documentario in Italia e la più antica in Europa, in programma a Firenze dall’1 al 9 novembre 2025.

Diretto da Maxim Derevianko, il film sarà proiettato in anteprima nazionale al festival fiorentino come proiezione speciale all’interno della sezione Doc Highlights in data martedì 4 novembre ore 21:00 presso il cinema La Compagnia alla presenza del regista Maxim Derevianko, della produttrice italiana Marta Zaccaron e della produttrice americana Christine La Monte.

2 ottobre 2025 – “AI WEIWEI’S TURANDOT”, il potente documentario che racconta il debutto alla regia operistica del celebre artista e attivista cinese Ai Weiwei, sarà presentato come evento speciale alla 66ª edizione del Festival dei Popoli, la più importante manifestazione internazionale dedicata al cinema documentario in Italia e la più antica in Europa, in programma a Firenze dall’1 al 9 novembre 2025.

Diretto da Maxim Derevianko, il film sarà proiettato in anteprima nazionale al festival fiorentino come proiezione speciale all’interno della sezione Doc Highlights in data martedì 4 novembre alla presenza del regista Maxim Derevianko, della produttrice italiana Marta Zaccaron e della produttrice americana Christine La Monte.

“AI WEIWEI’S TURANDOT” segue l’artista di fama mondiale Ai Weiwei alle prese con la messa in scena della Turandot al Teatro dell’Opera di Roma, trasformando il capolavoro pucciniano in una potente piattaforma artistica e politica e utilizzando la vicenda come sfondo per affrontare molte questioni che affliggono l’umanità.

Attraverso immagini inedite, momenti di creazione scenica e profonde riflessioni personali, “AI WEIWEI’S TURANDOT” diventa un viaggio tra arte, attivismo e memoria collettiva, in un momento storico segnato da crisi globali e ridefinizioni culturali.

“Che cos’è l’arte? E perché ne abbiamo bisogno?” Queste sono le domande centrali che emergono nel film, girato tra il 2020 e il 2022, in un contesto sconvolto dalla pandemia da COVID-19 che ha colpito duramente il mondo dell’arte e della cultura. Il documentario evolve così da cronaca di un processo creativo a riflessione universale sul valore e sul ruolo dell’arte nei momenti di crisi.

Ai Weiwei – figura iconica della libertà d’espressione e della denuncia sociale – si confronta con l’universo simbolico e controverso di Turandot, restituendo un’opera lirica profondamente contemporanea. Come sottolinea la coreografa Chiang Ching, presente nel film e collaboratrice di lunga data dell’artista, Turandot diventa specchio della stessa vita di Ai Weiwei: una narrazione fatta di resistenza, identità e ricerca di verità.

Il documentario è anche un progetto profondamente personale per il regista Maxim Derevianko, legato da radici familiari al Teatro dell’Opera di Roma e figlio del ballerino Vladimir Derevianko, dissidente russo. La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di Ai Weiwei, in un comune percorso di lotta per la libertà artistica e individuale.

«Conoscevo Ai Weiwei come un simbolo della libertà di parola» – racconta il regista Maxim Derevianko – «un attivista per i diritti umani, un rivoluzionario che usa l’arte in tutti i suoi mezzi come strumento provocatorio per trasmettere il suo personale messaggio pieno di umanità al mondo. Ho sviluppato un’affinità artistica con lui, poiché sono cresciuto in una famiglia in cui la libertà di parola veniva messa in discussione, ho sentito subito affine il messaggio di Ai Weiwei. Mio padre, Vladimir Derevianko, primo ballerino del Bolshoi, è dovuto fuggire dalla Russia nel 1982, perché la sua individualità e la sua libertà venivano minacciate. Vivendo a stretto contatto con l’idea che mio padre ha combattuto per la libertà artistica e con il mantra «Everything is art. Everything is Politics.» sono stato ispirato a creare questo documentario sul potere dell’arte. Mettere in scena quest’opera non significava semplicemente aprire il sipario e far suonare la musica per qualche ora» – conclude – «ma trasmettere un messaggio d’amore, di libertà di espressione e, infine, che gli artisti sono combattenti, attivisti e simboli di questi valori, come tutte le opere di Ai Weiwei.»

“AI WEIWEI’S TURANDOT” è una produzione Incipit Film e La Monte Productions, in associazione con AC Films, White Feathers Films e Homemade Entertainment LLC, con il sostegno di Fondo Audiovisivo FVG, Io Sono Friuli Venezia Giulia e Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma.


NOTE DI REGIA

Nel 1922, il mio bisnonno, Florestano Belli, entrò nell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma come primo violino. Quasi un secolo dopo, nel 2018, lavoro nello stesso Teatro dell’Opera, come regista. Ogni volta che mi sono trovato davanti alla buca dell’orchestra ho pensato a questo: è un caso che quasi un secolo dopo io lavori nello stesso posto in cui ha lavorato il mio bisnonno? O è il destino? Probabilmente non lo saprò mai. Tuttavia, per questo motivo, sono stato spinto a realizzare qualcosa di speciale su questo spazio magico e ancestrale. Ho pensato subito a un documentario e ho deciso di aspettare che arrivasse la produzione giusta. Ricordo il giorno in cui ho saputo che il grande artista e attivista cinese Ai Weiwei sarebbe venuto per dirigere la Turandot di Puccini. Sapevo senza ombra di dubbio che questo sarebbe stato il progetto perfetto per me e che Ai Weiwei non avrebbe messo in scena un’opera qualsiasi, ma molto, molto di più.

Conoscevo Ai Weiwei come un simbolo della libertà di parola, un attivista per i diritti umani, un rivoluzionario che usa l’arte in tutti i suoi mezzi come strumento provocatorio per trasmettere il suo personale messaggio pieno di umanità al mondo. Ho sviluppato un’affinità artistica con lui. Poiché sono cresciuto in una famiglia in cui la libertà di parola veniva messa in discussione, ho sentito subito affine il messaggio di Ai Weiwei. Mio padre, Vladimir Derevianko, primo ballerino del Bolshoi, è dovuto fuggire dalla Russia nel 1982, perché la sua individualità e la sua libertà venivano minacciate. Vivendo a stretto contatto con l’idea che mio padre ha combattuto per la libertà artistica e con il mantra «Everything is Art. Everything is Politics.» sono stato ispirato a creare questo documentario sul potere dell’arte. In origine, quando abbiamo iniziato le riprese nel febbraio 2020, stavo cercando di realizzare un documentario sul processo creativo di Ai Weiwei con la Turandot di Puccini – il suo Butterfly Effect – ma poi è successo qualcosa di incredibile. Abbiamo iniziato a sentir parlare del Coronavirus che si stava lentamente diffondendo e d’un tratto è iniziata la pandemia. I teatri, i cinema, i musei e l’arte in generale sono stati i primi a fermarsi e a chiudere. Come dice Ai Weiwei in una delle sue interviste nel film: “All’improvviso è come se si costruisse una casa e questa crollasse”. Per un momento, l’arte perde tutto il suo significato e il suo potere; l’arte e gli artisti sono messi in discussione per quanto riguarda la loro esistenza. Attraverso tutto questo, il documentario si è evoluto e non è diventato solo sul processo creativo di Ai Weiwei, ma ha anche posto le domande: “Che cos’è l’arte?” e “Perché ne abbiamo bisogno?”. La produzione è tornata due anni dopo, e naturalmente tutto aveva un sapore molto diverso. Mettere in scena quest’opera non significava semplicemente aprire il sipario e far suonare la musica per qualche ora, ma trasmettere un messaggio d’amore, di libertà di espressione e, infine, che gli artisti sono combattenti, attivisti e simboli di questi valori, come tutte le opere di Ai Weiwei.


DATI TECNICI

Durata: 77’; 52’
Formato: DCP; colori; 2.00:1
Lingua: Italiano, Inglese
Anno di produzione: 2025
Paesi: Italia, USA
Genere: documentario

CAST
AI WEIWEI
CHIANG CHING

e con
OKSANA LYNIV
ALEJO PEREZ
CARLO FUORTES
ALESSIO VLAD
ANDREA MIGLIO
ANNA BIAGIOTTI
OKSANA DYKA
FRANCESCA DOTTO
MICHAEL FABIANO

Regia: Maxim Derevianko
Prodotto da: Marta Zaccaron, Christine La Monte
Produttore: Andy Cohen
Produttori Esecutivi: Julian Lennon, Marcie Polier
Scritto da: Michele Cogo, Maxim Derevianko con Eugenio Fallarino e Silvia Pelati
Direttore della Fotografia: Maxim Derevianko
Montaggio: Emanuele Bonomi
Consulente al Montaggio: Kate Amend
Montaggio Audio & Mix: Federico Cabula, Marco Falloni
Musiche originali: Marco Guazzone


 

Testo, video e immagini dall’Ufficio Stampa Di Milla Macchiavelli. Aggiornato il 3 novembre 2025.

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