Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi: la vivisezione del disagio psichico

la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli. Foto di Marika Iannetta
la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli. Foto di Marika Iannetta

Eccoci qua. Nello Sbilico. Sbilico? Sì, avete sentito bene. È Una parola scivolosa. Che fa slittare nel precipizio della sospensione. Dell’assenza di una posizione stabile nel mondo. Così, si sta un po’ dentro e un po’ fuori. Nel primo caso, sopraggiunge la grazia inaspettata dell’interruzione del pensiero analitico. Si vive. Senza quel bisogno viscerale di squadrarsi da capo a piede per capire come si è fatti e perché. Nel secondo caso, ci si guarda vivere, e allora tutto crolla.

una pagina del libro
Foto di Marika Iannetta

Ma il bello di alcune faccende umane sta nella capacità di raccontare con lucidità la scomposizione e ricomposizione della propria esistenza. A vivisezionarsi sulla pagina, qui, è Alcide Pierantozzi. È lui che scrive di sé, ma proprio tutto di sé, rinunciando alla grazia rassicurante dell’edulcorazione.

una pagina del libro
Foto di Marika Iannetta

L’autore scava nelle interiora più oscure della sua neurodivergenza e noi, esterrefatti, affondiamo con lui nelle sabbie mobili di una dispercezione del reale. Seguiamo affannati il sentiero ondulatorio dei suoi pensieri. Dei suoi schemi di funzionamento. Delle azioni ripetute. Delle sue esperienze di perdita. Dei suoi vissuti familiari. E poi? Si giunge al cospetto di un uomo che non ha paura di attraversare e mostrare la sua fragile condizione psichica. Una dimensione che viene sempre interrogata, messa in discussione e salvaguardata dalla scrittura che, seppure non salva dall’abisso, aiuta a starci più comodi. Ed ecco allora che la parola, la ricerca ossessiva di quella perfetta, schiarisce la mente, anestetizza il male e fa entrare un bagliore di luce.

la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli. Foto di Marika Iannetta
la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli. Foto di Marika Iannetta

Leggere Alcide dà la sensazione di far parte di un macrocosmo interiore che ci riguarda, ci chiama, ci parla a cuore aperto di cosa significhi davvero vivere quotidianamente un disagio psichico. E viverlo – con tutte le sue oscillazioni repentine – in relazione alle aspettative e ai giudizi degli altri. Perchè, come recita l’incipit del libro, citando il Joker di Todd Phillips,

“La parte peggiore di avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che ti comporti come se non l’avessi”.

Per contro, la risposta agli sguardi etichettanti e minimizzanti è spezzarsi. Anima e corpo. Spudorati, veri, triturati.

una pagina del libro
Foto di Marika Iannetta

la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli
la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli
la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli
la copertina del romanzo Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, edito da Giulio Einaudi Editore (2025) nella collana Supercoralli, nella composizione da Canva, licenza d’uso

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