Vanessa Beecroft nasce nel 1969 a Genova, studia pittura presso l’Accademia di Belle Arti e segue corsi di teatro con l’attore Mimmo Chianese, per poi proseguire la sua formazione a Milano, dove si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera; e oggi vive e lavora a Los Angeles.
Nel 1993, in occasione della sua prima mostra alla Luciano Inga Pin di Milano presenta Despair, il cosiddetto “Libro del cibo”, un dattiloscritto all’interno del quale sono elencati tutti i cibi da lei ingeriti quotidianamente, dal 1985 al giorno dell’esposizione, specificando quantità e colore, ispirandosi al diario alimentare del pittore rinascimentale Pontormo e ai cromatismi acidi della sua pittura. Il testo dattiloscritto viene esposto insieme a disegni di corpi femminili dipinti ad acquarello. In questa occasione Beecroft compie l’atto che definisce tutto il suo lavoro futuro invitando alcune ragazze e studentesse, che durante il vernissage svolgono la performance Film.
La pittura, il disegno, la fotografia, il teatro e il cinema sono riferimenti costanti attorno a cui ruota tutta la sua ricerca artistica declinata in eventi performativi. In essi la rappresentazione del corpo femminile diventa lo strumento per mettere a nudo alcune delle tematiche più controverse della contemporaneità: dal ruolo della donna nella società, ai tabù sociali e alla violenza della cultura dell’immagine. Nelle sue performance, la sigla VB è sempre seguita da un numero, in una serialità che rappresenta un unico soggetto, moltiplicato, forte e potente. Beecroft sceglie le partecipanti in base a precise tipologie, in molti casi modelle, spesso senza vestiti, con parrucche colorate e corpi truccati con cosmetici specifici che ne esaltano la pittoricità.
Queste donne sono accomunate da caratteristiche fisiche simili, o da elementi di abbigliamento identici, rimangono ferme, immobili, silenziose, con lo sguardo fisso nel vuoto che le rende simili a sculture o manichini.
Gli eventi dal vivo di Vanessa Beecroft, testimoniati da fotografie e video, sono composizioni ispirate ai grandi maestri della pittura antica: dalle figure ieratiche di Piero della Francesca alla forza chiaroscurale di Caravaggio. L’artista definisce la struttura compositiva delle sue performance in forma quasi scultorea, dove il dialogo tra modelle e spettatore si attiva nella tensione dello sguardo e dei corpi che disvelano temi contemporanei come la vergogna, i tabù sociali e il voyerismo. Tutte le performance sono realizzate per un luogo specifico in riferimento alla sua natura, la sua storia e agli eventi ad esso legati.
Dalla sua prima mostra del 1993 le sue opere vengono esposte nei più importanti musei nazionali ed internazionali: al MoMA P.S.1 a New York, al Guggenheim Museum. Seguono successi, riconoscimenti e mostre presso Peggy Guggenheim di Venezia (2001), Castello di Rivoli (2003), Neue Nationalgalerie di Berlino (2005), National Gallery di Londra (2006), Gana Art Gallery di Seul (2007) MAXXI di Roma (2014), Biennale di Venezia (2015), Palazzo Reale di Milano (2016), Art Basel di Miami (2019).Nel corso della sua carriera Vanessa
Vanessa Beecroft ha collaborato anche con famosi brand come Prada, Valentino, Saint Laurent, interpretando la moda come uno strumento rivoluzionario e rendendo manifeste alcune contraddizioni del rapporto tra identità e stereotipi della cultura di massa. Nel 2022 Beecroft presenta VB93 nello storico teatro 5 di Cinecittà, nello stesso anno Palazzo Abatellis a Palermo ospita la sua Performance VB94 dove conferma il rapporto con la classicità, dialogando con l’importante collezione rinascimentale siciliana. Riceve il diploma Honoris causa in pittura all’Accademia di Brera.
Testo dagli Uffici Stampa MyCom e Zebaki.