81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
28 agosto – 7 settembre 2024

81° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia Un Elefante in Laguna nell’immagine del manifesto ufficiale dell’81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica firmata da Lorenzo Mattotti, autore anche della sigla

L’illustratore e autore italiano Lorenzo Mattotti firma per il settimo anno l’immagine del manifesto ufficiale, che raffigura un Elefante in Laguna, e per il sesto anno la sigla della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, giunta all’81. edizione (28 agosto – 7 settembre 2024).

Scrive Lorenzo Mattotti: «Cosa ci fa un Elefante in Laguna? Sicuramente è un’immagine inconsueta, inaspettata, ma che ci porta indietro con la memoria, quando, molti anni fa, un Elefante era arrivato a Venezia e si aggirava per le strette calli veneziane durante un famoso Carnevale della Biennale, quello del 1981…

Questo Elefante ora attraversa la Laguna e percorre le vie della Fantasia, del Mistero e della Magia che si scopre nel Cinema. È lui stesso Memoria e anche Storia del Cinema: una festa, una parata, uno spettacolo!

E questo speciale Elefante colorato ci ricorda anche l’Esotico, il Lontano, l’Oriente, uno sguardo verso altre civiltà, altre culture…

Alla Biennale Cinema si sono sempre incontrati altri mondi, altri linguaggi, altri immaginari, che da 92 anni arrivano in laguna. Un Elefante che va verso Oriente, ma che ha la capacità di accogliere».

Lorenzo Mattotti vive e lavora a Parigi. Esordisce alla fine degli anni ‘70 come autore di fumetti e nei primi anni ‘80 fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline. Nel 1984 realizza Fuochi, che, accolto come un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi internazionali. Per il cinema, ha collaborato nel 2004 a Eros di Wong Kar-Wai, Soderbergh e Antonioni, curando i segmenti di presentazione di ogni episodio. E’ stato consulente creativo per Pinocchio di Enzo D’Alò. Con Incidenti, Signor Spartaco, Doctor Nefasto, L’uomo alla finestra e molti altri libri fino a Stigmate edito in Italia da Einaudi, il lavoro di Mattotti si è evoluto secondo una costante di grande coerenza. Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Pubblica su quotidiani e riviste come The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur, Corriere della Sera e Repubblica. Per l’infanzia illustra vari libri tra cui Pinocchio e Eugenio che vince nel ’93 il Grand Prix di Bratislava. Numerose le sue esposizioni personali tra le quali l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al FransHals museum di Haarlem ai Musei di Porta Romana. Realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie ed è suo il manifesto di Cannes 2000 e i manifesti per l’Estate Romana.

Nel maggio 2019 ha presentato con grande successo a Cannes, nelle sezione Un certain regard, il suo primo lungometraggio animato come autore e regista La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ispirato alla favola/apologo di Dino Buzzati. Dal settembre 2023 a gennaio 2024 si è tenuta a Brescia, al Museo di Santa Giulia, la mostra Lorenzo Mattotti. Storie, ritmi movimenti. Attualmente, disegni originali dell’artista sono esposti alla grande mostra sui maestri del fumetto al Centre Pompidou di Parigi, intitolata La BD à tous les étages.


L’oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica film di Preapertura

della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in occasione dei 50 anni dalla scomparsa del grande regista, in prima mondiale in versione restaurata digitale 4K a cura di Filmauro Srl e Cinecittà

Sarà il classico di e con Vittorio De Sica L’oro di Napoli (1954), con Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò, il film di Preapertura di martedì 27 agosto dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in occasione dei 50 anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica e dei 70 anni del film.

L’oro di Napoli, che rientra nel programma di Venezia Classici dell’81. Mostra (28 agosto-7 settembre), sarà presentato il 27 agosto in Sala Darsena al Lido di Venezia, alle ore 21.00, in prima mondiale nella versione restaurata digitale 4K a cura di Cinecittà per iniziativa della Filmauro Srl di Aurelio e Luigi De Laurentiis, a partire dal negativo scena 35mm e dal negativo colonne ottiche 35mm mono, e con la supervisione artistica di Andrea De Sica.

L’oro di Napoli, suddiviso in 6 episodi tratti dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, sceneggiato insieme al regista da Cesare Zavattini e prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, racconta alcune delle tante facce di Napoli attraverso i capitoli: Il guappo, Pizze a credito, Il funeralino, I giocatori, Teresa e Il professore. Presentato in concorso a Cannes nel 1955, venne premiato ai Nastri d’argento per la miglior attrice a Silvana Mangano e per il miglior attore a Paolo Stoppa e selezionato fra i 100 film italiani da salvare.

L’oro di Napoli – ricordava Martin Scorsese – a New York era trasmesso a quei tempi in televisione, e tutti nel quartiere lo rivedevano ogni volta e lo amavano molto. […] È un film che offre una meravigliosa gamma di stili comici e incorpora qualcosa che apprezzo molto nel cinema italiano: il modo in cui si muove senza sforzo tra la commedia e la tragedia” (My Voyage to Italy, Martin Scorsese, 1999).

Su L’oro di Napoli Carlo Lizzani ha scritto: “De Sica […] realizzerà dal bel libro di Marotta un film dalle alte qualità, pieno anche di pagine ispirate e di momenti degni del miglior De Sica. Il funerale del bambino (tagliato nella versione presentata al pubblico) e quel gioiello che è la partita a carte tra De Sica stesso in veste d’attore e il bambino, potrebbero figurare degnamente in un’antologia del cinema italiano.” (Storia del cinema italiano, Parenti, Firenze, 1961).


Il regista Peter Weir e l’attrice Sigourney Weaver Leoni d’oro alla carriera dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Sono stati attribuiti al regista e sceneggiatore australiano Peter Weir e all’attrice americana Sigourney Weaver i Leoni d’oro alla carriera della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra, Alberto Barbera.

La Mostra del Cinema di Venezia e il suo Leone d’Oro fanno parte dell’immaginario del nostro mestiere. Essere premiati per il lavoro di una vita come registi, è un grande onore”, ha dichiarato, nell’accettare la proposta, Peter Weir (L’attimo fuggente, The Truman Show, Master & Commander).

Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi filmha dichiaratoSigourney Weaver(Alien, Ghostbusters, Gorilla nella nebbia, Avatar, Il maestro giardiniere) nell’accettare la proposta.

A proposito del riconoscimento a Peter Weir, il Direttore Alberto Barbera ha affermato: “Con soli 13 film realizzati nell’arco di quarant’anni, Peter Weir si è assicurato un posto nel firmamento dei grandi registi del cinema moderno. Alla fine degli anni Settanta, si era affermato come l’autore principale della rinascita del cinema australiano in virtù di due lavori, Le macchine che distrussero Parigi e Picnic ad Hanging Rock, il secondo dei quali acquisterà nel corso degli anni lo statuto di film culto. Il successo internazionale dei due film successivi, Gli anni spezzati e Un anno vissuto pericolosamente, gli aprirono le porte del cinema hollywoodiano, del quale divenne in breve uno dei principali protagonisti, fautore di un cinema in grado di coniugare la riflessione su tematiche personali e l’esigenza di rivolgersi ad un pubblico il più vasto possibile. Pur nella diversità dei soggetti affrontati, non è difficile rinvenire nel suo cinema, insieme audace, rigoroso e spettacolare, la costante di una sensibilità che gli consente di affrontare tematiche eminentemente moderne, come il fascino per la natura e i suoi misteri, la crisi degli adulti nelle società consumiste, le difficoltà dell’educazione dei giovani alla vita, la tentazione dell’isolamento fisico e culturale, ma anche il richiamo degli slanci avventurosi e l’istinto della salutare ribellione. Celebrando il gusto del racconto e l’innato romanticismo, Weir è riuscito nell’impresa di rafforzare il proprio ruolo nell’establishment hollywoodiano pur rimarcando una distanza piuttosto netta con l’industria del cinema americano. Witness – Il testimone, Mosquito Coast, L’attimo fuggente, Fearless – Senza paura, The Truman Show e Master & Commander sono le tappe principali di un percorso artistico che ha saputo conservare la sua integrità di fondo sin dentro il successo commerciale dei film realizzati.”

A proposito del riconoscimento a Sigourney Weaver, il direttore Alberto Barbera hadichiarato: Ha poche rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca incessante di una propria identità costantemente rimessa in discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del periodo reaganiano. Nel ruolo di autentica collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski, Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile di intenso magnetismo.

Il Leone d’oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.


Venezia 2024

A Nanni Moretti il ‘Premio Pietro Bianchi’

dai Giornalisti Cinematografici d’intesa con la Mostra 81 e la Biennale

La consegna oggi, 1° Settembre, in Sala Corinto, nel giorno del restauro di Ecce Bombo

Lido di Venezia, 1° Settembre – È andato a Nanni Moretti il Premio Pietro Bianchi 2024, riconoscimento che i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) consegnano tradizionalmente al Lido, quest’anno alla sua 47.ma edizione, ad una personalità eccellente del cinema italiano. Assegnato da sempre d’intesa con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il ‘Bianchi’ 2024 è un omaggio a Nanni Moretti che sigla anche una giornata speciale a lui dedicata dalla Mostra 81 diretta da Alberto Barbera con la presentazione di Ecce Bombo restaurato dal CSC – Cineteca Nazionale: il premio è stato infatti consegnato oggi in Sala Corinto in occasione della proiezione del film.

Un film per il quale Nanni Moretti ha ricevuto il primo di ben dodici Nastri d’Argento avuti come regista, sceneggiatore e produttore. Proprio i giornalisti segnalarono per primi la forza innovativa del film con il primo Nastro d’Argento a Nanni per il miglior soggetto originale. Come ricorda Laura Delli Colli, Presidente, a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Moretti fu definito allora, e sottolinearlo oggi sembra più che mai attuale “il poeta più intelligente e sottile, più affettuoso e disincantato, più ironico e malinconico di quel tempo. Una definizione che resta, con l’impegno, il talento, l’originalità e soprattutto la coerenza di un autore che è riuscito, nel suo personalissimo stile, “a raccontare una generazione, con i suoi desideri, i suoi inciampi e le sue paure”. Ed è per questo che la stampa cinematografica quest’anno gli esprime a Venezia il suo affettuoso grazie”

Il Premio Pietro Bianchi

Promosso ogni anno a Venezia come i ‘Premi Francesco Pasinetti’, dai Giornalisti Cinematografici Italiani che assegnano i Nastri d’Argento, il Premio Pietro Bianchi è da sempre dedicato a celebrare l’eccellenza di una personalità del cinema italiano. Nato nel 1977, da sempre in collaborazione con la Biennale, il riconoscimento viene assegnato dai Giornalisti Cinematografici Italiani  d’intesa con la Mostra del Cinema ed è stato attribuito da quasi cinquant’anni ad un’intera generazione di registi e  sceneggiatori, ma anche ad alcuni autori della fotografia e attori tra i più rappresentativi protagonisti del più grande cinema italiano: da Mario Soldati, il primo a riceverlo della storia del Premio, a Zavattini, e poi Blasetti, Castellani, Zampa, Lattuada, Monicelli, Comencini, De Santis, Rosi, Risi, Scola, Paolo e Vittorio Taviani, Magni, Lizzani, Bertolucci, Antonioni. Il Premio è andato anche agli sceneggiatori Suso Cecchi D’Amico, Age e Scarpelli e Tonino Guerra, agli autori della fotografia Giuseppe Rotunno e Vittorio Storaro, al montatore Roberto Perpignani e a molti altri nomi eccellenti, tra i quali pochissimi attori. Tra loro Sophia Loren, Claudia Cardinale, Virna Lisi, Michele Placido. Negli anni Duemila è il Bianchi è stato attribuito  simbolicamente ai grandi della critica italiana, e a due protagonisti della comunicazione come Enrico Lucherini e Vincenzo Mollica. Tra gli autori lo hanno ricevuto anche Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo e Citto Maselli, Gianni Amelio, Enzo D’Alò, Gabriele Salvatores, Ermanno Olmi, Ugo Gregoretti, Dario Argento e ha festeggiato, nelle ultime edizioni, anche due straordinarie attrici come Dominique Sanda e, due anni fa Stefania Sandrelli, prima di Sergio Castellitto, Premio Bianchi 2023.


Il Premio SIAE al Talento Creativo è un sostegno agli autori del cinema italiano che suggella anno dopo anno la collaborazione tra le Giornate degli Autori e la Società Italiana degli Autori ed Editori. SIAE ha scelto di premiare Federica Di Giacomo per il suo film-ritorno alle Giornate Coppia aperta quasi spalancata che è stato presentato come evento speciale in apertura della ventunesima edizione della sezione indipendente della Mostra.
Federica Di Giacomo raccoglie il testimone di filmmaker come Elisa Fuksas, Daniele Ciprì ed Elisabetta Sgarbi, tra gli altri.

Antropologa di formazione, ha lavorato nel mondo del teatro e da oltre due decenni conduce un lavoro di ricerca attraverso il cinema del reale. È stata premiata al Festival di Torino per il documentario Il lato grottesco della vita (2006) e a Venezia nella sezione Orizzonti con LiberamiIl Palazzo, documentario del 2022, è stato presentato proprio alle Giornate degli Autori tra gli Eventi speciali.

Il Presidente della SIAE Salvatore Nastasi assegna il premio con la seguente motivazione: “Federica Di Giacomo è un’autrice capace di abbattere il muro che divide il cinema documentario dalla fiction. In Coppia aperta quasi spalancatasomma, alla sua cifra ormai riconoscibile, elementi che avvicinano un pubblico più ampio al cinema del reale. Con un’attrice contemporanea popolarissima come Chiara Francini e l’opera di una delle intellettuali più influenti del Novecento italiano come Franca Rame, il confronto diventa un equilibrio formale e narrativo perfetto che riesce a raccontare l’amore, l’emancipazione e idee radicalmente diverse di felicità.”

Federica Di Giacomo ha commentato così la notizia: “Sono emozionata di ricevere questo premio dalla SIAE per cui ringrazio il Presidente Nastasi e Gaia Furrer con tutto il comitato di selezione delle Giornate degli Autori per aver capito e sostenuto un film audace nel linguaggio come nelle tematiche che propone in un momento non facile per l’autorialità.”

La cerimonia di consegna del Premio SIAE al Talento Creativo si svolge il 2 settembre alle ore 17:00 in Sala Perla e sarà seguita dalla proiezione del film in concorso Selon Joy di Camille Lugan.


Manas di Marianna Brennand vince il GdA Director’s Award 2024

La giuria, presieduta dalla regista Joanna Hogg, coordinata da Karel Och, direttore del festival di Karlovy Vary, sostenuta da Europa Cinemas e Cineuropa e composta da David Bakum (Germania), Victor Courgeon (Francia), Maarja Hindoalla (Estonia), Dimosthenis Kontes (Grecia), Amalia Mititelu (Romania), Saulė Savanevičiūtė (Lituania), Esmée van Loon (Paesi Bassi), Gregor Valentovic (Slovacchia), Isabella Weber (Italia) e Chris Zahariev (Bulgaria) – tutti ex partecipanti al progetto “27 Times Cinema”, inaugurato nel 2010 con il Parlamento Europeo – ha decretato il vincitore del GdA Director’s Award. L’annuncio si è svolto nel corso della tradizionale riunione plenaria trasmessa in streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube delle Giornate degli Autori. Il GdA Director’s Award ha un valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione.

Tra i dieci film in concorso della 21ª edizione delle Giornate è Manas di Marianna Brennand ad aggiudicarsi il GdA Director’s Award 2024.

La motivazione: “È un grande onore annunciare il film vincitore del GdA Award 2024. In questi giorni abbiamo discusso con grande passione di 10 film che esplorano universi cinematografici molto diversi tra loro, emozionandoci e sorprendendoci, e vorremmo ringraziare le Giornate degli Autori per la selezione proposta. Un film in particolare ci ha regalato un’incredibile esperienza condivisa. Manas è una finestra sul mondo capace, grazie a un’infinita cura per il dettaglio, di immergere lo spettatore in un viaggio immersivo e trasformativo.  Manas ci ha conquistato con la cura e l’attenzione con cui mette in scena un tema delicato e difficile come quello dell’abuso, sia in ambito domestico che in contesti più sistematici. Con questo racconto preciso e culturalmente specifico in cui abbiamo esplorato l’isola di Marajó, la regista ha ritratto qualcosa di profondamente universale. Questo film si è distinto dal programma per la sua maestria, le brillanti interpretazioni e il forte messaggio che crediamo risuonerà con gli spettatori di tutto il mondo, sensibilizzando e chiedendo un cambiamento. Grazie a Marianna Brennand per aver reso visibili queste storie e grazie alle Giornate degli Autori per averle portate alla nostra attenzione”.

Isola di Marajó, foresta amazzonica. Marcielle (Tielle) vive con i genitori e tre fratelli. Condizionata dalle parole della madre, venera la sorella maggiore pensando sia fuggita da quella vita squallida trovandosi un «brav’uomo» su una delle chiatte che solcano la zona. Man mano, però, Tielle si scontra con la realtà e comprende di essere intrappolata tra due ambienti violenti. Preoccupata per la sorellina e per il futuro desolante che le attende, decide di affrontare il sistema che opprime la sua famiglia e le donne della comunità.

“Durante una ricerca per un documentario da girare nei villaggi della foresta amazzonica, ho incontrato donne vittime di traumi indicibili fin dalla più tenera età. Avevano subito abusi sessuali all’interno delle loro case, oltre a essere sfruttate sessualmente su chiatte commerciali, praticamente, senza alcuna possibilità di fuga. Purtroppo, la maggior parte di noi donne ha una storia di abuso sessuale, morale o psicologico, che ha lasciato cicatrici profonde. Il Me Too e altri movimenti per i diritti delle donne ci hanno incoraggiato e permesso di rompere il silenzio e di denunciare gli abusatori in tutto il mondo. Ma che dire di queste donne invisibili di cui non conosciamo nemmeno l’esistenza? Con Manas voglio dare voce a loro che altrimenti non sarebbero mai state ascoltate, onorando le storie che hanno condiviso con me. Vedo il cinema come un veicolo efficace per la trasformazione sociale e politica e spero che Manas sia in grado di mobilitare gli spettatori rompendo l’enorme tabù che circonda questa difficile realtà che riguarda noi tutte”. 
(Marianna Brennand)

Marianna Brennand, dopo essersi laureata in cinema alla UCSB, è tornata in Brasile per realizzare un documentario sul suo prozio Francisco, un artista  riconosciuto a livello mondiale per i suoi lavori in ceramica. Puntando su un approccio narrativo poetico basato sui diari del suo personaggio, Francisco Brennand è stato presentato in anteprima nel 2012 e ha vinto i premi per il miglior documentario brasiliano e per il miglior film brasiliano al Festival di São Paulo. Nel 2007 aveva diretto un altro documentario, O Coco, a Roda, o Pnêu e o Farol, sulla ricca tradizione musicale del «coco de roda» a Olinda, città nello Stato del Pernambuco. Manas segna il suo debutto alla regia di un lungometraggio ed è il risultato di una ricerca decennale sul tema complesso e delicato dell’abuso e dello sfruttamento sessuale di bambine e adolescenti sull’isola di Marajó, nella foresta amazzonica.


Alpha. di Jan-Willem van Ewijk vince l’Europa Cinemas Label a Venezia

La giuria composta da quattro esercenti del Network Europa Cinemas ha assegnato ad Alpha., il film del regista olandese Jan-Willem van Ewijk, l’Europa Cinemas Label come miglior film europeo nella sezione Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia. È la ventunesima volta che il Label viene conferito a Venezia.

Ricevendo il Label, Alpha. beneficerà del sostegno promozionale di Europa Cinemas e di una migliore distribuzione grazie a un incentivo finanziario per i cinema della rete che lo inseriranno nella loro programmazione.

La giuria era composta da: Daira Āboliņa (Splendid Palace, Riga, Lettonia), António Costa Valente (Teatro Aveirense, Aveiro, Portogallo), Andrea Porta (Cinema Teatro Nuovo, Varese, Italia) e Jana Trnková (Kino Světozor, Praga, Repubblica Ceca).

La giuria ha rilasciato la seguente dichiarazione: Alpha. di Jan-Willem van Ewijk è stata la nostra scelta unanime per l’Europa Cinemas Label di quest’anno a Venezia. Siamo rimasti tutti molto colpiti dalla sceneggiatura, l’editing, la fotografia e dallo sviluppo dei personaggi in questo studio dinamico e credibile della relazione tra padre e figlio. Ci è piaciuta anche la scelta della musica e l’assenza di qualunque tipo di sentimentalismo. I loro atteggiamenti e le loro scaramucce a inizio film vengono ridimensionati di fronte alla grandezza e potenza della montagna. Il film è girato in maniera meravigliosa ma il regista non permette mai che l’attenzione del pubblico si sposti dall’intensità dell’interazione emotiva e fisica tra padre e figlio intenti a fronteggiare una lotta per la sopravvivenza. Un vero tour de force con cui pensiamo che il pubblico possa immedesimarsi. Congratulazioni!”


36° PREMIAZIONE DEL LEONCINO D’ORO assegnato a JOUER AVEC LE FEU di Delphine e Muriel Coulin

45° Segnalazione Cinema For UNICEF assegnato a FAMILIA di Francesco Costabile

Si è tenuta venerdì 6 settembre alle ore 17.00 presso l’Italian Pavilion dell’Hotel Excelsior la cerimonia di premiazione del Leoncino d’Oro istituito da AGISCUOLA e promosso da A.G.I.S., A.N.E.C. e David di Donatello – Accademia del Cinema Italiano, alla presenza di Vincenzo Mannino (Consigliere del Ministro dell’Istruzione e del Merito), Pietrangelo Buttafuoco (Presidente Biennale di Venezia), Alberto Barbera (Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica), Andrea Del Mercato (Direttore Generale La Biennale), Luigi Lonigro (Presidente Unione Editori e Distributori Cinematografici).
Hanno fatto gli onori di casa: Piera Detassis (Presidente e Direttore Artistico Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello), Mario Lorini (Presidente ANEC e Vicepresidente AGIS), Domenico Barbuto (Segretario Generale AGIS), Andrea Iacomini (Portavoce UNICEF Italia).

Alla sua 36ª edizione, il Leoncino è diventato nel tempo uno dei premi collaterali più rilevanti e significativi della Mostra del Cinema di Venezia. Anche quest’anno il gruppo di giovani giurati provenienti da tutta Italia ha conferito il prestigioso premio Segnalazione Cinema For UNICEF, presente alla Mostra sin dal 1980 in seguito a un accordo con il Comitato Italiano per l’UNICEF, che quest’anno celebra 50 anni di attività in Italia.

Nel corso della cerimonia di premiazione, è stato assegnato il Premio Leoncino d’Oro della 81. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia al film Jouer avec le feu di Delphine Muriel Coulin con la seguente motivazione:

“Con grande coraggio, il film affronta fino in fondo le conseguenze dell’incomunicabilità e della violenza, esprimendole attraverso l’impotenza di un genitore di fronte alla frattura del legame con il proprio figlio. La ricerca di appartenenza, come via di fuga dalla fragilità umana, come sfogo, diventa il punto di rottura che segna il destino del protagonista. Crudo e autentico, il film si rivela una testimonianza necessaria e urgente in grado di parlare a generazioni diverse. Per queste motivazioni, il Leoncino d’oro dell’81a edizione della mostra internazionale di arte cinematografica della Biennale di Venezia va a “Jouer avec le feu” di Delphine e Muriel Coulin.”

La giuria ha assegnato la Segnalazione Cinema For UNICEF al film Familia di Francesco Costabile con la seguente motivazione:

“Per l’intensità e l’efficacia con cui l’opera ti trascina in una quotidianità drammatica, in cui la brutalità del sistema patriarcale si tramanda di generazione in generazione. Per aver reso evidente che la negazione dell’infanzia e la violenza non possono che generare odio e nuovi abusi, la Segnalazione Cinema for UNICEF dell’81esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia va a “Familia” di Francesco Costabile.”

I vincitori del Leoncino d’Oro Agiscuola
1989 SCUGNIZZI  di Nanni Loy
1990 UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA  di Jane Campion
1991 LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE di Terry Gilliam
1992 UN CUORE IN INVERNO di Claude Sautet
1993 FILM BLU di Krzysztof Kieslowski
1994 PRIMA DELLA PIOGGIA di Milcho Manchewski
1995 L’UOMO DELLE STELLE di Giuseppe Tornatore
1996 HOMMES FEMMES: MODE D’EMPLOI di Claude Lelouch
1997 OVOSODO di Paolo Virzì
1998 GATTO NERO GATTO BIANCO di Emir Kusturica
1999 JESUS’ SON di Alison MacLean
2000 I CENTO PASSI di Marco Tullio Giordana
2001 ABRIL DESPERAÇADO di Walter Salles
2002 L’UOMO DEL TRENO di Patrice Leconte
2003 BUONGIORNO, NOTTE di Marco Belloccio
2004 BINJIP – FERRO 3 di Kim Ki-duk
2005 SIMPATHY FOR LADY VENGEANCE di Park Chan-Wook
2006 EJPHORIJA (Euphoria) di Ivan Vyrypaev
2007 THE DARJEELING LIMITED di Wes Anderson
2008 IL PAPA’ DI GIOVANNA di Pupi Avati
2009 CAPITALISM: A LOVE STORY di Michael Moore
2010 LA VERSIONE DI BARNEY di Richard J. Lewis
2011 CARNAGE di Roman Polaski
2012 PIETA’ di Kim ki-Duk
2013 SACRO GRA di Gianfranco Rosi
2014 BIRDMAN di Alejandro G. Inarritu
2015 L’ATTESA di Piero Messina
2016 NA MLIJEČNOM PUTU (On the Milky Road) di Emir Kusturica
2017 THE LEISURE SEEKER (Ella & John) di Paolo Virzì
2018 WERK OHNE AUTOR (OPERA SENZA AUTORE) di Florian Henckel von Donnersmarck,
2019 IL SINDACO DEL RIONE SANITA’ di Mario Martone
2020 NUEVO ORDEN di Michel Franco
2021 FREAKS OUT di Gabriele Mainetti
2022 THE WHALE di Darren Aronofsky
2023 IO CAPITANO di Matteo Garrone

Il Leoncino d’Oro Agiscuola si inserisce nel quadro delle attività di Agiscuola, che ha come obiettivo principale quello di avvicinare i giovani al cinema e al teatro, considerati strumenti formativi fondamentali. Questi, insieme ad altri linguaggi iconico-verbali, rispondono alle esigenze di una scuola moderna, che non può più essere tradizionale e conservatrice, ma deve aprirsi a nuove esperienze e stimoli sociali, pedagogici e didattici.

Il Leoncino d’Oro è una delle iniziative organizzate da AGISCUOLA in collaborazione con AGIS, ANEC e l’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, con il supporto del MIC e del MIM, per avvicinare i giovani al cinema. Questa iniziativa offre loro l’opportunità di partecipare attivamente e vivere in prima persona una delle più prestigiose manifestazioni cinematografiche.

Le associazioni coinvolte nel progetto Leoncino d’Oro operano tutto l’anno per promuovere la cultura visiva e cinematografica tra gli studenti italiani, il pubblico del futuro, sottolineando l’importanza di un impegno sempre crescente, anche pubblico, nel campo dell’educazione e della formazione.

L’iniziativa si svolge nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito
(www.cinemaperlascuola.it).


Il pubblico delle Giornate degli Autori ha espresso il proprio verdetto attraverso la votazione effettuata ogni giorno al termine delle proiezioni dei film del concorso, nella Sala Perla del Casinò del Lido. Tra i sedici film in concorso Taxi Monamour di Ciro De Caro ha conquistato il Premio del Pubblico con il 71,7% di preferenze. Sul podio virtuale anche Manas di Marianna Brennand (71,4%) e Antikvariati di Rusudan Glurjidze (65,6%).

Il film racconta l’incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna è in conflitto con se stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua malattia; Cristi fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Cristi di restare al sicuro in Italia. L’incontro, seppur breve, sarà un tuffo nella libertà.

“Girare questo film mi dà la possibilità di continuare a esplorare un linguaggio cinematografico allo stesso tempo rigoroso e molto libero. È la storia di un incontro casuale e intenso e il mio tentativo è quello di essere un testimone silenzioso e discreto che, osservando la vita di queste due donne, possa cogliere qualcosa di intimo e molto vero, in maniera leggera, cruda e priva di giudizio, anche se con uno sguardo estremamente personale”.
Ciro De Caro

Ciro De Caro, dopo aver girato i primi cortometraggi in ambito universitario, inizia a lavorare come regista di pubblicità. Nel 2013 esordisce con il lungometraggio Spaghetti Story, un piccolo film indipendente che ha riscosso un inaspettato successo di pubblico ed è stato molto apprezzato dalla critica. Dopo tre anni gira il suo secondo film, Acqua di marzo e continua, negli anni a seguire, una sperimentazione personale con cortometraggi auto-prodotti. Nel 2021 il suo terzo lavoro, Giulia, è presentato alle Giornate degli Autori e riceve molti riconoscimenti e candidature nei premi nazionali e internazionali. Taxi Monamour è il suo quarto lungometraggio.


Sveva Alviti condurrà le serate di apertura e chiusura

L’attrice Sveva Alviti condurrà le serate di apertura e di chiusura dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.

Sveva Alviti aprirà l’81. Mostra nella serata di mercoledì 28 agosto 2024, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 7 settembre, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’81. Mostra.

Nata a Roma, Sveva Alviti inizia precocemente a studiare recitazione con alcuni tra i migliori insegnanti americani, tra cui la celebre coach Susan Batson, parallelamente a una carriera da modella che la porta presto a New York.

Nel 2009 debutta a Broadway come protagonista dello spettacolo teatrale The Interrogation e nel 2011 partecipa alla 68. edizione della Mostra di Venezia con il cortometraggio Alice di Roberto de Paolis. Nel 2012 è nel film Niente può fermarci di Luigi Cecinelli e in Buongiorno Papà di Edoardo Leo. L’anno successivo è una delle protagoniste del film Cam Girls per la regia di Mirca Viola e porta al Teatro Quirino di Roma uno spettacolo interamente dedicato all’attrice Monica Vitti, ispirato al film Dramma della gelosia.

La consacrazione arriva nel 2017 con Dalida, il biopic di Lisa Azuelos sulla celebre icona francese, che le è valso la nomination come miglior attrice emergente ai Cesar 2018 e che ha avuto un grande successo in Francia (in testa al box office per settimane) e in Italia, dove è stato trasmesso come evento speciale in prima tv assoluta su Rai 1. Nel 2018 Sveva Alviti è la protagonista femminile del film Lukas uscito in oltre 250 sale in Francia, Belgio e Uk, un thriller con Jean Claude Van Damme. Nel corso dello stesso anno è nei cinema con Love Addict con Michael Madsen, dove interpreta una femme fatale nel ruolo di Henriette. Nel 2019 gira in Francia, per la regia di Fabienne Redt, Beignets de Songe e riceve il premio Kinéo come Guest Star a Venezia. Tre anni dopo vince il premio come miglior interprete al Rome Independent Film Festival per il suo ruolo di co-protagonista nel film d’autore Tra le onde, diretto da Marco Amenta.

Nel 2023 è protagonista di Entres les Vagues di Anaïs Volpé, presentato al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Cinéastes e vincitore di numerosi premi in tutta la Francia.

Lo stesso anno appare nelle tv francesi nella serie contro la violenza sulle donne H24 e fa il suo debutto alla regia con il cortometraggio Les jour d’après.

A marzo 2023 esce AKA il suo primo film per Netflix – dove interpreta la protagonista femminile Natalya – film che ha avuto un grande successo sulla piattaforma.

Dal 15 settembre andrà in onda la seconda stagione di Nudes, prodotta da Rai Fiction, e nell’autunno 2024 prenderà parte a un progetto americano che parlerà della tematica del MeToo dal titolo The other side of Fame.

L’attrice si appresta a iniziare le riprese di Walking Through the fire, suo esordio alla regia per un documentario.


Le Giurie internazionali del Concorso Venezia 81, di Orizzonti e di Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”

Di seguito le Giurie internazionali del Concorso Venezia 81, di Orizzonti e Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto – 7 settembre 2024) della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.

Venezia 81

La Giuria del Concorso di Venezia 81 è composta da:

  • Isabelle Huppert – presidente, attrice francese. Nel 1978 vince il Premio per la migliore attrice a Cannes per il film Violette Nozière di Claude Chabrol. Con lo stesso regista ha lavorato in altri sette film e ha ottenuto due Coppe Volpi alla Mostra di Venezia con Un affare di donne (1988) e La cérémonie – Il buio nella mente (1995). Nel 2001 ha vinto il suo secondo Premio per la migliore attrice a Cannes per La pianista di Michael Haneke. Nel 2005 le è stato assegnato a Venezia un Leone d’oro speciale per il complesso dell’opera per Gabrielle di Patrice Chéreau. Nel 2017 ha ottenuto la candidatura all’Oscar come attrice protagonista per Elle di Paul Verhoeven, per il quale ha vinto un Golden Globe e un Indipendent Spirit Award. Nel 2022 le è stato assegnato l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino.

  • James Gray, regista e sceneggiatore americano. Ha esordito alla regia nel 1994 con Little Odessa, premiato con il Leone d’Argento a Venezia. Nel 2000 ha scritto e diretto il secondo lungometraggio, The Yards, che segna l’inizio della lunga collaborazione con Joaquin Phoenix. L’attore infatti appare nei tre film successivi del regista, tutti in concorso a Cannes: I padroni della notte (2007), Two Lovers (2008) e C’era una volta a New York (2013). Civiltà perduta è stato presentato al New York Film Festival del 2016, mentre Ad Astra (2019), con Brad Pitt, è stato presentato in concorso a Venezia e ha ricevuto una nomination agli Oscar. Il suo ultimo film Armageddon Time è stato presentato a Cannes nel 2022.

  • Andrew Haigh, regista e sceneggiatore britannico. Ha diretto l’acclamato Estranei che ha ricevuto varie nomination ai BAFTA, ai Gotham Awards e agli Independent Spirit Awards. Per la sua sceneggiatura, Haigh ha ricevuto il premio della LA Film Critics Association. In precedenza Haigh ha diretto Charley Thompson, presentato in concorso a Venezia nel 2017, 45 anni (2015), che è valso a Charlotte Rampling una nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista, e Weekend, grande successo del 2011. È stato produttore esecutivo, regista e autore principale della serie HBO Looking (2014-2016). Ha scritto e diretto tutti e cinque gli episodi della serie The North Water (2012) per BBC & AMC.

  • Agnieszka Holland, regista, sceneggiatrice e produttrice polacca. Con Attori di provincia (1978) ha vinto il Premio Internazionale della Critica a Cannes. Nel 1985 ha ricevuto una nomination all’Oscar per il miglior film straniero con Bittere Ernte. Ha poi diretto Un prete da uccidere (1988) e Europa Europa (1990), per il quale ha ottenuto un Golden Globe e una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura. Con In Darkness (2011) arriva la terza nomination all’Oscar. Con Pokot (2016) ha vinto l’Orso d’argento alla Berlinale. Ha diretto episodi delle apprezzate serie The Wire, The Killing, Cold Case – Delitti irrisolti e Treme. Ha diretto la miniserie Burning Bush – Il fuoco di Praga (2013) e gli episodi pilota di The First e 1983. Con Green Border ha vinto il Premio Speciale della Giuria a Venezia nel 2023.

  • Kleber Mendonça Filho, regista, sceneggiatore e programmatore cinematografico brasiliano. Negli anni ’90 dirige alcuni cortometraggi. Con Crítico, suo primo lungometraggio documentario, il regista dà voce a 70 registi e critici cinematografici. Il suono intorno è stato presentato a Rotterdam nel 2012 e il Brasile lo ha scelto come candidato agli Oscar. Aquarius (2016), interpretato da Sonia Braga, è stato presentato in Concorso a Cannes ed è stato candidato a un César e a un Independent Spirit Award. Nel 2019, Bacurau, co-diretto e co-scritto con Juliano Dornelles, ha vinto il Premio della Giuria a Cannes. Torna sulla Croisette nel 2023 con Retratos Fantasmas, il suo lavoro più recente. Attualmente sta girando un nuovo film, The Secret Agent.

  • Abderrahmane Sissako, regista, sceneggiatore e produttore mauritano. Nel 1995 ha realizzato Le chameau et les bâtons flottants. Nel 1997 ha diretto Sabriya – Le carré de l’échiquier, un episodio della serie televisiva Africa Dreaming. La vie sur Terre (1998) segna il ritorno del regista nel suo Paese natale. Nel 2002 ha diretto in Mauritania il film Aspettando la felicità, presentato a Cannes e vincitore del Premio FIPRESCI. È tornato a Cannes nel 2006 con Bamako e di nuovo nel 2014, in concorso, con Timbuktu. Primo film mauritano a essere candidato all’Oscar, Timbuktu ha vinto sette premi César.

  • Giuseppe Tornatore, regista e sceneggiatore italiano. Nel 1985 esordisce nella regia cinematografica con Il camorrista del quale è anche sceneggiatore insieme a Massimo De Rita. Nel 1989 si impone all’attenzione del cinema internazionale con Nuovo Cinema Paradiso, film di cui è anche soggettista e sceneggiatore e che gli varrà l’Oscar come migliore film straniero. Tutti i suoi film successivi, da Una pura formalità a Maléna, da L’uomo delle stelle a La sconosciuta, da Stanno tutti bene a La leggenda del pianista sull’oceano, da Baarìa a La migliore offerta, sino a Ennio, il documentario dedicato a Ennio Morricone, sono stati distribuiti in tutto il mondo, riscuotendo premi e successo.

  • Julia von Heinz, regista e sceneggiatrice tedesca. Nel 2007 ha vinto il German Film Award per il miglior film per bambini e ragazzi con il suo esordio Was am Ende zählt. E domani il mondo intero è stato in concorso a Venezia nel 2020, ha rappresentato la Germania agli Oscar ed è stato nominato come miglior film ai German Film Awards del 2021. Come parte del film collettivo Isolation, il suo corto Two Fathers è stato presentato alle Giornate degli Autori del 2021. La sua controversa serie TV Eldorado Kadewe ha vinto numerosi premi ed è stata acquistata dalla BBC. Il suo ultimo film Treasure è stato presentato alla Berlinale e al Tribeca nel 2024. Per questo film von Heinz ha vinto il premio German Cinema for Peace. Insegna regia all’Università di Televisione e Cinema di Monaco.

  • Zhang Ziyi, attrice cinese. Ha debuttato al cinema nel film di Zhang Yimou La strada verso casa (1999). La sua interpretazione nel film di Ang Lee La tigre e il dragone (2000) le è valsa numerosi consensi. Ha recitato in Memorie di una geisha (2005) di Rob Marshall, per il quale ha ottenuto una nomination ai BAFTA e una ai Golden Globe. Il suo ruolo in The Grandmaster (2013) di Wong Kar-wai le è valso 12 premi come migliore attrice in Cina. Ha recitato in film tra cui Hero (2002) e La foresta dei pugnali volanti (2004) di Zhang Yimou, 2046 (2004) di Wong Kar-wai e The Princess Raccoon (2005) di Seijun Suzuki. Il suo debutto alla regia, Poem (2021), ha ottenuto in Cina un grande successo di critica. Recentemente ha lavorato con il regista Peter Chan nel film She’s Got No Name che uscirà nell’autunno 2024.

La Giuria Venezia 81 assegnerà ai lungometraggi in Concorso senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Premio Speciale della Giuria, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

Orizzonti

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti è composta da:

  • Debra Granik presidente, regista e sceneggiatrice statunitense. Con Un gelido inverno ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance 2010. Il film ha ottenuto quattro nomination all’Oscar, tra cui quella per il miglior film e per la migliore sceneggiatura non originale per Debra Granik e Anne Rosellini. Col suo primo film, Down to the Bone, è stata premiata come miglior regista al Sundance del 2004. Nel 2015 ha realizzato il documentario Stray Dog. Senza lasciare traccia (2018) è stato presentato al Sundance e a Cannes. Granik ha appena terminato il montaggio del documentario in cinque parti Conbody VS Everybody. Il suo prossimo progetto è un adattamento di Una paga da fame di Barbara Ehrenreich.

  • Ali Asgari, sceneggiatore, regista e produttore, nato a Teheran, in Iran. È un importante regista indipendente iraniano che vanta numerosi premi internazionali. I film di Asgari sono incentrati su vite precarie che vivono ai margini della società nel suo paese natale, l’Iran. I suoi corti sono stati proiettati in importanti festival internazionali. Il suo film d’esordio Disappearance è stato presentato in anteprima mondiale alla Mostra di Venezia e in anteprima nordamericana al Toronto Film Festival 2017. Ta farda, il suo secondo film, è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2022, mentre Kafka a Teheran, il suo terzo lungometraggio, è stato presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes nel 2023.

  • Soudade Kaadan, regista e sceneggiatrice siriana, residente a Londra. Si è fatta conoscere a livello internazionale con il suo primo film, Yom Adaatou Zouli, presentato a Venezia nel 2018 dove ha vinto il Leone del Futuro per la migliore opera prima. Il film è stato poi proiettato in molti festival tra cui TIFF, BFI London, Busan e IFFR. Il suo corto Aziza ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance nel 2019. Il suo secondo lungometraggio Nezouh – Il buco nel cielo ha vinto il Premio degli spettatori ARMANI BEAUTY a Venezia nel 2022. Soudade Kaadan è diventata così l’unica regista araba a vincere due volte a Venezia.

  • Christos Nikou, regista, sceneggiatore e produttore greco. Il suo cortometraggio KM (2012) ha partecipato a oltre 40 festival internazionali. Il suo primo lungometraggio Apples ha aperto la sezione Orizzonti di Venezia nel 2020. Candidato dalla Grecia all’Oscar per il miglior lungometraggio internazionale, Apples è stato inserito nella lista dei cinque migliori film internazionali dal National Board of Review. Nel 2023, Nikou ha fatto il suo debutto in lingua inglese con Fingernails – Una diagnosi d’amore, che ha diretto, co-scritto e co-prodotto con la Dirty Films di Cate Blanchett e Filmnation. Attualmente Nikou sta lavorando al suo terzo lungometraggio, Background.

  • Tuva Novotny, attrice e regista svedese. Ha esordito nella recitazione a 16 anni. Nel 2010 ha debuttato come regista con la serie TV Dag, seguita da due episodi per la serie Netflix Lilyhammer. Nel 2018 ha scritto e diretto Blindspot, che ha ottenuto gran parte dei premi Kanon, vincendo miglior sceneggiatura e miglior regia. Poco dopo ha scritto e diretto Britt-Marie Was Here, che è diventato un successo al botteghino svedese. Al momento sta scrivendo il lungometraggio Dobbeltmennesket per la regia di Jonas Arnby, ma anche la serie Det Kongelige Teater, ed è uscito da poco il suo ultimo film, Diorama, che ha scritto e diretto. Ha da poco recitato in The Abyss (2023) e in All and Eve (2024) e sta sviluppando Home per Snowglobe Pictures, come regista e sceneggiatrice.

  • Gábor Reisz, regista ungherese. Il suo primo film, VAN valami furcsa és megmagyarázhatatlan (2014), è stato presentato a Karlovy Vary e ha riscosso un grande successo sia al botteghino che nel circuito dei festival. Nel 2015 Reisz è stato invitato a La Résidence di Cannes, dove ha sviluppato il suo secondo lungometraggio Rossz versek (2018). Il film ha poi vinto 16 premi, tra cui quello per il miglior film ungherese del 2018, e ha avuto un buon successo di pubblico nei cinema nazionali. Una spiegazione per tutto (2023), il suo terzo film, ha vinto il Premio Orizzonti per il miglior film a Venezia e il Gold Hugo al Chicago Film Festival.

  • Valia Santella, sceneggiatrice e regista italiana. Ha lavorato in passato come segretaria di edizione e aiuto regista. Dal 2010 collabora come sceneggiatrice con alcuni tra i maggiori registi italiani tra cui Marco Bellocchio, Leonardo Di Costanzo, Valeria Golino, Nanni Moretti. Nel 2001 gira il documentario Nel nome del popolo italiano e nel 2004 il suo primo lungometraggio Te lo leggo negli occhi, entrambi prodotti da Sacher Film. Nel 2006 dirige diversi episodi della serie TV Il vizio dell’amore. Attualmente è impegnata nella post produzione della serie TV Prima di noi, di cui firma la regia di alcuni episodi.

La Giuria Orizzonti assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro è composta da:

  • Gianni Canova presidente, critico cinematografico italiano. È Rettore dell’Università IULM di Milano, dove insegna, come Professore ordinario, Storia del cinema e filmologia. Fondatore del mensile di cinema e cultura visuale «Duel» (poi «Duellanti»), è stato critico cinematografico per «Il Manifesto», «la Repubblica», «Sette del Corriere della Sera» e «la Voce» di Indro Montanelli. Autore di saggi e curatore di grandi opere come l’Enciclopedia del Cinema edita da Garzanti, ha realizzato numerose mostre multimediali. Attualmente è autore e conduttore del programma TV Il Cinemaniaco su Sky Cinema. Dal 2024 è Presidente del Comitato scientifico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

  • Ricky D’Ambrose, sceneggiatore e regista statunitense. Il suo secondo film, The Cathedral, è stato prodotto all’interno di Biennale College – Cinema e realizzato con il grant della Biennale. Il film è stato presentato in anteprima mondiale alla 78. Mostra del Cinema, e poi in anteprima nordamericana al Sundance. The Cathedral ha ricevuto il prestigioso John Cassavetes Award agli Independent Spirit Awards 2023 ed è stato candidato al Gotham Award come miglior film. I suoi corti e il suo primo lungometraggio, Notes on an Appearance, sono stati proiettati in festival internazionali, tra cui Berlino, Rotterdam, Vienna, il New York Film Festival e New Directors/New Films. Nel 2017 è stato nominato dalla rivista «Filmmaker» uno dei 25 nuovi volti del cinema indipendente, nonché uno dei migliori nuovi registi del decennio da Richard Brody del «New Yorker». Attualmente sta lavorando al suo terzo film.

  • Bárbara Paz, regista, artista visiva, attrice e produttrice brasiliana. Nel 2019 ha diretto Babenco: Alguém Tem que Ouvir o Coração e Dizer Parou che ha vinto il Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema. Il film è stato scelto dal Brasile come candidato all’Oscar per il miglior lungometraggio internazionale. Bárbara Paz ha recitato in numerosi film, tra cui Meu Amigo Hindu di Hector Babenco, e ha recitato in oltre 25 opere teatrali. Per i risultati ottenuti come attrice, Paz ha ricevuto la Medalha Cavaleiro 2013 dal Ministero della Cultura. Ha recitato in diverse serie TV e soap opera e ha condotto il programma televisivo A Arte do Encontro su Canal Brasil.

  • Taylor Russell, attrice e regista canadese. Prossimamente apparirà nel thriller coreano Hope di Na Hong-jin e in Mother, Couch! di Niclas Larsson. L’anno scorso ha debuttato a teatro con The Effect di Jamie Lloyd, acclamato revival dell’opera teatrale di Lucy Prebble. Russell ha recitato accanto a Timothée Chalamet nel film di Luca Guadagnino, Bones and All. Il film è stato presentato a Venezia, dove Russell ha vinto il Premio Marcello Mastroianni per l’attrice emergente. È stata candidata sia al Gotham Award che all’Independent Spirit Award per le sue interpretazioni in Bones and All e in Waves, film di A24 diretto da Trey Edward Shults. Quest’ultima prova le è valsa il Breakthrough Actor Award ai Gotham Awards. Esordisce alla regia con il corto documentario The Heart Still Hums che vince il premio come miglior documentario al Palm Springs Int. ShortFest.

  • Jacob Wong, curatore di festival e direttore di mercati cinematografici. È stato associato all’Hong Kong Film Festival per oltre due decenni come curatore e direttore dell’HAF Project Market. Attualmente è direttore dell’ufficio Industry, che organizza mercati per progetti cinematografici, laboratori e coproduzioni. Ha coprodotto cortometraggi di Jia Zhangke, Tsai Ming-Liang, Mohammad Makhmalbaf, Kurosawa Kiyoshi, Brillante Mendoza e Christopher Doyle, e lungometraggi di finzione di Ishii Yuya, Tan Chui Mui e altri. È il delegato della Berlinale per quanto riguarda il cinema cinese, oltre che consulente della programmazione del Nara IFF (Giappone).

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore.


La 81. Mostra in numeri

I nuovi lungometraggi della Selezione Ufficiale sono 85

così suddivisi:

  • 21 nella sezione Venezia 81 (Concorso)

  • 23 nella sezione Fuori Concorso (di cui 11 documentari e 12 film di finzione)

  • 19 nella sezione Orizzonti

  • 9 nella sezione Orizzonti Extra

  • 9 nella sezione Venezia Classici – Documentari sul cinema

  • 4 nella sezione Biennale College – Cinema

I cortometraggi sono 17

così suddivisi:

  • 14 nella sezione Orizzonti – Corti

  • 2 nella sezione Fuori Concorso – Fiction

  • 1 in Fuori Concorso – Proiezioni Speciali

Le serie TV sono 5

così suddivise:

  • 4 nella sezione Fuori Concorso – Series

  • 1 in Fuori Concorso – Proiezioni Speciali

Venezia Classici

  • 18 lungometraggi restaurati

Le opere di Venice Immersive sono 63

così suddivise:

  • 26 nella sezione In Concorso

  • 10 nella sezione Best of Experiences – Fuori Concorso

  • 20 nella sezione Best of Worlds – Fuori Concorso

  • 7 nella sezione Biennale College Cinema – Immersive – Fuori Concorso

I paesi rappresentati sono 58

Numero dei titoli iscritti

4138 di cui:

1967 lungometraggi (206 italiani)

2171 cortometraggi (190 italiani)

Analisi di genere

Titoli a regia maschile: 3012 (67,13%) (314 italiani)

Titoli a regia femminile: 1383 (30,82%) (108 italiani)

Titoli a regia non dichiarata/altro: 92 (2,05%) (3 italiani)

Analisi di genere per i film della selezione ufficiale

Concorso: M 17, F 7

Fuori Concorso: 28 M, 8 F

Orizzonti: 16 M, 4 F, 1 A

Orizzonti Extra: 9 M, 1 F

Orizzonti Corti: M 11, F 6

Biennale College Cinema: 1 M, 3 F

Venezia Classici – Documentari sul Cinema: 9 M, 2 F

Venice Immersive: 52 M, 20 F, 4 A

 

Testi dall’Ufficio Stampa La Biennale di Venezia. Aggiornamento del 1° settembre 2024 sul Premio Bianchi a Nanni Moretti dall’Ufficio Stampa Giulia Martinez. Aggiornamento del 2 settembre sul Premio SIAE al talento creativo e del 6 settembre sul Premio Europas Cinemas Label, sul GdA Director’s Award 2024, sul Premio del Pubblico e sul Leoncino d’Oro da Studio Sottocorno.

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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