Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, di Michele Ruol: un esordio luminoso

Dopo pochissime pagine, “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” è diventato uno dei miei libri preferiti in assoluto. Ho urlato di gioia il giorno il giorno dell’annuncio della dozzina del Premio Strega 2025, perché il lavoro sul testo che ha compiuto Michele Ruol, l’autore, è straordinario, di una delicatezza e di un’empatia rarissime nel panorama contemporaneo. I valori che guidano la casa editrice, TerraRossa, sono ben riconoscibili, perché in questo esordio si legge un’originalità di forma e contenuto.

Questo è un libro che parla di rinascita, dopo uno dei dolori più profondi dell’essere umano: la perdita di non uno, bensì due figli, Maggiore e Minore, a seguito di un incidente stradale di cui vanno chiarite tutte le dinamiche in un’aula di tribunale. Non sappiamo chi era alla guida, non sappiamo chi sedeva come passeggero, sappiamo solo che ci sono state due vittime e un ferito gravissimo, là, vicino al bosco di pioppi che ha preso a bruciare poco tempo prima, alla periferia di una città qualunque, una come se ne vedono tante, che non ha un nome perché potrebbe averne mille.

Rimangono Madre e Padre, due figure che si guardano e non si riconoscono più, e se lo chiedono tutti i giorni: riusciremo a sopravvivere? I due personaggi, che hanno un’universalità e una caratterizzazione precisissima e mai melodrammatica, prendono strade separate per poter scendere a patti con la verità: una depressione radicata per anni, nella Madre, lo stakanovismo al limite del burn out, nel Padre. Ma entrambi devono scontrarsi con i propri demoni, vedere il loro volto storpiato dalle smorfie e poi decidere quale sia il modo migliore per sopirli.

Ma come ci viene raccontata questa storia? Con un inventario vero e proprio di oggetti, della casa dove hanno sempre vissuto, scandagliando ogni ambiente e donando un valore affettivo a ogni cosa che si descrive. Ruol passa magistralmente tra linee temporali diverse, da passato lontanissimo a quello di qualche giorno prima, andando a coprire un periodo molto lungo, quasi cinquant’anni delle vite di Padre e Madre. Questa è la straordinarietà della penna di Ruol: fa sembrare dannatamente facili le cose complicatissime.

la copertina del romanzo Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, esordio di Michele Ruol, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2024) nella collana Sperimentali. Foto di Ilaria Parlanti
la copertina del romanzo Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, esordio di Michele Ruol, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2024) nella collana Sperimentali. Foto di Ilaria Parlanti

È un romanzo difficile da recensire, “Inventario”, perché non si può dire che non faccia male. Arriva a colpirti dritto al cuore, a farti scendere nell’abisso, e poi a dirti: adesso veditela tu, hai toccato il fondo, riuscirai ad alzarti? Ed è quello che si chiede anche ai protagonisti di questa storia, lo si chiede con i simboli come le piante di corbezzolo, lo si chiede nei dialoghi, immersi sapientemente nel flusso della narrazione, lo si chiede alla formattazione delle pagine che accompagna una lettura che ti fa fermare a ogni capitolo, perché sai che quella che hai davanti è un grande esempio di letteratura.

Eppure, in un buio denso e nero, nell’oscurità più profonda, Ruol riesce in un obiettivo inimmaginabile, decidendo di raccontare una storia di così acuta sofferenza: ci fa sentire la bellezza del creato, anche nei luoghi dove la cenere volteggia con le folate di vento, gli arbusti secchi della foreste gettano di nuovo germogli, e la dolcezza con cui l’autore si prende cura dei propri personaggi – che diventano persone in carne e ossa – è quella veramente del medico, quale lui è, che aiuta e ascolta i pazienti.

Mi sono domandata spesso se la vita sia sempre degna di essere vissuta, e un romanzo del genere cerca di dare la risposta a questa domanda. Non elimina il dolore dalla storia, anzi ne propone uno gravissimo. Eppure, da quella voragine, dal baratro estremo, io ci ho visto filtrare la luce. La luce di un grande esordio. La luce di una voce unica. La luce di una resurrezione.

la copertina del romanzo Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, esordio di Michele Ruol, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2024) nella collana Sperimentali
la copertina del romanzo Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, esordio di Michele Ruol, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2024) nella collana Sperimentali

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

Write A Comment

Pin It