Invettive musicali, le critiche ai grandi compositori raccolte da Nicolas Slonimsky

Immaginate un libro che raccolga centinaia di giudizi critici, feroci e irriverenti, contro i più importanti compositori dell’Ottocento e del Novecento. Invettive musicali è tutto questo, un campionario di ‘cantonate’ raccolte da Nikolas Slonimsky (1894-1995), compositore e critico musicale russo, naturalizzato statunitense, pubblicato per la prima volta nel 1953, e finalmente disponibile in Italia, per Adelphi, nell’edizione curata dal pianista, compositore e musicologo Carlo Boccadoro.

la copertina del libro tra gli album di musica
Foto di Francesco Saverio Mongelli

Ludwig van Beethoven, Fryderyk Chopin, George Gershwin, Maurice Ravel, Modest Musorgskij, Richard Strauss, Igor’ Stravinskij, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Richard Wagner, Sergej Prokof’ev e tanti altri: nessuno è esente dalle sgradevoli opinioni scritte e pubblicate su carta stampata, commenti che oggi definiremmo bestialità. «Considero Alban Berg un millantatore, un musicista pericoloso per la collettività»1, tuona Paul Zschorlich recensendo Wozzeck, tra le opere più celebri del compositore austriaco.

O il grande Hector Berlioz, «totalmente incapace di produrre qualsivoglia frase musicale completa»2, con la sua Symphonie fantastique, considerata tra i capolavori della musica classica, il cui movimento finale viene definito «uno squallido disordine cacofonico, un interminabile sproloquio»3. E poi il “New York Times” che recensisce la Carmen di Bizet, chiosando: «Come opera d’arte, vale zero»4.

Per alcuni musicisti e correnti avanguardiste è comprensibile non essere capiti e applauditi, accade ciclicamente, il cambiamento fa sempre paura e i conservatori tendono a storcere il naso. Ciò che però oggi risulta meno accettabile è quando i bersagli di queste improperie sono grandi melodisti padroni della tecnica compositiva. Franz Liszt, ad esempio, definito «una persona comune con i capelli all’insù, uno snob uscito dal manicomio. Scrive la musica più brutta che ci sia»5; la parte orchestrale di un suo concerto è stata giudicata «disgustosa in assoluto: un concerto catarrale o starnutatorio»6.

la copertina del libro su un pianoforte la copertina del libro Invettive musicali di Nikolas Slonimsky, a cura di Carlo Boccadoro, edito da Adelphi (2025) ne La collana dei casi, 158. Foto di Francesco Saverio Mongelli
la copertina del libro Invettive musicali di Nikolas Slonimsky, a cura di Carlo Boccadoro, edito da Adelphi (2025) ne La collana dei casi, 158. Foto di Francesco Saverio Mongelli

A leggere questi continui ‘assalti’ ai danni di coloro i quali vengono considerati i maestri della musica per eccellenza, fa un po’ piangere il cuore. Ma in un certo senso è consolatorio perché dimostra che anche i grandi hanno avuto difficoltà, quindi in un certo senso può essere di incoraggiamento a non mollare per chi si affaccia nel mondo dell’arte.

Tra queste invettive, divise in paragrafi sapientemente organizzati, non mancano estri letterari, come ad esempio è toccato ricevere a Claude Debussy; la sua musica – hanno scritto – «ha la grazia di una bella ragazza tubercolosa, dagli sguardi languidi e dai gesti anemici, la cui perversione ha il fascino di chi è marchiato dalla morte»7.

In molti casi, e sono parecchi, gli insulti – perché di insulti si tratta – vengono proprio da alcuni colleghi. Johannes Brahms, per esempio, è stato definito «il più grande impostore di questo secolo e di tutti i millenni a venire»8 dal compositore Hugo Wolf, allora ventiseienne e impiegato come critico musicale della rivista aristocratica “Wiener Salonblatt”. La iattanza dei giovani, si potrebbe commentare. E poi Pëtr Il’ič Čajkovskij che sul suo diario lo appella come «mascalzone», «pallone gonfiato», «bastardo privo di talento»9.

la copertina del libro su uno scaffale
Foto di Francesco Saverio Mongelli

Gli esempi da fare sono tantissimi, ed è proprio questo il bello di Invettive musicali: un libro prezioso, che non annoia, da sfogliare e da conservare, pensato soprattutto per i musicisti e gli appassionati di musica, ma stuzzicante anche per i non addetti ai lavori perché si fa leggere da solo.

la copertina del libro Invettive musicali di Nikolas Slonimsky, a cura di Carlo Boccadoro, edito da Adelphi (2025) ne La collana dei casi, 158
la copertina del libro Invettive musicali di Nikolas Slonimsky, a cura di Carlo Boccadoro, edito da Adelphi (2025) ne La collana dei casi, 158

Note: 

1 Paul Zschorlich, in «Deutsche Zeitung», Berlin, 15 dicembre 1925, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 31.

2 Quotidiano londinese non identificato, 1843, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 36.

3 «Home Journal», Boston, 1 dicembre 1890, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 41.

4 «The New York Times», 24 ottobre 1878, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 45.

5 «The Dramatic and Musical Review», London, 7 gennaio 1843, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 117.

6 Dal diario di George Templeton Strong, 4 novembre 1870, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 120.

7 Alfred Mortier, in «Les Rubriques nouvelles», Paris, dicembre 1909, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 97.

8 Hugo Wolf, in «Wiener Salonblatt», 5 dicembre 1886, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 56.

9 Dal diario di Petr Il’’ic Cajkovskij, alla data 9 ottobre 1886, in Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Adelphi, Milano 2025, p. 55.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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