Libri blu, un’occasione imperdibile per conoscere August Strindberg
«Chi voglia verificare l’esito della mia lunga e mutevole esistenza può cominciare a leggere il Libro blu, che ne è la Sintesi» (p. 7).
Già soltanto questa affermazione dello scrittore, drammaturgo e poeta August Strindberg (1849-1912) vale l’acquisto del volume Libri blu, edito recentemente da Carbonio e curato da Franco Perrelli, docente, saggista, tra i massimi esperti dell’autore svedese che per lo stesso editore ha tradotto la bellissima “Trilogia della solitudine” composta da Solo (2021), La festa del coronamento (2022) e Il capro espiatorio (2023).

L’antologia attinge da oltre seicentocinquanta brani in millecinquecento pagine, trattando diciotto materie, tra le più varie: filosofia, psicologia, religione, arte ed estetica, letteratura, storia, filologia, matematica, botanica, zoologia, astronomia, meteorologia, fisica, medicina, geologia, mineralogia, occultismo. Il lavoro di Perrelli copre circa un terzo dell’intero corpus che può essere considerato a tutti gli effetti il testamento spirituale di Strindberg, il quale dedicherà il primo volume al filosofo e mistico Emanuel Swedenborg, che egli considera «Maestro e Guida», definendosi suo «Discepolo».
Ed è proprio lo scambio tra un maestro e il suo discepolo a caratterizzare il tratto compositivo del libro, in cui i vari frammenti si snodano, tutti da sottolineare perché pregni di citazioni e di frasi, talvolta da prendere con le pinze, su cui soffermarsi a ragionare. Ad esempio:
«In verità, non esistono due uomini che s’intendano a vicenda e per questo il mondo è così zeppo di malintesi e di bugie» (p. 68).
Oppure, provocatoriamente:
«I piaceri della vecchiaia sono molteplici. Il maggiore consiste nella consapevolezza che non è tanto lontana quella sera in cui, mettendoci a letto, ci si spoglierà senza la necessità di rialzarci e di rivestirci» (p. 127).
Gli esempi sono tantissimi. Le pagine più sentite e dense restano quelle legate alla religione, alla spiritualità.
«Coloro che cercano di dimostrare un assioma cadono nell’assurdo, per questo non dobbiamo mai cercare di dimostrare l’esistenza di Dio» (p. 38), appunta Strindberg.
«Esci dalla tua persona, se hai la forza, e poniti dal punto di vista del credente; comincia a credere e verifica poi come la fede s’accordi con le tue esperienze. Se ciò si verifica, allora hai guadagnato la saggezza e nessuno potrà mai smuovere la tua fede» (p. 47).
Ed è proprio la sua cristianità a guidarlo per tutta la vita.

Nei Libri blu, oltre a una serie di considerazioni più o meno discutibili riguardo materie scientifiche, non mancano gli appunti letterari su autori come Goethe, Shakespeare, Zola, Hegel, Wilde, Rousseau; dissacrante è il paragrafo in cui parla di Rembrandt, che chiude con un’invettiva verso la consorte Saskia, definita «orribile», «repellente per bruttezza e cattiveria» (p. 171). E, a proposito di consorti, significativa è la trama sentimentale, autobiografica, che abbraccia la drammatica relazione avuta con la terza moglie, la giovane attrice Harriet Bosse.
«Tutti gli esseri umani hanno più o meno timore a svelare i propri sentimenti, per cui si mostrano per lo più un tantino peggiori di quel che sono» (p. 263), affermerà.
Quel pessimismo, misto a una generosa dose di solitudine, si respira spesso tra le pagine, come nelle seguenti parole:
«È pressoché senza speranza pensare di tenere un equilibrio nel tentativo di giudicare equamente gli uomini, perché la natura umana è cattiva, non c’è niente da fare» (p. 184).
Interessantissima, infine, è la breve Appendice in cui Strindberg introduce il termine «Camorra», definendola come un sistema criminale che
«non ha nessuna organizzazione, ma si riscontra in tutte le classi sociali […] È un gruppo naturale di gente disonesta, che trova naturale truffare» (p. 281).
La sua accezione non è quella comune, cioè assimilabile alla mafia, quindi a una struttura organizzata e verticistica, ma viene intesa più come un concetto universale proprio di svariate categorie che si traduce in un sistema di scambi di favori.

Libri blu rappresenta un ottimo punto di partenza per immergersi nella fitta produzione letteraria di August Strindberg, perché ci sono al suo interno gli ingredienti più rappresentativi della sua personalità: l’irrequietezza dell’anima, la perseveranza, l’anticonformismo, la visione, il senso di inadeguatezza del vivere la contemporaneità, la spregiudicatezza nell’affermare le idee e nel sostenere le posizioni ma anche il beneficio del dubbio e la saggezza.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.