Il calcagno di Australopithecus africanus, più vicino a quello dei gorilla
11 Agosto 2016
Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Human Evolution, ha preso in esame il calcagno del fossile StW352 di Australopithecus africanus, giungendo alla conclusione che questo era più simile a quello dei gorilla che non allo stesso negli scimpanzé e persino negli umani.
Il fossile proviene dal sito di Sterkfontein, dall'area nota come Culla dell'Umanità, a 40 km da Johannesburg.
L'udito nei primi umani
25 Settembre 2015
Lo studio comparativo delle capacità uditive dei primi ominidi (a partire da fossili di 2 milioni di anni fa di Australopithecus Africanus e Paranthropus Robustus), dimostra che queste erano molto simili a quelle degli scimpanzé, ma con alcune differenze.
I primi umani avevano infatti una migliore capacità di ascolto per una gamma di frequenze, generalmente tra 1,0 e 6,0 kHz, che riguarda pure i suoni prodotti per il linguaggio. Questo ovviamente non significa che già allora si possedesse un linguaggio umano sviluppato.
Gli studiosi in precedenza avevano analizzato i resti ben più recenti (430 mila anni fa) degli ominidi da Sima de los Huesos, in Spagna, che da un punto di vista uditivo avevano capacità sostanzialmente identiche ai moderni umani.
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Anche l'Australopiteco Africano utilizzava le mani come i moderni umani
22 Gennaio - 14 Marzo 2015
L'abilità distintamente umana di produrre una presa energica di precisione (ad esempio, quando si gira una chiave) o una stretta potente (ad esempio, quando si usa un martello) è legata a due fondamentali transizioni evolutive nell'utilizzo della mano, legate alla diminuita frequenza nell'arrampicarsi sugli alberi, e alla produzione e all'utilizzo di strumenti litici. L'Australopiteco Africano, una specie vissuta nel Sud Africa, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa, avrebbe posseduto queste capacità, alla pari dell'uomo moderno.
Anche se non la si considera come una specie in grado di produrre utensili (anche se vi erano prove archeologiche in tal senso), la specie possiede infatti delle ossa della mano coerentemente strutturate per permettere le operazioni di presa suddette.
Queste sono alcune delle conclusioni alle quali è giunta la ricerca "Human-like hand use in Australopithecus africanus", di Matthew M. Skinner, Nicholas B. Stephens, Zewdi J. Tsegai, Alexandra C. Foote, N. Huynh Nguyen, Thomas Gross, Dieter H. Pahr, Jean-Jacques Hublin, Tracy L. Kivell, è stata pubblicata su Science.
Link: Science; University of Kent; Past Horizons; Archaeology News Network; WSI
Il teschio di "Mrs. Ples", il primo esemplare adulto di Australopithecus africanus scoperto. Museo del Transvaal, Pretoria. Foto di José Braga e Didier Descouens, da Wikipedia, CC BY-SA 4.0, caricata da Archaeodontosaurus.