TROPPO AZZURRO, film scritto, diretto e interpretato da Filippo Barbagallo

Troppo Azzurro

Dal 9 Maggio verrà distribuito nelle sale Troppo Azzurro, opera prima di Filippo Barbagallo che è regista e protagonista del film, interpretando il ruolo di Dario. Il cast comprende anche Martina Gatti, Alice Benvenuti, Valeria Milillo, Valerio Mastandrea e Brando Pacitto.

Dario è un giovane romano che fatica ad adattarsi al mondo in cui vive, ai suoi ritmi, alle folle di gente, ai modi di fare e di porsi diametralmente opposti ai suoi. Studia, è prossimo a laurearsi e nel corso di una estate incrocerà il suo percorso prima con Caterina e poi con Lara, due donne con le quali intraprenderà delle fragili relazioni solo per mandarle in frantumi all’ultimo secondo, incapace di afferrare gli eventi quando gli passano di fronte. Questi eventi scuoteranno la vita di Dario e, poco alla volta, il giovane arriverà a capire di dover cambiare il suo modo di porsi rispetto agli altri e alle decisioni importanti che di cui tutti, chi prima e chi dopo, devono farsi carico.

Di primo acchito, Troppo Azzurro appare come una buona opera prima, la regia e la sceneggiatura sembrano ispirate alle opere di Gianni Di Gregorio o di Nanni Moretti, suggerendo un cinema intimista, personaggi pacati intenti a vivere una vita placida. In effetti, Troppo Azzurro, in più di una occasione, esprime questi concetti non solo tramite la regia e le musiche, ma anche a parole, esplicitando una volontà di guardare al mondo e alla vita con occhi diversi, con uno sguardo contemplativo, che appare molto distante dalla vita frenetica che tutti quanti dobbiamo vivere oggigiorno, soprattutto in città metropolitane come Roma.

Le prove attoriali rispecchiano bene le intenzioni del film, riuscendo anche a risultare naturali, nonostante le numerosissime stranezze compiute dai vari personaggi in scena. Il mondo di Troppo Azzurro è infatti un mondo di personaggi che, anche senza eccedere, compiono azioni sopra le righe, surreali nel loro essere macchiettistiche e fuori dalla logica di persone comuni e in piena coscienza di sé. Visto così, con uno sguardo più superficiale e concentrato solamente sulla tecnica, Troppo Azzurro può sembrare una commedia divertente, non fosse che ciò che vuole raccontare non è rappresentativo del mondo in cui viviamo e, anzi, risulta anche decisamente dispregiativo, seppur forse in modo involontario.

Il protagonista Dario viene dipinto come un personaggio a disagio con il mondo, non tanto per traumi vissuti nel suo passato, ma perché si tratta di un’anima inquieta, una persona che probabilmente è nata nell’epoca sbagliata e nel posto sbagliato. Il giovane ha tutti i vantaggi che qualsiasi persona possa desiderare, viene fatto capire che proviene da una famiglia benestante, i suoi studi procedono senza intoppi, ha diversi amici di cui almeno uno particolarmente affezionato e, nel corso della pellicola, riesce a conquistare ben due donne. Nonostante tutto questo, il personaggio vive con disagio i rapporti umani, in particolar modo le relazioni amorose, finendo per distruggerle nel peggiore dei modi, nell’esatto momento in cui gli viene chiesto di impegnarsi quel tanto in più da creargli ansia.

Va detto a onor del vero che la pellicola non santifica del tutto le azioni di Dario che, anzi, viene anche ammonito dal suo migliore amico in più di una occasione. Ma questo avviene sempre in modo blando, accondiscendente, come se le azioni di Dario vadano scusate perché tutto sommato è il resto del mondo ad esser nel torto ma non lo si può dire ad alta voce, o perché non si può puntare il dito contro il ragazzo per la sua natura. Il problema è che esiste una linea di demarcazione fra l’essere delle persone che non vogliono fare del male agli altri e finiscono a farlo per errore, ed essere degli egoisti tali da ferire consapevolmente chi sta loro intorno pur di seguire i propri desideri: il problema è che il personaggio di Dario sembra proprio il secondo caso, ma la passa sempre liscia.

Nei momenti più concitati della pellicola, Dario finisce per trattare male e ferire chiunque gli stia intorno. Spezza il cuore in modo ignobile e codardo a Caterina e Lara, abbandonandole entrambe il giorno stesso di una partenza senza neanche dire loro una parola; urla contro il suo migliore amico quando questo, preoccupato per lui, si macchia del “peccato” di aver citofonato con troppa foga e di aver provato a far ragionare Dario sui suoi sbagli; infine mette anche in mezzo i suoi genitori, che tratta male semplicemente perché incapace di esprimersi apertamente con loro. In seguito ad ognuno di questi errori, Dario semplicemente fugge, fugge di fronte ad ogni richiesta di chiarimento e responsabilità, lavandosi le mani del dolore che arreca agli altri.

Le stranezze di Dario vengono anche usate come espediente per far sì che approcci in modo non convenzionale le due protagoniste femminili e, se nel caso di Caterina questa scelta crea una scena tenera e divertente, nel caso di Lara le scene del loro primo ed ultimo incontro sono terribilmente lontane dalla realtà, in senso negativo. Il personaggio di Dario si ritrova ad usare come unico approccio alla donna – che dimostra palesemente in modo vocale e fisico di non voler essere avvicinata – la più strenua e fastidiosa insistenza possibile: questo porta nel primo incontro ad un loro appuntamento, mentre nel finale del film questa scena fa capire che Dario, per quanto dica di voler cambiare, sia rimasto lo stesso ragazzo dell’inizio della pellicola.

A parere di chi scrive, scene simili possono magari far ridere i più ma non andrebbero per niente prese sotto gamba. Si potrebbe persino avere la percezione che si arrivi a giustificare atteggiamenti simili, che nel 2024, in Italia, è quanto di più lontano possa esserci dal mondo reale e che si arrivi ad avvallare un atteggiamento tossico che si sta cercando strenuamente di eradicare.

Il problema di Troppo Azzurro è che sembra voler parlare dei giovani di oggi, o quantomeno di una fetta di giovani, che non riescono ad uniformarsi con la società attuale senza un motivo particolare, ma solo perché vogliono vivere a ritmi diversi da quelli imposti dal mondo. L’intento, alla base, non è sicuramente malvagio, ma la messa in scena di questo film sembra rappresentare il peggior stereotipo di giovani italiani, talmente viziati e benestanti da avere come unico problema capire dietro a quale partner andare, fermo restando che finiranno per rovinare tutto perchè ovviamente incapaci di prendere decisioni ponderate.

Troppo Azzurro è un film smaccatamente borghese che parla di un Italia giovane che non esiste e se esiste è costituita da una piccola percentuale di fortunati benestanti: finisce così per parlare, più che ai giovani, proprio a quegli anziani borghesi che non vedono l’ora di criticare la gioventù debole e problematica di cui, troppo spesso, si riempiono la bocca.

 

 

DAL 9 MAGGIO 2024 SOLO AL CINEMA
distribuito da Vision Distribution

con Filippo Barbagallo, Alice Benvenuti, Martina Gatti, Brando Pacitto e con Valeria Milillo

e con l’amichevole partecipazione di Valerio Mastandrea 

Musiche originali di POP X

una produzione Elsinore FilmWildside, società del gruppo Fremantle 
Vision Distribution, Società del gruppo Sky 

Durata: 88′

Troppo Azzurro, di Filippo Barbagallo – Opzioni per lo streaming

 

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informazioni ufficiali e immagini dagli Uffici Stampa del film e Studio Sottocorno.

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