17 Novembre 2014 – 10 Marzo – 2 Maggio 2015
Il commercio transatlantico di schiavi ha determinato il movimento forzato di 12 milioni di Africani verso le Americhe, tra il 1500 e il 1850. Anche se molti luoghi di imbarco costieri sono noti, essi non riflettono necessariamente le origini etniche o geografiche degli schiavi.
Uno studio dell’Università di Copenaghen e della Stanford University School of Medicine ha analizzato il genoma di tre individui morti sull’isola di St. Martin, nei Caraibi, al fine di rintracciare le loro origini in Africa, tra i gruppi Bantu del Camerun settentrionale e i gruppi non Bantu in Nigeria e Ghana. Questa sarebbe la prima prova delle origini etniche degli Africani schiavizzati al tempo, e aiuterebbe a rispondere a questioni storiche di lunga data. Appare infatti probabile che molti di loro parlassero lingue diverse, rendendo ancor più traumatico e drammatico il passaggio.
Lo studio “Genome-wide ancestry of 17th-century enslaved Africans from the Caribbean”, di Hannes Schroeder, María C. Ávila-Arcos, Anna-Sapfo Malaspinas, G. David Poznik, Marcela Sandoval-Velasco, Meredith L. Carpenter, José Víctor Moreno-Mayar, Martin Sikora, Philip L. F. Johnson, Morten Erik Allentoft, José Alfredo Samaniego, Jay B. Haviser, Michael W. Dee, Thomas W. Stafford, Jr., Antonio Salas, Ludovic Orlando, Eske Willerslev, Carlos D. Bustamante, e M. Thomas P. Gilbert, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America; Stanford Medicine; Past Horizons; Live Science; Science 360
Ritratto di una Schiava Africana, probabilmente dipinta da Annibale Carracci nel 1580 circa, foto da Wikipedia, Pubblico Dominio, caricata da Jan Arkesteijn.