JOAN MIRÓ: L’arte della Meraviglia, la mostra alla Promotrice delle Belle Arti, Torino
Dal 14 marzo al 29 giugno 2025
PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI
Viale Balsamo Crivelli 11 – Torino
Clicca qui per il commento a cura di Luca Swanz Andriolo (14 marzo 2025)
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commento a cura di Luca Swanz Andriolo (14 marzo 2025)
Dal 14 marzo al 29 giugno 2025, troveremo alla Promotrice di Belle Arti di Torino, due iniziative espositive, Miró: L’Arte della Meraviglia e Munch I colori dell’anima che, pur non essendo paragonabili alle più grandi mostre sui suddetti artisti, sicuramente hanno dei motivi di interesse e meritano una visita.
Trattandosi di una mostra “immersiva”, è lecito ipotizzare o – stricto sensu – raccontare l’esperienza di un visitatore, che chiameremo X. Immaginiamo dunque il Visitatore X vagare kafkianamente per un Parco del Valentino sventrato da lavori di riqualificazione, in realtà fermi allo stato di cantiere perenne. Una locandina con una freccia lo indirizza verso una transenna. Il primo tentativo di circumnavigare il complesso edilizio non va a buon fine (se non per la scoperta esteticamente appagante il suo gusto romantico-rovinistico), poi finalmente il Visitatore X trova l’entrata del Palazzo della Promotrice delle Belle Arti.
L’ala dedicata a Mirò non comprende sicuramente le opere più importanti dell’artista, ma la selezione di illustrazioni e lavori grafici è appagante. La ricerca di un segno stilizzato, che parte dal surrealismo e approda all’astrattismo, è documentata in modo più che soddisfacente e anche emozionante, quando ci si trova davanti ai lavori per l’Ubu Roy di Jarry o alla musica visiva dell’artista, ai suoi cromatismi vivaci e al suo segno quintessenziato. La parte “immersiva” si risolve invece con dei puff di fantozziana memoria (anche se è più esatto parlare di Giandomenico Fracchia) inseriti in una scenografia che rimanda tanto al pittore spagnolo che agli stand dell’Ikea. L’invito rivolto a scattarsi fotografie (o meglio, quel ritratto istantaneo-documentaristico detto selfie e opportunamente non self-portrait) da diffondere in rete con l’hashtag del caso, infastidisce un poco il Visitatore X, che è un uomo del secolo passato poco appassionato alle modalità virali del medium più contemporaneo e pervasivo. La possibilità di realizzare la propria litografia pare più adatta alle classi scolastiche che non ad un pubblico adulto, ma il richiamo è comunque irresistibile, anche per il Visitatore X, il quale, pur essendo attempato, è rispettoso nei confronti della didattica. Una grande didascalia sul pessimismo e la depressione di Mirò prelude alle ultime opere, che sono il gioiello della mostra. Femme, oiseaux, constellations (1976) è di una bellezza abbacinante.
Si passa dunque a Munch. Il Visitatore X è ancora estasiato al ricordo della bellissima retrospettiva milanese, perciò è con una certa rassegnazione che si appresta a visitare le stanze che sa non comprenderanno neanche un’opera originale, quanto riproduzioni. Un pannello iniziale traccia una linea di influenze che parte da Klimt e, attraverso Klee e Bacon (e una Tracy Emin un po’ infilata a forza), giunge agli emoticon. Con buona pace di Walter Benjamin, va detto che l’opera d’arte, benché riprodotta e sottratta all’aura della sua unicità (che può essere legata al commercio e al feticismo, in negativo) resta tale anche nella riproduzione, perché i volti malinconici, le figure opprimenti e fantasmatiche, i cieli in fiamme restano di una potenza innegabile, anche riprodotti su pannelli che privano la pennellata della sua intrinseca matericità.
Ed ecco che il Visitatore X giunge ad una sala che gli offre una visione cronenberghiana o addirittura burroughsiana: cinque persone sono sedute su sgabelli, davanti ad un muro rosso: indossano un casco per la realtà virtuale collegato a un cavo bianco che scende dal soffitto. I loro movimenti, appena percettibili, mostrano che stanno facendo un viaggio. Il Visitatore X riflette: se un documentario cinematografico su un artista può essere arte a sua volta, l’uso di apparecchi di origine ludica può portare allo sviluppo di una forma d’arte ulteriore, proprio dopo anni di installazioni e comunicazione multimediale? Decide di essere possibilista. L’esperienza è invero molto coinvolgente (vaghe reminiscenze del decollo del missile ad un’edizione di Experimenta persa trai ricordi d’infanzia). Il mondo di Munch è tutto attorno al soggetto percipiente. Un po’ kitsch, un po’ videogioco suggestivo. La “scena” della chiesa rimanda la memoria alle opere di ScreamerClauz, specialmente Where the Dead Go To Die. La seconda esperienza proposta permette di camminare in un’esposizione virtuale, con i quadri appesi ad un muro evanescente (meglio: sospesi su uno sfondo surreale), ma anche di fianco a figure munchiane (purtroppo il personaggio dell’Urlo pare più uscire da una puntata dei Simpson, ma tant’è). Quando il pavimento crolla, ci si trova a camminare, istintivamente, lungo il muro, per evitare il baratro. Poi si attraversa un portale e si ritorna alla realtà. Un ultimo pannello da luna park permette di inserire il viso al posto del volto dell’Urlo.
Infine, guidato dalle informazioni del curatore, il Visitatore X si trova di fronte a due schermi su cui le opere munchiane vengono “riattualizzate” dall’intelligenza artificiale, con l’uso di pochi prompt (richieste/istruzioni che si usano nel rapporto con i generatori di immagini). Se la versione “fotografica” dei dipinti è insoddisfacente, stereotipata e stucchevole, la paradossale (?) riflessione della macchina su temi d’attualità (che già in partenza porta a un didascalismo in stile Kostabi), dà l’avvio a riflessioni che si discostano da Munch stesso, tornando però a ciò che è percepito ed indicizzato, riprodotto, riproducibile e infine imitabile della sua arte: l’angoscia esistenziale diventa la preoccupazione per il cambiamento climatico di una figura sotto un ombrello. Il tratto e i colori sono verosimili. Il bullismo scolastico riporta al ripiegamento della Malinconia.
Il Visitatore X esce meditabondo, seguito da un fotografo che verosimilmente ne coglie l’aria un po’ torva, e va a comprare un magnete da frigo per la propria collezione.
Una produzione Next Events
In collaborazione con We Are Beside e The Art Co.
Con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e dell’Ambasciata spagnola in Italia e del Consolato Onorario di Spagna a Torino.
Alla Promotrice delle Belle Arti arriva la mostra interamente dedicata all’arte grafica di Miró.
Una produzione a cura di Next Events, con il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, dell’Ambasciata di Spagna in Italia e del Consolato Onorario di Spagna a Torino. In collaborazione con We Are Beside e The Art Co.
Curatela della dottoressa Francesca Bogliolo.
Oltre 150 opere grafiche che abbracciano l’intera carriera dell’artista catalano, dalle prime sperimentazioni fino ai lavori più maturi. Litografie, acqueforti, serigrafie, danno vita a un universo di colori e simboli dalla straordinaria potenza espressiva.
Punto di forza della mostra l’interattività, con installazioni in grado di far vivere al visitatore l’arte di Miró da protagonista e non da semplice spettatore.
“Il solo modo di rinnovarsi è di svecchiare, di dare un’energia pulita” (Joan Miró)
LA MOSTRA
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“Miró: L’Arte della Meraviglia” è una mostra unica interamente dedicata all’arte grafica di uno dei Maestri indiscussi del Novecento. L’esposizione conduce nel mondo incantato dell’artista catalano, in cui colore, segno e immaginazione si fondono per creare opere che superano i limiti della forma tradizionale, rendendo l’arte accessibile a tutti.
Miró usa la grafica come mezzo per diffondere la sua visione poetica e magica, ricca di simbolismo.
Attraverso tecniche come la litografia, l’acquaforte e la serigrafia dà vita a un universo di colori e simboli che, seppur semplici nella forma, possiedono una potenza espressiva straordinaria.
Un linguaggio essenziale, uno spazio in cui sperimentare e liberarsi dai confini della pittura su tela, trasmettendo la visione artistica del mondo con spontaneità e intensità. La grafica non è infatti solo una tecnica, ma uno spazio di libertà e sperimentazione, un mezzo per esprimere una visione che trascende l’immagine stessa.
Le opere grafiche esposte alla Promotrice delle Belle Arti testimoniano la ricerca incessante di Miró di nuove forme e linguaggi, oltre a rappresentare una porta d’accesso privilegiata al suo mondo interiore. Con ogni stampa – mezzo che lui ritiene più democratico che la pittura su tela – riesce a raggiungere un pubblico più vasto e a dialogare direttamente con l’animo umano. Attraverso manifesti, libri illustrati e litografie, la sua arte può entrare in maniera semplice e dirompente al medesimo tempo nelle case e nei luoghi pubblici con l’uso di segni semplici, forme organiche e colori intensi che diventano tratti distintivi del suo stile.
La mostra presenta oltre 150 opere grafiche che abbracciano l’intera carriera di Miró, dalle prime sperimentazioni fino ai lavori più maturi.
Il percorso espositivo è suddiviso in sezioni tematiche che mettono in luce i vari aspetti della sua poetica grafica: l’incontro con il simbolismo, la ricerca del segno primordiale, la collaborazione con grandi poeti dell’epoca come Paul Éluard e Jacques Prévert e l’esplorazione dell’immaginario onirico e infantile.
Un vero e proprio viaggio tra poesia e colore che permette ai visitatori di farsi abbracciare da un mondo fantastico, dove le linee si trasformano in figure oniriche e i colori evocano emozioni profonde. Attraverso un alfabeto visivo Miró crea un linguaggio universale accessibile a tutti, in grado di avvicinare l’arte alla vita quotidiana.
Spazio alla meraviglia e all’immaginazione, anche grazie alle numerose installazioni costruite all’interno del museo, dove tutto il percorso è supportato da un’audioguida facilmente scaricabile sul proprio telefono cellulare e inclusa nel prezzo di ingresso.
L’interattività è il ponte che connette il visitatore all’universo creativo di Miró trasformandolo da semplice spettatore a protagonista.
Quattro i momenti di dialogo diretto con il pubblico: dalla sala della meraviglia all’atelier dell’artista, dal laboratorio didattico al gioco interattivo Quizmó, passando per la visione di stralci del documentario “Un’ora con” dedicato a Miró, in collaborazione con Rai Cultura.
La sala della meraviglia è il luogo dove il visitatore vive a pieno, con una percezione multisensoriale, la dimensione magica e onirica di Miró.
“Benvenuti nel cuore del sogno di Miró, dove ogni passo diventa parte della sua tela. Qui, dove il cielo e la terra si specchiano, voi siete gli esploratori della sua immaginazione infinita.”
Il tappeto – estensione dell’universo dell’artista – concede l’opportunità di camminare nel suo mondo e, alzando lo sguardo e specchiandosi, percepire il tutto da un nuovo punto di vista, capovolgendo reale ed immaginario.
L’atelier dell’artista permette al pubblico di giocare su lavagne magnetiche con i simboli più iconici e distintivi dello stile di Miró, dal cerchio alle stelle, dagli spicchi di luna ai tratti accentati, segni grafici che vengono riportati anche nelle pareti di allestimento della mostra. E, a fine gioco, doveroso scattarsi un selfie ricordo taggando le pagine social ufficiali della mostra.
Il laboratorio didattico presenta un video esplicativo per insegnare a grandi e piccini a disegnare come Miró. In questa sala verranno realizzati dallo staff di Next Events anche gli approfondimenti per le scuole con iniziative diverse pensate a seconda della fascia di età degli studenti. E le sezioni di “Per mano nell’arte”, momenti di condivisione e apprendimento per i piccoli di casa, pensati per far diventare la visita in mostra una simpatica novità nella routine famigliare domenicale, prima del pranzo o in orario di merenda.
Quizmó è il gioco interattivo, creato ad hoc per la mostra dal partner We Are Beside in collaborazione con gli studenti di RCS Academy, per far divertire il pubblico scoprendo, attraverso la conoscenza delle opere di Miró la propria personalità artistica. Tre opzioni possibili: Poeta con la sua creatività scintillante, Pittore che lascia impronte colorate e Lettore magico esploratore di mondi.
GIORNI E ORARI DI APERTURA
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PREZZI E MODALITÀ ACQUISTO BIGLIETTI _____________________________________________________________________________________________________ Si premette che tutti i biglietti sono da considerarsi inclusi di servizio di audioguida. Si ricorda al pubblico di venire in mostra muniti di proprie cuffiette per l’ascolto. Dal martedì al venerdì:
Sabato, domenica e festivi:
Il biglietto ridotto è valido per:
Ridotto ragazzi (dai 6 ai 16 anni): 11,50 euro on-line; 10,50 euro box office I bambini al di sotto dei 6 anni di età entrano gratuitamente Ridotto famiglia:
Ridotto gruppi/cral (minimo 15 persone): 12,50 euro on-line (scrivendo all’e-mail informazioni@mirotorino.com); 11,50 euro box office Ridotto scuole (minimo 15 alunni): 10,50 euro on-line (scrivendo all’e-mail informazioni@mirotorino.com); 9,50 euro box office Open (visitare la mostra in un giorno di apertura, senza decidere la data precisa al momento dell’acquisto; ideale nel caso si regali il biglietto per la mostra): 18,50 euro on-line (acquistabile sono on-line) La prevendita biglietti è attiva con il circuito KeyTicket (www.keyticket.it) e presso il botteghino della mostra nei giorni ed orari di regolare apertura della mostra. Per maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo e-mail: informazioni@mirotorino.com o contattare il numero 351/8629216. Comunicazioni ufficiali e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio Stampa PR Next Events. |