Nosferatu è un film horror di Robert Eggers, ambientato nel 1838, tra la Germania e i Carpazi, in Transilvania. Il cast comprende Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe e Bill Skarsgård.

NOSFERATU di Robert Eggers è un racconto gotico sull’ossessione tra una giovane donna tormentata e il terrificante vampiro che si è infatuato di lei, provocando un indicibile orrore.

dal 1° gennaio 2025 al cinema

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Nosferatu, film di Robert Eggers teaser poster
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Nosferatu, film di Eggers – Opzioni per lo streaming



commento a cura di Angelo Giannone (7 dicembre 2024)

Nosferatu – Eggers dimostra che il vampiro ha ancora tanto da dire

Nel corso dei secoli il vampiro è divenuto un’icona ammantata di molteplici significati, connessa ad una selva di simbologie e culture, ed incarnazione di uno spettro di emozioni e desideri umani. Una matassa indistricabile, da cui nasce nel 1922 il Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau, destinato ad essere storia del cinema. Dopo averne avuto un primo impatto da bambino, aver cercato di renderlo uno spettacolo teatrale, essere diventato regista, averlo voluto per dieci anni (o forse una vita), dopo due fallimenti del progetto ed oltre un secolo trascorso da quella pellicola, Robert Eggers porta sullo schermo il suo Nosferatu.

Si ripresenta la stessa Wisburg, lo stesso 1838 del film espressionista tedesco. Tutto gira attorno a Helen Hutter (Lily-Rose Depp), al viaggio di suo marito Thomas (Nicholas Hoult) verso la residenza del conte Orlok (Bill Skarsgård) e all’ossessione del vampiro verso la donna. Com’è ovvio aspettarsi ci sono modifiche e deviazioni da quanto visto nel 1922, ma non è questo costante (quanto poco fruttuoso) confronto a dover essere centrale.

Eggers continua a seguire la filosofia iniziata con The Witch. Il focus su pochi personaggi, il ritmo lento e l’enorme peso dato alle atmosfere sono sempre rimasti costanti nella sua filmografia. Allo stesso modo, è rimasta costante l’importanza della mente, del suo controllo e distruzione per opera del male, del “mostro”.

Orlok è un vampiro che ha un odore primordiale, filtrato poi dalle molteplici stratificazioni secolari, religiose e folkloriche, oltre che dalla mente di Eggers. In questo senso, rimane una figura inspiegabile, tanto potente quanto misteriosa. Ne emerge una rappresentazione unica nella storia del cinema, distaccata tanto da Murnau quanto da altre rappresentazioni classiche o indipendenti del vampiro. Il legame con la morte diviene non solo tematico, ma anche estetico; l’eleganza e la raffinatezza non gli appartengono, perché il conte è un morto che cammina sulla Terra prima ancora di essere un nobile o un emofago. Questo si traduce in una figura capace di spaventare e angosciare in molti modi diversi. I jumpscare hanno un significato narrativo, il vampiro è una minaccia fisica quanto mentale, la sua presenza è tangibile eppure evanescente.

La vera fonte della paura in Nosferatu è il controllo. Fisico, mentale e persino dei sogni. Orlok ha potere su tutte queste sfere e non solo. Ha potere sugli elementi naturali, gli animali, le malattie e i pensieri più reconditi. Non è casuale la scelta di Eggers e del suo da sempre direttore della fotografia Jarin Blaschke di creare un mondo desaturato, dai toni spenti e gelidi, dove anche le fiamme delle torce e candele illuminano ma sembrano non riscaldare. Proprio la prima scena con Orlok è la summa di questa scelta. Una sala buia nel castello della Transilvania, illuminata da un grosso camino e candele. Eppure, queste fiamme nascondono il conte alla vista tanto di Thomas quanto dello spettatore, non riuscendo a riscaldare l’atmosfera, ma solo ad enfatizzare il senso di ansia che quella figura ammantata di pellicce emana con ogni gesto e parola.

Quella figura, quel “demone”, come viene definito, è male incarnato, che non agisce a causa di una mancanza (come per il classico Dracula), ma spinto dal desiderio. Un desiderio puro, ferale, ancestrale, qualcosa di così forte e viscerale da essere tanto volontà quanto istinto. La fame di sangue, seppur molto tangibile nel film, è soprattutto un potente simbolo del desiderio come ente costituente dell’essere umano. Il Nosferatu è il predatore per eccellenza, in grado di cacciare chiunque non solo grazie alla paura e al potere, ma anche al desiderio ed all’assuefazione. Knock – il contraltare di Murnau e di Eggers del Renfield di Stoker – è vittima del vampiro in questo senso. Una persona che insegue il denaro e per estensione il possesso, che viene asservito a chi del possesso e dell’avidità è rappresentante assoluto, se non direttamente incarnazione.

Il reale potere di Orlok non è piegare vento, tuoni e ombre al suo controllo, ma distruggere il raziocinio. Come se dietro quella telecamera che si attacca ai personaggi, li segue, li avvolge, ci gira attorno lentamente, in maniera quasi seducente, ci fosse il mostro stesso più che un essere umano. Una scelta registica che unisce assieme tanto gli stilemi personali di Eggers quanto l’esigenza narrativa. Ci sono anche le inquadrature da dietro gli archi di pietra o gli stacchi di montaggio che connettono luoghi lontani, ma sono più piccoli gesti d’amore verso Murnau e per uno spettatore più smaliziato che elementi costituenti. Eggers riesce, come sempre, a piegare l’intera grammatica cinematografica al suo controllo, come fosse lui il “conte Orlok” e gli spettatori le sue pedine. Questo crea una paura reale, una tensione costante che si mescola agli spaventi sporadici. Il ritmo lento è voluto, è uno strumento per connettere l’agonia dei personaggi a quella dello spettatore.

Eppure, per quanto preponderante, Nosferatu non vive di solo orrore. Non vive nemmeno dei soli temi cui la figura di Orlok può richiamare in maniera più semplice. La provincia tedesca del 1838 è perfetta per mettere in scena una società avviata verso i grandi cambiamenti apportati dalla scienza, ma non del tutto matura. La città “moderna” è ancora priva di quegli elementi che riconduciamo alla rivoluzione industriale, la salute mentale qualcosa di solo remotamente compreso, il metodo scientifico non ancora consolidato. Questa tensione tra modernità e tradizione, superstizione e scienza è incarnata dal Von Franz di Willem Dafoe, ma non diventa mai una tematica, quanto una scusa per agganciarsi ad altri argomenti.

Per quanto ovvio che Orlok rubi la scena, è Helen la protagonista dell’opera. Ampliando l’intuizione avuta da Murnau, che proprio nel ruolo della donna differiva da Stoker, Eggers la pone al centro tematico di tutto. Si presentano quindi le chiavi di lettura della salute mentale, del ruolo della donna nella società e della mancanza di ascolto della sua voce per sbloccare la complessa e affascinante serratura di Nosferatu.

Ma ce n’è un’altra ancora, più ambigua, affascinante e rossa come il sangue. La componente sessuale è sempre stata presente in Eggers, tanto per creare il sempreverde legame tra Eros e Thanatos, quanto perché fondante dell’essere umano. Come il desiderio. Forse una sua estensione, forse il primo di tutti i desideri. Anche in questo Helen è al centro di tutto. Tra lei e il conte esiste una sorta di innegabile, perversa e distruttiva attrazione, al punto da far ergere la protagonista a simbolo tanto quanto lo è il vampiro. Eggers insinua un pensiero intrusivo, agghiacciante e sottile nello spettatore: l’incontro tra Helen e suo marito Thomas ha fermato la connessione di lei al soprannaturale e le sue crisi, ha placato in pratica qualunque sua forma di malessere fisico e mentale, di ansia e timore. Ma cosa risiede nella sua parte più irrazionale? Può il conte, il mostro, il demone, il vampiro, essere la materializzazione di un grido di libertà?

Nosferatu è un’opera innegabilmente potente, inadatta ad un grande pubblico per come comunica, per il suo ritmo lento e l’intrico di temi e chiavi di lettura. Sarebbe presuntuoso pensare di comprendere con una singola visione quale sia quella “corretta”, ammesso ne esista una. Robert Eggers non si è solo riconfermato un grande autore, ma uno dei pochissimi in grado di far comprendere che la figura iconica del vampiro ha ancora molto da raccontare e molti modi con cui può mostrarsi sul grande schermo e, ancora una volta e finalmente, fare paura.

 

Comunicazioni ufficiali, video e immagini dagli Uffici Stampa Universal Pictures ed Echo Group. Aggiornato il 21 novembre 2024.

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