SECRET LOVE

(tit. orig. Mothering Sunday)

regia di

EVA HUSSON

con

ODESSA YOUNG, JOSH O’ CONNOR, ṢỌP DÌRÍSÙ, OLIVIA COLMAN, COLIN FIRTH, GLENDA JACKSON

AL CINEMA DAL 20 LUGLIO

distribuito da Lucky Red in collaborazione con 3 Marys

SINOSSI

In una calda giornata di primavera del 1924, la giovane domestica Jane Fairchild (Odessa Young) si ritrova da sola a festeggiare la Festa della Mamma. I suoi datori di lavoro, i coniugi Niven (Colin Firth e Olivia Colman) non sono in casa e lei ha la rara possibilità di trascorrere del tempo con il suo amante segreto, Paul (Josh O’Connor), il figlio dei vicini. Jane è da tempo innamorata di Paul, nonostante lui sia fidanzato con un’altra donna, amica d’infanzia e figlia di amici dei suoi genitori. Una serie di eventi imprevedibili per i due amanti cambierà però per sempre il corso della vita di Jane.

Secret Love di Eva Husson
La locandina di Secret Love di Eva Husson, distribuito in Italia da Lucky Red in collaborazione con 3 Marys

CAST ARTISTICO (in ordine di apparizione)
Jane Fairchild ODESSA YOUNG
Paul Sheringham JOSH O’CONNOR
Dick NATHAN REEVE
Young Paul SAMUEL BARLOW
Freddy DEXTER RAGGATT
Mr Godfrey Niven COLIN FIRTH
Mrs Clarrie Niven OLIVIA COLMAN
Jane (Older) GLENDA JACKSON
Milly PATSY FERRAN
Ethel CHARLIE OSCAR
Emma Hobday EMMA D’ARCY
Giles Hobday SIMON SHEPHERD
Sylvia Hobday CAROLINE HARKER
Mr Sheringham CRAIG CROSBIE
Mrs Sheringham EMILY WOOF
Donald ṢỌPẸ DÌRÍSÙ

CAST TECNICO
Eva Husson (Director)
Elizabeth Karslen (Producer)
Stephen Wooley (Producer)
Alice Birch (Writer)
Jamie D. Ramsay (Director of Photography)
Emilie Orsini (Editor)
Helen Scott (Production Designer)
Morgan Kibby (Music)
Sandy Powell (Costume Designer)
Nadia Stacey (Hair & Makeup Designer)

Gallery

 

NOTE DI REGIA – Eva Husson

La sceneggiatura di questo film mi è caduta addosso come una piccola scintilla di pura energia che è venuta a farmi visita da un’altra galassia, molto, molto lontana. Stavo lavorando a uno show televisivo, quando ho ricevuto una mail dal mio agente – sapeva che stavo affogando nel lavoro, ma mi ha detto: “Leggi questa. Devi leggerla. Capirai perché”. Ho letto la sceneggiatura in un giorno, nei ritagli di tempo, ho sempre fatto in modo di tornarci sopra nell’arco della giornata perché sentivo di doverlo fare. Quando ho finito di leggere la sceneggiatura ero in lacrime. In qualche modo, Secret love sembrava aver trovato la strada per arrivare a me, ed eccola lì, questa meravigliosa sceneggiatura, che mi parlava, usando delle frequenze che sono entrate dentro di me come succede solo con le opere d’arte più oneste. Non mi sono mai sentita così a mio agio con le sceneggiature di altre persone, e all’improvviso questa sembrava sussurrarmi all’orecchio. È stato il culmine di tutto ciò che mi appassiona nella vita: scrittura, sesso e puro cinema.

Era l’opportunità di portare sul grande schermo la storia di una scrittrice ‘alla Doris Lessing’. Di esplorare la fragilità e il potere del sesso, dell’amore e dell’impatto che questo ha su un’artista creativa. Realizzare questo film in una sorta di sacro triumvirato composto dalla scrittura impeccabile di Alice Birch, dal carisma disinvolto di Elizabeth Karlsen e da me, è stato a dir poco uno straordinario privilegio.

La cosa che ho trovato veramente eccitante è che il film esisteva e viveva già sulla pagina scritta.

LA PRODUZIONE

L’Origine della Storia

Il romanzo di Graham Swift, Mothering Sunday, è stato pubblicata nel 2016 con ottime recensioni. Il Guardian lo ha definito “un capolavoro”; The Independent ha omaggiato la sua “mescolanza onirica di ricordo e realtà”. Poco prima della pubblicazione è stata inviata una copia del romanzo ai produttori Elizabeth Karlsen e Stephen Woolley di Number 9 Films, ammiratori di lunga data dell’autore vincitore del Booker Prize. L’hanno adorato all’istante. Karlsen e Woolley erano appena reduci dal successo di Carol, il film dolorosamente romantico con Cate Blanchett e Rooney Mara e avevano una lunga storia alle spalle nell’ambito dello sviluppo di storie originali e adattamenti letterari di quel tipo di materiale così delicato e commovente.

“Abbiamo pensato che fosse una storia davvero interessante”, dice Karlsen del libro. “Abbiamo incontrato Graham un paio di volte e le cose si sono messe subito in moto.” Sebbene altri produttori fossero interessati, Karlsen e Woolley, che avevano già lavorato con Swift a un adattamento del 1993 del suo romanzo Waterland , hanno avuto la meglio.

“Ho sempre amato il lavoro di Graham”, afferma Woolley. “Ha un’abilità incredibile. I suoi libri sono molto divertenti e allo stesso tempo sono raffinati e commoventi. E questo romanzo ci sembrava molto originale. Ciò che ci ha davvero attratto è stato il fatto che Jane fosse un personaggio molto ben raffigurato. Era una rivisitazione di un periodo molto familiare, che arriva sino agli anni ’80. Attraverso la protagonista viviamo il giorno della Festa della Mamma, e gli eventi che hanno plasmato la sua vita, e che vengono raccontati dal suo punto di vista.

Il romanzo è una delicata storia di ricordi. Mentre l’anziana Jane torna con la mente al giorno che l’ha formata, i suoi ricordi a volte si diramano in direzioni inaspettate, compiendo alcune tappe nel corso del lungo filo della sua vita. Perciò non è un semplice dramma sul romanticismo nel contesto di un divario di classe. Ha richiesto un approccio delicato e completo per comprendere la vita successiva di Jane come autrice. Ecco perché i produttori hanno chiesto alla drammaturga e sceneggiatrice Alice Birch di adattare la sceneggiatura. Fresca del successo del suo primo film, Lady Macbeth, Birch è stata molto apprezzata anche per il suo adattamento di “Normal People” e per il suo lavoro nella seconda stagione del successo televisivo “Succession”.

Birch ha iniziato a scrivere la sceneggiatura, decidendo quasi istantaneamente di utilizzare una struttura frammentata nel tempo che riecheggia il libro, ma senza replicarlo.

“Mi è sembrato molto chiaro che non potesse essere una struttura interamente lineare. Mi sono concentrata sui diversi modi in cui ci muoviamo nel tempo con un’immagine o una parola, ossia su ciò che fa scattare un ricordo. Era una storia istintiva. Era incredibilmente emozionante e la scrittura era molto elegante. Jane era un personaggio molto interessante e mi è sembrata una storia particolarmente cinematografica mentre la stavo leggendo. Ho pensato, sì, so di cosa si tratta, e so dove andrà a finire. È qualcosa di enorme, e allo stesso tempo relativamente breve, ed è estremamente ricco. È come un battito di cuore che contiene una vita intera”.

Una volta completata la sceneggiatura, è arrivato il momento di trovare un regista. Karlsen aveva conosciuto Eva Husson al Toronto Film Festival e le due avevano legato all’istante.

“Avevo visto il film di Eva, Bang Gang, e ho pensato che avesse l’audacia di cui avevamo bisogno in questa sceneggiatura, da abbinare all’audacia di Alice”, dice Karlsen. “Ha una profonda percezione per le sfumature, i momenti di silenzio e le cose non dette. È molto sensibile. Riesce a concentrarsi sulla necessità emotiva di una scena, e le scelte che fa in merito alle inquadrature mi sembrano molto astute”.

“Abbiamo pensato: ‘Ecco qualcuno con una coscienza politica, che allo stesso tempo non ha paura di essere reale’,” concorda Woolley. “Era una combinazione fantastica di tutte queste cose.”

Anche Husson ha sentito un’immediata connessione con il materiale quando ha letto la sceneggiatura di Birch.

“Nello show televisivo che stavo preparando c’era parecchia azione”, dice Husson. “E quando è arrivata questa delicata sceneggiatura letteraria ho pensato: ‘Oh, questo è il paradiso. Questo è oro’. Tutto si riduce alle emozioni crude, a questo confine delicato tra vulnerabilità e intimità tra le persone. Come si sopravvive alla vita? È dura, ti getta addosso innumerevoli eventi tragici. Come si fa a continuare a creare, come si fa a continuare a ridere e ad amare, nonostante tutto?

Cast e troupe

Una volta scelta la regista, era giunto il momento di scegliere il cast del film. “Mi sono venuti subito in mente alcuni nomi. Josh O’Connor è stato uno dei primi favoriti per il ruolo di Paul, per la sua interpretazione strepitosa in La Terra di Dio”. Prima della pandemia ha incontrato la Husson ed entrambi si sono resi conto di volver lavorare insieme. “Ho letto la sceneggiatura molto velocemente, il che è un buon segno”, dice O’Connor. “Sono un grande ammiratore della scrittura di Alice. Poi ho incontrato Eva, circa una settimana dopo, ed ero molto deciso a fare il film. Sono questi i ruoli che mi interessano, quelli in cui trovo le grandi emozioni e le grandi domande della vita”.

Ma Husson non ha potuto assolutamente confermare il casting di O’Connor fino a quando non ha trovato Jane, perché doveva essere sicura che i due avessero la chimica necessaria. Ci è voluto un po’ di tempo. Poi ha visto Odessa Young in Shirley, che teneva perfettamente testa a Elisabeth Moss, e si è resa conto che forse avevano trovato la protagonista. A questo punto, il Covid si stava diffondendo e viaggiare era difficile, quindi la coppia ha parlato tramite Zoom, ma la scintilla è scattata immediatamente.

Ho letto la sceneggiatura, era sorprendente”, dice Young. “Ho avuto un incontro meraviglioso con Eva, forse tre giorni prima del lockdown. Non ricordo nemmeno se abbiamo davvero parlato del lavoro, o se abbiamo semplicemente riso, ma da allora si è creato un bellissimo rapporto. Ho capito fin dall’inizio che provava un immenso interesse emotivo per la storia. Questo è un film su una ‘creatrice’ che crea nonostante le difficoltà legate alla divisione delle classi e il suo livello di istruzione. Penso che ogni creatore debba lottare per creare, in un mondo che non è necessariamente impostato per aiutare i nostri desideri, e questo vale specialmente per le donne. Ecco perché mi sono identificata subito in questa storia”.

Poiché la sceneggiatura implicava che i protagonisti del film trascorressero molto tempo insieme, gran parte del quale nudi, i due giovani attori avrebbero avuto bisogno di andare d’accordo. O’Connor ha invitato Young a pranzo appena uscito dalla quarantena. “L’ho ammirata da subito “, dice. “So che è importante avere un buon rapporto con il tuo co-protagonista, soprattutto quando ci si trova in quella particolare condizione di vulnerabilità. È stato molto importante per me, e immagino anche per Odessa, costruire un rapporto nel quale ci sentissimo al sicuro. L’ho portata fuori a pranzo e poi siamo andati a fare una passeggiata lungo il Camden Canal, e da quel momento in poi abbiamo avuto un rapporto di lavoro fantastico. Lei aveva decisamente l’essenza di Jane”.

Young ammette che non è stato sempre così facile come lei lo faceva sembrare. Mentre si precipitava dalla quarantena alle prove dei costumi e ai test del trucco, l’attrice non aveva avuto il tempo di fare le ricerche come avrebbe voluto, e ha dovuto lavorare in modo istintivo. “Ero nervosa”, dice. “È la prima volta che interpreto qualcuno che passa dall’essere una quindicenne [nei flashback del 1918] a una donna di quarant’anni, e non sapevo se sarei stata in grado di riuscirci. Per fortuna abbiamo avuto delle persone straordinarie accanto, su cui fare affidamento, perché la posta in gioco emotiva nel film era incredibilmente alta.”

“Con il casting, siamo stati molto fortunati”, afferma Husson. “Abbiamo scelto Odessa e Josh, e da lì in poi, tutti sembravano amare la sceneggiatura e hanno detto di sì. Colin Firth, sì! Olivia Colman, sì! Ogni personaggio ha la sua solennità, la sua statura, hanno elevato la storia a un altro livello”.

Colin Firth, che interpreta signor Niven, il datore di lavoro di Jane, ha ricevuto la sceneggiatura proprio mentre stavamo per andare in lockdown. Ha avuto fiducia nel fatto che Karlsen e Woolley sarebbero stati in grado di realizzare il film e si è sentito subito in sintonia con i temi. “Ho sentito che era una storia piena di compassione, estremamente premurosa e onesta”, dice. “L’attenzione è tutta su Jane, assistiamo all’emergere di una persona incredibilmente intensa e straordinariamente intelligente, e vediamo la sua immaginazione germogliare. Adoro il modo in cui sono scritti i dialoghi, non sono assolutamente banali. Penso che Alice Birch abbia cercato con successo di identificare i modelli di pensiero, il modo in cui le persone parlano quando la comunicazione non è facile, per ragioni culturali o emotive. È molto stimolante per un attore leggere dei dialoghi così realistici. Non sono facili da rendere e da imparare, perché non possiedono la logica della sintassi perfetta. Quindi in un certo senso questa è stata una sfida, che però mi ha dato grandi soddisfazioni”.

Olivia Colman, fresca del suo ruolo della regina Elisabetta in “The Crown”, è rimasta similmente toccata dal materiale, perciò ha accettato d’interpretare Mrs Niven. “Per me la cosa importante è sempre la sceneggiatura”, dice. “E questa è scritta magnificamente. Non importa quanto sia importante il ruolo; va bene anche solo far parte di qualcosa di bello. Ed essere la moglie di Colin Firth è fantastico!” Tuttavia, il suo personaggio ha uno dei fardelli emotivi più pesanti della storia. “La signora Niven ha perso entrambi i figli durante la guerra, è una donna distrutta. Era molto bella, era ricca in quel periodo e avrebbe potuto capitanare una barca o pilotare un aereo, era assai sportiva. Era una donna molto attiva, e avevano una vita straordinaria. Ma da quando ha perso i figli non dice niente, non ha più senso vivere per lei. Sta passando un periodo orribile”.

Ṣọp Dìrísù, protagonista dei successi His House e “Gangs Of London”, interpreta Donald. In merito all’audizione per il film, ricorda: “È stato il primo provino in lockdown che ho fatto”, ride Dìrísù. “Ho provato le battute con mia sorella. Non avevo mai provato con lei prima, è stato davvero divertente. È stato un vero sollievo avere qualcosa da leggere durante il periodo di lockdown”. Donald ha una parte minore nel romanzo, ma diventa una figura chiave nella vita successiva di Jane. “Sono rimasto davvero sorpreso quando ho letto il romanzo”, racconta Dìrísù. Ho pensato: “Alice ha creato un’intera vita con un paio di frasi. Questo la dice lunga sulla sua incredibile immaginazione e sulla sua scrittura”.

Dìrísù non è stato l’unico attore impaziente di ricominciare a lavorare dopo il lockdown. Un’altra figura chiave della storia è Glenda Jackson, nei panni dell’anziana Jane, negli anni ’80, la quale torna indietro con la memoria alla sua vita passata, e che è stata di grande ispirazione per Young.

“Sto arrivando a un punto nella mia vita e nella mia carriera in cui sto cominciando a capire che la recitazione non è tutto”, dice Young, “e che puoi farlo al meglio delle tue capacità solo se hai altri interessi. Quindi incontrare Glenda Jackson in quel momento è stato un segno del destino perché, tra la carriera politica e la recitazione, ha davvero la testa sulle spalle. È una bella donna che se ne sta a fumare in giardino quando non è davanti alla Mdp, ed è disposta a tutto. Se avessi la metà della grazia che ha lei ora, in qualsiasi momento della mia vita, sarei molto fortunata”.

La produzione è riuscita ad attirare degli straordinari talenti anche dietro le quinte. La costumista Sandy Powell, tre volte vincitrice dell’Oscar®, è amica di Elizabeth Karlsen e Stephen Woolley da anni e ha lavorato con loro in alcuni film, in particolare in Carol e in Intervista col Vampiro, quindi le hanno inviato una copia della sceneggiatura sin all’inizio. Dopodiché ha incontrato Husson ed è salita a bordo del progetto.

“Sandy Powell è una specie di genio”, dice Olivia Colman, che ha già lavorato con la costumista in La Favorita. “Almeno due costumi li ha realizzati con del tessuto che aveva in casa sua, e che a me ricordava un po’ una tenda, ma lei ha preso uno spillo e ta-daaa! Ha realizzato un vestito anni ’20. Non le sto rendendo giustizia, ma è davvero geniale”.

Nadia Stacey, che ha lavorato insieme a Powell in La Favorita e che ha vinto un BAFTA per il suo lavoro, è stata scelta come parrucchiera e truccatrice, mentre la vincitrice del BAFTA, Helen Scott, (Wuthering Heights, Small Axe ) è stata scelta come scenografa. “Helen Scott ha totalmente creato gli ambienti del film e in qualche modo ha risolto metà dei problemi di noi attori”, dice Firth. “Quando gli ambienti vengono creati in modo così vivido, è come avere un altro personaggio con cui interagire. C’è un’eleganza malinconica negli oggetti di scena. Sono solo degli oggetti di scena su un tavolo di fronte a te, ma dentro di essi c’è il senso di un’intera vita.

Nel cast tecnico del film ricordiamo anche il direttore della fotografia sudafricano Jamie Ramsay, meglio conosciuto per il suo lavoro nel film nominato ai BAFTA Moffie, e il compositore Morgan Kibby, che ha anche composto le musiche di Bang Gang e Girls Of The Sun per la regista.

A settembre del 2020, nonostante i problemi legati alla pandemia globale, tutto erano pronto per l’avvio della produzione. Gli instancabili produttori, una buona sceneggiatura e una buona dose di fortuna avevano portato il film fino a quel punto, ma sarebbe stata necessaria ancora più disciplina del solito per portare a termine le riprese del film.

Le Riprese

Fare un film è un’impresa quasi impossibile nel migliore dei casi, ma girare durante una pandemia aggiunge ulteriori livelli di difficoltà. La pre-produzione di Secret love è iniziata nel Regno Unito e in altri paesi mentre erano ancora in vigore i vari lockdown, e c’era comunque incertezza su cosa sarebbe stato possibile fare una volta allentate le restrizioni.

“Tutto il team di produzione lavorava da remoto”, afferma Karlsen. “Inizialmente era impossibile capire se sarebbe stato possibile realizzare il film. Erano acque totalmente inesplorate. Quindi la prima cosa che ho fatto è stata organizzare una chiamata su Zoom, dove ho riunito la regista, la costumista, l’art director, il direttore della fotografia e tutti i talent chiave. Ho pensato: almeno mettiamo in collegamento le persone per dire loro che siamo ancora qui, che la sceneggiatura è ancora qui, e che ci stiamo ancora lavorando”.

Quell’incontro ha confermato che tutti erano ancora impegnati attivamente nel film, ed è stato seguito da una visita (in distanziamento sociale) in una location che Karlsen e il suo team avevano trovato poco prima del lockdown. Husson, che era bloccata a Parigi, si è collegata tramite Facetime, e ha visitato la casa con l’aiuto di un assistente alla regia che fungeva da braccia e da gambe di Husson, e che è durata quasi due ore. “È stato allora che ho pensato che avrebbe funzionato”, afferma Karlsen. La pre-produzione in remoto non è stata facile; la comunicazione tra i reparti è stata difficile e Karlsen ammette che ci sono stati alcuni momenti di disperazione. Ma la grande determinazione li ha portati fino al loro primo giorno di riprese in esterni, e una volta lì, tutto è andato a posto. “Lo paragono a una corsa che sta per iniziare, con tutti i cavalli agitati che scuotono la testa”, dice Karlsen. “Hai solo bisogno che il cancello si apra e che i cavalli facciano la loro corsa. Come per ogni cosa, l’attesa dell’evento è più opprimente dell’evento stesso”.

“Non riuscivamo a credere che stessimo lavorando”, racconta Woolley. “Elizabeth è stata in prima linea ogni giorno, ha girato tutto il film con la mascherina, il che non è facile. È stato snervante perché facevamo i test in continuazione, e se un test fosse risultato positivo, che sarebbe successo? I grandi studios ovviamente hanno i soldi per isolare immediatamente le persone e le troupe, ma noi avevamo un budget limitato, quindi abbiamo dovuto essere meticolosi in ogni momento”.

La meticolosità doveva essere assoluta. Tutto il cast e la troupe hanno effettuato test Covid ogni settimana e hanno obbedito a rigidi protocolli di distanziamento sociale durante il loro lavoro quotidiano. Karlsen e il suo team di produzione hanno realizzato dei promemoria sull’uso delle mascherine e il distanziamento, e la troupe disinfettava le attrezzature in continuazione. Non è stato affatto facile: le regole prevedevano che i pasti venissero consumati in maniera sparsa per tutto il set o la location, il cibo veniva tenuto in equilibrio sulle ginocchia e non c’erano tende o autobus, eppure le misure rigorose hanno funzionato. Il film non ha mai dovuto chiudere a causa dell’infezione da Covid e siamo riusciti miracolosamente a iniziare e finire le riprese tra il primo e il secondo lockdown del Regno Unito.

Una delle cose grandiose del cinema – o di qualsiasi lavoro, suppongo – è vedere i volti delle persone, è l’interazione”, dice O’Connor. “E questo è stato limitato a causa del Covid. Senza parlare del test Covid, che è una scocciatura. Ma in realtà, tutto questo non influisce sul cinema, sulla creatività e sull’abilità artistica. Giorno dopo giorno, nella realizzazione quotidiana del film, non ha avuto una grande influenza”.

Rispetto ad altre produzioni, Secret love ha subito meno i disagi della pandemia. Prima di tutto, era quasi pronto prima del primo lockdown del Regno Unito, e si è riusciti a mettere a posto gli ultimi dettagli durante quella pausa, in modo che il team potesse rientrare in azione una volta revocate le restrizioni. In secondo luogo, è una storia piccola e contenuta senza grandi scene di folla o azioni complicate che potrebbero richiedere un gran numero di membri della troupe. La storia è ambientata in un numero limitato di location, la maggior parte delle quali sono case di campagna con accesso pubblico limitato, il che è stato utile.

“Era incredibile essere in mezzo a quegli ambienti e a quelle case”, dice entusiasta Young. “Sono già stata in Inghilterra una volta, ma sono rimasta a Londra la maggior parte del tempo e non ho avuto la possibilità di vedere quel tipo di bellezza bucolica di cui tutti parlano.”

Quella bellezza era ovunque, ogni giorno di riprese, nel villaggio di Hambleden, che è stato scelto per rappresentare la Titherton del libro. È un gruppetto di case in mattoni rossi e pietra, con i tetti di ardesia e i giardini rigogliosi di rose. Quando quel giorno Secret love ha assunto il controllo del crocevia del villaggio, il War Memorial è stato riempito di fiori per riflettere l’ambientazione della scena del 1924, e della perdita di una generazione ancora fresca nella mente dei residenti. La scenografa Helen Scott e la sua troupe si sono affrettati a piantare fiori primaverili per camuffare il fatto che le riprese si stessero svolgendo in ottobre, spargendo narcisi nel cimitero di St. Mary e fiori selvatici lungo le pareti. Mentre le riprese proseguivano vicino alla chiesa, il traffico scorreva normalmente lungo la strada principale del villaggio e alcuni escursionisti curiosi si sono fermati per vedere cosa stava succedendo prima di proseguire sulle colline sopra la città. Le riprese si sono fermate a un certo punto per consentire al postino di fare il suo giro e consegnare un furgone pieno di pacchi e acquisti online in piena pandemia.

All’inizio il sole ha collaborato, ma presto il tempo è diventato umido e piovigginoso, il che ha rappresentato una sfida per il direttore della fotografia Jamie Ramsay, mentre si sforzava di fare in modo che ogni giorno delle riprese corrispondesse alla domenica baciata dal sole descritta sia nel libro che nella sceneggiatura. “Il 70% del film si svolge in un giorno di primavera, che in autunno nel Regno Unito, per un direttore della fotografia sudafricano, è una vera sfida”, spiega Ramsay. “Ovviamente in Sud Africa la luce è estremamente intensa e luminosa. Qui è più delicata. Quindi siamo passati da momenti soleggiati al cercare di far sembrare la giornata piovosa attraente. Poi ovviamente ci sono state delle sfide creative, come il fatto di separare delicatamente i periodi di tempo, in modo da evitare troppi flashback. Abbiamo usato varie lenti per aiutare a separare i momenti. Abbiamo anche cercato di inserire dei dettagli visivi che separano inconsciamente i vari periodi di tempo.

Anche quando la pioggia diventava forte, la troupe rimaneva ottimista, coprendo in modo efficiente le attrezzature con tende di plastica per tenerle al riparo. Husson non si fermava mai ed era sempre sorridente.

“Eva ha un’energia straordinaria e feroce, che alimenta il suo intelletto “, racconta Firth. “Mette sempre tutto in discussione. Non so se sia significativo il fatto che non sia inglese. Ma penso che funzioni. Non è eccessivamente concentrata sui protocolli dell’essere inglese, ma su cosa c’è sotto. Mette sempre molto impegno in quello che fa ed è meraviglioso trovare un regista che capisca il testo, il mestiere, che sia in grado di gestire attori e la troupe a livello umano, e che ne capisca anche di fotografia, di obiettivi e di tutto il resto”.

La truccatrice e parrucchiera Nadia Stacey ritoccava il suo lavoro tra una ripresa e l’altra. “È una narrazione forte, il trucco non si deve notare”, dice. “Deve funzionare con tutto il resto e deve indurti a credere che sia quell’epoca. Quindi è un trucco molto delicato. I capelli, considerando chi è Jane e che non si trovano nel centro di Londra, sono un po’ fuori moda rispetto ai tempi, hanno uno stilo Edoardiano. E doveva essere un’acconciatura pratica, che lei potesse farsi da sola”. Nonostante l’intensità emotiva dei personaggi e i temi del dolore e dell’amore perduto che attraversano il film, il set è rimasto allegro. “Colin e Olivia sono entrambi attori generosi, sono i migliori che potessimo sperare di avere”, afferma Young. E sono persone molto divertenti! Mi ritengo molto fortunata ad aver avuto modo di conoscerli personalmente oltre che professionalmente”.

“Il set è stato molto divertente grazie a Odessa e Olivia”, racconta Firth. “Spesso trovo che più intenso è il progetto, più ci si diverte tra un momento e l’altro. Quando fai una commedia, invece, tutti sono ansiosi e pessimisti! Sono un duo molto divertente e stimolante. Ma sono anche molto coinvolte. Per Olivia questa esperienza è stata estremamente emotiva; era difficile per lei rimanere con gli occhi asciutti anche solo parlandone. Anche Odessa, ha riflettuto molto su questa storia e ha avuto un approccio estremamente intelligente”.

“Per me, la sfida è cercare di non piangere tutto il tempo”, ammette Colman. “Ci sono momenti in cui dovevo essere devastata e continuavo ad ascoltare quello che dicevano tutti, e mi veniva da piangere. Dovevo cercare di pensare a qualcos’altro. Lavorare con Colin è un sogno. È adorabile ed è molto più simpatico di quanto pensassi”.

Karlsen era impassibile mentre pioveva a dirotto. “Alla fine andrà tutto bene”, diceva, alzando le spalle, e parlando al telefono per riconfermare i protocolli di sicurezza del film nella location successiva. Miracolosamente, nessuna delle location è saltata e il film si è concluso all’inizio di novembre quando il Regno Unito è tornato in lockdown.

La storia d’amore

Tutto questo sforzo è stato messo al servizio della straordinaria storia d’amore del film. Che si svolge nel giorno di marzo in cui cade la ricorrenza della festa della mamma, con momenti di intimità rubati tra la Giovane Jane e il Paul, interpretato da O’Connor. I loro personaggi hanno mantenuto una relazione amorosa per anni nonostante il divario di classe, l’abisso di ricchezza e di opportunità e nonostante lui sia fidanzato con un’altra donna. Per gran parte delle loro scene sono nudi, in un abbraccio post-coito, che ha richiesto uno straordinario grado di fiducia e intimità. Per tutti era chiaro che queste scene erano tutt’altro che gratuite.

Gran parte di questo film non avrebbe la stessa risonanza emotiva se non ci fosse la nudità”, afferma con fermezza Young. “In effetti, la nudità dei corpi in queste scene è il cuore del film. Jane è esposta e vulnerabile, ma molto potente. Non c’era altro modo per farlo. Avevo visto alcuni film di Eva, e Bang Gang è tutto incentrato sul sesso; un altro regista l’avrebbe reso del tutto gratuito ma lei no, quindi questo mi ha dato una grande fiducia. Sapevo che queste scene di Secret love sarebbero state girate con grande finezza”.

Jane non solo trascorre la mattinata con il suo amante, ma vaga per casa nuda, in un raro momento di libertà per una ragazza che – fino a quel momento – ha passato la maggior parte della sua vita al servizio degli altri. Le scene dovevano trasmettere una certa liberazione, il che non è stato sempre semplice. “Questa è la prima volta che faccio qualcosa in cui sono nuda per così tanto tempo”, dice Young. “Ero molto nervosa. C’era una settimana di scene di nudo in programma. Mentre si stava avvicinando, ho iniziato a notare che quando avevo un’idea o una domanda, iniziavo a parlare ed Eva finiva la frase, perché la pensava come me. È stato davvero confortante, perché quando siamo arrivatialle scene di nudo, eravamo sulla stessa lunghezza

d’onda. Alla fine di quella settimana, mi dimenticavo persino di rimettermi la vestaglia. All’improvviso, il mio corpo nudo non si è sentito più esposto, grazie alla sicurezza che provavo su quel set”.

“È stata tutta questione di capacità di comunicazione, buon senso e gentilezza”, afferma Husson. “Di preparare le scene assicurandosi che tutti sapessero cosa fare e fino a che punto spingersi. Abbiamo riso tanto. Onestamente non c’è niente di sexy nel girare una scena di sesso. È scomodo per tutti. Il regista deve dirigere le emozioni sul viso di qualcuno mentre finge di fare sesso, è terribile! Ma io lo gestisco come una coreografia di danza. Ho mantenuto una struttura mentale secondo cui il corpo è uno strumento, e ho coreografato l’interazione fisica. Allora diventa molto più facile per gli attori non farsi coinvolgere in qualcosa di troppo personale. E sia Josh che Odessa sembravano reagire abbastanza bene”.

O’Connor era d’accordo. “Odessa e io abbiamo fatto una settimana, forse due, di prove, il che è stato ottimo. Le abbiamo sfruttate per capire la relazione dall’inizio alla fine. La nudità è una di quelle cose che ho affrontato parecchie volte finora nella mia carriera”. Ma è stato il contenuto drammatico che ha avuto un impatto maggiore sui protagonisti, al punto che hanno dovuto trovare il modo di rilassarsi. Dopo una giornata particolarmente impegnativa, in cui O’Connor dice di essere stati “emotivamente e fisicamente nudi tutto il giorno”, hanno trascorso la pausa pranzo facendo un gioco d’infanzia, che lui chiama “Dub Dub”, nel parco della residenza signorile, per spegnere e ricaricare le energie, prima di affrontare ancora una volta il dilemma degli innamorati.

Chi pensa che tali scene di nudo abbiano reso più facile il lavoro di Sandy Powell come costumista, si sbaglia di grosso; lei stessa ride a questa idea. “In realtà ti dà più cose a cui pensare perché vedi ogni strato, non puoi imbrogliare”, dice. “L’interno dei vestiti deve sembrare assolutamente autentico, perché non sai mai cosa succederà o se si vedrà l’interno di un paio di pantaloni o di una camicetta”. Quindi, dagli abiti civili della classe operaia di Jane, semplici e pratici, all’abito da cena “incontaminato” di Paul, ogni dettaglio doveva essere preciso.

La tragedia è che Jane e Paul non affrontano solo una divisione di classe, ma anche le conseguenze della prima guerra mondiale, in cui tutti i giovani sono morti, lasciando i genitori e le famiglie in lutto ad affrontare una perdita devastante.

I genitori di Paul, gli Sheringham, sono i migliori amici dei Niven, i datori di lavoro di Jane, e della famiglia Hobdays. Paul è l’unico figlio sopravvissuto di tutte e tre le famiglie e il suo matrimonio con Emma Hobday (Emma D’Arcy) rappresenta la grande speranza per sei genitori in lutto.

Ho dedicato molto tempo al concetto di colpa del sopravvissuto”, dice O’Connor a proposito della sua preparazione per il personaggio. «Cisono tre proprietà terriere e cinque ragazzi sono morti durante la guerra. Quindi quello rimasto porta tutto il peso delle aspettative dei genitori degli altri ragazzi. Ho passato molto tempo a cercare di capire questo giovane, che è disperatamente innamorato di qualcuno con cui non può stare. La cosa più difficile è stata cercare di non dimenticare mai il fatto che fosse un personaggio, e di non andare troppo in profondità nella sua tristezza”.

Gli anni successivi di Jane

“La grande differenza tra il libro e il film è che il libro è ambientato principalmente nel giorno della festa della Mamma”, dice Young. “Questo è ovviamente il cuore del film, ma Alice ha estrapolato i capitoli successivi della vita di Jane. Perciò abbiamo avuto l’opportunità di avere altri personaggi nella storia, oltre agli amanti. Ho avuto modo di lavorare con Ṣọp, che è un attore incredibile, e le due parti sembrano due film diversi. È stato davvero bello vivere questi due momenti della vita di Jane”.

Dopo le esperienze di vita di Jane nel 1924, vediamo anche dei frammenti della sua vita negli anni ’80, e alla fine degli anni ’40, dove Jane ha una nuova relazione con Donald, interpretato da Dìrísù, un personaggio che viene appena menzionato nel libro.

La sua identità raziale è importante”, dice Dìrísù. “Tutto questo è successo prima del Windrush [nota 1], quindi per un uomo di colore studiare a Oxford era davvero notevole. Ma era importante per me ed Eva stare lontani dalle solite narrazioni sull’amore proibito. Ero stufo di ritrarre costantemente l’amore interrazziale come una lotta; Volevo solo celebrare la storia d’amore. Lui e Jane si connettono a livello intellettuale; hanno entrambi uno spiccato senso dell’umorismo. Ed è stato bello ritrarre un uomo di colore che celebrava la sua eccellenza in quel periodo”.

Per Young, che in quel periodo aveva solo 22 anni, interpretare la quarantenne Jane richiedeva una fisicità completamente nuova e un po’ di assistenza protesica. “Ho lavorato a stretto contatto con un fantastico istruttore di dialetti e di movimenti che si chiama Neil Swain (Il Discorso Del Re, La Favorita)“, racconta Young. “Abbiamo discusso a lungo sul modo in cui una voce cambia nel corso degli anni. Inoltre Jane è una domestica, ha lavato i pavimenti per anni e non ha mai guardato le persone negli occhi. Quindi subisce un’evoluzione da quel periodo della sua vita a quando inizia a sbocciare e ad acquisire fiducia in se stessa. Abbiamo parlato delle piccole cose che potevano dar vita a tutto questo”.

La squadra che ha realizzato il trucco di Stacey è stata di grande aiuto in questo senso. “Nelle scene ambientate negli anni ’40 sono state usate le protesi, perché il salto temporale doveva essere evidente, e al contempo delicato.” dice Stacy. “Spesso nei film le persone vengono invecchiate eccessivamente, però alcune persone non cambiano molto. Qualche ruga intorno agli occhi, forse, e alle guance. In quelle scene indossa una parrucca, che conferisce ai capelli un colore meno vivace. L’importante è fare ciò che è giusto per il personaggio”.

Entrambi interpretiamo i nostri personaggi quando sono più grandi”, concorda Dìrísù. “Era una squadra davvero eccellente, ci sedevamo sulle sedie per il trucco un paio d’ore prima dell’inizio delle riprese per farci applicare delle rughe protesiche. Mi hanno anche fatto una barba finta. È stato sorprendente; la differenza è notevole.”

“Bisogna tenere a mente che è sempre la stessa persona”, dice Powell dei costumi in quell’epoca successiva. “È una donna che va in giro in bicicletta, una persona attiva, quindi qualunque cosa indossasse doveva essere pratica e comoda. Doveva essere qualcosa che una donna dallo spirito libero avrebbe indossato quando avesse avuto più soldi da spendere in vestiti”. Per il successivo salto temporale, in cui Jane è anziana, Powell ha preso ispirazione da una foto di Doris Lessing in cui vince il premio Nobel e viene colta alla sprovvista dalla stampa sulla soglia di casa. Jane indossa un mix di vestiti che indossava negli anni ’40, perché non è detto che i gusti cambino nell’età adulta.

Tutte queste scene sono influenzate dagli eventi cruciali che accadono il giorno della festa della mamma, eventi che Jane non racconta mai a nessuno. “Ho fatto una bozza della sceneggiatura in cui Jane non ha tenuto segreta la sua storia d’amore con Paul, e decide di raccontare la loro storia”, dice Birch. “Ma Graham Swift ha detto che non era giusto. È stato davvero utile per me. Mi sono resa conto che il lettore [o lo spettatore] è il confidente di Jane. Ha questo segreto che non dirà mai a nessuno, ed è fondamentale per il suo personaggio”.

Nel film, alla fine, il segreto viene rivelato solo allo spettatore e a nessun altro nella vita di Jane. Nel descrivere l’enorme impatto emotivo che un solo giorno può avere nella vita di una persona i registi hanno trovato un progetto creativo su cui poter lavorare, anche nel mezzo di una pandemia globale. In un momento come questo, i temi dell’amore, della perdita e della volontà di ricominciare sembrano più importanti che mai.

 [nota 1] Con l’espressione Generazione Windrush sono chiamati i bambini arrivati negli anni Cinquanta e Sessanta dai Caraibi. Deriva dal nome della nave che li portò in Gran Bretagna

IL CAST

ODESSA YOUNG (Jane Fairchild da giovane)

Di recente Odessa Young ha lavorato in “The Staircase”, di HBO Max, con Colin Firth e Toni Collette, che narra la storia di Michael Peterson accusato di aver ucciso la moglie. Odessa interpreta “Marta”, una delle figlie di Peterson. Odessa ha recitato al fianco di Elisabeth Moss e Michael Stuhlbarg in Shirley, di Josephine Decker, per la Killer Films. Ha ricevuto recensioni entusiastiche per la sua interpretazione di una giovane donna che va a vivere con la famosa autrice di suspense Shirley Jackson e rimane coinvolta nella sua complicata vita drammatica. Odessa è apparsa di recente nella serie della CBS “The Stand”, tratta dal romanzo di Stephen King, dove interpreta “Frannie Goldsmith”, una giovane donna incinta che si aggira in uno strano nuovo mondo.

In ambito teatrale ha recitato nella produzione dell’Atlantic Theatre Company di The Mother, e di Trip Cullman, con Isabelle Huppert. Inoltre è apparsa nel film Sundance, Assassination Nation, diretto da Sam Levinson, in A Million Little Pieces, di Sam Taylor Johnson, con Aaron Taylor-Johnson, e in Arrivederci Professore con Johnny Depp.

JOSH O’CONNOR (Paul)

Josh O’Connor si è formato presso la Bristol Old Vic Theatre School e ha ottenuto il plauso della critica per i suoi ruoli cinematografici, televisivi e teatrali. È anche un artista e un fotografo affermato, le cui opere vengono spesso esposte. Nel 2016 O’Connor è stato nominato Screen International Star of Tomorrow e ha ricevuto un Golden Globe, un Critics’ Choice Award e due British Independent Film Awards.

O’Connor è stato il protagonista, al fianco di Letitia Wright, del film indipendente Aisha, del regista Frank Berry. Il film racconta la storia di una giovane donna africana in fuga dalle persecuzioni, che finisce per trascorrere più di due anni nei manicomi Irlandesi. Mentre è lì, fa amicizia con una guardia di sicurezza (O’Connor), e tra i due nasce un’amicizia.

Più di recente, O’Connor ha recitato nella quarta stagione di “The Crown”, in cui interpreta il principe Carlo. La sua performance in questa stagione gli è valsa la nomination ai SAG e ai BAFTA e i premi ai Critics’ Choice e ai Golden Globe nella categoria Migliore Attore Protagonista. È entrato a far parte della serie a partire dalla terza stagione ottenendo ottime critiche, un premio SAG, e una candidatura ai BAFTA come attore non protagonista. Entrambe le stagioni sono disponibili su Netflix.

Lo stesso anno O’Connor ha recitato al fianco di Jessie Buckley in un adattamento cinematografico di Romeo e Giulietta, diretto da Simon Godwin. Originariamente pensata per il palcoscenico del National Theatre di Londra, questa performance filmata è stata presentata in anteprima su PBS negli Stati Uniti e su Sky Arts nel Regno Unito.

L’anno scorso, O’Connor ha interpretato il ruolo di Mr. Elton nell’adattamento cinematografico acclamato dalla critica di Autumn de Wilde, di Emma, di Jane Austen, e in Le Cose che non ti Ho Detto con Annette Bening e Bill Nighy, diretto da William Nicholson. Le Cose che non ti Ho Detto ha vinto come miglior film e O’Connor ha vinto come miglior attore al Festival di Barcellona. Nel 2018, O’Connor ha recitato con Laia Costa nel film candidato ai BAFTA di Harry Wootliff, Only You, per il quale ha vinto il British Independent Film Award come miglior attore. Ha anche interpretato il ruolo di Lawrence “Larry” Durrell l’anno scorso, nell’ultima stagione dello show televisivo di successo di ITV, “I Durrell”; e ha interpretato il ruolo di Marius, nell’adattamento della miniserie della BBC One, de “I Miserabili”.

Nel 2017, O’Connor ha recitato in La Terra di Dio, debutto alla regia di grande successo di Francis Lee, nominato ai BAFTA e vincitore del BIFA. La performance di O’Connor gli è valsa un premio BIFA come miglior attore, un premio BAFTA nella categoria ‘Breakthrough Brit’, un premio Empire come miglior esordiente maschile, la nomination per il premio EE Rising Star ai BAFTA e il premio British / Irish Actor of the Year conferito dal London Critics Circle.

Nel 2014, O’Connor ha fatto il suo debutto cinematografico in Posh di Lone Scherfig’ , al fianco di Sam Claflin e Douglas Booth. Poco dopo, ha lavorato con Stephen Frears, sia in The Program che in Florence, con Meryl Streep e Hugh Grant.

Tra gli altri film in cui è apparso ricordiamo Bridgend, Hide & Seek, The Magnificent Eleven, Moving Pictures , la serie Netflix “Peaky Blinders,” “Ripper Street”, “Padre Brown”, “Law and Order”, “London Irish”,“Dr. Who,”e ‘Lewis’.

In ambito teatrale ha recitato in The Shoemaker’s Holiday di Philip Breen; Oppenheimer di Angus Jackson; Versailles di Angus Jackson per Donmar Warehouse; e Farrahut North di Guy Unsworth per la Southwark Playhouse.

ṢỌP DÌRÍSÙ (Donald)

Il candidato ai BAFTA Ṣọpẹ Dìrísù si sta rapidamente affermando come un attore di fama internazionale, dimostrando una vasta gamma di capacità tra cinema, televisione e teatro.

Dìrísù di recente è apparso nell’horror thriller di Remi Weekes, His House, visibile su Netflix, dove recita accanto a Wunmi Mosaku. Il film segue una coppia di rifugiati (Dìrísù e Mosaku) in fuga dal Sudan dilaniato dalla guerra, che cercano di adattarsi alla loro nuova vita in una cittadina inglese dove il male è in agguato sotto la superficie. Per questo ruolo (oltre alla candidatura al BAFTA) è stato nominato ai British Independent Film Award e ai Critics Choice Awards Super come miglior attore protagonista e miglior attore in un film horror. Il film ha ricevuto 16 nomination ai BIFA ed è stato nominato ai BAFTA nella categoria Outstanding British film.

Dìrísù è apparso anche nella serie d’azione di SKY /AMC, “Gangs of London” con Joe Cole. La serie racconta di una Londra lacerata dalle lotte di potere turbolente delle sue bande internazionali, e il vuoto di potere che si crea all’improvviso quando il capo della più potente famiglia criminale di Londra viene assassinato. Dìrísù interpreta il ruolo di ‘Elliot Finch’, un umile soldato di Wallace, che coglie l’occasione per ascendere i ranghi all’interno della più grande organizzazione criminale di Londra. A seguito di un lancio di grande successo nel Regno Unito, la serie è stata trasmessa negli Stati Uniti su AMC +, e successivamente nei territori in tutto il mondo. Dìrísù attualmente sta girando la seconda attesissima serie.

Dìrísù ha prestato la sua voce a ‘Sergi’, il daimon di Ruta Skadi (interpretato da Jade Anouka), nella seconda stagione di “His Dark Materials-Queste Oscure Materie” di HBO/BBC, trasmessa in anteprima il 16 novembre 2020. In seguito, Dìrísù è apparso nel dramma natalizio di Camille Griffin, Silent Night, al fianco di Lily-Rose Depp, Kiera Knightley, Annabelle Wallis, Matthew Goode e Roman Griffin Davis. Il film racconta la storia di una famiglia allargata che si riunisce per una cena di Natale in campagna.

In seguito, ha recitato nel dramma in costume di Eva Husson, Secret love, con Odessa Young, Josh O’Connor e Olivia Colman. Nel film, che è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes, interpreta il ruolo di ‘Donald’, una figura significativa nella vita di Jane Fairchild. Di recente, Dìrísù ha terminato le riprese della commedia romantica di Emma Holly Jones, Mr. Malcom’s List , con Constance Wu, Frieda Pinto e Sam Heugan. Basato sull’omonimo romanzo di Suzanne Allain, il film segue le vicende di Julia (Wu), una signora dell’alta società che viene abbandonata dal signor Malcolm (Dìrísù), lo scapolo più ricercato di Londra. Sentendosi evitata e umiliata, arruola la sua amica Selina (Pinto) per aiutarla a vendicarsi di Malcolm inducendolo a pensare di aver trovato la sua compagna perfetta. Per tutto il corso del film, Malcolm si chiede se abbia trovato la donna perfetta o l’imbroglio perfetto.

Tra gli altri film di cui è stato interprete, vale la pena ricordare il dramma bellico di Fernando Coimbra, Castello di Sabbia, con Henry Cavil e Nicholas Hoult; il dramma d’azione di Cedric Nicolas-Troyan, Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, con Chris Hemsworth, Charlize Theron, Jessica Chastain e Emily Blunt; e il thriller fantascientifico di Ariel Vromen, Criminal, con Kevin Costner, Gary Oldman, Tommy Lee Jones, Ryan Reynolds e Gal Gadot.

In televisione, Dìrísù è apparso in “Humans” di AMC. La serie si svolge in un presente parallelo in cui l’ultimo gadget indispensabile per ogni famiglia super impegnata è un “Synth”, un servo robot altamente sviluppato del tutto simile a un vero essere umano. Dìrísù interpreta il ruolo di ‘Fred’, uno dei prototipi originali di Synth, e membro fondamentale della ‘famiglia’ Elster; nel ruolo degli altri Synth ricordiamo Gemma Chan, Ivanno Jeremiah e Emily Berrington. Inoltre, Dìrísù è apparso nella serie acclamata dalla critica di Netflix, “Black Mirror”, per la quale nel 2017 ha ricevuto il Rising Star Award agli Screen Nation Film and Television Awards.

Altri crediti televisivi includono “State of the Union” e “Next of Kin” di Sundance TV; “Five by Five” della BBC Three; “The Halcyon” di Entertain TV; “Undercover” e “Fratelli” della BBC; “Utopia” di Netflix; “Il Seggio Vacante” della Warner Bros. Television; e “The Mill” di Channel 4 .

A teatro, Dìrísù di recente ha recitato nell’acclamato Death of a Salesman, di Marianne Elliott, al fianco di Wendell Pierce e Natey Jones, in scena al Piccadilly Theatre, nel West End di Londra. La commedia segue le vicende di un uomo di nome ‘Willy’ (Pierce), che a causa dello stress dopo un viaggio di lavoro infruttuoso scivola dentro e fuori da sogni ad occhi aperti e da allucinazioni. Willy è anche arrabbiato con i suoi figli che vivono ancora a casa, principalmente con suo figlio Biff (Dìrísù), e nutre sentimenti di disprezzo per coloro che apparentemente ritiene non degni, in particolare l’altro suo figlio, Happy (Jones).

Sempre in ambito teatrale ha recitato in Pericle della Royal Shakespeare Company, e in Coriolanus, per il quale ha ricevuto una nomination agli Ian Charleson Award del 2017; è apparso anche in The Brothers Size in scena al Young Vic; in One Night a Miami, presso il Donmar Warehouse; e in The Whipping Man, presso il Theatre Royal Plymouth.

GLENDA JACKSON (Jane Fairchild)

Glenda Jackson è un’attrice pluripremiata con una carriera prolifica che dura da diversi decenni tra cinema, televisione e teatro. Nel 1978 è stata insignita del premio CBE per i servizi resi al teatro. È stata nominata a 4 Academy Awards e ha vinto due volte, la prima volta nel 1971 per il ruolo della protagonista, Gudrun Brangwen, in Donne in Amore.

A questa ha fatto seguito un’altra performance straordinaria in Domenica Maledetta Domenica, che nel 1972 le è valsa una nomination all’Oscar e un premio BAFTA come migliore attrice. Nello stesso anno, ha ricevuto il plauso della critica per la sua interpretazione della regina Elisabetta I, nella serie televisiva della BBC, Elizabeth Regina, per la quale ha vinto due Primetime Emmy Awards.

L’anno successivo, ha vinto il suo secondo Oscar come migliore attrice, per la commedia romantica Un tocco di classe, nel cast ricordiamo anche George Segal.

Glenda ha iniziato la sua carriera in teatro ed è tornata a Broadway nel 1981 con il dramma dal titolo Rose, di Andrew Davies, ottenendo una nomination ai Tony Award.

Nel 1992 Glenda ha preso un periodo di aspettativa dalla recitazione per intraprendere una carriera di grande successo in politica, vincendo un seggio alla Camera dei Comuni e vincendo la rielezione per un certo numero di anni fino alla fine del suo ultimo mandato nel 2015. È tornata a recitare dopo un’assenza di 25 anni, ed è tornata sul palcoscenico nel 2016 interpretando il ruolo della protagonista nella commedia di Shakespeare, Re Lear, all’Old Vic Theatre di Londra, per la quale ha ricevuto una nomination agli Olivier Award.

Nel 2018 ha vinto il suo primo Tony Award grazie al revival di Three Tall Women, di Edward Albee. Più di recente, Glenda ha ricevuto elogi per il ruolo della nonna affetta da demenza in “Elizabeth is Missing”, della BBC One, per il quale ha vinto un BAFTA TV Award e un International Emmy come migliore attrice.

OLIVIA COLMAN (signora Niven)

Olivia Colman ha vinto il premio come Migliore Attrice Protagonista agli Academy Award del 2019, per la sua interpretazione della regina Anna, nell’acclamato film di Yorgos Lanthimos, La Favorita, dove recita al fianco di Emma Stone e Rachel Weisz.

Lo stesso anno ha vinto anche il Golden Globe nella categoria Miglior Attrice Protagonista In Un Film (commedia o musical); il premio BAFTA nella categoria Miglior attrice protagonista; il British Independent Film Award nella categoria migliore attrice, il Critics Choice Award nella categoria Miglior attrice in una commedia, e la Coppa Volpi come migliore attrice, al Festival di Venezia del 2018. Il film ha segnato la sua seconda collaborazione con Lanthimos dopo il ruolo nell’acclamata commedia romantica distopica, The Lobster , per la quale ha ricevuto un British Independent Film Award nella categoria miglior attrice non protagonista e una nomination ai Film Award Evening Standard per la migliore interpretazione in una commedia.

Attualmente interpreta il ruolo della regina Elisabetta II, nella quarta stagione della serie originale di Netflix acclamata dalla critica “The Crown”, dove recita al fianco di Tobias Menzies e Helena Bonham Carter, e dopo essere apparsa in precedenza nella stagione 3.

Olivia ha interpretato un ruolo di primo piano al fianco di Anthony Hopkins in The Father-Nulla è Come Sembra, un adattamento cinematografico dell’opera teatrale di successo di Florian Zeller. Il film nel 2021 ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.

Nel 2011/2012 Olivia ha vinto il premio come migliore attrice ai British Independent Film Awards, agli Evening Standard British Film Awards, ai Critics Circle Awards e agli Empire Awards per la sua brillante interpretazione in Tirannosauro, che ha segnato il debutto alla regia di Paddy Considine, e dove l’attrice recita al fianco di Peter Mullan e Eddie Marsan.

Il film ha anche vinto il Premio Speciale della Giuria ‘World Cinema’, nella categoria Breakout Performance, al Sundance International Festival dello stesso anno.

Altri crediti cinematografici includono: un ruolo da comprimaria nel thriller La Prova del Serpente, di Britt Poulton e Dan Madison Savage; inoltre è apparsa in Assassinio sull’ Orient Express di Kenneth Branagh; The Iron Lady di Phyllida Lloyd; London Road di Rufus Norris; A Royal Weekend di Roger Michell; Locke di Steven Knight; Cuban Fury di James Griffiths; e Hot Fuzz di Edgar Wright.

In televisione, l’abbiamo vista in “Fleabag” (BBC / Amazon), nel ruolo della ‘madrina’, per il quale ha ricevuto una nomination ai BAFTA nella categoria Best Female Performance in a Comedy Programme nel 2017, e una nomination agli Emmy nel 2019, come migliore attrice non protagonista per il suo lavoro nel finale della serie.

Sul piccolo schermo, Olivia ha vinto un Golden Globe® nella categoria Miglior attrice non protagonista in una serie, o film per la televisione, per la sua interpretazione di ‘Angela Burr’ in “The Night Manager” di AMC. In precedenza, aveva vinto anche un BAFTA come migliore attrice nel 2014 per il suo ruolo di ‘DS Ellie Miller’ nella serie acclamata “Broadchurch”, che è andata avanti per tre stagioni. Nel 2013, Colman ha vinto un BAFTA, per il suo ruolo in “Twenty Twelve” della BBC, e ha vinto come migliore attrice non protagonista per “Accused” della BBC. Nel 2015 Olivia ha anche ricevuto una nomination ai BAFTA Television, nella categoria Best Female performance in a Comedy Programme per il suo ruolo di ‘Alex Smallbone’ in “Rev” della BBC.

Altri crediti televisivi includono “I Miserabili” (PBS / BBC Studios); “La Collina Dei Conigli” (Netflix); “Flowers” (Channel 4); “Mr. Sloane”(Sky Atlantico); “Secrets” (BBC); Peep Show (Channel 4); Exile (BBC); e Greenwing (Channel 4).

In ambito teatrale ha recitato in Long Day’s Journey into Night (Lyric Theatre), England People Very Nice (National Theatre), Hayfever (Noel Coward Theatre), e più recentemente in Mosquitoes, di Lucy Kirkwood, diretto da Rufus Norris, per il quale ha vinto il premio come miglior attrice ai Whatsonstage Awards del 2018.

Olivia è stata insignita del titolo ‘Commander of the Most Excellent Order of the British Empire’ per i servizi resi al teatro, e di una borsa di studio BFI.

COLIN FIRTH (Il signor Niven)

L’attore premio Oscar Colin Firth è un veterano del cinema, della televisione e del teatro, che ha all’attivo un impressionante numero di ruoli nel corso di oltre quattro decenni. È apparso in tre film che hanno vinto l’Oscar come miglior film: Il Discorso Del Re, Shakespeare in Love e Il Paziente Inglese. L’interpretazione di Colin nel ruolo di Re Giorgio VI, in Il Discorso Del Re, nel 2011 gli è valsa un Academy Award, un Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, un British Independent Film Award, un Critics’ Choice Award e il suo secondo premio BAFTA consecutivo. Colin aveva vinto il Premio BAFTA anche nel 2010, oltre che la Coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia del 2009 per la sua interpretazione in A Single Man di Tom Ford.

Nel 2008, Colin ha recitato nel musical di grande successo della Universal Pictures, Mamma Mia! che ha incassato più di mezzo miliardo di dollari in tutto il mondo. Nel 2012 Colin è stato uno degli interpreti de La talpa, di Tomas Alfredson, al fianco di Gary Oldman e Tom Hardy. Il thriller è basato sul romanzo di spionaggio di John Le Carré, ha ottenuto tre nomination agli Oscar, tra cui quella per la migliore sceneggiatura, e nel 2012 ha vinto il BAFTA Film Award nelle categorie ‘Outstanding British Film’ e ‘Miglior Sceneggiatura.’

Nel 2013 Colin è apparso in Le Due Vie del Destino, diretto da Jonathan Teplitzky, e interpretato anche da Nicole Kidman e Jeremy Irvine. Il film è basato sulla storia vera di Eric Lomax, interpretato da Colin, che si propone di trovare i responsabili delle sue torture durante il periodo trascorso come prigioniero nella seconda guerra mondiale.

Nel 2014 Colin ha recitato in Kingsman: Secret Service, nel ruolo di un agente segreto che recluta e addestra un poco raffinato, ma promettente, ragazzo di strada nel programma di formazione dell’agenzia. Il film è diretto da Matthew Vaughn, ed è basato sull’acclamato fumetto dallo stesso titolo. Nel cast ricordiamo Samuel L Jackson, Michael Caine e Taron Edgerton. Nel 2016, Colin è apparso in Genius, che racconta la storia di Max Perkins, l’editor che ha lavorato presso la Scribner, dove ha supervisionato le opere di Thomas Wolfe, Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald. Il film è stato presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Nello stesso anno, Colin ha anche ripreso il ruolo di Mark Darcy in Bridget Jones’s Baby.

Sempre nel 2016 è uscito al cinema anche Il Diritto di Uccidere, che è stato il primo film di Colin prodotto dalla sua società, Raindog Film. Raindog Films ha prodotto anche il film anglo-americano

Loving-L’Amore Deve Nascere Libero, sui due querelanti nel caso della Corte Suprema del 1967, che invalidarono le leggi che proibivano il matrimonio interrazziale. Scritto e diretto da Jeff Nichols e interpretato da Joel Edgerton e Ruth Negga, il film è uscito nel novembre del 2016 ed è stato nominato sia nella categoria Migliore Attrice che in quella Miglior Attore alla 74esima edizione dei Golden Globe Award. Il film è stato selezionato anche per il Festival di Cannes del 2016.

Nel settembre del 2017, Colin ha ripreso il ruolo di Harry Hart in Kingsman: Il Cerchio D’Oro, sempre diretto da Matthew Vaughn e interpretato da Taron Egerton, Julianne Moore e Mark Strong, il film ha incassato 39 milioni di dollari nel weekend di apertura e ha vinto il premio per il miglior thriller agli Empire Awards. Nel febbraio del 2018, Colin ha recitato al fianco di Rachel Weisz e David Thewlis nel dramma biografico Il Mistero di Donald C, basato sulla storia vera del disastroso tentativo compiuto dal velista amatoriale Donald Crowhurst, interpretato da Colin, di completare la gara Sunday Times Golden Globe Race nel 1968, e racconta anche i successivi tentativi di insabbiare il suo fallimento. Sempre nel 2018, Colin è apparso in The Happy Prince, un film scritto e diretto da Rupert Everett, che descrive gli ultimi anni della vita di Oscar Wilde. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival nel 2018 ed è stato ben accolto. Del film Colin è anche produttore esecutivo. Nel mese di luglio del 2018, Colin è tornato a interpretare il ruolo di Harry nell’iconico sequel del musical Mamma Mia! Nel cast del film ricordiamo anche Meryl Streep, Amanda Seyfried, Lily James e Jeremy Irvine. La pellicola ha incassato 400.000.000 di dollari al box office mondiale. Inoltre, nel mese di dicembre del 2018, Colin ha interpretato il ruolo di William Wilkins Weatherall nell’attesissimo Il Ritorno di Mary Poppins della Disney. Il film, scritto dal candidato all’Oscar David Magee, è tratto dal libro “The Mary Poppins Stories” di PL Travers. La regia del film è di Rob Marshall, nel cast ricordiamo Emily Blunt, Meryl Streep e Lin-Manuel Miranda.

Nel 2019, Colin è apparso in 1917, il pluripremiato film di Sam Mendes sulla prima guerra mondiale, al fianco di George McKay, Benedict Cumberbatch, Andrew Scott e Mark Strong. Il film ha vinto come miglior film (dramma) ai Golden Globe Awards, ha vinto sette BAFTA, tra cui quello per il miglior film, ed è stato nominato a dieci Oscar.

Nel 2020, Colin è stato uno degli interpreti di Il Giardino Segreto, tratto dall’omonimo libro per bambini. Colin nel film interpreta Archibald Craven al fianco di Julie Walters nei panni della signora Medlock. Il film è stato diretto da Marc Munden e adattato da Jack Thorne.

Colin di recente è stato il protagonista del film indipendente britannico Supernova, una storia d’amore tra il personaggio di Colin, Sam, e il personaggio di Stanley Tucci, Tusker, in viaggio attraverso l’Inghilterra, mentre la coppia si trova ad affrontare la diagnosi di demenza di Tusker. Diretto da Harry MacQueen, il film è stato presentato in anteprima al San Sebastián International Film Festival a settembre del 2020, ed è uscito nel Regno Unito il 25 giugno. È stato anche annunciato che Colin apparirà nella commedia d’azione, New York Will Eat You Alive. Il film è ambientato in una cittò, dove la rete idrica è stata contaminata da un’antica bara e le persone che bevono l’acqua si trasformano in “Zombie Brothers” che si cibano degli altri per evolversi. STC Films distribuirà il film negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Entro la fine dell’anno, Colin sarà anche protagonista del dramma sulla Seconda Guerra Mondiale di John Madden, Operation Mincemeat, che è stato recentemente acquisito da Netflix. Il film è basato sull’omonimo libro di Ben Macintyre, e la sceneggiatura è stata scritta da Michelle Ashford. La storia si svolge nel 1943, ed è incentrata su una delle più grandi operazioni di intelligence della storia, mentre gli Alleati si preparano a lanciare un assalto all’Europa caduta in mano ai nazisti.
È
stato recentemente annunciato che Colin è stato scelto per la serie di HBO Max “The Staircase“, basata sull’omonima docuserie di Netflix e su vari libri e rapporti sul caso di Michael Peterson. Colin interpreterà Peterson, accusato nel 2001 di aver ucciso sua moglie, Kathleen. Peterson sostiene che sia morta dopo essere caduta dalle scale nella loro casa, tuttavia, la polizia sospetta che l’abbia colpita a morte e che abbia fatto in modo che sembrasse un incidente. Colin reciterà al fianco di Toni Colette, Sophie Turner, Patrick Schwarzenegger e Juliette Binoche.

Tra gli altri film di cui è stato interprete vale la pena citare, il film candidato agli Oscar La ragazza con l’Orecchino di Perla; Che Pasticcio Bridget Jones; Devil’s Knot-Fino a Prova Contraria; Il Mondo di Arthur Newman; Quando Tutto Cambia; When Did You Last See Your Father?; Un Matrimonio all’Inglese; Genova; A Christmas Carol; L’Importanza di Chiamarsi Ernest; False Verità; Trauma; Tata McPhee; Una Ragazza e il suo Sogno; Segreti; Apartment Zero; La Mia Vita Fino a Oggi; Febbre a 90°; Amiche; Playmaker; e Valmont.

Sul piccolo schermo, Colin è famoso per il ruolo di Mr. Darcy nell’adattamento della BBC del 1995 di “Orgoglio e pregiudizio”, per il quale ha ricevuto una nomination ai BAFTA come miglior attore e il National Television Award nella categoria Most Popular Actor. Nel marzo del 2004, Colin ha presentato il Saturday Night Live della NBC. Nel 2001 è stato nominato agli Emmy Award come miglior attore non protagonista per il film della HBO, Conspiracy, e ha ricevuto il Royal Television Society Award come miglior attore e una candidatura ai BAFTA per la sua performance in Tumbledown. Sempre in ambito televisivo è apparso nel film della BBC, Born Equal; in Donovan Quick; The Widowing of Mrs. Holroyd; Deep Blue Sea; Hostages e “Nostromo.”

Il suo debutto sul palcoscenico londinese è avvenuto nel ruolo di Guy Bennett, nella produzione del West End di Another Country. È stato poi scelto per interpretare il personaggio di Judd, nell’adattamento cinematografico del 1984, dove ha recitato al fianco di Rupert Everett. Nel 2009 è stato insignito dell’Humanitarian Award, conferito dai BAFTA/LA, ai Britannia Awards. Nel 2008 è stato nominato filantropo dell’anno da The Hollywood Reporter e prima ancora, nel 2006, Colin è stato votato attivista europeo dell’anno dall’UE.

IL CAST TECNICO

Eva Husson (Regista)

Husson è stata una nomade per gran parte della sua vita adulta, avendo vissuto tra Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Porto Rico. È trilingue, parla francese, spagnolo e inglese. Ha frequentato la scuola di recitazione, poi si è laureata in filosofia e successivamente si è laureata anche in letteratura inglese all’Università della Sorbona, dove ha conseguito un master in letteratura inglese (summa cum laude) e una laurea in letteratura spagnola. In seguito ha conseguito un MFA in Regia presso l’American Film Institute di Los Angeles.

I cortometraggi che ha diretto hanno fatto il giro dei festival internazionali. Nel 2013, ha diretto una commedia in inglese di 52 minuti, dal titolo Those For Whom It’s Always Complicated, che è andata in onda sull’emittente francese Arte; e nel 2015 ha diretto il suo primo lungometraggio, Bang Gang (A Modern Love Story) , che ha ottenuto grande interesse a livello internazionale a partire da quando è stato ammesso in concorso al Festival di Toronto. Nel 2018, Eva è stata nominata per la Palma d’Oro per il suo secondo lungometraggio, Girls of the Sun, che ha debuttato a Cannes in Competizione. In televisione, ha diretto il primo episodio della seconda stagione di “Hanna” per Amazon. Nel 2021, Husson è tornata a Cannes con Secret love, il suo primo film in lingua inglese, che è stato selezionato nella nuova sezione ‘Premiere’.

ALICE BIRCH (Sceneggiatrice)

Alice Birch è una pluripremiata drammaturga e sceneggiatrice. Tra le opere teatrali che ha scritto vale la pena ricordare: [BLANK] (Donmar Warehouse / Clean Break); Orlando (Schaubühne, Berlino) e Anatomy of a Suicide (Royal Court Theatre).

Alice ha scritto l’adattamento televisivo di “Normal People”, insieme a Sally Rooney e Mark O’Rowe, per il quale lei e Sally sono state nominate agli Emmy. Attualmente sta scrivendo l’adattamento televisivo di “Conversations with Friends.” Ha anche lavorato come Story Editor nella seconda stagione di “Succession” per la HBO, e attualmente è la produttrice principale e la produttrice esecutiva di “Dead Ringers” per Annapurna e Amazon, con Rachel Weisz.

Il suo primo lungometraggio è stato Lady Macbeth, che nel 2017 ha vinto 5 British Independent Film Awards, incluso quello per la migliore sceneggiatura.

Il secondo lungometraggio che ha scritto è l’adattamento del romanzo di Graham Swift, Secret love per Number 9 Films e Film4.

Tra i premi che ha ricevuto, ricordiamo: il Susan Smith Blackburn Prize nel 2018, il George Devine Award (per Revolt. She said. Revolt again); il Premio Arts Foundation per la drammaturgia.

Testi, video e immagini da Lucky Red.

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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