La letteratura come espressione e diritto alla libertà tra Oriente e Occidente, tra antichità e attualità

Riconosciuta fin dall’antichità come forma di espressione tipicamente maschile, per secoli e tuttora la letteratura ha goduto e gode di un indiscutibile potere politico e sociale.

Del resto, una letteratura praticabile e diffusa non si può certo separare da un certo ideale di “libertà”, troppo spesso inaccessibile – come la storia insegna – in particolar modo al genere femminile. A partire dalla possibilità di fare o meno letteratura, infatti, si può constatare l’accesso totale o parziale o la chiusura a tutta una serie di libertà affatto scontate: in primis quella espressiva, quindi sociale, politica, individuale.

Per quanto, oggi, il binomio letteratura-libertà possa apparire un concetto banalmente superato e già indagato a fondo, occorre mettere in luce quanto, in realtà, si sia ancora lontani da un’applicazione globale dello stesso.

Eppure, forse ancora insufficiente allo scopo si rivelerà mettere a confronto le realtà culturali dell’Occidente e dell’Oriente e le annesse caratteristiche, come chi scrive si propone di fare attraverso il sostegno di testi di differente natura. L’auspicio, tuttavia, resta favorire una riflessione di ampio respiro sulla letteratura, intesa come diretta espressione di libertà, con una declinazione di genere per lo più femminile.

Testo a cura di Francesca Barracca e Sofia Fiorini.