Fare il possibile”: le schegge di esistenza di Claudio Bagnasco

«I ricordi sono gli istanti più importanti della nostra vita», mi scrive un amico qualche giorno fa. Sarà un caso ma ho tra le mani un libro i cui capitoli iniziano con «Oppure quella volta». Il passato è una materia preziosa per chi è alla ricerca d’ispirazione e tutti gli artisti, prima o poi, ci fanno i conti. Vale lo stesso per Claudio Bagnasco con Fare il possibile, in uscita per TerraRossa Edizioni.

la copertina del libro Fare il possibile, di Claudio Bagnasco, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2025). Foto di Francesco Saverio Mongelli

L’autore, passato dal mare di Genova a quello sardo di Tortolì, mantenendo viva la fede per la Sampdoria e l’amore per il vino rosso, confeziona brevi racconti ambientati dal 1983, quando bambino assiste alla corsa di Mennea, sino alla morte di Berlusconi e di Francesco Nuti. Quest’ultimo girò un film – Stregati – ad alta gradazione poetica, ambientato proprio nel capoluogo ligure.

Le trentatré istantanee di vita vissuta che compongono il libro portano ciascuna una data come titolo e possono essere lette cronologicamente o seguendo l’ordine dato dallo scrittore. Scorrono agilmente e gradevolmente grazie a uno stile narrativo sotteso di ironia, concedendo al lettore spunti di riflessione su cui soffermarsi: «ogni parola è un riparo e nessun riparo protegge dalla morte» (p. 18), ad esempio.

In questa geografia di luoghi ci si perde per poi ritrovarsi, «ognuno con i propri demoni a pungere in testa» (p. 38), sorseggiando una Guinness in un pub o guardando in televisione Bud Spencer e Terence Hill, tra una canzone di Guccini o di Paolo Conte e una frase d’amore da un romanzo di Gramellini.

Che ne è stato di quei ragazzini intenti a rincorrersi e passarsi il pallone sotto il sole d’estate? O di quegli adolescenti sognatori durante l’occupazione del liceo? Cosa è rimasto di quella vena sempre in cerca di una dose? È proprio vero, come annota Bagnasco, che

«nella vita non si guadagna, si perde un pezzo per volta, sino all’ultimo» (p. 58).

Ma il segreto che alleggerisce le pagine, permeandole, è il surreale, come quella volta in spiaggia a vedere passare gente defunta o per strada a salutare persone confondendole con altre, in un mondo fatto anche e soprattutto di cose, cose che in un niente

«finiscono oppure entrano in relazione e si ridimensionano» (p. 10).

L’esercizio della memoria rischia di falsificare la storia, imbellettando un brutto ricordo o normalizzandone uno grandioso. Claudio Bagnasco non cade nel tranello perché le sue parole arrivano dirette e sono reali, come l’alternarsi delle stagioni, come l’inevitabile scorrere del tempo.

Quanti di noi vorrebbero o dovrebbero scrivere un libro di memorie, per immortalare le schegge della propria esistenza? Nell’attesa, Fare il possibile è la migliore compagnia, e va letto fino alla fine, perché è proprio il capitoletto finale, «8 gennaio 2024», a tracciare l’ultimo tratto della linea, quello che, dopo aver attraversato il futuro e il presente, vola, come una virgola all’insù, verso il futuro.

la copertina del romanzo Fare il possibile, di Claudio Bagnasco, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2025)
la copertina del libro Fare il possibile, di Claudio Bagnasco, pubblicato da TerraRossa Edizioni (2025)

Il libro recensito è  stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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