MARKO POLO, un film di ELISA FUKSAS

soggetto e sceneggiatura di Elisa Fuksas e Elisa Casseri
prodotto da Benedetto Habib, Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli
fotografia Emanuele Zarlenga
montaggio Michelangelo Garrone
costumi Lucia Votoni

prodotto da Indiana
distribuito da Fandango

Durata: ’78
Nazionalità: Italiana
Anno: 2024

Marko Polo, film di Elisa Fuksas teaser poster
il teaser poster

Credere in qualcosa è cercare di stare, rimanere, provare anche quando tutto sembra dirti di lasciare perdere.Ma perché crediamo… in una scelta, in una fede politica, nel nostro lavoro, in Dio? È un mistero. E il mistero prende il volto delle cose che possono parlarci anche se non sempre dicono quello che vorremmo sentire. Per anni ho cercato di raccontare come si diventa cristiani, poi come si resta cristiani. Volevo che fosse una commedia, un dramma, un dramma comico. Volevo fare un film sulla fede, sulla mia.”

17 ottobre 2024 – Elisa Fuksas, regista e protagonista, si trova a un bivio esistenziale quando il progetto cinematografico a cui ha lavorato per anni naufraga. Questo fallimento è l’inizio di una crisi profonda che mette in discussione non solo la sua carriera, ma anche la sua fede nel mondo, negli altri e in Dio.

“Quando ti succede di fallire, ti ritrovi a chiederti in che modo successo e fallimento possano essere la stessa cosa”

prova a investigare la voce fuori campo di Elisa, prontamente interrotta da quella della Madonna che, spazientita, la ammonisce:

“sei pesante e piena di dubbi è questo il problema. Non puoi combattere per qualcosa in cui non credi più”.

Desacralizzando la sua crisi, quella voce, quel pensiero forse delirante, quella figura sacra quanto profana, la spinge a reagire e a fare qualcosa: un pellegrinaggio.

Supportata da Indiana Production, che ha sempre creduto nel progetto (nelle sue molteplici forme), Elisa Fuksas decide di ascoltarla e partire per un viaggio in nave che è tutto un fallimento – a partire dal fatto che la nave avrebbe dovuto essere la Marko Polo e invece è un’altra– insieme a sua sorella Lavinia Fuksas, alla sua sceneggiatrice Elisa Casseri e a Flavio Furno, l’attore protagonista del film fallito, alla volta di Međugorje, luogo suggerito dalla Madonna di cui conoscono poco e niente; ma sarà il viaggio stesso, tra incertezze e speranze, il vero pellegrinaggio. Ognuno di loro ha un nodo da risolvere, dubbi da sciogliere, paure e voglia di capire. Ognuno di loro fa i conti con i propri fallimenti, trovando a bordo quello che non si aspettava.

Realtà e finzione si uniscono in un racconto dinamico, che manipola e confonde registri e generi, finzione, documentario, dramma, commedia e poi ancora dramma, per restituire un’idea della fede cangiante, che si plasma attraverso l’esperienza del mondo, di sé e degli altri; dai genitori che qui rappresentano una sorta di archetipo, a incontri più onirici eppure potenti come quello con Barbara Alberti, nel ruolo dell’amata, e tutto fuorché convenzionale, nonna defunta o la cantante Maria Antonietta, la cui fede naviga sulle note di una canzone. E poi Vincenzo Nemolato nel ruolo di un prete giovane e libero, e tanti amici e uomini di chiesa, che aderiscono al progetto con la loro testimonianza. Personaggi pensati come contraltare, grilli parlanti che pongono dubbi, offrono riflessioni, tratteggiano la complessità della realtà.

“Marko Polo” è un esperimento sul Raccontare come forma di fede e anche per questo è un caleidoscopico collage di materiali: scene di copioni spariti o cambiati o riadattati negli anni, diventano fantasie o evocazioni dei possibili film mai fatti.

Marko Polo di Elisa Fuksas
Crediti per la foto: Lodovico Colli da Felizzano\indiana Production

Ancona, 31 Gennaio 2024 – Un traghetto, quattro personaggi e una voce in viaggio.
Queste le immagini del primo ciak di Marko Polo, il nuovo film di Elisa Fuksas, prodotto da Indiana Production che ha iniziato oggi le riprese ad Ancona.

Marko Polo è un progetto totalmente innovativo: parti del film saranno girate copione alla mano, altre invece saranno puro documentario, momenti reali di questo misterioso viaggio lungo dal tramonto all’alba. Mentre la nave oscilla come una metafora perpetua della precarietà di tutto, lei e gli altri affrontano i grandi temi della vita.

Marko Polo è, nelle parole della regista: “un esperimento sulla ricerca di senso a partire da un fallimento, che misteriosamente è capace di ricucire un patto di fede e fedeltà, tra realtà e rappresentazione ma soprattutto tra la protagonista e il mondo. Io continuo a cercare una strada, un modo per essere me stessa e cristiana e stare nel mondo”.

Elisa Fuksas
Elisa Fuksas. Crediti per la foto: Lodovico Colli da Felizzano\Indiana Production

SINOSSI:

Quando Elisa scopre che il film a cui lavora da anni è naufragato, tutto le sembra vacillare, anche la sua fede. Voleva raccontare la sua conversione alla religione cattolica, ma forse non ci ha creduto abbastanza. “A Dio o al film?”, si chiede, ma non lo sa nemmeno lei. Di fronte al fallimento, è sempre stata solo capace di perdersi. “Perché sei pesante e non sai guardare gli altri”, le dice la Madonna la prima volta che le parla, desacralizzando la sua crisi e spingendola a reagire. Per questo, Elisa, sua sorella, la sua sceneggiatrice e l’attore protagonista del film fallito partono per un viaggio in nave, diretti verso un santuario di cui sanno poco o niente. Ognuno di loro ha qualcosa da risolvere, un nodo da disfare: esattamente come tutti gli altri pellegrini presenti sulla nave. Tra testimonianze e ricordi, realtà e finzione, il racconto del mondo si confonde con la sua rappresentazione e la fede diventa materia viva, sentimento da condividere con gli altri.

 

Marko Polo
Crediti per la foto: Lodovico Colli da Felizzano\Indiana Production

NOTE DI REGIA

Come si rappresenta l’irrappresentabile? La fede, il Mistero, Dio, ma vale anche per l’amore, la radicalità di certe idee, una convinzione politica. E che tono dare a una storia in cui al posto della trama si mette un periodo della vita? Marko Polo è una riflessione sul successo e sul fallimento, e ha a che fare con Dio ma soprattutto con la vita, e il suo racconto. È stata un’impresa imprevedibile, a tratti spontanea, a tratti chirurgica, scritta e non scritta. È un film che si è costruito nel tempo, per accumulo di questioni e vita, che nasce dalla realtà e però se ne libera chiedendo alla sua rappresentazione di dare dignità ed “eternità” a un momento che verrebbe altrimenti dimenticato, anzi rimosso: quello, appunto, del fallimento. Che poi fallire non è il contrario di succedere, mentre fallimento e successo li usiamo sempre come contrari…

Marko Polo ha due linee narrative, il presente – un viaggio notturno in nave – costretto in una prepotente unità di luogo, e poi c’è il passato, ampio e vago. Un tempo che è venuto prima, o che forse non è mai venuto, fatto di ipotesi e schizzi di film via via scartati, corrispondenti a modi di credere, e vivere, via via superati. La difficoltà è stata adattare un genere letterario, l’autofiction, al racconto per immagini, cercando di restare universali ma sempre legati a una certa sincerità; e quindi anche essere dentro e fuori il film, recitando un personaggio simile a me, ma che non sono io. Il risultato è un viaggio reale e psichico nel processo di costruzione e distruzione e ricostruzione (continui) di una storia, che pare sempre sul punto di evaporare.


CAST TECNICO

regia ELISA FUKSAS

soggetto e sceneggiatura ELISA FUKSAS E ELISA CASSERI

fotografia EMANUELE ZARLENGA

montaggio MICHELANGELO GARRONE

costumi LUCIA VOTONI

prodotto da BENEDETTO HABIB, MARCO COHEN, FABRIZIO DONVITO,

DANIEL CAMPOS PAVONCELLI

una produzione INDIANA

CAST ARTISTICO

IAIA FORTE, FLAVIO FURNO, LETIZIA CESARINI ALIAS MARIA ANTONIETTA, ELISA FUKSAS, LAVINIA FUKSAS, ELISA CASSERI

Hanno partecipato, tra gli altri,

Doriana Mandrelli, Massimiliano Fuksas, Barbara Alberti, Vincenzo Nemolato, Giampiero Judica


 

Testi, video e foto dall’Ufficio Stampa Indiana Production, Fosforo Press, Zebaki. Aggiornato il 17 ottobre 2024

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