L’attenzione degli studiosi di antichità bibliche è in queste settimane rivolta a una preghiera di intercessione all’interno di un medaglione pavimentale a mosaico da el Araj che, secondo gli archeologi al lavoro sul sito, potrebbe permettere di determinare l’ubicazione di Betsaida, la città natale di San Pietro.

Nell’ambito degli scavi condotti da un’équipe del Kinneret College di Israele e del Nyack College di New York nel sito archeologico di El-Araj, sulla riva nordorientale del lago di Tiberiade, l’anno scorso è stata rinvenuto un mosaico a tessere bianche e nere con un’iscrizione in greco antico presso la sagrestia di una basilica bizantina del V secolo, ribattezzata Chiesa degli Apostoli.
Si sono ora completate le operazioni di pulitura, rivelando il prezioso testo.

Non si tratta certo della prima epigrafe iscritta su tessere di mosaico esaminata dal team di lavoro coordinato dal professor Mordechai Aviam e dal collega Steven Notley, eppure – almeno da una prima analisi – il contenuto del testo epigrafico potrebbe assumere una particolare valenza storica nel dibattito scientifico sull’ubicazione della città natale di San Pietro.

Il Prof. Mordechai Aviam al lavoro di pulitura dell’iscrizione. Credit: Zachary Wong

Difatti, nel Nuovo Testamento vi sono due passaggi in apparente conflitto: mentre in Giovanni (1, 44) si indica Betsaida come luogo natale di tre Apostoli (Filippo, Pietro e Andrea), in Matteo (4, 13) si spiega come Gesù incontrò per la prima volta i fratelli Andrea e Pietro a Cafarnao, suggerendo che provenissero da lì. Attualmente l’ubicazione di Betsaida è discussa.

Mosaico di 1.500 anni fa Chiesa degli Apostoli Betsaida, città natale di San Pietro
L’iscrizione che cita l’Apostolo Pietro dal mosaico presso la cosiddetta “Chiesa degli Apostoli” ad el Araj, che si ipotizza essere l’antica Betsaida. Credit: Zachary Wong

Stando all’interpretazione offerta dagli archeologi, l’iscrizione da el Araj menzionerebbe un “Costantino, servo di Cristo” da non identificare con l’imperatore del IV secolo d.C., quanto piuttosto con un omonimo committente dell’opera. In seguito, poi, il testo fa riferimento al “capo e comandante degli apostoli celesti”, una perifrasi che viene comunemente usata dai Bizantini per riferirsi allo stesso Pietro.

Il potenziale riferimento al primo pontefice in un’area archeologica che per una parte della comunità scientifica andrebbe identificata come la Betsaida citata dai quattro vangeli canonici, ha di fatto spinto gli archeologi ad associare Pietro all’antica basilica nella cittadina della Gaulanitide, in linea con la tradizione bizantina.
Come spiega infatti Notley,

«Questa scoperta è la prova più importante a nostra disposizione del forte legame tra Pietro e la basilica e del fatto che quest’ultima fosse stata dedicata proprio al santo. La tradizione cristiana bizantina individua abitualmente la patria di Pietro in Betsaida, mentre spesso oggi si pensa a Cafarnao».

Un altro elemento a sostegno della tesi sarebbe il resoconto del vescovo dell’VIII secolo, San Villibaldo di Eichstätt, il quale fece tappa in una chiesa costruita sulla casa di Pietro e Andrea, che sarebbe secondo Notley proprio la Chiesa degli Apostoli ad el Araj.

Aviam, infatti, sostiene che non vi sarebbero altre chiese nelle vicinanze. Gli studiosi sembrerebbero quindi suggerire di accordare una preferenza a Betsaida e di accantonare Cafarnao nella querelle legata ai natali di San Pietro. Gli archeologi difatti si sarebbero spinti a scavare fino a un livello corrispondente al primo secolo, ritrovando un villaggio di pescatori.

Siamo sicuri che questa scoperta non mancherà di far discutere, ancora nei prossimi anni sui legami tra Pietro, il villaggio di Betsaida e il sito di El-Araj.

Link:

El Araj Excavation Project – Center for the Study of Ancient Judaism & Christian Origins 1, 2, 3; Biblical Archaeology SocietyHaaretz.comDaily MailNewswire.com; GlobeNewswire.

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