Dal 26 maggio riapre anche il Parco Archeologico di Pompei con un percorso di visita che rientra nella fase 1 di riapertura che non deluderà gli appassionati visitatori. Tra restrizioni, contingenze e percorsi in sicurezza per evitare assembramenti, il Parco chiarisce cosa sarà possibile visitare e quali percorsi obbligatori bisognerà seguire
Il Parco Archeologico di Pompei si preparaalla ripartenza dopo i mesi di lockdown; non più strade vuote ma voglia di tornare ad essere uno dei siti più visitati al mondo. In questi giorni si sta infatti cercando di riorganizzare la riapertura in dialogo con le istituzioni locali quali il Comune di Pompei e il Santuario.
Un intero capitolo del saggio Trieste Asburgica, l’arte al servizio dell’industria di Zeno Saracino è dedicato a Barcola, una “Pompei in miniatura”
Immaginare Pompei come una città con ampi spazi dedicati al verde oggi è difficile. Ma grazie agli affreschi presenti in molte domus con raffigurazioni di giardini fantastici e agli ampi studi di archeobotanica, gli studiosi oggi sono riusciti a ricostruire quella che doveva essere l’area verde sia di una residenza privata sia del verde comune.
L’attività di una fullonica era una delle più redditizie per quanto riguarda l’economia dell’antica Pompei, diverse erano sparse per la città, ma le due più importanti si trovavano su due degli assi viari principali: via dell’Abbondanza e via Stabiana.
Cicerone è protagonista di una trilogia di romanzi storici di Robert Harris, ambientati nella tumultuosa Roma del I sec. a.C. ed edita in Italia da Mondadori
Plinio il Vecchio attribuisce l’invenzione del profumo a maestranze persiane, i Medi, popoli di maghi e scienziati che gli conferivano valore metafisico e religioso.
Pompei come simbolo di rinascita e di best practice nel mondo. Si conclude con la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III il progetto di salvaguardia e di messa in sicurezza dell’antica città di Pompei
Il Museo Archeologico di Napoli riapre la collezione degli oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane. Sono cinque le sale che ospitano reperti provenienti dai siti colpiti dall’eruzione del Vesuvio che si datano tra la fine del I secolo a.C. e il 79 d.C.
La prostituzione non era un crimine e le meretrici svolgevano abbastanza liberamente la loro professione, vendendosi nelle strade, trivia, oppure alle dipendenze di un lenone, uno sfruttatore di prostitute, in osterie o bordelli.