Si amplia l’offerta di visita nel sito archeologico di Oplontis con la riapertura, per la prima volta al pubblico, della Villa B, conosciuta anche come villa di Lucius Crassius Tertius.
L’operazione è stata resa possibile grazie alla sinergia tra il Parco archeologico di Pompei e il Comune di Torre Annunziata, al fine di rendere fruibile una parte della struttura in attesa dell’avvio del restauro e della valorizzazione dell’intero complesso.
La villa B di Oplontis è stata scoperta casualmente nel 1974 durante i lavori di costruzione della Scuola Media Parini. In base ai materiali rinvenuti, più che di una villa potrebbe trattarsi della sede di un’azienda specializzata nella lavorazione dei prodotti agricoli e nella commercializzazione del vino, piuttosto che nella produzione.
Sulla base del ritrovamento di un anello con sigillo, durante i primi anni di scavo, la Villa B doveva appartenere a Lucius Crassius Tertius, da identificarsi con il proprietario o gestore dell’azienda commerciale. Il nucleo centrale è costituito da un imponente spazio colonnato su due ordini di colonne di tufo grigio con capitelli dorici, databile al II secolo a. C.; intorno a questo sono disposti numerosi ambienti adibiti al deposito di anfore per il vino, l’olio, il garum e la frutta. Il piano superiore della villa era invece destinato alla residenza del proprietario in cui si conservano pregiate pitture di II e IV Stile .
Tra i ritrovamenti si può segnalare una cassa blindata con struttura in legno rafforzata con lamine e fasce di ferro e finemente decorata e provvista di un complesso sistema di chiusura; in lettere di agemina d’argento figura il nome dei costruttori: PYTHONYMOS, PYTHEAS, NIKOKRATES, attivi nella bottega di un tale Eraclide.
Anfore di vario tipo e dimensione, suppellettili con resti organici, pesi di marmo e terracotta, attrezzi ed oggetti in metallo, oltre ad una grande quantità di melograni conservati sotto strati di fieno, testimoniano un uso continuo dei locali come magazzini fino all’eruzione del 79 d. C.
In uno degli ambienti della Villa B, l’ambiente 10, sono stati trovati anche i resti di fuggiaschi, alcuni dei quali avevano portato con sé oggetti preziosi come gioielli, ornamenti in osso e avorio, monete d’oro e d’argento, suppellettili in bronzo; la maggior parte di questi oggetti furono trovati accanto agli scheletri dei fuggitivi, racchiusi in apposite custodie di cuoio, stoffa o corda, nonché ancora indosso ai proprietari in fuga.
“Il Parco archeologico di Pompei sta mettendo in atto una serie di azioni al fine di ampliare il più possibile l’offerta di visita in tutti i siti, con aperture straordinarie e visite serali, compatibilmente con le attività in ripresa post pandemia. – dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel – Ci stiamo impegnando a migliorare gli itinerari e a promuovere anche percorsi inediti nell’ottica della massima fruizione e partecipazione alle attività del Parco. Il sito di Oplontis, come gli altri siti periferici, merita una grande attenzione e investiremo in tal senso senso con progetti di valorizzazione della vicina struttura dello Spolettificio e con interventi di ampliamento e scavo della Villa di Poppea. I progetti futuri prevedranno il miglioramento dell’accessibilità e l’ampliamento della fruizione dei due complessi di Oplontis con l’apertura permanente anche della cosiddetta Villa B. Iniziamo con piccoli passi. In tale direzione abbiamo tutto il supporto dell’amministrazione di Torre Annunziata con la quale stiamo proficuamente lavorando a iniziative comuni di rilancio del sito.”
Ogni venerdì di luglio e agosto, dalle 16:00 alle 19:00 (ultimo ingresso ore 18:30) sarà possibile accedere all’edificio accompagnati dall’Archeoclub di Torre Annunziata, nell’ambito di una convenzione tra l’associazione e il Parco archeologico di Pompei.
L’ingresso è compreso nel biglietto della Villa A “di Poppea” (5,00 €) per un massimo di 10 persone ogni 30 minuti.