16 millimetri alla rivoluzione,
regia di Giovanni Piperno
con Luciana Castellina

Un’indagine sull’eredità del PCI e un atto d’amore per il cinema militante

PREMIÈRE al 41° Torino Film Festival

AL CINEMA CON WANTED IL 26, 27 E 28 FEBBRAIO 2024

16 millimetri alla rivoluzione, di Giovanni Piperno poster
il poster del film 16 millimetri alla rivoluzione, di Giovanni Piperno

Wanted Cinema è lieta di annunciare l’uscita nelle sale italiane il 26, 27 e 28 febbraio di 16 mm alla rivoluzione, docufilm diretto da Giovanni Piperno, una produzione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico con il contributo di Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e con la collaborazione di Rai Teche.

Un’indagine sull’eredità del PCI e un atto d’amore per il cinema militante, 16 mm alla rivoluzione arriva sul grande schermo dopo il plauso ottenuto da pubblico e critica all’ultimo Torino Film Festival.

Cos’ha significato essere comunisti e cosa può ancora significare? Cosa rimane oggi, a cinquant’anni dalla svolta della Bolognina, dell’esperienza di milioni di iscritti al PCI che hanno provato a trasformare sé stessi e il mondo?

Cercando risposte a queste domande, nasce 16 millimetri alla rivoluzione, prezioso docu-film che riporta alla luce le più belle pagine del cinema militante italiano, prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in prima mondiale al 41° Torino Film Festival il prossimo 30 novembre 2023.

16 millimetri alla rivoluzione è un film d’archivio per illuminare l’oggi, un viaggio nel tempo, in cui il regista, Giovanni Piperno, parla al presente dialogando con Luciana Castellina, storica dirigente comunista e fondatrice del Manifesto, e tuffandosi nel mare di immagini prodotte per il Partito Comunista tra gli anni ’50 e gli ’80 da grandi registi italiani.

Una riscoperta del fare politica, fatto di impegno, solidarietà, confronto, che riporta inevitabilmente alla luce il cinema di quella generazione: un cinema libero, sperimentale, dal basso, empatico, militante. Cesare Zavattini direbbe – e così dice nel film – “un cinema di tanti per tanti”.

Il film, da un’idea di Giovanni Piperno e Luca Ricciardi (che ha curato anche la produzione), scritto insieme a Alessandro Aniballi e montato da Paolo Petrucci, con le musiche di Valerio Vigliar, è prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico con il contributo della Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e con la collaborazione di RAI Teche.

16 mm alla rivoluzione sarà nei cinema italiani con Wanted il 26, 27 e 28 febbraio.

Il film sta riscuotendo già grande interesse, tanto da essere richiesto da una serie di sale e gruppi di spettatori auto-organizzati. La distribuzione, inoltre, sarà accompagnata da incontri e dibattiti in diverse città d’Italia.

 

NOTE DI REGIA
Questo film è nato da due incontri paralleli: quello con Luciana Castellina – memoria viva di un’esperienza politica del passato che sembra ormai conclusa e irripetibile, ma anche, e ancora oggi, indomabile attivista – e quello con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Con l’AAMOD in realtà il mio primo incontro risale al 1996 e da allora non ho mai smesso di collaborarci. Ma non avevo mai conosciuto con profondità il suo patrimonio di film militanti realizzati da grandi autori del cinema (Scola, Maselli, Mangini, Bertolucci, Pontecorvo, Gregoretti, Miscuglio, Polizzi, Giannarelli, Serra e tanti altri). E poi, questo lavoro, nasce anche dal desiderio di lavorare con Luca Ricciardi, producer dell’AAMOD (ma anche in proprio con la Film Affair), con il quale negli ultimi anni ho condotto numerosi workshop e attività di formazione, ma mai c’erano state occasioni per sviluppare assieme un nostro film.

L’occasione è arrivata quando l’AAMOD mi ha proposto di lavorare a un film collettivo sul PCI: ad una strana coppia, Luciana ed io, sarebbe stata affidato uno degli episodi. Quel progetto, come spesso capita, non si è realizzato, ma ha gettato un seme… e con Luca cominciammo a dirci che valeva la pena lasciarlo crescere.

Alla fine del settembre 2021 sono riuscito a strappare una settimana per stare solo, in una casa fuori Roma, per vedere e scalettare un’ampia selezione dei magnifici film dell’archivio.
Quell’immersione nei materiali, come sempre mi capita quando costruisco dei film basati sui repertori, non l’ho portata avanti secondo parametri di ricerca legati solo al PCI e alla sua storia ma, molto più liberamente, cercando a intuito i materiali che più mi ispiravano il piacere della visione.
Ne sono riemerso convinto che fosse necessario riportare alla luce le opere di registe e registi che facevano cinema militante con la consapevolezza che dovesse essere anche un cinema di alto livello artistico, o che, addirittura, ne approfittavano per sperimentare, per mescolare linguaggi, per abbattere qualsiasi barriera tra documentario e messa in scena.

Ho sentito alcuni di questi autori e queste autrici molto vicini al lavoro che ho cercato di fare negli ultimi anni; mi sono identificato con il loro modo di lavorare e mi sono sentito meno solo.
Quando l’AAMOD mi ha chiesto finalmente di sviluppare un progetto con al centro la storia del PCI, avevo nel frattempo conosciuto Luciana e, non sapendo ancora come, volevo tenere insieme il suo straordinario punto di vista – di chi ha attraversato la storia di questo partito dal dopoguerra allo scioglimento e a novantaquattro anni non ha perso la voglia di fare politica – con i materiali dell’AAMOD che avevo tanto apprezzato. Su una cosa eravamo tutti d’accordo: non volevamo fare un film storico, né tantomeno nostalgico, ma, un po’ utopicamente, volevamo rivolgerci alle nuove generazioni, cercando di trasmettere loro l’emozione – e anche l’efficacia – del fare
politica, dell’impegno civile collettivo, del senso di militanza che un partito di massa come il Partito Comunista Italiano, pur con tutte le sue contraddizioni, è stato in grado di promuovere e sostenere nell’arco dei suoi settant’anni di vita.

Giovanni Piperno

 

NOTE DI PRODUZIONE
Questo piccolo prezioso film di Giovanni Piperno, che l’AAMOD ha prodotto e sente fortemente suo, merita alcune note sulla sua genesi e la sua evoluzione, forse inaspettata e certamente felice.
Alcuni anni fa, nell’approssimarsi del centenario della nascita del PCI, l’Archivio aveva un progetto ambizioso: diversi cineasti di generazioni diverse avrebbero raccontato, attraverso i materiali d’archivio, il “loro” Partito Comunista. Un film a episodi, con figure di grande spessore, che non trovò, purtroppo, gli apporti necessari alla sua realizzazione. E che fu sospeso. Tra gli episodi previsti, uno era affidato a Luciana Castellina. L’unica autrice designata che non aveva un’esperienza nella regia cinematografica. Mi venne in mente allora di chiedere a Giovanni Piperno di fare coppia con lei. In qualche modo di sostenerla nel racconto per immagini. Era forse l’episodio più atipico di quel film mai realizzato. Giovanni rimase affascinato da quella possibilità e – parlandone tempo dopo – decidemmo insieme ai colleghi dell’AAMOD di provare a metterla in piedi. Non più un episodio tra gli altri, ma un documentario intero, da realizzare anche grazie al bando emesso con estremo ritardo – pensate nel
gennaio 2022, quindi ad anniversario ormai concluso – dalla Presidenza del Consiglio e dedicato al centenario del PCI.

Il percorso del film è stato accidentato e appassionante: Un film della Castellina sul PCI? Un film di Piperno sulla Castellina? Un film di Piperno e Castellina sul PCI o su di loro, o tra loro?
Dopo alcune settimane dall’inizio delle lavorazioni esplose una piccola crisi. Giovanni, il co-sceneggiatore Alessandro Aniballi, il montatore Paolo Petrucci, mi mostrarono una prima messa in fila della quale non erano contenti. Ed effettivamente il progetto non sembrava aver ingranato. Però tra i materiali selezionati mi colpì la registrazione video di una conversazione on line tra il regista e Luciana Castellina. Faceva ridere. Ed era scoppiettante. Giovanni era curioso e misurava le domande cercando un modo di gestire una donna incredibilmente intelligente, con una memoria da elefante e una grinta – ancora oggi – eccezionale. Avrei visto quella call per molti minuti senza stancarmi. Suggerii allora a Giovanni di provare ad entrare nel film. Con la sua voce, con il suo corpo in scena, con la sua prima persona e, soprattutto, esplicitando il suo sguardo. La cosa piacque. In montaggio si presero alcuni giorni per provare e qualche tempo dopo mi chiamarono per una nuova visione. La piccola crisi era superata e il film aveva preso una direzione più chiara. Fin qui nulla di straordinario. Ma quello che mi ha davvero sorpreso, visione dopo visione, vedendo il racconto comporsi un pezzo alla volta, è stata la progressiva e profonda trasformazione del film.
Pensavo che stessimo raccontando alcuni aspetti caratterizzanti del PCI attraverso lo sguardo di una storica e poco ortodossa dirigente come Luciana Castellina. E gli archivi erano lì come strumento di questo racconto. Pian piano, però, quell’entrata in campo del regista, quella presa di parola, ha cominciato a sovvertire il racconto. Versione dopo versione, la figura della Castellina e addirittura quella del PCI, in un certo senso, perdevano centralità. Il film si spogliava di ogni tentativo di narrazione biografica o storica, peraltro mai veramente perseguita, per lasciare il passo ad una costruzione affettiva, forse anche incerta – perché orientata da interrogativi più che da risposte – in un certo modo anche sinfonica, fatta di film, di storie di cinema e di cineasti, di amore per le immagini e di passione per il racconto del reale attraverso la macchina da presa.

Il regista, trasportato dalle sue passioni aveva ritrovato il “suo” PCI. Non quello di Luciana Castellina, che pure è stata essenziale alla traversata compiuta, né quello dei militanti, che pure riempiono di una umanità – verrebbe da dire quasi estinta – ogni sequenza del suo lavoro. Né tantomeno quello degli storici o dei politici. Giovanni Piperno, in questo suo lavoro in fondo intimo e collettivo insieme – ha rintracciato e scelto di accogliere una specifica eredità, tra le molte, che il PCI ha lasciato. Quella di un cinema libero, sperimentale, dal basso, empatico, militante. Zavattini direbbe – e così dice nel film – “un cinema di tanti per tanti”.

Luca Ricciardi

ELENCO FILM D’ARCHIVIO

Materiali tratti dal patrimonio dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Occhetto cambia il nome e il simbolo del partito (1990), Fondo PCI
La nuova sinistra (1989)
Sabatoventiquattromarzo (aa.vv., 1984), Fondo Raccolta CGIL
20° congresso del PCI (1991)
13° congresso nazionale del Pci – Milano, 13 – 17 marzo 1972 (1972), Fondo Unitelefilm
Comunisti quotidiani (Ugo Gregoretti, 1980), Fondo Unitelefilm
Io voto, tu voti (PCI) (Giorgio Ferrara, 1981), Fondo Unitelefilm
Pace lavoro e libertà (Gillo Pontecorvo, 1951), Fondo PCI
Lotta per la casa – Primavalle (1972 ca. – 1975 ca.)
Un film sul PCI (Ansano Giannarelli, 1979), Fondo Unitelefilm
Esperienze in uno spazio non teatrale (Marcello Grottesi e Paolo Matteucci, 1969), Fondo Libero Bizzarri
Diario di un no (Gianni Serra, 1974), Fondo PCI
Fortezze vuote (Gianni Serra, 1975), Fondo Unitelefilm
Ai cancelli della Fiat (Antonello Branca, 1973), Fondo ACAB
Trevico-Torino. Viaggio nel Fiat-nam (Ettore Scola, 1972) Fondo Unitelefilm
Edili (Mario Curti e Ennio Lorenzini, 1963), Fondo Raccolta CGIL
Leningrado, delegazione italiana in visita (anni sessanta ca.), Fondo Unitelefilm
Primavera di Praga (Gianni Toti, 1968), Fondo Unitelefilm
Vita a soggetto (Piero Nelli, 1964), Fondo Marina Piperno – Reiac
Madre, ma come? (Rosalia Polizzi, 1977), Fondo Unitelefilm
Manifestazione delle donne per la legge sull’aborto – Roma, 10 giugno 1977 (Alberto Marrama, 1977), Fondo Unitelefilm
Dentro Roma (Ugo Gregoretti, 1976), Fondo Unitelefilm
Festa della donna – Roma, 8 marzo 1976 (1976), Fondo Unitelefilm
Festival dell’Unità (Ettore Scola, 1972), Fondo Unitelefilm
Incontro tra Enrico Berlinguer e gli operai dell’Alfa Sud (1980), Fondo Unitelefilm
Comiso terra di pace – 11 ottobre 1981 (1981)
Panni sporchi (Giuseppe Bertolucci, 1980), Fondo Unitelefilm
La prima tessera (Gioia Benelli, 1982), Fondo Unitelefilm
Togliatti in URSS (1960), Fondo Unitelefilm, Raccolta Cinegiornali Sovietici
Attentato alla direzione del PCI (1967), Fondo Unitelefilm
Bande giovanili (Damiano Tavoliere, 1983) Fondo Damiano Tavoliere
Crisi governo Forlani 27 maggio 1981 (1981), Fondo Tv Tedesca
Lenin vivo (Joaquìn Jordà e Gianni Toti, 1970), Fondo PCI, Raccolta Terzo Canale
L’addio a Berlinguer (aa.vv., 1984), Fondo Unitelefilm
Manifestazione per la Palestina – Roma 21 settembre 1982 (1982), Fondo Tv Tedesca
Ugo Gregoretti e Cesare Zavattini sui Cinegiornali Liberi – ottobre 1968 (1995)

Altri Archivi
RAI Tribuna politica (1962) – RAI Teche
RAI Tg2 del 07/02/1978 – RAI Teche
RAI Tg2 del 06/03/1977 – RAI Teche
Cronaca – Lezione di pace (1981) Raiuno – RAI Teche
Cinegiornale Luce n.133 (1969) – Archivio Luce
Il fare politica (Hugues Le Paige, 2005)
All rights reserved © Dérives – Lapsus – Arte France – RTBF
Per gentile concessione di Dérives – Atelier di produzione, sostenuto dalla Vallonia e dalla Federazione Vallonia-Bruxelles

 

16 millimetri alla rivoluzione,

per la regia di Giovanni Piperno
con Luciana Castellina

un’idea di Giovanni Piperno e Luca Ricciardi
Scritto da Alessandro Aniballi e Giovanni Piperno
Montaggio Paolo Petrucci
Suono in presa diretta Fabio Santesarti e Niccolò Bosio
Musiche originali Valerio Vigliar
Montaggio del suono Riccardo Spagnol
Mix Marco Falloni
Assistente al montaggio Alessandro Aniballi
Color correction, conforming e titoli Mauro Vicentini
Prodotto da Luca Ricciardi

una produzione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Con il contributo di Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri
Con la collaborazione di RAI Teche
Documentario a base d’archivio
Durata: 65’
master: FHD 16/9 – 25 fps
Nazionalità: Italia
Lingua originale: Italiano
Anno: 2023

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16 mm alla rivoluzione, il film sul comunismo in una doppia data al Nuovo Sacher (8-9 gennaio 2024)

Lunedì 8 gennaio 2024 – Ore 21:00 (sold out)

 

Data la grande richiesta, proiezione straordinaria

Martedì 9 gennaio 2024 – Ore 21:15

 

CINEMA NUOVO SACHER

Largo Ascianghi, 1, 00153 Roma

Tel +39 06 5818116

BIGLIETTI DISPONIBILI SUL SITO DEL CINEMA: https://www.webtic.it/index.htm#/home?action=loadLocal&localId=5476

L’opera sarà proiettata come evento speciale al Cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti, lunedì 8 gennaio alle ore 21:00 (già sold out) e, a grande richiesta, con proiezione straordinaria martedì 9 gennaio alle ore 21:15: un’iniziativa realizzata in collaborazione con AAMOD e ARCI. Ad introdurre e a seguire, con un dibattito sulle principali tematiche del film, saranno presenti Nanni Moretti, il regista Giovanni PipernoLuciana Castellina, il presidente dell’ARCI nazionale Walter Massa e il presidente dell’AAMOD Vincenzo Vita.

«È importante ricordare la storia di un partito, il Partito Comunista Italiano, che pur non avendo mai governato nella sua storia, ha contribuito in modo significativo a costruire un’identità sociale, culturale e politica e a far crescere, anche economicamente, il nostro Paese», afferma Walter Massa, presidente nazionale ARCI. «Luciana Castellina, nostra Presidente onoraria, non è stata solo fra i fondatori de il manifesto (esperienza straordinaria che continua tutt’oggi): è stata una militante e una dirigente importantissima di quel Partito Comunista. Lei stessa ci ricorda quanto sia importante avere memoria di quello che è stato, soprattutto di quegli anni che hanno contribuito alla crescita delle coscienze di moltissime donne e uomini. Continuare ad attualizzare quel pensiero nel contesto in cui ci troviamo, a cominciare dai valori che quel partito ha rappresentato, è fondamentale per garantire la costruzione di una società più giusta ed eguale».

«Il film di Giovanni Piperno con e su Luciana Castellina» dichiara Vincenzo Vita «ci fa entrare in un universo politico, culturale e simbolico eccezionale. Si tratteggia una storia grandissima, quella del più grande partito comunista dell’Occidente, con le sue parabole, i momenti migliori e le crisi fino alla svolta del 1989. La vicenda tocca sia la fase di una Castellina giovane e brillantissima giornalista e dirigente del PCI, sia quella dolorosa della radiazione del gruppo de “Il Manifesto”. E lì partiva la seconda vita di un personaggio ancora essenziale per un sinistra alla ricerca di un futuro meno infelice. Piperno e Castellina si parlano e si confrontano con storie che diventano Storia.»

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I NUOVI EVENTI SPECIALI A ROMA

CINEMA FARNESE – CAMPO DE’ FIORI, 56

Venerdì 1 marzo – ore 19.00

Introduzione e dibattito con Luciana Castellina e Giovanni Piperno

 Sabato 2 marzo – ore 19.00 

Introduzione e dibattito con Nicola Zingaretti, Giovanni Piperno, Luca Ricciardi, Laura Delli Colli

 

Continuano a Roma le proiezioni di 16 mm alla rivoluzione, docufilm diretto da Giovanni Piperno, nelle sale italiane con Wanted cinema. Venerdì 1 marzo al Cinema Farnese alle 19.00 il docufilm sarà presentato dalla dirigente storica del PCI e fondatrice del Manifesto Luciana Castellina e dal regista Giovanni Piperno, mentre sabato 2 marzo – sempre al cinema Farnese alle 19.00 – interverranno il deputato Nicola Zingaretti (PD), Giovanni Piperno, il producer e coordinatore dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Luca Ricciardi e la giornalista e scrittrice Laura Delli Colli.

Testi, video e immagini dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Aggiornato il 27 novembre 2023, il 4 gennaio, il 13, il 23 e il 27 febbraio 2024.

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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