22 Gennaio 2015

Aquileia: i Carabinieri recuperano un tesoro archeologico

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Si è svolta questa mattina, nella sede del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia,  la Conferenza stampa per presentare i risultati di una complessa indagine, effettuata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia e del C.do Provinciale di Udine, nell’ambito dell’attività investigativa collegata alla rapina messa a segno il 3 giugno 2014 presso la sede di Cervignano della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.
L’indagine ha portato al recupero di un rilevante numero di reperti di elevato valore ed interesse archeologico: 209 oggetti riferibili a diversi ambiti storico-culturali, che spaziano dalla preistoria al periodo paleocristiano. Tra essi spiccano, per qualità e per bellezza, 108 gemme romane incise, alcune ancora incastonate nei loro gioielli.

Si tratta di reperti provenienti con la massima attendibilità da Aquileia e dal suo territorio, che in età romana fu centro di produzione di un artigianato di lusso di alta qualità. La collezione di gemme di Aquileia si distingue infatti per importanza, in relazione al grande numero di esemplari confluiti nelle raccolte del Museo in seguito a ritrovamenti che affondano le loro origini lontano nel tempo e che continuano ad incrementarsi grazie agli scavi archeologici e ai rinvenimenti casuali. A quest’ultima categoria di ritrovamenti si riferisce con ogni verosimiglianza anche questo importante lotto di materiale, probabile frutto di scavi clandestini, che viene ora restituito allo Stato, suo legittimo proprietario.
Fra le pietre riconoscibili ad una prima analisi, al momento in corso di approfondimento da parte degli archeologi del Ministero, si segnalano diverse varietà di calcedonio, tra cui numerose corniole, agate, nicoli, inoltre diaspri, esemplari in quarzo, il cosiddetto cristallo di rocca, un cammeo. Le raffigurazioni attingono al repertorio diffuso nella produzione glittica romana di età imperiale: ritratti maschili e femminili, immagini di divinità, scene di genere e mitologiche, figure di animali, simboli beneauguranti. Fra questi si distingue un esemplare in diaspro rosso di grandi dimensioni riconducibile alla categoria delle gemme magiche di origine orientale con raffigurazioni di divinità e iscrizioni in greco.
 Di grande importanza è anche il ritrovamento di un altro gruppo di reperti in metallo di età pre-protostorica, la maggior parte dei quali riferibili alla tarda età del bronzo, che si aggiungono ai numerosi rinvenimenti effettuati in Friuli a testimonianza del rilevante ruolo della pianura friulana nell’ambito delle più importanti vie di traffico dell’Italia pre-romana che collegavano le regioni alpine e centro europee agli ambiti adriatico-mediterranei.
I reperti recuperati,  in ottimo stato di conservazione, appartengono a diverse categorie di materiali il cui contesto di ritrovamento non è al momento noto. Alcuni di essi, come asce piatte e pugnali, potrebbero essere riconducibili a deposizioni isolate, forse interpretabili come offerte votive, mentre altre, fra cui un certo numero di asce, una spada spezzata in due parti, cuspidi di lancia, un falcetto, frammenti di pani e lingotti di rame, caratterizzano tradizionalmente i cosiddetti ripostigli della tarda età del bronzo (deposizioni di consistenti quantità di manufatti in bronzo e di metallo grezzo), ampiamente noti nel territorio friulano, alcuni dei quali rinvenuti proprio nel territorio di Cervignano.
La maggior parte dei reperti, al momento depositati presso il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, è stata rinvenuta all’interno del caveau della Banca “Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia” di Cervignano, dove giacevano forse da decenni, in cassette di sicurezza aperte e poi abbandonate dai malviventi, altri sono stati recuperati successivamente nell’ambito delle indagini immediatamente aperte dai Carabinieri.

Come da MIBACT, Redattrice Carmelina Rubino

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