Uno studio, pubblicato sul Journal of Archaeological Science: Report, relaziona del ritrovamento di una ceramica del Tardo Periodo Jomon (4500-3300 anni prima del tempo presente) per la quale i ricercatori stimano la presenza di circa cinquecento calchi prodotti dallo Sitophilus zeamais, insetto della famiglia dei Curculionidi. Il reperto, davvero raro, proviene dalle rovine del sito archeologico di Tatesaki, nell’isola giapponese di Hokkaido, e gli insetti sono incorporati nella ceramica stessa.

Quella dei Curculionidi (Curculionidae) è una famiglia di insetti di grande importanza, addirittura la più estesa del mondo animale e dannosa per le coltivazioni; in particolare lo Sitophilus zeamais appartiene alla sottofamiglia Dryophthorinae e si ritrova in numerose aree tropicali del pianeta, oltre che negli Stati Uniti, e colpisce – tra gli altri – il mais, il frumento, il riso, il sorgo, l’avena, l’orzo, la segale, il grano saraceno, i piselli, il cotone.

Sopra, contenitore ceramico ritrovato presso il sito di Tatesaki. Sotto, la collocazione dei Curculionidi.
Credit: Prof. Hiroki Obata

A partire dal 2003 si cominciarono a notare calchi sulle ceramiche Jomon provenienti da diversi siti nella regione giapponese. I segni provengono da semi o da insetti, e lo Sitophilus zeamais rappresenta il 90% circa del totale dei calchi provenienti da questa seconda categoria. Nel 2010 il professor Obata, autore dello studio qui in esame, trovò calchi di questo insetto su ceramiche di diecimila anni fa dall’isola di Tanegashima, andando così a dimostrare che lo Sitophilus zeamais era presente in Giappone ben prima dell’arrivo del riso. Nel 2012 i calchi dell’insetto furono ritrovati presso il sito di Sannai-Maruyama, nella prefettura di Aomori, andando così a riferire la presenza dell’insetto anche in quest’area settentrionale dai freddi inverni, ma con un ambiente antropico più caldo.

Al 2016 risale invece la scoperta della ceramica qui in esame: i ricercatori hanno ritrovato 417 calchi dell’insetto adulto; considerando le parti mancanti si stima un totale di 501 Curculionidi che furono mescolati alla terracotta per comparire così nel manufatto al suo completamento.

Per importare castagne non native di Hokkaido (presso il sito archeologico di Tatesaki) sarebbe stato necessario attraversare il mare (sito di Sannai-Maruyama nella prefettura di Aomori).
Credit: Prof. Hiroki Obata

L’altro aspetto di grande interesse di questa scoperta è il fatto che lo Sitophilus zeamais era di un 20% più lungo nell’area orientale del Giappone che in quella occidentale: questo si spiegherebbe coi diversi valori nutrizionali delle ghiande a oriente rispetto alle dolci castagne dell’occidente.

Le castagne non erano però native dell’isola di Hokkaido e studi precedenti ipotizzarono che a portarle qui sia stato l’uomo; lo studio in esame dimostrerebbe che gli Jomon di Tohoku (a sud di Hokkaido) abbiano trasportato via nave le castagne infestate dai Curculionidi (e insieme ad altre merci), lungo lo stretto di Tsugaru.

Non rimane che interrogarsi sul significato che potesse avere l’incorporare questi insetti nelle ceramiche. Si tratta di un aspetto non investigato dallo studio, ma il professor Obata ritiene che lo si facesse nella speranza di un buon raccolto.

Sitophilus zeamais Giappone Hokkaido Curculionidi Curculionidae Tatesaki
A sinistra, un esemplare di Sitophilus zeamais; a destra il calco lasciato sulla superficie di un frammento ceramico.
Credit: Prof. Hiroki Obata

Lo studio Discovery of the Jomon era maize weevils in Hokkaido, Japan and its mean, di Hiroki Obata, Katsura Morimoto e Akihiro Miyanoshita, è stato pubblicato sul Journal of Archaeological Science: Reports, 23, pp. 137-156.

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