Dorstone Hill: cristalli di rocca presumibilmente usati per segnalare sepolture del Neolitico

Una ricerca condotta sul sito di circa 6.000 anni fa di Dorstone Hill, nella contea di Herefordshire, da un’équipe di archeologi dell’Università di Manchester, coadiuvati dagli esperti dell’Università di Cardiff e dell’Herefordshire County Council, potrebbe far luce sugli usi e sulla ritualità legata alla sepoltura nella Gran Bretagna nella prima fase del Neolitico.

Oggetto di scavi e indagini archeologiche già a partire dalla metà degli anni ’60, il sito di Dorstone Hill è stato caratterizzato negli anni da una presenza antropica e da un’intensa attività agricola che hanno finito per condizionare caratteristiche e consistenza della stratigrafia dell’area. Tuttavia, come nel caso in questione, non per questo le ricerche condotte da archeologi e studiosi non sono state in grado di restituire reperti e informazioni significative nell’ottica di una ricostruzione accurata della vita delle comunità neolitiche britanniche dell’epoca.

Oltre a diversi manufatti in ceramica e in pietra, infatti, i recenti scavi condotti a Dorstone Hill, nella contea di Herefordshire, hanno evidenziato infatti la presenza di cristalli di rocca lavorati con le stesse modalità della selce, ma a differenza di quest’ultima non sfruttati come punte di freccia o raschietti, bensì posizionati intenzionalmente all’interno dei tumuli funerari, entrando così a far parte del sito per diverse generazioni e in un potenziale arco temporale di ben 300 anni.

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Il sito di Dorston Hill con uno dei cristalli rinvenuti durante gli scavi. Credits: The University of Manchester

Si tratta, nella fattispecie, di un raro tipo di quarzo purissimo, perfettamente incolore e trasparente, rinvenuto sotto forma di gemme esagonali e occasionalmente già apparso nell’ambito di altri siti preistorici della Gran Bretagna, ma la cui valenza nell’ambito delle comunità britanniche del primo Neolitico non era mai stata indagata a fondo prima d’ora.

In particolare, secondo gli esperti sarebbero ben poche le possibili località britanniche in grado di produrre cristalli puri come quelli rinvenuti a Dorstone Hill. I più vicini sono quelli di Snowdonia, nel Galles settentrionale, e di St David’s Head nel Galles sudoccidentale, il che lascia supporre che i materiali in questione abbiano percorso lunghissime distanze prima di approdare a Dorstone Hill.

Per questa ragione, secondo gli studiosi, l’uso di questo specifico materiale nell’ambito dello stesso sito si sarebbe tramandato allo scopo di testimoniare le radici e l’identità della popolazione, così come i legami con le altre località della Gran Bretagna.

«È stato entusiasmante trovarsi di fronte a un cristallo estremamente raro – afferma il dottor Nick Overton, responsabile delle ricerche – dato che, in un periodo storico in cui il vetro non circolava, questo materiale perfettamente trasparente doveva senza dubbio risultare molto riconoscibile e davvero poco comuni rispetto alle altre pietre utilizzate: emettevano una luce quando colpite o sfregate assieme e delle piccole macchie con i colori dell’arcobaleno. Personalmente mi piaceva molto l’idea di scoprire la provenienza di questo materiale e le modalità utilizzate dagli abitanti del sito per lavorarlo e utilizzarlo.

A nostro avviso il loro utilizzo diede vita a momenti memorabili in grado di aggregare la comunità, forgiare un’identità locale comune e legare i vivi ai morti insieme ai quali venivano seppelliti».

Lo studio su Cambridge Archaeological Journal: https://www.doi.org/10.1017/S0959774322000142.

 

Foto e materiali dall’Università di Manchester.

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