5 Maggio 2016

Nuova scoperta a Matareyya

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La missione archeologica Egiziana e Tedesca a Matareyya (Ministero delle Antichità della Repubblica Araba d’Egitto, Museo Egizio dell’Università di Lipsia, Università di Scienze Applicate di Mainz) ha scoperto le prove di un santuario di Nectanebo I (380-363 a. C.) nel distretto del tempio di Eliopoli. Così il dott. Mahmoud Afify, Direttore del Settore delle Antichità Egiziane.
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Il dott. Aiman Ashmawy, Direttore del team Egizio presso la Missione ha affermato che il numero di blocchi da un’area limitata prova che in effetti l’area di scavo è il sito dell’edificio originale costruito da rilievi su calcare e colonne, con le parti inferiori del muro in basalto nero. Una porta orientale fu costruita in arenaria marrone silicizzata e decorata con iscrizioni e scene rituali.
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Inoltre, sono state ritrovate prove ulteriori della rappresentazione di processioni geografiche che consistevano in dèi del Nilo con testi di accompagnamento. Un gruppo di stele di basalto dimostra la processione del sesto nomo dell’Alto Egitto. In aggiunta a ciò, reperti come frammenti relativi alla pratica scultorea e una figurina in bronzo della dea Bastet sono stati ritrovati nella stessa area. In aggiunta a ciò, il dott. Dietrich Raue dal Museo Egizio dell’Università di Lipsia (Germania) si è concentrato sugli scavi in una seconda area a sud est del tempio, dove si sono scoperti un laboratorio del quarto secolo a. C. e uno strato tolemaico sostitutivo. “Questo è adeguato rispetto alle prove crescenti dell’enorme attività dei sovrani della Trentesima Dinastia in questo santuario.” Inoltre, un nuovo sito relativo a un tempio di Ramesse II è stato scoperto tra il luogo del vecchio sito del tempio di Ramesse II a Suq el-Khamis e l’area del tempio di Nectanebo. Frammenti di statue colossali oltre a grandi blocchi con bassorilievi sono stati ritrovati.
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Traduzione dal Ministero delle Antichità Egizie. © Ministry of Antiquities, Ufficio Stampa. Il Ministero delle Antichità Egizie non è responsabile dell’accuratezza della traduzione in Italiano. Foto dal Ministero delle Antichità Egizie.
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