Numerose campagne di scavo hanno interessato il Santuario Siriaco del Gianicolo, posto alle falde di Villa Sciarra e scoperto casualmente a Roma nel 1906.
Un’ iscrizione, tra le numerose ritrovate, evoca la ninfa Furrina e ha permesso di identificare nei pressi di villa Sciarra il Lucus Furrinae, l’antico bosco e la fonte sacri a Furrina, una delle divinità più antiche di Roma (una piccola sorgente è ancora attiva nel complesso), ma anche il luogo dove, secondo le fonti antiche, il tribuno della plebe Caio Gracco si diede la morte nel 121 a.C.
Gli archeologi hanno individuato almeno tre fasi costruttive dell’edificio con vasche e piscine connesse alla fonte a partire almeno dal I secolo a.C.
Una seconda fase (II-III sec. d.C.) ha restituito apprestamenti idraulici, di drenaggio e ambienti pavimentati a mosaico. Le strutture attualmente visibili appartengono a una terza fase databile al IV secolo: un complesso orientato in senso est-ovest, composto da una sala absidata, fiancheggiata da due ali laterali, una corte centrale, una costruzione di forma poligonale, absidata a sua volta, inquadrata da due stanze pentagonali.
È in particolare questa ultima fase che ha dato al via alle numerose interpretazioni dell’edificio tra cui quella che attualmente lo identifica come santuario siriaco, da cui poi il nome del luogo.
Tuttavia, pur senza escludere un culto siriaco in una fase precedente, gli scavi e gli studi degli ultimi venticinque anni hanno avanzato una diversa spiegazione, oggi la più accreditata, che vede nel complesso del IV secolo un luogo di culto pagano, la cui particolarità è l’essere posto all’interno di una abitazione privata.
Il ritrovamento di una figura in bronzo avvolta nelle spire di un serpente, scoperta accanto a delle uova e altri oggetti rituali e identificabile con Osiride o Attis – oggi esposta al Museo Nazionale Romano –, oltre alle statue di Dioniso in marmo e di un faraone in basalto nero, dimostrerebbero la dedica del luogo ai culti egizi degli inferi e della fertilità.
La particolarità del complesso è che non si presenta come un edificio religioso pagano in quanto la struttura absidata di una parte dell’edificio e la stanza poligonale nella parte orientale assomigliano alle architetture delle domus tardo imperiali. Dopo l’editto di Teodosio del 380 d.C. con la proibizione di ogni forma di culto pagana, questi si trasferirono solo all’interno di edifici o abitazioni private, nascondendosi così agli occhi esterni.
Tra le ipotesi più suggestive quindi quella di uno degli ultimi templi pagani sottratti alla vista e così ben sigillato dai suoi adepti da essersi conservato fino ai nostri giorni; una ipotesi certamente suggestiva ma difficile da verificare. La sua presenza però fornisce dati importanti circa la presenza di questi culti orientali in un luogo di Roma a carattere commerciale e produttivo come quello della riva destra del Tevere, connesso direttamente agli scali fluviali della città.
La Soprintendenza Speciale di Roma apre le porte del Santuario Siriaco del Gianicolo a quattro giorni di visite speciali gratuite tra ottobre e novembre.
VISITE: 13, 20, 27 ottobre, 10 novembre ORARIO: 9.30 – 12.30
GRUPPI: 25 persone ogni 30 minuti
VISITA LIBERA E GRATUITA INFO E PRENOTAZIONI PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA:
INGRESSO: Via Dandolo, 47