12 Gennaio 2016

Palafitte dell’Età del Bronzo dissotterrate nel Fenland dell’Anglia Orientale

Grandi case circolari in legno, costruite su palafitte crollate durante un drammatico incendio di 3.000 anni fa e precipitate in un fiume, che ne ha preservato i contenuti con dettagli sorprendenti. Gli Archeologi affermano che gli scavi hanno rivelato le abitazioni dell’Età del Bronzo meglio preservate per la Gran Bretagna.

Archeologi alla Fattoria Must hanno scoperto la struttura carbonizzata del tetto di 3.000 anni fa della casa rotonda. Credit: Cambridge Archaeological Unit
Archeologi alla Fattoria Must  hanno scoperto la struttura carbonizzata del tetto di 3.000 anni fa della casa rotonda. Credit: Cambridge Archaeological Unit
Gli Archeologi hanno svelato abitazioni eccezionalmente ben preservate dell’Età del Bronzo, durante uno scavo presso la cava della Fattoria Must (NdT: Must Farm in Inglese) nel Fenland (NdT: anche The Fens in Inglese, si tratta di paludi) dell’Anglia Orientale, che sta permettendo una straordinaria comprensione della vita domestica di 3.000 anni fa. L’insediamento, che data alla fine dell’Età del Bronzo (1200-800 a. C.), sarebbe stato dimora di diverse famiglie che abitavano in diverse case di legno su palafitte sull’acqua.
L’insediamento fu distrutto dall’incendio che determinò il crollo delle abitazioni nel fiume, preservandone i contenuti in situ. Il risultato è una straordinaria capsula temporale che contiene tessuti prodotti da fibre vegetali come la corteccia del tiglio, rare coppe di piccola dimensione, ciotole e giare complete dei pranzi del passato all’interno. Si sono ritrovati anche grani di vetro che formavano parte di un’elaborata collana, suggerendo una sofisticatezza non solitamente associata all’Età del Bronzo britannica.

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Le strutture esposte le si ritiene le meglio preservate tra le abitazioni dell’Età del Bronzo mai ritrovate in Gran Bretagna e i ritrovamenti, considerati insieme, forniscono un quadro più completo della vita preistorica di quanto avessimo mai avuto prima.

Lo scavo principale sta avendo luogo a causa della preoccupazione circa la conservazione a lungo termine di questo sito unico dell’Età del Bronzo coi suoi resti straordinari. La Cambridge Archaeological Unit (CAU) sta portando avanti gli scavi per 1.100 metri quadri presso il sito della Fattoria Must nel Cambridgeshire, ed è ora a metà strada nel progetto.
Il sito dello scavo è due metri al di sotto del moderno livello del terreno, poiché i livelli sono risaliti per migliaia di anni e gli archeologi hanno ora raggiunto il letto del fiume com’era nel 1000-800 a. C. Chiaramente visibile è il legname carbonizzato e ben preservato del tetto di una delle case rotonde (NdT: roundhouse in Inglese), legname con segni di attrezzi e il perimetro di pali di legno, cioè la palizzata che un tempo circondava il sito.
È possibile che coloro che vissero nell’insediamento fossero costretti ad abbandonare tutto quando quello prese fuoco. Il livello di conservazione dei reperti è tale, a causa dei sedimenti impregnati d’acqua del Fenland, che si sono ritrovate persino le impronte dei piedi di coloro che un tempo vivevano qui. I ritrovamenti suggeriscono che c’è ancora molto da scoprire nella restante parte dell’insediamento con gli scavi che proseguiranno nei mesi a venire.

Mark Knight del CAU, Direttore del Sito degli scavi, ha affermato: “la fattoria Must è la prima investigazione su larga scala di sedimenti seppelliti in profondità del Fenland, e abbiamo scoperto i resti perfettamente preservati dell’insediamento preistorico. Tutto suggerisce che il sito non sia un caso isolato, e difatti presenta lo schema di una comunità non ancora scoperta che fiorì 3.000 anni fa ‘al di sotto’ della più ampia zona umida britannica.”
Il progetto quadriennale da £1,1 milioni di sterline è stato finanziato dall’organizzazione per il patrimonio culturale Historic England e dall’impresa di costruzioni Forterra. Duncan Wilson, Amministratore delegato di Historic England, ha affermato: “Un drammatico incendio 3.000 anni fa si combinò con la conseguente conservazione a causa della saturazione dell’acqua, ci ha lasciato un istante congelato nel tempo, che ci fornisce un quadro della vita nell’Età del Bronzo.”
Dopo il completamento dello scavo, il team trasporterà tutti i ritrovamenti per ulteriori analisi e conservazione. Infine saranno esibiti al Museo di Peterborough e in altre sedi locali. La fine del progetto quadriennale vedrà una pubblicazione principale riguardante la Fattoria Must e una risorsa online che fornirà i particolari dei ritrovamenti.
Il sito, oggi una cava di argilla di proprietà della Forterra, è vicino a Whittlesey, in Cambridgeshire, e siede a cavallo di un corso d’acqua preistorico all’interno del bacino di Flag Fen. Il sito ha prodotto grandi quantità di oggetti in metallo, compreso uno stocco e una spada nel 1969, e più recentemente la scoperta nel 2011 di nove canoe ricavate da tronco, e preservate in condizione perfetta.
Gli Archeologi affermano che queste scoperte collocano la Fattoria Must insieme a simili siti preistorici europei in zone umide; alle antiche abitazioni sulla riva del lago note come crannog in Scozia e Irlanda; ai siti palafitticoli preistorici lungo i Laghi Alpini; e ai terp della Frisia, abitazioni collinari costruite dall’uomo nei Paesi Bassi.
David Gibson, Manager Archeologico presso il CAU, ha aggiunto: “Di solito presso un sito del periodo della Tarda Età del Bronzo si ricavano fosse e forse uno o due emozionanti ritrovamenti in metallo. Convincere la gente che posti simili fossero un tempo insediamenti fiorenti richiede un po’ di immaginazione.
“Ma questa volta molto di più è stato preservato – possiamo davvero vedere la vita di ogni giorno durante l’Età del Bronzo a tutto tondo. Si tratta di archeologia preistorica in 3D con un insieme di ritrovamenti insuperati sia in termini di gamma che di quantità,” ha affermato.
Per un riassunto più dettagliato delle scoperte della fattoria Must, si visiti l’archivio del progetto qui: http://www.mustfarm.com/bronze-age-timber-platform/progress/archive/ 

Traduzione da University of Cambridge. L’Università di Cambridge non è responsabile dell’accuratezza della traduzione. Per le foto, Credit: Cambridge Archaeological Unit

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