Le traduzioni dell’Ulisse di James Joyce sono come sfumature di un arcobaleno dopo la tempesta dell’errore, del vagare di Leopold Bloom
Poesia e teatro custodiscono da sempre il cuore fragile del mito: a questo principio pare ispirarsi il libro I nomi e le voci di Roberto Mussapi
Restiamo irrimediabilmente creature di un sol giorno, come ricorda l’immaginifico titolo di questo saggio di Mauro Bonazzi, mutuato da un verso di Pindaro
Luís Vaz de Camões (1524-1580), l’autore dei Lusiadi (1572) è sospinto dagli eventi storici a creare un poema eroico e soprattutto nazionale.
Definita irresistibile e pericolosissima, l’ate raggiunge i suoi subdoli scopi soprattutto in circostanze tali da rendere le menti più vulnerabili, agisce in tante e diverse occasioni, ma sempre e comunque producendo i medesimi effetti nefasti
Infinito come una Route 66: così possiamo concepire l’esercizio metanarrativo di Lawrence Ferlinghetti in Little Boy. Un romanzo che non è un romanzo
Se l’epica fornisce un esempio di accoglienza da parte di un re, il teatro offre la testimonianza di un dibattito pubblico quanto mai acceso: emblematico è il caso delle Supplici
“Come potrebbe esistere Joyce senza Dublino, e, oggi, come potrebbe esistere Dublino senza Joyce?” Così apre il suo libro Fabrizio Pasanisi
Sabato 26 ottobre, alle 21:25 su Rai1, va in onda la quinta puntata di “Ulisse, il piacere della scoperta”, dedicata al mondo di Ben Hur
Napoli è? Non basterebbero le pagine per descrivere cosa Napoli rappresenti nell’immaginario antico e moderno di scrittori, artisti, cittadini e personaggi vari.