3 Aprile 2015
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Lo stratovulcano Tambora, situato nell’isola indonesiana di Sumbawa, eruttò 200 anni fa, dal 10 all’11 Aprile del 1815. Oltre a causare decine di migliaia di vittime e distruggere tutta la vegetazione sull’isola, l’eruzione determinò quello che è noto come l'”anno senza estate“, abbassando le temperature in modo sensibile e determinando una diminuzione del cibo disponibile.
Le morti contano quelle dovute alla colata piroclastica, ma poi vi furono quelle per inedia e per le malattie che sorsero: le stime arrivano fino a 71 mila persone. Le conseguenze globali non furono meno rilevanti e non dovrebbero essere sottovalutate, trattandosi del fattore di anomalia climatica più importante.
Secondo un nuovo studio su Nature Geoscience, le ripercussioni che si avrebbero oggi, con un’eruzione del genere, andrebbero a toccare diversi campi delle attività umane, a partire dai voli aerei. La maggiore densità di popolazione determinerebbe inoltre maggiori vittime. È perciò importante saperne di più su questi fenomeni. Tra le grandi eruzioni del passato nell’area, il Tambora si colloca tra il Krakatoa (1884) che causò 34 mila vittime, e il Toba che, 74 mila anni fa, investì gran parte dell’Asia Meridionale.
Lo studio “Tying down eruption risk”, di Stephen Self & Ralf Gertisser, è stato pubblicato su Nature Geoscience.
Link: Nature GeoscienceUC BerkeleyPast Horizons; CBS News 1, 2; ANSA
Immagine all’infrarosso del Tambora, Isola di Sumbawa, Indonesia. Foto scattata dallo Space Shuttle Endeavour, ore 0:54 GMT del 13 Maggio 1992 (Image Science and Analysis Laboratory, NASA-Johnson Space Center. “The Gateway to Astronaut Photography of Earth”.[2]). Da WikipediaPubblico Dominio, caricata da Avenue.
 

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